38. al Buio

Mi sono lanciato da punti altissimi e ho sperato che nessuno mi afferrasse. Ho finito relazioni perché improvvisamente ero esposto, ma l'isolamento non è sicurezza, è morte. Se nessuno sa che sei vivo, non lo sei.

- Neil Hilborn

Fisso Nico dall'altro lato della tavolata.
Chiacchiera con gli altri, con poco interesse. 
Piper mi picchietta sulla spalla mentre osservo con disappunto che il mio compagno di stanza sta rigirando le patatine fritte nel piatto senza mangiare.

<William! Posso avere l'onore della tua attenzione mentre ti parlo?>.
<scusami>la guardo colpevole.

<cos'è che ti turba, insomma? Sembra che tu stia vedendo una strage di cuccioli di cane appena nati >.

Le lancio uno sguardo confuso: bizzarro modo di dire .

<non è niente, ti ringrazio.> abbozzo un sorriso evidentemente poco convincente, perché la ragazza inarca un sopracciglio e incrocia le braccia con fare sospettoso.

Sbuffo frustrato.
< Va bene>mi arrendo <ma che questa conversazione non arrivi a Nico. Sono solo.. Preoccupato per lui>. Lei si sporge oltre la mia spalla per adocchiare il moro. Riporta lo sguardo su di me.

<occhiaie fino a terra, faccia da morto e sguardo di uno che è a metà tra lo svenirti addosso e il tirarti un pugno: il solito Nico. A cosa ti riferisci?>chiede con nonchalant.

La realizzazione alquanto banale che Piper non vive nella nostra stanza e non ha idea di cosa sia successo a Nico nelle ultime settimane mi colpisce come un tir.

Cerco velocemente una scusa da rifilarle< lo vedo solo più stanco del solito. Occhiaie sotto ai piedi, sai cosa intendo? > ridacchio poco convincente farfugliando poi una scusa sbrigativa e mi alzo.

Mentre mi dirigo verso il fondo della caffetteria mi accorgo che Nico mi cammina poco distante, il vassoio in mano, lo sguardo fisso sul piatto quasi intoccato.

Giungiamo ai cestini nello stesso momento. Gli sorrido timido.
Lo sguardo che mi restituisce è distante.
<lascia, ti do una mano> dico per levarci dall'imbarazzo. Faccio per afferrare il suo vassoio e lui si ritrae leggermente. Accenna un risata sarcastica.

<credo di potercela fare anche da solo>.
Insisto ancora qualche minuto fino a quando non sbotta spazientito.
<Dei, Will, ma che cosa vuoi?! Non sono un bambino, smettila di trattarmi come se non potessi fare nulla da solo>.

Lo guardo leggermente sorpreso.
<Non è quello, solo ti vedo così stanco ultimamente... Una mano potrebbe farti bene >mi rendo contro troppo tardi della fatalità delle mie parole sull'umore di Nico.

Indietreggia ancora di qualche passo.
<non ho bisogno di nessuno> conclude gelido per poi lasciar cadere l'intero vassoio nel cestino e voltarmi le spalle allontanandosi veloce.

Idiota, mi dico, guardandomi intorno in cerca di risposte che non posso trovare sui muri ingialliti della caffetteria. Il mio sguardo smarrito incontra quello di Piper, lontana.
Mi sorride dolce. Alza le spalle mostrandomi entrambi i pollici alzati, in un segno di solidarietà che apprezzo molto.

[...]

Esco dal laboratorio di chimica con l'umore più nero del solito. Osservo la porta ancora chiusa dell'aula di letteratura dove so trovarsi Will.
Alzo gli occhi al cielo e mi incammino verso il dormitorio maschile.

Salendo le scale sovrappensiero mi scontro con una schiena coperta da una felpa verde mare.

Percy si gira scocciato, cambiando subito espressione una volta riconosciutomi.
<Nico> dice solo, rimanendo immobile.

