24. Visite a sorpresa.
Le persone cambiano perché gli altri li inducono a farlo,nel bene o nel male. Ricordatelo.
Will mi ha detto esplicitamente di non farlo.
Me l'ha detto mille volte,forse più, da quando gli ho proposto la cosa.
L'ha ripetuto talmente tante volte,che mi sembra quasi di vedermelo davanti,con sguardo corrucciato,fissare le proprie mani mentre continua a mormorare 'no,no,non va bene...' furiosamente.
E forse è proprio per questo che ora sono qui,davanti a questa camera d'albergo,a fare l'ultima cosa che mi sarei aspettato di fare,e soprattutto l'ultima cosa che il biondo vorrebbe facessi.
È che,ultimamente,mi sono reso conto che sto dando troppo importanza al biondino,e ai suoi pensieri,e alla sua presenza, o alla sua presenza nei miei pensieri.
Da quando è successo...tutto quel disastro,da quando sono entrato in tutta questa strana faccenda di Will e Calypso,mi sono fatto molte domande,soprattutto dopo aver realizzato che io e il suddetto biondino ci stiamo davvero avvicinando, passando insieme più tempo del previsto.
Perché diavolo mi importa così tanto?
Perché,dal rifiutarmi categoricamente di parlare al ragazzo, sono passato al...preoccuparmi per lui?
È amicizia,empatia?
Quest'ultima parola mi fa quasi ridere,perché la parola 'Empatia' e 'Nico Di Angelo' non sono mai state fatte per stare vicine.
Fino ad ora,almeno
Comunque, tutto questo non va bene.
E,forse,è proprio per convincermi di questo,che io non abbia affatto bisogno per nulla del biondo,che non abbia bisogno della sua approvazione per fare quello che voglio,come ho sempre fatto,che sono qui,davanti alla camera d'albergo temporanea di Calypso e suo padre.
Decisamente è per questo. Per togliermi dalla mente il ragazzo, anche se è abbanstanza controproducente come cosa,visto che non sto facendo altro che pensare se sia stato giusto nei suoi confronti.
Busso, sperando vivamente che non mi apra il padre.
Questo dubbio mi ha assalito solo quando ormai ero dentro,eventualità più che possibile,tra l'altro.
Spiegare chi sono,o perché sono qui all'uomo sarebbe decisamente imbarazzante,decisamente.
Però ormai è fatta.
Si sentono alcuni rumori dall'interno della stanza,cosa che testimonia che la camera non è vuota,fortunatamente.
Silenzio.
La porta si apre lenta,probabilmente per permettere a chi è dentro di vedere chi abbia bussato.
Posso sentire il cuore rallentare e il respiro mozzarsi,prima di poter sapere chi c'è dall'altro lato.
Ma mi sembra quasi di tirare un sospiro di sollievo quando scorgo dietro la porta la figura alta- più di me,dannazzione -e slanciata di Calypso.
La ragazza, vedendomi, rimane inizialmente sorpresa, ma poi mi rivolge un sorriso tutt'altro che rassicurante, spostandosi di lato per farmi entrare.
<Nico!> mi saluta con il tono più allegro che abbia mai sentito,ma per i miei gusti decisamente falso<entra pure, mio padre è fuori per una riunione> mi incita.
Entro incerto,guardigno,mentre lei mi guida verso una porta vicino alla finestra,presumendo sia la sua camera.
<vedo che hai cambiato idea sulla mia iniziativa di diventare amici...> prosegue,facendo strada nella camera singola, con una piccola scrivania vicina in ebano e due sedie.
Si siede su una di queste,facendomi cenno di fare lo stesso sull'altra sedia.
Declino l'invito,preferendo rimanere in piedi al centro della stanza, a debita distanza.
Non che tema in qualche modo la gracile ragazza,ma dopo aver capito di cosa è capace mi sento più a mio agio standole il più lontano possibile.
<allora,cosa ti porta qui?> chiede guardandosi le unghie perfette,con fare noncurante.
Inarco un sopracciglio.
Cos'è tutta questa calma,nonostante qualcuno che non conosce e,lo ammetto,non dall'aspetto molto rassicurante, sia con lei in una camera vuota?
Sembra davvero a sua agio con gli estranei, o forse è solo un modo di fare che utilizza con tutti,quello di sembrare serena e angelica.
