36 - 𝕃𝕒 𝔽𝕖𝕤𝕥𝕒

Destiny
"potevi dirmelo prima? "
"non ne ero davvero sicura" si giustificó Selene, che per poco non inciampava in una delle rocce del sentiero di pietre grige. "ma dove stiamo andando? "
"da un' amica"
"un' amica?! "
"voglio che lei mi dica qualcosa di più sul tuo nuovo potere di cui parli"
Arrivammo finalmente alla grotta della saggia.
La donna mi stava già aspettando all'ingresso. Sapeva che sarei venuta.
"Talta.." salutai con serietà, cercando di mantenere la compostezza che mi imponeva il mio titolo.
"Senior White..." I suoi occhi eran colmi di gioia nel vedermi e sulle sue labbra si formò un sorriso luminoso.
Non si trattenne e mi abbracciò. Selene sorrise.
Le accarezzai la sua vecchia schiena, che il tempo non aveva piegato. Le avevo promesso che le avrei spesso fatto visita, ma con il passare degli anni non ero mai tornata da lei.
"ma guarda come sei cresciuta! La mia piccola Destiny!" mi accarezzò dolcemente i capelli "Ramon sarà felicissima di vederti!"
" ah e dove è in questo momento?"
"Sono qui!" disse qualcuno alle mie spalle.
Ramon Forge, la mia prima amica e compagna di giochi, mia sorella.
La sua pelle era di un colorito olivastro e i suoi lunghi capelli bianchi eran raccolti in tante trecce di media grandezza.
Era molto cresciuta dall'ultima volta che l'avevo vista, dieci anni fa.
Si vestiva da uomo, con pantaloni marroni, stivali e camicia verde. In quello eravamo uguali.
Aveva molti bracciali ai polsi e un pendaglio con una runa al collo. I gioielli erano la sua fissazione. Da piccola sgattaiolava nella stanza di Talta e le prendeva i gioielli dal suo cofanetto in legno. Io facevo la guardia, controllando che la donna non venisse, mentre Amelia la teneva occupata facendole continue domande su incantesimi e pozioni.
Amelia..
Era morta a seguito di una malattia che le procurò una forte febbre, quando io e Ramon avevamo circa sette anni. Talta ci aveva cresciute come fossero le sue figlie e tra noi eravamo sorelle.
Ricordai la volta in cui, incuriosite dalle boccette in vetro che confezionava Talta, le avevamo prese in mano e rompendone una sul tavolo, il liquido verde aveva corroso la superficie in legno, lasciando un buco, che Amelia ricoprí velocemente con un piccolo tappeto rosso. Ma quando la saggia vi posò una brocca, quella cadde nel buco, frantumandosi a terra.

Mi voltai e incontrai i profondi occhi neri di Ramon.
Teneva le mani sui fianchi, sembrava furiosa.
"Ehi sorella..." dissi con cautela.
"Tu! Me lo avevi promesso! " mi Indicò con un dito inquisitore.
Era vero, anche a lei avevo promesso che sarei tornata ogni tanto e non mi aspettavo una reazione dolce e comprensiva come quella di Talta.
Selene passava lo sguardo da me a Ramon, confusa.
"Avevi detto che saresti tornata presto! "
Con Ramon avevo un vero e proprio rapporto di fratellanza. Ci volevamo un bene dell'anima e nulla ci avrebbe mai diviso. Ma non era il mio destino quello di coltivare le arti magiche e quando, compiuti otto anni, Zanfi venne a prendermi, al momento della separazione avevamo pianto fiumi di lacrime.
"puoi correre quanto vuoi, ma io ti prenderò " disse scrocchiando le dita di una mano.
Da piccole i nostri litigi si trasformavano presto in lotte corpo a corpo, e Talta doveva sempre intervenire per dividerci.
"provaci se ci riesci" la sfidai.
"Ragazze.. Non cominciamo.. " ci avvisó Talta
"aaargh" mi si gettò addosso con un urlo di battaglia, ma Iniziai a correre per la grotta e scivolai sotto il tavolo di legno che avevamo rovinato da piccole.
Ramon stava dall'altra parte e giravamo intorno a quel tavolo in attesa di trovare il momento giusto per saltarci addosso.
