19 - 𝕌𝕟 𝕟𝕦𝕠𝕧𝕠 𝕚𝕟𝕔𝕠𝕟𝕥𝕣𝕠

Selene

Erano giorni che ero rinchiusa in quella stanza,ormai diventata una prigione. Non capivo perché il Leader mi avesse voluto salvare se poi mi avrebbe costretto a rimanere rinchiusa. Osservare dalla grande finestra il continuo passaggio di persone. Ognuno di loro si dava un gran da fare portando ceste e carri con vari oggetti. In lontanaza, nella grande e lunga strada che dal palazzo arrivava fino alla porta di ingresso del regno, riuscivo a vedere diversi banconi coperti e tavoli, quello che sembrava essere un mercato. Le persone urlavano cose del tipo:" carne!", oppure: "venite signori! Venite per il pesce! Pesce fresco!". Non potevo uscire. Non sapevo ancora per quale ragione.
La ragazza che avevo cominciato a chiamare "Destiny" mi portava il cibo e ogni tanto mi domandava come stavo...
Nei sogni continuavo a vedere il massacro di Dielen e mi risvegliavo da ogni incubo, tremante e in un bagno di sudore.
Non riuscivo ancora a credere che la mia casa, la mia città, la mia vita erano state distrutte in un solo giorno.
Vear e Dulain mi avevano abbandonata.
Mi chiesi se alcune delle mie compagne erano sopravvissute, riuscendo a fuggire al massacro. Ne dubitavo. Era stato un attacco a sorpresa, non potevamo saperlo.

La porta si aprí di colpo, sbattendo. Sussultai per la sorpresa e mi voltai di scatto.
Il Leader se ne stava sulla soglia. Non idossava la sua solita armatura, ma dei pantaloni di pelle, marroni, degli alti stivali neri e un farsetto rosso decorato con dei gigli. Dopo avermi squadrata da capo a piedi mi lanció un lungo vestito azzurro, con delle frange bianche.
Afferrai la veste al volo e osservai la ragazza , confusa.
" Ho un incarico importante da portare a termine e tu verrai con me." mi disse con un tono di voce autoritario
"sbrigati" aggiunse poi, prima di richiudere la porta.
Rimasi sola, in silenzio con il vestito in mano. Era elegante e raffinato.
Chissà perché il Leader non ne indossava uno simile.
Mi cambiai velocemente, mi sistemai i capelli dietro le spalle e osservai il mio riflesso ad un vecchio specchio impolverato.
Volteggiai sul posto e risi compiaciuta. Era la prima volta che sorridevo dalla caduta di Dielen e la prima volta che indossavo un vestito del genere.

Uscii dalla stanza. Il Leader era appoggiato alla parete di un corridoio e mi guardava con stupore.
"Ti sta piuttosto bene.." disse.
"Graz-" le risposi, ma lei era già andata avanti.
Restai immobile per un attimo, non sapendo bene se seguirla o no.
"Seguimi." mi disse ad un tratto. La sua voce risuonava nel corridoio vuoto. Senza esitare corsi verso la ragazza, raggiungendola.
Camminammo fianco a fianco. Stavo camminando con il Leader, ancora non riuscivo a crederci. Mi sentivo agitata ma allo stesso tempo al sicuro.
" Dove... Dove stiamo andando" le domandai.
" un uomo deve darmi delle informazioni.."
"E dove lo troviamo questo uomo?" domandai, cercando di mantenere il passo del Leader.
" Al mercato"
Continuammo a camminare per degli infiniti corridoi, fino ad arrivare ad una grande sala.
Vi erano delle alte colonne colonne di marmo bianco, decorate da fasce dorate, che le avvolgevano ad aspirale.
Sul soffitto vi era un affresco rappresentante la mappa del regno e dei suoi domini. I regni conquistati, le catene montuose e i boschi erano disegnati con precisione.
In fondo alla sala vi era qualcosa di enorme, imponente e splendido. Il trono reale.
Era tutto in oro, composto da una grande maschera con gli occhi cavi e le estremità rivolte verso l'esterno a proteggere il seggio del re, che al momento non vi sedeva.
Rimasi sbalordita da tale sfarzo e ricchezza. La maggior parte delle cose a palazzo erano in oro.
Notai che anche il Leader lo osservava, con uno sguardo bramoso, a differenza mia che lo ammiravo con meraviglia.
La ragazza mi lanció uno sguardo per poi dirigersi verso l'uscita del palazzo.
La seguii senza dire una parola.

