26 - 𝕃𝕒 𝕊𝕔𝕒𝕔𝕔𝕙𝕚𝕖𝕣𝕒♟️
Destiny
Aprii lentamente gli occhi con un mugolio.
Era il quarto giorno che passavo in quella tenda e mi sentivo stranamente meglio. Il giorno prima ero riuscita a mettermi con la schiena sullo schienale del letto, già un gran traguardo.
Ayondri aveva sparso sulle mie spalle e sulla schiena un unguento alle erbe, che secondo lui avrebbe alleviato i dolori.
Non parlavo spesso con Kaifah, mi rifiutavo di farlo e invece aspettavo con ansia le visite del medico, che non era rigido e maleducato come lui.
Non accettavo cibo dal Generale, poiché non mi fidavo, quindi Ayondri mi portava della frutta trovata nel bosco.
Kaifah andava a caccia ogni mattina con gli altri uomini e portava cervi, pernici e lepri.
La notte dormiva sul divanetto, vicino al letto. Tornava tardi poiché
trascorreva gran parte della nottata nei bordelli di Aither insieme ad un certo Philip, così mi aveva riferito Ayondri, che aveva anche aggiunto:" Ricorda che al generale non piace essere contraddetto. Bisogna sempre seguire i suoi ordini e rispettarlo. Chi non fa ciò è destinato ad una brutta fine.."
Mi parlava come se fossi una bambina, come se non conoscessi la crudeltà degli uomini, i loro desideri, la loro dipendenza da piaceri e vizi.
La tenda era illuminata dai raggi del sole.
Non sapevo come passare il tempo. Mi sarebbe piaciuto leggere un libro. Leida mi aveva trasmesso l'amore per la lettura.
Grandi condottieri avevano scritto dei diari di guerra e il Guardiano me li aveva letti e prestati.
Purtroppo non vi era alcun libro nella tenda.
Un vicino odore di carne mi fece voltare verso il comodino.
Sul piccolo mobile vi era una ciotola in ceramica.
Mi avvicinai al contenitore. Farro e cacciagione. Era pomeriggio e il generale mi aveva portato la mia razione per il pranzo.
Guardai un' altra volta il cibo, invitante e sicuramente delizioso.
Mi girai dalla parte opposta del letto, fingendo disinteresse. Anche se la mia pancia brontolava, non potevo fidarmi.
"Devi mangiare qualcosa, Destiny" disse una voce autoritaria, ormai a me nota.
Alzai lo sguardo dal cuscino.
Kaifah stava seduto ad un tavolino.
Indossava i suoi stivali neri, una giacca di pelle marrone, che si intonava con i pantaloni, tenuti da una cintura dalla grande fibia di ferro. Una lunga pelliccia nera gli faceva da mantello e alle mani portava dei guanti.
Davanti a sé vi era una scacchiera.
Teneva una mano su una coscia e con l'altra si accarezzava il mento, pensieroso.
Rimisi la testa sul cuscino.
"No.." Mormorai.
Alzò gli occhi dalla scacchiera e ringhió:" se non ti decidi a mangiare quella cosa da te, te la farò mangiare io!"
Mi misi con la schiena sullo schienale e guardai il cibo.
Dovevo cedere, anche perché avevo una fame tremenda.
Presi la ciotola.
"hm" Il Generale sorrideva compiaciuto "scelta saggia..."
Afferrai il cucchiaio di metallo che vi era dentro e presi del farro. Mentre schiudevo le labbra per mettere in bocca il cibo, notai che l'uomo mi osservava in uno strano modo, tra l'affascinato e il curioso.
Mangiai il farro senza curarmi della sua strana espressione. Era buono.
"Allora?" domandó poi Kaifah, con il suo tono da sbruffone "è di tuo gradimento, signor Leader?"
"spero non sia avvelenato"
Il Generale fece una smorfia." potrebbe esserlo.."
Scossi il capo con un mezzo sorriso.
"la mia giacca ti è comoda?" domandó poi, tornando a guardare il gioco.
"diciamo che mi sono adattata..." risposi accarezzando con una mano la pelliccia d'orso sulle spalle.
"Ti procurerò qualcosa di più adatto per te"
"stai giocando da solo?"
Kaifah non aveva un avversario a scacchi.
D'istinto mi alzai dal letto.
Mi guardó, sorpreso.
Ero sorpresa quanto lui. Il dolore si era affievolito. Non ho mai saputo come, ma le ferite e il dolore scomparivano velocemente sul mio corpo.
Younne diceva che ciò avveniva grazie al mio potere.
"sei già guarita?!"
Non risposi.
Feci un passo verso di lui. Il dolore si fece sentire, ma era sopportabile.
Mi avvicinai al tavolino e mi sedetti sulla sedia, difronte al Generale.
"ma come.."
"il dolore è diminuito" mi giustificai.
Continuava a guardarmi, senza parole.
"sei caduta da una cascata praticamente tre giorni fa e mi dici che il dolore è già diminuito?! "
Alzai le spalle e guardai la scacchiera.
Zanfi e Younne si divertivano a giocare quando importanti questioni non richiedevano la loro attenzione. L'anziano consigliere mi aveva insegnato.