"ma vi sembra possibile?! Pensavo foste cresciute in questi anni! " si lamentó la saggia, posandosi una mano sulla fronte.
"tanto ti prendo! " Ramon cercava di braccarmi.
"non è vero! Sei lenta! "
Selene era perplessa.
" ti faccio vedere io! "
"adesso basta! " Talta ci prese per i capelli, come faceva quando eravamo piccole.
Smettemmo di bisticciare, lamentandoci per il dolore.
"avete finito?! "
Annuimmo
"non litigherete più? "
Annuimmo
"Bene, fate pace"
Io e Ramon scoppiammo in una risata nel ricordare quante volte era avvenuta la stessa storia.
Annuimmo.
"Brave le mie ragazze " Talta ci lasciò i capelli, poi guardó Selene "E chi è questa giovane? "
"Ah lei è un'amica. " spiegai. Ramon mi rivolse uno sguardo indignato. Ero l'unica vera amica che aveva e di certo non avrebbe voluto che altre persone si intromettessero nella nostra amicizia.
"Perché l'hai portata qui? "
"ho bisogno del tuo aiuto, Talta"
"hmm il Signor Leader ha bisogno del mio aiuto? Ne sono onorata, mia cara" disse con un sorriso "cosa posso fare per te? "
"Selene è sopravvissuta all'attacco di Dielen e... "
"ah, quindi sei una fata" Ramon inizió a girare intorno a Selene. Non le sono mai state simpatiche le fate.
"stavo dicendo. Selene ha da poco sviluppato le ali e mi ha raccontato di un suo nuovo potere. "
"un potere? " Talta mostrò improvviso interesse "che genere di potere? "
Presi Selene da dietro le spalle e la feci avanzare verso l'anziana, dicendole: "falle vedere ciò che sai fare"
La fata si guardó attorno e individuó una boccetta sul tavolo, la guardó affondo, poi strinse il pugno.
L'oggetto si frantumó e il liquido corrose la superficie lignea.
"Fantastico, ora sono due i buchi.. " commentó Talta.
Mi venne da ridere ma mi trattenni.
"allora, tesoro. Da quel che ho visto, tu puoi distruggere gli oggetti, ma secondo la mia esperienza, tu dovresti anche esser capace di spostare le cose. "
Selene si concentrò su un'altra boccetta contenente un liquido azzurro. L'oggetto si spostò di poco e perse l'equilibrio. Il liquido si rovesció formando tante bolle, simili a quelle del sapone.
"hai bisogno di pratica. Ti prego non rompere altro." Talta guardó i danni, preoccupata.
Selene annuí.
"Tu potresti insegnarle" proposi.
"non sono una fata e di conseguenza non conosco bene i loro poteri.. "
"ma potresti provare.. "
La saggia sospirò, poi rispose:" potrei provarci.."
La fata mi guardó, felice di aver trovato un' insegnante.

"Ho sentito che questa sera ci sarà una grande festa a palazzo " Talta cambiò discorso.
"si. Tu verrai Ramon? "
"non me la perderei per nulla al mondo " rispose, giocando con una delle sue lunghe trecce.

La sera..
Palazzo reale, stanza di Destiny...

Selene indossò il suo vestito di tulle di un rosa delicato. Aveva le spalline abbassate in modo tale da lasciarle scoperte le spalle magre, e una scollatura del seno a cuore.
Il mio era rosso, non aveva spalline, si teneva ad un girocollo decorato in oro, lasciava le braccia e tutta la schiena scoperte. Era un vestito particolarmente sensuale e a dirla tutta anche un tantino provocatorio.
"come sto?" mi domandó Selene, prendendo la gonna del vestito e accennando un inchino, prima di volteggiare e simulare una danza.
"benissimo" le risposi con un debole sorriso.
Mi affacciai alla finestra e il mio sguardo viaggiò, superando le mura e la grande prateria . La foresta dove era situato l'accampamento degli uomini di Narrow era molto lontana. Sapevo che Kaifah sarebbe venuto alla festa e che forse mi avrebbe cercata. Misi le mani sul viso.
"ehi, tutto bene?" Selene mi posò una mano su una spalla.
