28 - 𝔾𝕖𝕝𝕠𝕤𝕚𝕒

Selene

Dopo la scomparsa del Leader, mi ero rinchiusa nella sua stanza. Ogni tanto il consigliere dalla lunga barba bianca di nome Zanfi, mi portava del cibo.
La ragazza gli aveva parlato di me e l'anziano mi stava aiutando.
Gli mancava molto Destiny, e mi aveva confidato che non si fidava affatto del Generale e sperava che questo se ne sarebbe tornato a Narrow il prima possibile.
Non avevo mai provato ad uscire. Non conoscevo pressoché nessuno, non mi fidavo di nessuno e poiché il Leader non era con me, non poteva proteggermi.
Aspettavo con ansia il ritorno dei Guardiani e ogni due per tre mi sporgevo dalla finestra della camera per vedere sei i tre ragazzi varcavano le lontane porte di ingresso del regno, ma nulla. Erano passati già parecchi giorni e aveva cominciato a insinuarsi nella mia mente il pensiero che non ce la avevano fatta a portare a termine la missione. Forse erano stati fatti prigionieri o uccisi, ma avevo visto come combattevano i Guardiani. Nessuno li avrebbe mai battuti.

Stavo sdraiata sul letto con le mani dietro la testa. Non avevo né fame né più voglia di guardare fuori.
Qualcosa mi solleticava la nuca, infastidendomi.
Mi alzai e vidi che sul cuscino vi era una piuma bianca dell' imbottitura. Era sfuggita alle domestiche che eran venute a pulire il casino che avevo fatto con Destiny.
Presi la piuma in mano e la osservai.
Leggera e soffice, delicata e morbida.
Me la passai su una guancia e nel ricordare la nostra battaglia coi cuscini, mi venne da sorridere.
Destiny mancava anche a me.
A poco a poco avevamo instaurato uno strano rapporto, forse si trattava di... amicizia?

Mentre ero impegnata a osservare la bianca piuma, sentii un corno in lontananza. Suonò per due volte.
Scattai in piedi, lasciando la piuma sul letto.
Mi affacciai alla finestra con tanta eccitazione che per poco non cadevo giù dal palazzo.
Vidi tre cavalli galoppare lungo la strada principale.
Riconobbi la chioma bionda di Namti. I ragazzi indossavano le loro maschere argentee, i Guardiani erano tornati.
Il mio cuore iniziò a battere forte.
Uscii dalla stanza e corsi più veloce che potei, e nella mia corsa superai Zanfi, diretto verso la sala del Consiglio con tre pergamene sotto braccio.
Travolsi altri due consiglieri, facendone cadere uno. Non guardai indietro.
Ero troppo eccitata all'idea di rivedere Namti, di perdermi nei suoi occhi azzurri come il mare, di vedere il suo sorriso dolce e di sentire di nuovo la sua voce.