Le pedine erano disposte in un modo disordinato.
" hai sbagliato la disposizione" allungai una mano verso un pedone, lo sfiorai con un dito, ma Kaifah mi prese il polso.
"Ma io non sto giocando" i suoi occhi grigi mi guardavano "mi sto esercitando"
Molló la presa.
Si stava esercitando? Non capivo.
Indicó un cavallo disposto dietro un pedone.
"cavalleria" disse
Poi Indicó il pedone "fanteria. Un cavallo equivale a venti, mentre un pedone sono dieci uomini"
Seguivo la sua spiegazione, affascinata.
Mi mostrò un alfiere. "arcieri.Cinque."
Due stavano al fianco del re e della regina.
"e la torre?"
Mi sorrise e si sporse verso di me. Quello che aveva sulle labbra era un vero sorriso, non un ghigno. Non lo avevo mai visto sorridere davvero.
"catapulte"
Era lo schema per una battaglia.
"interessante" dissi.
Improvvisamente volevo sapere qualcosa in più sul Generale,ma non ero sicura di poter ottenere risposte.
"Parlami un po' di te, Kaifah"
Con una mano spostò un pedone, posizionandolo accanto ad un altro.
"cosa vuoi sapere?"
"Sei sempre stato il 'Generale Kaifah di Narrow' ?" dissi le ultime parole con enfasi e ironia, cercando di imitare il tono con cui lui le proferiva.
I suoi occhi gelidi mi osservarono.
"No." rispose in tono secco e distaccato.
"e cosa facevi prima?"
"il semplice soldato"
"come hai fatto a diventare un generale?"
"mi sono contraddistinto in battaglia. Ho salvato dei compagni e ho ucciso il re con le mie mani"
"chi è Philip?" continuai.
"un amico."
"come vi siete conosciuti?"
"Abbiamo combattuto e vinto insieme ad Engarde"
Avevo sentito di quella battaglia.
L'esercito vincente era interamente composto da soldati pagati.
"come mercenari?"
"si. Lo siamo stati per tre anni. Combattevamo per il re di Rhode."
"È in quella battaglia che hai imparato a essere così, insomma...cosí come sei?"
Non rispose.
"Scusa" mi resi conto della mia domanda, anche se l'uomo non sembrava essersi offeso "ehm...cosa ti piace fare?"
"uccidere e il resto lo hai capito da te" rispose con uno sguardo malizioso.
Gli piaceva fottere.
" cosa ti dà più fastidio?"
"Nessuno può disubbidirmi" sentenzió.
"Bene..." spostai un pedone bianco su un quadratino nero.
" Ora faccio io le domande" il Generale sembrava incuriosito.
"cosa?"
"come sei diventata il Leader?"
"Leader si nasce, non si diventa"
Alzò gli occhi al cielo.
"ho passato la mia infanzia all'Accademia e quando si è presentata l'occasione di una battaglia, ho mostrato a tutti chi ero e quello di cui ero capace."
" La gente qui ad Aither parla molto e ho scoperto che hai il potere della luce..da dove viene?"
"Sinceramente non lo so nemmeno io"
"cos'è che ti piace? "
"la gloria e la vittoria"
Ripensai al balcone del palazzo di Aither. Aspettavo il momento per tornare ad aprire le braccia ed essere acclamata. Quella per me era l'immortalità.
"cosa odi?"
"essere sottovalutata"
" c'è qualcuno di importante per te?"
"intendi un amico?"
"qualcosa di più..tipo un uomo"
"No."
Non gli feci la stessa domanda, avevo capito che lui non aveva qualcuno di davvero speciale.
"ma così è troppo semplice, Destiny. Io voglio sapere.."
"Non c'è nessuno"
"hm"
"Perché ti interessa tanto?"
"curiosità"
Formai due file nella mia parte di scacchiera.
Pedoni davanti, cavalli dietro e infondo catapulte.
Avevo rimosso la regina, non mi serviva.
"contro chi era la battaglia che hai combattuto per diventare..? "
"Celarca."
"Ah si. La notizia della vostra vittoria era giunta anche a Narrow. Si diceva che il re fosse morto durante lo scontro"
"si. L'ho ucciso io" risposi, mettendo due alfieri davanti alle due file.
Kaifah tornò con gli occhi sulla scacchiera.
"Perché li hai messi davanti?"
" Uno è Namti. Mi basta lui per distruggere una tua intera truppa." spiegai.
"E l'altro chi è?" indicò il secondo.
"oh. Leida. È imbattibile con la lancia. Può uccidere i cavalieri"
Portai il re davanti ai due alfieri.
" il re non dovrebbe essere così esposto" mi avvertì, con un mezzo sorriso.
" Aron non combatte. Questo qui sono io" risposi posando un dito sul re.
"Tu?" domandó, pronto a ridermi in faccia.
Posai le mani sul tavolo e mi sporsi verso di lui. Kaifah mi osservava con interesse.
"il tuo esercito può avere tutte le difese che vuoi, ma se combatti contro di me, hai già perso." Lo guardai dritto negli occhi.
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