"Si, non preoccuparti" mentii
"Guarda, ci sono già molti ospiti" mi fece notare indicando la grande moltitudine di invitati che munita di lanterne, stava entrando a palazzo.
Annuii con indifferenza.
"come si può soffocare un sentimento? " pensai dentro di me.
"come? Hai detto qualcosa? " Senza rendermene conto avevo dato voce ai miei pensieri.
"no. Non ho detto nulla"
"allora me lo sarò immaginato... "
"Hm"
"scendiamo?" propose poi, entusiasta. il mio morale era a pezzi, Jon sarei voluta scendere e avrei di gran lunga preferito restare da sola e non tra milioni di invitati.
"d'accordo"

La festa si sarebbe tenuta nel grande salone reale. Le guardie indicavano agli ospiti la giusta via per arrivare alla sala e noi dovemmo percorrere infiniti corridoi e molte scale prima di giungervi.
Il pavimento era di un marmo blu scuro e quando danzavi su esso pensavi di star camminando sull'acqua. Vi erano tante finestre a due ante che si affacciavano sui vasti giardini reali, illuminati dalle lucciole.
Alte arcate che sembravan fatte di sabbia, sontenevano due balconate laterali sulle quali vi erano alcuni nobili, impegnati a bere e discutere di ricchezze e piaceri.
In dei braceri ardeva un fuoco verde, frutto della magia delle maghe.
In fondo alla sala vi era il secondo trono di Aron. Non era come "la grande maschera", era di minor grandezza e in marmo bianco scolpito, rappresentante molte ali di colombe. La spalliera era alta e sulla testa del sovrano si intrecciavano due fili dorati, che al momento del loro incontro generavano una grande gemma rossa.
Selene era senza parole. La sala da ballo era sempre stata chiusa negli ultimi quattro anni e a dir la verità non me la ricordavo affatto.
I consiglieri stavano sulla balconata di destra ed eran rimasti devoti alla loro tunica argentea, senza vestirsi con abiti eleganti. I trovatori e i musicisti intonavano canzoni soavi, accompagnando gli invitati nella danza.
Io e Selene scendemmo una delle scale laterali, percorremmo la sala facendoci spazio tra gli ospiti e arrivammo davanti ad Aron.
"Buona sera, mio re" dissi, incrociando le mani sul viso.
"alla fine sei venuta, figlia mia. Non ci speravo, ma è bello averti tra noi. Prego, bevi, festeggia con gli altri. " disse indicando un lungo tavolo coperto da una tovaglia dorata, imbandita con carne, vino, tantler, torte e dolci che Selene puntó con lo sguardo, frutta, funghi, tranci di salmone e tonno, gamberi croccanti, e ogni altro tipo di cibo che si potesse desiderare.
Seguimmo il consiglio del re e ci avvicinammo al banchetto. Presi una mela rossa e la addentai, Selene invece prese un dolce alla cannella, ma mentre stava per portarselo alla bocca, si fermò improvvisamente.
"che succede?" notai il suo strano comportamento e seguii il suo sguardo. Namti stava sotto un arco con Leida e Ahala. L'arciere non indossava il solito cappotto nero, ma uno bianco e dorato e degli alti stivali neri. Si era pettinato i capelli con cura e alcune ciocche bionde gli ricadevano sulla fronte.
La ragazza era rimasta a bocca aperta.
"che ne dici di andare dai ragazzi?" proposi, divertita dall'effetto che Namti aveva su di lei.
Selene annuí, portando con sé il dolce.
"ehi!" Mi salutò Leida appena mi vide. Al suo fianco vi era una donna con dei capelli corvini ricci raccolti in un'elegante acconciatura. Indossava un vestito verde scuro che non aveva una piccola scollatura sul seno. Le sue labbra eran sottili e i suoi occhi nocciola guardavano il giovane con tenerezza. Leida portava un farsetto di un verde chiaro rispetto a quello scuro della donna.
I suoi pantaloni eran marroni come i suoi stivali e alle mani aveva dei guanti grigi.
Ahala mi osservava con sguardo adorante. Se ne stava appoggiato al muro e indossava un farsetto rosso con decorazioni argentee, dei pantaloni neri e degli stivali marroni scuri.