Si trova un paio di gradini sopra di me e sono costretto ad alzare la testa per guardarlo in viso.
<Percy>rispondo a mia volta guardigno.

Rimane a fissarmi qualche secondo come se stesse contemplando cosa dirmi.
<Possiamo... Parlare? In un posto tranquillo >non c'è ombra del suo solito bel sorriso, solo un'espressione incerta e, mi pare, a disagio.

Mi viene quasi voglia di dirgli "non dobbiamo, se non vuoi" nonostante sia stato lui a proporlo. Accetto riluttante : in ogni caso, la giornata non potrebbe andare peggio di così.

Ci sediamo su una panca nel corridoio subito sopra al pianerottolo dove ci siamo scontrati.

Il piano è deserto.
Percy si gratta la nuca nervoso e continuo a chiedermi perché abbia voluto parlarmi in primo luogo se ciò lo mette così in imbarazzo.
Quando sembra aver raccolto tutto il fegato disponibile, comincia.

<so che non siamo nei termini migliori >.

Salve, capitan ovvio. Trattengo l'impulso si alzare gli occhi al cielo per pura decenza.

<e so che questa conversazione sta avvenendo... Troppo tardi perché abbia un significato. Ma mi sembrava che valesse la pena almeno provare>.

Ti prego, dimmi che questo patetico discorso non è un tentativo penoso di una scusa mal formulata.

<volevo chiederti scusa>.
Ovviamente.

<non mi sono comportato bene con te. Me ne rendo conto solo adesso e mi dispiace profondamente. Quello che avevamo era... bello, puro e io l'ho rovinato. Mi prendo tutta la colpa>.

Mentre parla mi stupisco di non provare fastidio, o insofferenza. Al contrario, ricevere delle scuse (seppur tardative e abbozzate) è quasi  piacevole. Non credevo sarei mai stato capace di provare di nuovo qualcosa di differente all'odio nel sentirlo aprir bocca.

<a mia discolpa ero più piccolo, ma mi sono comportato da idiota e sono determinato a non commettere mai più un errore così meschino. Con Annabeth.. E neppure con te >.

Lo guardo confuso. Il discorso sta prendendo una piega che mi da una brutta sensazione che parte dritta dallo stomaco.

<permettimi di farmi perdonare. Voglio rimediare e dimostrarti che non sono più quella persona che ti ha ferito, che posso ancora essere una parte positiva della tua vita >. Mi sorride convinto.

<non... Non credo di capire cosa stai dicendo > tento di mantenere un tono fermo.

<sto dicendo che vorrei che fossimo amici, Nico. Eri una parte importante di me e ti ho perso per colpa mia: sono deciso a riconquistare la tua fiducia >la sicurezza con cui pronuncia queste parole mi sorprende. Sembra così... Convinto, ed in buona fede addirittura.

Sospiro conoscendo già i fatti che seguiranno le mie parole.
<Percy... Apprezzo le tue scuse. È stato bello sentirsi riconoscere il male che mi hai fatto> lui sorride facendo brillare quegli occhi chiari in cui un tempo avrei visto, forse in modo infantile, solo le cose più belle del mondo.

<ma non posso accettare la tua offerta. Non riuscirei ad esserti amico perché non potrei semplicemente dimenticare tutto quello che è successo, nel bene e nel male>. Il suo viso si ombreggia immediatamente di tristezza e delusione.

Lo guardo negli occhi. Non ci vedo più le cose più belle del mondo. Ci vedo il riflesso del ragazzo che ero quando mi ha lasciato solo, una parte di me che ho tentato di fuggire per molto tempo.

<mi dispiace > dico dopo alcuni attimi di silenzio.
Lui abbassa lo sguardo sui jeans, passandoci più volte le mani sudate. Quando alza di nuovo la testa ha un'espressione rassegnata in volto, ma sorride debolmente.
Si alza.

