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L'agente Ander si avvicinò a Port intanto che era indaffarata a leggere ciò che aveva riscritto: -È tutto così difficile da comprendere!-
-Le avevo detto che era inutile!-
-Non dicevo questo. Il ragazzo a quanto pare viene stalkerato da un uomo non identificato dalla descrizione ambigua e abominevole.-
-Che sia l'assassino o una semplice visione paranoica?-
-Il ragazzo non era paranoico.-

Quello che gli agenti di polizia non sapevano era la storia sotto che vi sto per raccontare...

Jeremy si svegliò e guardò l'ora dalla sveglia: 8:30. Aveva mezz'ora di tempo per prepararsi e prendere lo scuola bus. Era entusiasta all'idea di conoscere i due nuovi compagni di classe. Lui è il solito ragazzo a cui piace fare il mentalista sui suoi amici o coetanei.
Aspettò alla fermata del bus guardandosi intorno: c'erano dieci ragazzi tra cui cinque erano da lui sconosciuti. Forse due o uno di loro erano i nuovi della classe? In fondo uno veniva da un altra scuola e l'altro , o l'altra, dall'altra sezione.
Arrivato lo scuola bus, Jem (è così che abbrevieremo il suo nome) salì e si sedette sul primo sedile osservando ad uno a uno i passeggeri che salivano.
Appena il bus partì, dal finestrino gli parve di vedere con la coda dell'occhio una figura alta e nera. Si voltò subito ma non vide nulla. "Strano" pensava "è successo anche ieri".
Arrivato a scuola, entrò subito in classe, desideroso di conoscere i due nuovi ma vide solo i suoi compagni di classe dell'anno scorso, eccetto i tre che erano stati bocciati. Si sedette all'ultimo banco in fondo alla classe vicino ad un altro banco vuoto.
-Melville!- lo chiamò quel bastardo di Lenin Garde -Che fai l'asociale? Fai un bel sorriso quando arriveranno i due tizi, capito?- detto questo i suoi compagni iniziarono a sghignazzare dalle risate, poi Jem rispose:- É quello che farò.-. Era profondamente infastidito da quel ragazzo. Era dall'anno scorso che lo tormentava.
La professoressa di Matematica entrò e tutti si alzarono dalle sedie dandogli il "Buongiorno": - Buongiorno a voi ragazzi. Quest'oggi voglio presentarvi due nuovi compagni che percorreranno il nostro anno di studio.- detto questo, entrarono una ragazza e un ragazzo.
-Rachel Mesmerit...- disse voltandosi verso la ragazza che era la solita prima donna a vederla: occhi azzurri imbrattati di matita nera e trucco rosa, capelli biondo finto ossigenato, rossetto esageratamente rosso.
-E Jeffrey Lear- disse voltandosi verso il ragazzo alto che all'apparenza fece rabbrividire Jeremy: pelle bianca, occhiaie ,occhi neri e capelli castani scompigliati: -Cia'!- disse velocemente il ragazzo è la professoressa si voltò un pò infastidita. -Andate pure a sedervi.- disse ai due. La ragazza si sedette vicino ad un altra ragazza che iniziarono a parlare (a quanto pare erano conoscenti). Il ragazzo si sedette nel l'unico posto vuoto: quello vicino a Jeremy: -Ciao- disse timidamente abbassando il capo. -Ciao.- lo ricambiò Jem:
-Jeremy Melville- disse rendendogli la mano
-Jeffrey Lear- disse l'altro stringendo la mano. Jeremy notò qualcosa di molto strano nei suoi occhi: non erano neri. Era soltanto la pupilla dilatata esageratamente, in realtá i suoi occhi erano verdi chiarissimi lucenti. "Si droga?!" Pensò "Capelli scompigliati, occhi dilatati, occhiaie...eh sì! Si droga! Un DROGATO MALATO SI È MESSO VICINO A ME!".
Per tutto il giorno Jeremy non faceva altro che osservarlo: era sempre fermo a guardare davanti a se, come incantato.
Finita la scuola, Jem domandò a Jeffrey da dove veniva: - Vengo dall'altra sezione. Ti ho visto varie volte! Ma non penso che tu mi abbia mai visto, perché eravamo in corridoi diversi-
-Ehe già!-
-Domani che si fa?-
-Ehm...scienze, matematica e motoria, ma penso che in scienze e matematica parleranno di che cosa fare durante l'anno e basta. In motoria ci faranno giocare a palla prigioniera o a rugby.-
-Figata!-
Jeremy era un pò sorpreso. Quel ragazzo parlava a lui come se fosse stato suo amico da già molto tempo.
Stavano camminando insieme verso l'uscita quando Jeremy pensò di fare il mentalista:
- Non hai molti amici, vero?-
-No ,infatti. Pensano tutti che sono un pazzo euforico-
-Tranquillo. Hai fratelli?-
-No, sono figlio unico.-
-Ah, bene. E dimmi...-
-No non fumo.-
Jeremy si stupì un poco. In fondo era una di quelle domande che si faceva tra gruppetti. Ridacchiò e anche Jeffrey:
-Cavolo! Mi hai colto alla sprovvista!-
Disse Jeremy guardandosi intorno guardando altra gente tra cui una ragazza che all'apparenza sembrava una ragazza di quelle che ha avuto un ragazzo. Intanto Jeffrey guardava per terra e non voltava o girava nemmeno lo sguardo:
-Bene...- sospirò Jem
-Che troietta, eh?- disse Jeffrey
Questa volta Jeremy lo guardò stupito. Come aveva fatto se stava guardando per terra? Jeffrey spiegò a lui che la stava osservando quando invece stava osservando il comportamento di Jem.
Jeremy intanto pensava tra se: "Come ha fatto?! E meno male che io ero il mentalista! Comunque. È davvero alto! È alto come me? No. È più alto lui. Ok, studiamolo fino in fondo. I capelli sono davvero scompigliati! Cavolo ma curateli! E guarda che occhi che c'hai! Non dormi da giorni!". All'improvviso Jeffrey si fermò e lo guardò in faccia:
-Posso...dirti una cosa...se non ti dispiace?-
-Ehm...no! Figurati!- Jem era un pò impaurito.
-Non è colpa mia se sono alto come un palo. I capelli mi piacciono così come sono. Dormo abbastanza, le occhiaie sono di famiglia-
Jeremy non sapeva che dire. Questa volta era spaventato a morte. Vide con la coda dell'occhio la stessa figura alta. Ma Jeffrey continuava a fissarlo negli occhi.

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