"buona sera signore"disse Namti squadrando Selene.
"sei incantevole Selene" aggiunse baciandole il dorso della mano. Ero felice per lei.
"lei è Senior White, Roxanne " Leida mi presentò alla donna dal vestito verde scuro, e mi rivolse un sorriso "
"oh signor Leader " la donna era pronta ad inchinarsi, ma la fermai, dicendo:" non ce ne è bisogno. Mi chiami solamente Destiny, la prego"
"balliamo?" domandó poi Leida alla donna, che rispose :" non aspettavo altro "
I due si diressero verso la pista da ballo.
I miei occhi vennero attirati da un un uomo alto con dei lunghi capelli neri che superò la porta di ingresso della sala. Indossava una giacca di pelle nera dai contorni dorati, I suoi pantaloni, chiusi da quattro bottoni eran tenuti da una cintura di cuoio con una fibia in ferro e i suoi stivali erano anche essi neri. Al suo fianco vi erano altri uomini che avevo già visto. Era Kaifah.
Il cuore si fermò per un attimo e il mio corpo si congeló. Non doveva vedermi, dovevo nascondermi al più presto.
Mi feci spazio tra la gente che ballava e discuteva. Avevo bisogno di raggiungere l'uscita, che si trovava dalla parte opposta, a quel puntoi sarebbe stato facile tornare nella mia stanza.
"ehi, ma dove vai? " qualcuno mi prese per il polso "Destiny, aspetta! "
Era Ramon. Indossava un vestito viola simile al mio. Le donava molto.
"che ti succede, sorellina? " mi chiese, preoccupata.
"devo nascondermi, Ramon"
"e perché? "
"poi ti spiego.. "
Kaifah stava scendendo le scale, cercandomi con i suoi occhi grigi.
Mi guardai intorno, quando vidi le scale che portavano alla balconata di destra.
Le salii velocemente, seguita da Ramon e mi nascosi tra i consiglieri dalle tuniche argentee.
"solo per curiosità... Perché ti stai nascondendo? "
Non potevo tenerla allo oscuro, l'avrebbe capito da sola, quindi decisi di dirle il perché.
"vedi quell'uomo?" le indicai Kaifah, che si faceva brutalmente spazio tra gli ospiti, diretto al trono di Aron.
Ramon annuí.
"È da lui che mi sto nascondendo"
"Quello? E perché? "
"È una lunga storia."
"ah ho capito tutto! Allora, tu gli piaci, ma a te lui non va a genio, giusto? " Ramon era sempre stata perspicace, ma la situazione era più complicata.
"non proprio"
"e allora perché ti stai nascondendo da quell'uomo?
Sembra affascinante. Certo, è sicuramente più grande, su questo non c'è dubbio "
" ha trenta anni .. "
"Strano, gli avrei dato più anni"
Kaifah effettivamente sembrava più grande dell'età che aveva, forse per la sua serietà e i suoi comportamenti.
Il Generale e i suoi uomini fecero un profondo inchino davanti ad Aron.
"sai, sorella, sono cambiate molte cose da quando eravamo piccole" dissi con nostalgia dei momenti passati con lei.
"si, hai ragione. Ma guardati, ora sei il Leader! "
"e tu una maga esperta"
Mi sorrise.
"mi sei mancata tanto, Destiny "
"anche tu, Ramon. Mi spiace di non esser potuta venire a farti visita. Ero impegnata a dimostrare alle persone quanto valevo. "
"si, ora comprendo "
Dietro di noi i consiglieri discutevano tra loro di affari e di importanti decisioni che eran state prese.
"si, abbiamo fatto bene ad accettare le loro condizioni " disse uno.
"hai ragione. Anche se ci è costato di più, l'accordo darà i suoi frutti, ne sono certo! " rispose un altro. Zanfi stava in disparte, pensieroso.
"ma chi è quel ragazzo? "chiese Ramon, indicando un giovane dai corti capelli castani. Indossava un farsetto blu scuro e dei pantaloni grigi. Era Philip.
Stranamente non vidi più Kaifah accanto a lui.