Mi guarda dall'alto, come ha sempre fatto dal primo giorno che l'ho conosciuto.
<mi ha fatto piacere aver parlato > dice semplicemente.

Mi alzo anche io. Ormai siamo alla stessa altezza, dopo tutti questi anni.
<anche a me>.

Mentre si allontana e sparisce nella tromba delle scale, mi volto verso la finestra e noto per la prima volta nelle ultime settimane che la primavera ha fatto capolino come di routine. La quercia del cortile germoglia le prime foglioline chiare, bagnate dalla luce calda del pomeriggio.

Sorrido, anche se ho un groppo in gola.

[...]

La sera la mia cena consiste in un pacchetto di patatine consumato sul letto mentre leggo un fumetto marvel.
Posso quasi sentire la voce contrariata di Hazel: "dovresti mangiare un vero piatto sano, non queste schifezze. Finirai col colesterolo a 30 anni".
"taci" la zittisco "avrò abbastanza rotture domani con la vera Hazel quando si accorgerà che non sono sceso a cena".

Will non rientra fino alle 11.
Quando sento la porta aprirsi sono già nel letto,la stanza buia.
Osservo le sue gambe mentre si dirige in bagno e fisso la striscia di luce che esce da sotto la porta quando vi si chiude dentro.

Quando sento lo scrosciare della doccia cessare ed esce l'orologio digitale segna le 11.45.

Si mette a letto silenziosamente.
<siete rimasti nella sala comune?>chiedo pur di rompere il silenzio assordante.

<si. Abbiamo giocato a monopoly. A Reyna mancava il suo compagno di pedina > risponde dopo la sorpresa iniziale nel trovarmi sveglio. Allude al fatto che, le rare volte che gioco, lo faccio solo per muovere la pedina di Reyna mentre lei fa tutto il lavoro. Accenno un sorriso che non può vedere.

<mancavo solo a lei? >.
<manchi a tutti, Nick>.
Rimango colpito dalle sue parole nonostante siano quello che volevo sentirmi dire. O forse no?

Il silenzio si perpreta ancora, come di consueto nelle nostre conversazioni serali. Non mi dispiace, però. Il silenzio colma i vuoti.
All'improvviso riprende.

<scusami per oggi, non volevo essere invadente. So quanto ti da fastidio quando faccio così >.
<fai sempre così >.
Ridacchiamo entrambi.
<è vero> ammette.

Silenzio. Poi ricomincia a parlare, come se stesse seguendo un ritmo preciso.
<quando sei stato male io non c'ero capisci? Quindi forse inconsciamente... Non so, forse penso di poter impedirlo per sempre se ti sto abbastanza vicino> ammette, ma sua voce si rompe prima di poter finire la frase.

Di nuovo, sono sorpreso. Non tanto dalle parole, ma dal ragionamento che implicitano. Pensa davvero che funzioni così?

<quello che mi succede non dipende da te, Will.> lo rassicuro.
Non posso credere che questo idiota sia arrivato a pensare di poter essere causa e reterrente del mio problema.

<non puoi pensare di proteggermi per sempre>aggiungo.

<posso provare>

Rimango muto.

<vorrei solo che tu capissi quanto sono preoccupato. E non perché penso tu sia un bambino, ma perché tengo a te. Voglio solo il tuo bene>.

Vorrei ribattere, ma all'improvviso il buio diventa una coperta opprimente. Ha paura che, con esso ,  verrebbero fiori tutti i sentimenti, tutte le paure, tutte le lacrime. E non sono sicuro di essere pronto a gestirle. Quindi taccio, mi giro piano nel letto e chiudo gli occhi.
Domani sarebbe stato un altro giorno.

in questi capitoli i punti di vista si alterneranno tra will e nico per rendere la narrazione più completa possibile. ci avviciniamo alla fine e, con 55k visualizzazioni, non ho parole per ringraziare chiunque abbia letto questa fanfiction.

-mezzosangue_101_ <333

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