Indossavo un vestito rosa, trovato nell'armadio di Destiny. Si era un po' sgualcito, ma rimediai lisciandolo velocemente con le mani.
I miei capelli erano spettinati, li pettinai con le dita e misi una ciocca dietro un orecchio.
Ero pronta per uscire.
Le porte del palazzo erano aperte e i Guardiani stavano già scendendo da cavallo.
Rimasi immobile nella piazza.
Si sentivano le voci e i rumori del mercato, sempre affolatto e l'acqua che usciva dalle fontane.
"ciao Selene" disse Leida, già sceso da cavallo, e dopo aver accarezzato questo sul muso, mi venne incontro.
Ahala mi guardava indifferente.
Namti, impegnato a sistemare la sella, appena sentí il mio nome alzò lo sguardo e i nostri occhi si incontrarono.
Leida piegò il capo salutandomi,
mi prese la mano per baciarla, quando l'arciere gli diede una forte spallata che lo fece spostare di lato. Leida era confuso, Namti lo fulminó con lo sguardo.
Prese la mia mano e la bació.
"son felice di rivederti mia cara."
Sentii un forte calore espandersi nella mia pancia. Mi trattenni dal non saltargli addosso.
"Dove è Destiny?" domandó ad un tratto Ahala, che fino ad allora non aveva detto una parola.
Dovevo dire cosa era accaduto in loro assenza.
"È complicato" iniziai a dire
"Che significa?!" Sbottó Ahala.
"Calmati Furia, falla parlare" lo calmó Leida.
"cosa è successo?" mi domandó Namti.
"È all'accampamento."
"Quale accampamento?!" Ahala aveva già perso la pazienza.
"Aron... Beh...L'ha presa.. "
"cosa cazzo è successo?! Parla!" mi urlò il ragazzo dai lunghi capelli rossi.
Deglutii e dissi lentamente :"L'ha presa Kaifah"
Gli occhi di Ahala erano di fuoco. Sembrava stesse per esplodere dalla rabbia.
"Vado a prenderla!"
" Aspetta! Destiny è caduta giù da una cascata e Aron ha dato il compito agli uomini di Narrow di prendersi cura di lei." spiegai
Ahala mi guardava tra l'incredulo e il rabbioso.
"Ma come è possibile??" domandó Leida, preoccupato per la ragazza.
"suo padre non lo permetterebbe mai" aggiunse l'arciere.
"Destiny tornerà a palazzo solamente quando si sarà ripresa.." continuai a dire.
"Al diavolo!" Ahala rimontó a cavallo.
"Aspetta, se il re ha detto così, c'è un motivo"
"non la lascerò di certo con quel bastardo!"
"Devi aspettare, Furia" disse Leida.
Ahala ci rivolse un ultimo sguardo feroce per poi arrendersi e portare il cavallo nelle scuderie reali.
"Non preoccuparti, fa sempre così" mi disse Leida.
"Allora, sono tornato per un motivo, mia cara. Non mi sono mica dimenticato delle nostre lezioni " Namti mi fece l'occhiolino e io diventai rossa in viso.

Quella sera tornai in camera felice, mi lasciai cadere sul letto e passai tutta la notte pensando a scenari improbabili con l'arciere.

Il giorno dopo..
Bosco degli arcieri..

" Tieni. Questo è per te" disse Namti, dandomi un arco. Era semplice e l'avevo già visto all'Accademia, gli arcieri si esercitavano con quelli.
"ma questo non è uno di quelli dell'Accademia?"
"Nessuno lo scoprirà. Sarà un segreto"
Lo aveva rubato...
Quel giorno indossavo il mio corpetto di piume e un corto pantalone verde.
Ero pronta per la lezione.
" Allora, iniziamo.." Namti mi passó una freccia e mi indicó un bersaglio in cima ad un albero.
Scoccai la freccia, ma non centrai pienamente il bersaglio.
Namti scosse il capo e mi si avvicinò,
mi guardó con serietà e disse:" tu e il tuo arco dovete essere una cosa sola. Fidati di lui e delle tue capacità."
Ascoltai con attenzione le sue parole.
"Riprova"
Mi concentrai e presi la mira.
A poco a poco centrai tutti i bersagli.
Avevo iniziato a fidarmi di me stessa e del mio arco, anche se era difficile fidarsi di un oggetto inanimato.
"Ben fatto" commentó il mio maestro "Tuttavia quello che vedo da te è solo tecnica. Per essere un vero arciere, bisogna saper stupire e questo è ciò che voglio da te"
"come posso fare?"
Prese il suo arco, magnifico in confronto al mio, lo mise in orizzontale e vi posizionó non una ma ben tre frecce, tese la corda e prese la mira.
Lasciò andare le frecce e ognuna di esse centró uno dei tre bersagli allineati.
Rimasi senza parole.
Mi rivolse il suo splendido sorriso, che
ricambiai con timidezza.
Una ragazza gli passó vicino. Aveva dei lunghi capelli biondi e indossava un corpetto di pelle scollato e un pantalone attillato, che metteva in risalto le sue forme generose.
Avrei tanto desiderato avere un corpo come il suo.
"bene, ti lascio per un attimo... Tu continua a provare" disse Namti, con gli occhi presi dalla ragazza.
Si allontanó andando nella sua direzione.
Continuai a provare e riprovare per un po',
Il ragazzo non tornava.