"vado a conoscerlo! "
"Aspetta, Ramon.. " cercai di dire, ma la ragazza stava già scendendo le scale.
Diedi un morso alla mela che avevo preso al buffet. Mi annoiavo, ma dovevo rimanere lì, era l'unico modo che avevo per sfuggire a Kaifah.
Anche Talta era venuta e indossava un vestito color crema. I suoi capelli neri con delle ciocche bianche erano sciolti davanti. La guardavo con tenerezza. Ripensai alla felicità che avevo visto nei suoi occhi quella mattina. Per lei era stata una gioia rivedermi.
Due dita fredde percorsero lentamente la mia schiena nuda, dandomi un brivido.
Quel contatto era familiare.
"Indovina chi sono?" sussurrò una voce profonda al mio orecchio.
Lasciai cadere la mela a terra.
"Kaifah.. " dissi in un sospiro.
"è esatto. Non balli con me?" mi cinse in vita.
"non ho voglia di ballare" cercai di levarmi la sua mano di dosso, ma non vi riuscii.
Mi bació sul collo e la cosa, mio malgrado, mi dava piacere.
"smettila, Kaifah "
"ho bisogno di parlarti"
"io non ho nulla da dirti"
"io invece sì. "
"allora parla"
"non qui tra tutti questi vecchi. Andiamo in un luogo più silenzioso e appartato"
Io non mi mossi, mi voltò lui di forza. Alcuni consiglieri ci guardavano curiosi, ma Kaifah li ignoró.
Scesi le scale a lenti passi, mentre Kaifah teneva una mano su una mia spalla e mi invitava ad aumentare il passo.

Uscimmo dalla sala e camminammo per un lungo corridoio. Aprii la porta di una stanza riservata alla servitù ed entrai. Kaifah richiuse la porta alle sue spalle.
"io non ti ho più restituito la tua maschera.." tiró fuori dalla tasca l'oggetto.
Ecco perché non la trovavo! Aveva resistito alla cascata ed era ancora bellissima.
Me la porse. Feci per prenderla quando Kaifah ritiró la mano.
"Ti prego dammela"
"no" rispose lui, serio e autoritario. Vedendolo da più vicino, Kaifah aveva un aspetto trascurato. I suoi occhi erano stanchi e aveva un'ombra di barba.
"Kaifah, dammi la mia maschera!"
Mi avvicinai al Generale per riprendere l'oggetto, ma lui mi prese per i fianchi e mi mise con le spalle al muro.
"che ti ho fatto di male?" mugoló strusciando le labbra sul mio collo.
"Ti prego, vattene" cercai di spingerlo indietro, ma lui restó immobile.
"torna con me all'accampamento. Io ti.." interruppe la frase proprio quando avrei voluto conoscere il finale.
Cercava di baciarmi, ma io scostavo il viso, rendendogli l'impresa impossibile.
"puoi tenertela la mia maschera se vuoi, ma ti prego levati!"
Alle mie parole si fermó e indietreggió di un passo.
Ad un tratto mi venne un'idea che mi avrebbe permesso di levarmi dai piedi il Generale.
"allora? Avanti, dammi la maschera, Ahala mi aspetta!"
Al nome del guardiano, gli occhi di Kaifah diventarono di fuoco.
"Allora è così?!" Sbottó
"così come?"
"Tu ora stai con il Guardiano?!"
"Si" risposi decisa, cercando di reggere il mio gioco.
"e sono felice di vedere fino a che punto andrà avanti la serata " aggiunsi.
Kaifah era furioso, ma allo stesso tempo ferito e vederlo in questo stato non faceva che ferire anche me.
Buttó a terra la maschera.
Rimasi in silenzio osservando l' oggetto sul pavimento. Era la mia maschera preferita, non poteva trattare in quel modo una mia cosa. La rabbia si impossessó di me.
"Ahala è sicuramente meglio di te e sarò contenta di andare a letto con lui, piuttosto che stare con te!"
Lui non rispose e abbassando lo sguardo sull'oggetto, lo schiacció con uno stivale.
La maschera si ruppe in mille pezzi. Non aveva resistito alla furia distruttrice del Generale.
"no" sibilai, inginocchiandomi a terra.