Arrivammo alla strada principale, colma di persone.
"stammi vicino" mi disse Destiny.
Camminando per il mercato potevo vedere frutta, verdura, polli, vasi in ceramica, abiti, e pozioni.
Un delicato odore di pane appena sfornato mi attirava a sé.
Arrivai al banco del panettiere e osservai ogni pagnotta fumante.
Improvvisamente mi era venuta fame.
" desiderate qualcosa?" domandó un uomo calvo e con una grande pancia, probabilmente il panettiere.
" No no, grazie" risposi. Non avevo soldi per pagare.
Mi voltai per vedere se Destiny era accanto a me, ma era scomparsa. Diamine! Mi aveva detto di starle vicina. Io non conoscevo niente e nessuno.
Percorsi la strada, cercando di scorgere tra le persone i capelli ramati del Leader.
Non vidi nessuno.
Un uomo che sulle spalle portava delle ceste piene di pesci, mi urtó violentemente alla spalla.
Caddi all'indietro, quando due mani mi afferrarono per le braccia.

Alzai gli occhi e vidi un affascinante giovane con dei folti capelli biondi e degli occhi azzurri come il mare. Rimasi con la bocca aperta. Mi aveva preso prima che cadessi sul terreno. L'avevo già visto da quelche parte. Si, durante L'attacco a Dielen... Lui era l'arcere con la maschera argentea, uno dei Guardiani.
Mi aiutó a rialzarmi.
"Ehi immagino tu sia Selene" mi disse, sorridente. Aveva un sorriso bellissimo.
"come sai il mio nome?"
"Destiny ci ha parlato di te."
" scusa ma tu chi sei?"
"oh, che maleducato.. Namti, mia signora. Al suo servizio..." disse piegandosi in un elegante inchino e prendendomi la mano, intenzionato a baciarla.
"una stretta di mano sarebbe meglio" Ritrassi la mano e indietreggiai.
Molto probabilmente stavo arrossendo.
"Suppongo tu sia un guardiano...?"
"esattamente, cara. Sono l'arcere." mi rispose, toccando l'arco che teneva dietro le spalle, del quale non mi ero accorta.
Presto anche altri due ragazzi raggiunsero l'arcere. Uno di loro aveva dei lunghi capelli rossi ricci e due occhi nocciola,mentre l'altro aveva dei capelli castani corti fino alle spalle e gli occhi verde smeraldo.
" ehi Namti! È inutile che cerchi di farti il fico con le ragazze!" disse il ragazzo dai capelli rossi, mettendo un braccio intorno alle spalle dell'arciere.
Il ragazzo con gli occhi verdi , sentite le parole dell'altro scosse il capo per poi dire:" piacere, sono Leida e questa furia rossa è Ahala "
Non potevo crederci. Davanti a me avevo i Guardiani di Aither.
Qualcuno mi afferró per un braccio, facendomi voltare.
"Ecco dove eri! Quale parte di 'stammi vicino' non comprendi?" mi disse Destiny, visibilmente irritata.
Subito dopo il Leader guardó davanti a sé e dopo aver visto i tre ragazzi, con un sorrisetto, disse:" anche voi qui, fratelli.."
" Ho parlato con un informatore. C'è una spia a palazzo. So chi è e so dove trovarlo. Me ne occuperò personalmente" rispose la ragazza.
" come desideri, Senior White" disse il ragazzo di nome Leida.
Le tante persone delle quali pululava il mercato si erano spostate ai lati della strada, attaccandosi ai bachi dei mercanti.
"ma che..." Disse Ahala guardando la reazione della gente. Mi voltai per vedere.

Kaifah's pov

Aither, la potenza e la ricchezza fatte regno.
"E levatevi di mezzo!" dissi alla gente che ostacolava il mio cammino, che velocemente eseguí.
Molti si eran disposti ai lati della strada.
Avevano fatto bene, odiavo essere ostacolato.
"ti vedo nervoso, Kaifah" mi disse Philip dal suo cavallo.
"Cosa succede? Il Generale non è a suo agio?" mi domandó Vynneris con un tono di voce provocatorio.
Non risposi. Vynneris, uno dei miei rivali. Era anche lui un generale dell'esercito, lo odiavo. Aspettavo solo la giusta occasione per levarmelo dai piedi. Un colpo e via, come avevo già fatto con molti altri prima.
Il mio stallone nitrí, lo calmai con una pacca sul collo.
Davanti a noi vi era un imponente palazzo, bianco. Ai piedi di esso, una piazza circondata da fortane.
Guardando ai lati della strada vi erano diverse donne e ragazze che mi osservavano, interessate, mentre bisbigliavano tra di loro. Ero abituato a quel genere di situazioni. Alcuni dei loro vestiti erano scollati e mi permettevano di vedere le loro curve.

Dei bambini correvano da una parte all'altra della strada, turbando il mio cavallo.
Lanciai uno sguardo feroce ai piccoli, tanto da farli nascondere dietro le madri.