Sentii la risata inconfondibile del Guardiano e mi voltai nella sua direzione.
Stava parlando con la ragazza che era passata prima. Le sorrideva come faceva con me e le stava molto vicino.
Il sangue mi ribolliva e la rabbia saliva dentro di me.
Destiny mi aveva detto che le ragazze gli andavano dietro e lui stava al loro gioco. Questo mi dava molto fastidio.
La giovane donna accarezzò una spalla di Namti, che continuava a ridere e sorriderle.
Il suo sguardo era rivolto verso la scollatura del corpetto di quella.
Non ci vidi più dalla rabbia.
Cosa aveva lei che io non possedevo?
Non mi sarei di certo messa da parte e dovevo fare qualcosa per riavere la completa attenzione dell'arciere.
Lei si stava avvicinando sempre di più a lui.
Tra i due c'era un bersaglio, molto lontano. Mi apparve chiaro.
Presi una freccia e tesi il mio arco.
Guardai ancora una volta il rosso del
centro dell'obiettivo, mi concentrai e lasciai andare la corda.
La freccia tagliò veloce l'aria e sfioró il viso della ragazza, andando a centrare il bersaglio.
Sorrisi, soddisfatta.
I due si votarono di scatto verso di me.
La ragazza era spaventata e tutta la sicurezza che aveva era scomparsa.
Namti mi guardó, sbalordito.
Ero riuscita a colpire da una grande distanza.
Andai a recuperare la mia freccia con passo sicuro.
"ma cosa credevi di fare! Sei forse pazza? Avresti potuto uccidermi" mi urlò la ragazza.
Era proprio quello che avevo in mente di fare, ma mi ero limitata a spaventarla.
"Ehi mi hai sentito, figlia di puttana?"
L'unica puttana mi sembrava lei.
Nami si grattava la nuca, imbarazzato.
Sentito il suo insulto, lasciai perdere la freccia e voltandomi le tirai un forte pugno sul naso.
Quella barcolló all'indietro.
Con un urlo di guerra mi saltó addosso, facendomi cadere a terra. Provó a colpirmi, ma scostai il viso e il suo pugno andò sul terreno. Con un calcio me la levai di dosso e mi rialzai.
"Ragazze....smettetela" disse il Guardiano.
Lo ignorai. Mi concentrai e mi misi in posizione di attacco.
Le diedi un pugno su un fianco e una ginocchiata nello stomaco, facendola piegare a metà. Avevo visto il Leader combattere e avevo appreso molte cose.
Degli arcieri accorsero verso di noi e ci divisero.
Mi divincolavo dalla loro presa, volevo ucciderla.
Quella, con il sangue che le colava sul mento, mi guardava con odio. Le sorrisi.
La ragazza venne condotta via e io rimasi con Namti.
Il ragazzo mi osservava con le braccia incrociate e disse con un mezzo sorriso:
" mi hai stupito, Selene, ma la prossima volta niente più combattimenti. Non sei Destiny."
Se solo avesse saputo che l'avevo fatto per lui, mi avrebbe dato ragione.

Tornammo a palazzo, senza dirci una parola. Quella volta non mi salutò.
Mi chiusi nella camera di Destiny, sbattendo la porta.
Ero arrabbiata con Namti e con me stessa.
Non capivo cosa avevo sbagliato.
Guardai il mio riflesso allo specchio
La ragazza non era riuscita a ferirmi, ma Namti l'aveva fatto con la sua indifferenza.
Urlai di rabbia e strinsi i pugni.
Lo specchio si frantumó ed io sobbalzai.
Le schegge e i i vetri caddero a terra.
Come aveva potuto distruggersi da solo?
Guardai la brocca sul comodino vicino. Strinsi nuovamente il pugno e quella si ruppe in tanti pezzi.
Raccolsi da terra un triangolo di vetro dello specchio e mi guardai in esso, poi osservai le mie mani. Cosa avevo fatto?

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