Una lacrima mi rigó una guancia e dopo di lei tante altre.
Alzai lo sguardo verso Kaifah , che era rimasto con lo stivale sulla maschera ormai in pezzi.
"sei davvero uno stronzo !" dissi con la voce soffocata dai singhiozzi.
Kaifah rialzó lo stivale e la vista di ciò che restava del bellissimo oggetto, finí di rompermi il cuore.
Presi tra le mani i pezzi della maschera.
"ma perché... Perché lo hai fatto?" gli domandai tra le lacrime.
Lui non rispose.
Mi rialzai da terra con i pezzi tra le mani e glieli lanciai contro. Lui indietreggió.
"ti odio! Ti odio, Kaifah!" urlai, dandogli dei pugni sul petto. Non fece nulla per parare i miei colpi.
Dopo tre o quattro botte, uscii dalla stanza asciugandomi velocemente le lacrime.
Iniziai a cercare Ahala.

Il Guardiano era rimasto sotto il porticato e discuteva con un uomo.
Mi fermai dietro le sue spalle. Ero sicura di quello che stavo per fare.
"Ahala.. "
Il ragazzo si voltò.
"Destiny.. "
Senza indugiare ulteriormente, presi il suo viso tra le mani e baciai le sue labbra.
Eran diverse da quelle di Kaifah, non avevano lo stesso sapore.
Ahala mugoló.
Interruppi il bacio per riprendere fiato, ma il ragazzo mi prese per la nuca e mi bació aggressivamente. Sapevo che non aspettava altro.
"vieni con me " gli dissi, decisa a dimenticare il Generale.

Kaifah's pov
Guardai la maschera in pezzi vicino al mio stivale. Il pianto della ragazza e le sue parole mi avevan fatto sentire un mostro, proprio come mi aveva chiamato poco tempo prima.
Teneva tanto a quell'oggetto, che io per invidia le avevo distrutto davanti agli occhi.
Appoggiai la schiena al muro, senza smettere di guardare ciò che restava dell'oggetto.
"Allora? Come è andata?" sopraggiunse Philip, rivolgendomi un sorriso, che scomparí alla vista dell'oggetto.
"ma quella non era la maschera..? "
Annuii con il capo.
"perché l'ha distrutta?" Pensava che la ragazza avesse distrutto l'oggetto, ma era andata in modo diverso.
"non l'ha distrutta lei."
"Kaifah, cosa hai fatto?"
"adesso è scappata e.."
Ad un tratto mi chiedi dove potesse essere andata. Da chi poteva andare..
Oh no!
Mi precipitai fuori dalla stanza, travolgendo Philip.
Dovevo arrivare da Destiny , prima che lei arrivasse da Ahala!
Mi feci largo tra la gente. Vidi i suoi capelli ramati , li inseguii ,ma poco dopo non li vidi più. Mi fermai un attimo. Vidi quelli rossi di Ahala. La rabbia mi montó in corpo e la corsa riprese.
Arrivai ad una scalinata, ma non vidi né il Guardiano né Destiny.
Salii le scale dell'ingresso alla sala e arrivai ad un corridoio diverso dal primo.
Vi era silenzio. Poi, all'improvviso sentii dei lamenti, che anche se sentiti una sola volta, mi si erano insinuati nella testa e li avrei riconosciuti tra un milione. Erano quelli di Destiny .
Seguii quel suono, che mi condusse ad una stanza. Appoggiai l'orecchio alla porta.
Sentii i mugolii di lei.
Mi mancava il fiato, non riuscivo a respirare. Non volevo immaginare la scena che probabilmente si stava svolgendo dentro quella stanza, ma essa mi balenava nella testa.
"oh Ahala" sentii dire da lei.
Una pugnalata mi colpí al cuore ed io mi strozzai.
Ero pronto a buttare giù la porta quando due mani mi trattennero con una forte presa.
Era Philip, che scuotendo la testa mi disse a bassa voce :" Andiamo via"
Mi trascinó con sé e insieme uscimmo dal palazzo dorato per ritornare al l'accampamento.
I lamenti di Destiny mi tormentano per il resto della notte ed io giurai vendetta al Guardiano.