Destiny's pov

Cinque uomini a cavallo percorrevano la strada principale, attirando gli occhi di tutti.
In groppa ad un cavallo nero vi era un uomo possente dai lunghi capelli neri. Un bell uomo. Attaccata alla sella vi era una stoffa con disegnata una civetta con le ali spiegate. Erano gli uomini di Narrow.
"Vedo che alla fine hanno accettato di venire." disse Leida.
" chi? Chi ha accettato? Chi sono quelli?! " domandó Ahala, confuso.
"se fossi stato presente ad almeno una delle ultime riunioni del consiglio, ora lo sapresti." gli rispose Namti, con un piccolo sorriso.
"ma come osi! Io ero.. " cercó di dire Ahala, che iniziava a stringere i pigni.
"oh giusto eri troppo impegnato a bere" aggiunse allora Namti.
Da come si guardavano potevo capire che nel giro di poco tempo si sarebbero saltati addosso.
"ma chi sono?" mi domandó Selene, avvicinandosi maggiormente a me.
"uomini di Narrow"
"e perché sono qui"
"un accordo"
I cinque uomini arrivarono davanti al palazzo e vennero accolti dalle guardie, che li scortarono dentro.

La sera...

Destiny's pov

Dopo aver lasciato Selene e I Guardiani alla locanda, tornai nelle mie solite vesti, Golden Armour e maschera.
Avevo un obbiettivo preciso, uccidere la spia.
Da ciò che mi aveva detto il mio informatore al mercato, che dovetti per giunta pagare, l'uomo che cercavo era sulla cinquantina, capelli castani e un fisico magro. Sarebbe dovuto uscire da una delle finestre della sala del consiglio, che affacciava sui giardini.
Da sopra un tetto avevo una visuale perfetta del palazzo. Dopo poco un uomo a cavallo galoppava veloce per la strada principale, diretto verso le porte del regno. Aveva probabilmente preso le sue ultime informazioni prima di darsela a gambe. Chissà cosa aveva preso e sentito dalla sala del consiglio. Non potevo lasciarlo sfuggire.
Iniziai a correre, saltando da un tetto all'altro. Sfoderai un pugnale che tenevo alla cintura e lo lanciai contro l'uomo, ferendolo a un braccio. Merda, non ero capace come lo era Ahala.
La spia cadde dal suo cavallo. Saltai giù
dal tetto, pronta a sfoderare una delle mie lame.
Non appena mi vide, l'uomo inizió a correre, dirigendosi verso uno dei luoghi che odiavo di più, La Volpe Rossa.

Quello entró velocemente dalla porta del bordello.
Cercai di seguire i suoi movimenti attraverso le finestre.
Salí al piano superiore ed io, non riuscendo più a vederlo, mi arrampicai sul tetto di una casa quasi attaccata, scalando il muro di mattoni con le mie due spade.
Vidi l'uomo passeggiare per una delle stanze del piano superiore
Con decisione saltai dal tetto della casa, andando a sfondare una delle finestre decorate del bordello.
Non era la prima volta che lo facevo...
Entrando nella stanza sentii delle grida di stupore di alcune donne.
I vetri colorati della finestra si erano sparsi sul pavimento.
"oh no! Non di nuovo!" esclamó Ziza, la proprietaria del posto, mettendosi le mani nei capelli.
"Esigo una spiegazione a tutto questo!"disse poi, dirigendosi verso di me. La scostai da davanti. Non avevo mai perso di vista la spia, che si era nascosta dietro un tendone rosso.
Con decisione trapassai con spada la stoffa, infilzando l'uomo, che cadde a terra,contraendosi e gemendo per il dolore.
Lo afferrai per la camicia e lo gettai fuori dalla finestra che avevo precedentemente distrutto, facendolo precipitare di sotto.
Gli ospiti della Volpe Rossa, seduti su comodi divanetti,avevano osservato la scena, immobili, per poi riprendere le loro attività lussuriose.
"La prego, Leader! Non rompa una altra finestra la prossima volta! Al piano di sotto c'è una porta.. È da lì che deve entrare!" mi urló Ziza.
Rapidamente mi guardai intorno e notai che un uomo mi osservava. Era lo stesso di stamattina, quello con i lunghi capelli neri.
Teneva una ragazza con un vestito rosa sulle gambe, mentre un'altra vestita di verde gli lisciava I cappelli, arrotolandosi alcune ciocche alle dita.
L'uomo mi guardava con insistenza.
"Posso fare qualcosa per lei?" domandai.
"Ah signor Leader, se proprio vuoi c'è posto per una terza.." mi disse con un ghigno malizioso. Le due ragazze risero alle sue parole.
Lo osservai divertita, ma allo stesso tempo sorpresa. Come osa rivolgersi a me in questo modo?! Non sono mica una puttana!

Mi avvicinai a lui e gli diedi uno schiaffo.
Quello ridacchió, per poi dire:" io avrei accettato"
Feci una smorfia e dopo avergli lanciato un ultimo sguardo, dissi, voltandomi verso i frequentatori del luogo :" buona serata".
Scesi le scale, seguita dagli occhi di tutti, arrivando al piano inferiore colmo di donne e uomini indaffarati.
Uscii dalla porta principale.

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