Selene's pov
Le persone danzavano accompagnati da una musica soave. Lanciavo occhiate a Namti, aspettando che accadesse qualcosa.
"Selene.." disse ad un tratto, prendendomi la mano"mi concederesti questo ballo? "
Un pezzo di dolce mi si bloccò in gola. Voleva che io ballassi con lui.
Il momento che aspettavo era arrivato, eppure io non mi sentivo davvero pronta.
"non ho ancora finito il dolce " presi una scusa.
"ci penso io" Namti me lo prese dalle mani e lo mangiò in un sol boccone, poi con la bocca piena disse:" andiamo? "
Risi e lo seguii.
Mise le mani sulla mia vita, avvicinandomi a sé ed io gli circondati il collo con le braccia.
I nostri corpi erano vicini, ci muovevamo seguendo la musica.
Il ragazzo mi sorrideva ed io arrossivo, imbarazzata.
Si piegò su di me e mormoró :"Sei bellissima, Selene". Era da tutta la serata che mi ricopriva di complimenti. Aveva occhi solo per me.
Mi fece volteggiare e quando tornai di fronte a lui, gli misi le mani sulle spalle, ridendo felice.
Le note si rincorsero e aumentò la velocità del ballo, Namti mi strinse la vita e mi tirò su. Vidi tutto dall'alto. Quando Namti mi posò a terra, il tipo di musica era cambiato, era diventato una specie di ballo popolare. La gente batteva le mani a ritmo e si prendeva a braccetto, girando e saltellando.
Li imitammo ridendo e divertendoci come matti. Cambiavamo posizione a ogni doppio battito di mani. La musica si fermò e tutti applaudirono.
"usciamo" propose Namti, mentre i musicisti si stavano preparando per eseguire un altro pezzo.
Annuii e lo seguii, uscendo da una delle porte finestre che si trovavano sotto le arcate. Ci ritrovammo nel giardino reale. Vi eran cespugli e alberi rigogliosi di diversa altezza. Una grande fontana bianca era al centro di una piazzetta, alla quale portavano i sentieri di ghiaia. Era costituita da quattro sculture di cavalli marini dalle cui bocche fuoriusciva l'acqua. In lontanaza si poteva vedere un monumento bronzeo rappresentante un uomo a cavallo.
Ogni cosa era coperta dalla neve dell'ultima nevicata.
"perché siamo qui?" domandai.
"c'è troppa gente e troppo rumore mi infastidisce"
Effettivamente aveva ragione. Ormai vi erano tantissimi ospiti e le loro voci si mischiavano, accavallandosi.
"ho visto che ti piacciono i dolci.. " iniziammo a camminare verso la fontana, lasciandoci alle spalle i rumori della festa.
"ah si"
"la mia preferita è la ciambella" dicemmo contemporaneamente.
"davvero? Non pensavo piacesse anche a te! " Namti era sorpreso quanto lo ero io.
" si! È la cosa più buona che io abbia mai mangiato!"
Scoppiammo a ridere.
Arrivati alla fontana, mi piegai, toccando l'acqua.
Il ragazzo accarezzò il muso di uno dei quattro cavalli.
"sei molto migliorata con l'arco"
" Non cominciare a parlare delle lezioni "
"va bene "
Passó un minuto di silenzio.
"ma ancora continui a muoverti con le gambe, senza capire che devi rimanere ferma"
" Dai! Ti ho detto di no!" lo schizzai con l'acqua della fontana, che andò a bagnare il suo elegante cappotto bianco.
Namti indietreggió.
"oddio scusa.. "
"ah è così?!" disse con uno sguardo malizioso.
Prese l'acqua con una mano e mi bagnó il vestito rosa.
"come hai osato?! " continuammo a schizzarci a vicenda, prima di iniziare a rincorrerci per gli alberi da frutto.
Namti mi stava alle calcagna, era davvero veloce.
Tentai di seminarlo e pensai di esservi riuscita.
Non era più dietro di me. Smisi di correre, quando il ragazzo spuntó da dietro un albero e afferrandomi per un braccio, mi mise con la schiena attaccata al tronco.
"adesso stai ferma" disse, prendendomi per i polsi.
Ci guardammo negli occhi e i nostri visi si avvicinarono lentamente.
"io.. " iniziò a dire.
"shht" lo zitti.
Le nostre labbra si unirono in un tenero bacio, che andò ad approfondirsi.
Affondai le mani nei suoi capelli biondi. Era una sensazione indescrivibile per quanto era bella.
Mi prese il viso tra le mani e mi accarezzò una guancia con un pollice.
In quel momento avevo tutto e non desideravo altro. Avevo le ali, la mia libertà tanto attesa, una nuova vita e avevo Namti. Il mio amore nei suoi confronti era ricambiato. Mi sentivo la persona più fortunata del mondo.
Il ragazzo mi strinse a sé.
Staccò le labbra dalle mie e disse :" hai freddo? "
"un pochino " ammisi.
Namti si levò il cappotto e me lo mise sulle spalle, rimanendo con una camicia bianca e dei pantaloni neri. Era caldo e profumava di sandalo, il profumo dell'arciere. Quell'odore raffinato mi riscaldava il cuore.
"rientriamo?" domandó
"si, ma aspetta un attimo" lo presi per il colletto della camicia e lo baciai nuovamente. Lui ridacchió e mi bació a sua volta.

Destiny's pov
Ahala fu felice di seguirmi in una stanza.
Si levò immediatamente il farsetto e lo lasciò su un mobile vicino.
Mi sollevò e mi Sbatté contro il muro. Era impetuoso e con le mani cercava di levarmi il vestito rosso.
Lo osservavo e al suo posto vedevo Kaifah, volevo Kaifah.
Mi sollevò il vestito, ma io lo tirai giù con una mano.
Il Guardiano mi morse la spalla ed io emisi un lamento, stavo già ansimando.
Teneva le mie gambe strette al suo torace e faceva pressione con i fianchi.
Continuavo a vedere il Generale. Ahala riuscì a sollevarmi il vestito.
"non voglio essere gentile" disse con uno sguardo diabolico.
Con una mano iniziò a slacciarsi i pantaloni, dai quali riuscii a vedere il suo desiderio crescere sempre di più. Lo fermai, impedendogli di andare oltre.
"Basta, Ahala"
Non mi ascoltò e mi gettò sul letto con violenza.
Mi si mise sopra. Tenevo le gambe strette, ma lui le divise e vi si posizionó immezzo .
"Lasciami Ahala, ho detto basta"
Continuó ad ignorarmi e con una spinta entrò dentro di me. Gemetti e mugolaii, mentre lui stringeva il mio seno con le mani.
Continuó a mordermi e leccarmi il collo, dando forti affondi.
Vedevo il viso di Kaifah, le sue labbra, il suo corpo, il suo ghigno malizioso.
"oh Ahala... Ti prego, smettila" lo implorai.
"no" rispose in un tono secco e deciso.
Diede un'altra spinta.
"Kaifah.. " le parole mi uscirono dalla bocca senza che io potessi far qualcosa per impedirlo.
Ahala si fermò di colpo ed io mi resi conto di ciò che avevo detto.
"Kaifah?!"
Utilizzai l'occasione per svignarmela. Mi levai velocemente da sotto di lui e uscii dalla stanza.
"che significa, Destiny?! " Urlò il Guardiano.
Corsi per i corridoi tenendo stretto al corpo il vestito rosso, che era stato slacciato.
Arrivai alla mia stanza e vi entrai.
Appoggiai la schiena alla porta e in lacrime mi lasciai scivolare, sedendomi a terra.
"Destiny? Che succede?!"disse una voce amica. Selene.
Ogni volta che provavo a parlare, finivo per singhiozzare.
"cosa è accaduto?"
Cercai di asciugarmi le lacrime con il tessuto del mio vestito.
"Kaifah...lui... Ahala.. " singhiozzai. Avevo provato a dimenticare e in qualche modo rimpiazzare il Generale, ma non ne avevo la forza e infondo nemmeno una vera e propria volontà.
"Kaifah? " domandó Selene, confusa. Non conosceva tutta la storia e non sarei riuscita a spiegargliela.
"cosa ti ha fatto quel..?!"
"Io lo amo" le rivelai.

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