Sbuffo leggermente,portandomi all'indietro una ciocca scura cadutami sul viso.
<Vedi, volevo approfittarne per parlarti di una questione che riguarda Solace...>ma lei mi interrompe bruscamente.
<Oh, ho saputo che siete nella stessa stanza,a scuola... dovete essere molto amici,se ti ha pure mandato qui al posto suo!> esclama con un sorriso gentile,ma nel suo tono mi pare di sentire qualcosa come una velata frecciatina.
<Lui non mi ha mandato qui> specifico a denti stretti, stringendo il pugno per il nervoso nella tasca della felpa scura che indosso.
Lei sorride, tranquilla <ovviamente...> mormora.
Alzo lo sguardo al cielo.
<comunque, anche io ho saputo che voi due vi conoscevate bene,tempo fa>ribatto, e forse nella mia voce c'è una minima nota piccata,ma non ho potuto contenermi.
La sua espressione vacilla,e per un attimo vedo la sua espressione serena trasformarsi in panico.
Si ricompone in poco tempo.
<andavamo nella stessa scuola,certo, e non notare un carattere come il suo sarebbe stato impossibile> accenna nervosa,ridacchiando leggermente.
<sicuramente, ma ho sentito che vi conoscevate molto bene> ripeto quello che lei sembra aver appositamente ignorato.
Tossicchia leggermente,nervosa.
<per un certo periodo abbiamo frequentato lo stesso gruppo di persone>mormora.
Inarco un sopracciglio, deciso ad andare in fondo alla questione.
<quindi il fatto che tu ti sia trovata nella stessa scuola che frequenta Will adesso,è puramente un caso...>dico a voce abbastanza bassa,ma in modo che lei possa sentirmi,cercando di non sembrare un investigatore ad un interrogatorio.
Lei alza lo sguardo nel mio,sorpesa.
<ovvio...>sussurra,e sembra sincera,quasi come se il pensiero non l'avesse mai sfiorata.
Annuisco.
<Tu e tuo padre dovete viaggiare molto,sembri essere a tuo agio in una città nuova> svicolo io,compiendo un enorme sforzo nell'instaurare una conversazione con la ragazza, ma non posso dare a notare che l'unico motivo per cui sono qui è farle il quarto grado.
Lei prende la palla al balzo per cambiare argomento, cominciando ad elencare i luoghi dove è stata per via del lavoro del padre.
Sembra amare davvero il viaggiare.
<...E poi siamo stati quasi un anno a Toronto...>continua lei concitata e allegra.
<E quanto siete rimasti a Miami? Perché immagino foste di passaggio anche lì...>Ma interrompo,con fare cauto.
Si blocca, guardandomi di nuovo negli occhi.
<Io...ho sempre vissuto a Miami. Ci sono nata...> mi corregge con voce...spezzata?
Cerco di ignorare il suo sguardo quasi...umano,e tossicchio per schiarirmi la voce.
<Tu e Will eravate molto più di semplici amici,vero?> continuo,con la voce più calma che trovo,ma la ragazza ha comunque un'espressione shockata in viso.
Sembra cercare le parole giuste,e poi <lo conoscevo appena> sussurra, lo sguardo basso e i pugni stretti.
Sospiro, portandomi l'indice e il pollice sul dorso del naso.
<beh, forse è meglio che vada,si è fatto tardi...scusa per il disturbo>concludo,capendo che la ragazza è irremovibile sull'argomento.
Mi accompagna alla porta sorridente,come se non fosse successo nulla.
Apre la porta e faccio per uscire,e quando sono ormai a pochi passi dalla soglia,mi viene spontanea un'ultima domanda.
<Ma se lo conoscessi,vorresti aggiustare le cose o rafforzare la dose di rancori?> tanto allora.
Intanto esco del tutto e mi volto a guardarla. Il suo sguardo muta sotto il mio,assumendo un'espressione quasi inquietante,le labbra piegate in un sorrisetto per nulla rassicurante, gli occhi fissi nei miei e le sopracciglia piegate verso l'alto.
<Se fossi in te,Nico,non mi preoccuperei tanto del tuo amichetto,perché se davvero io lo conoscessi davvero come dici, mi occuperei prima delle persone che si mettono tra me e i miei piani>risponde, prima di chiudere la porta con un tonfo sordo.
E con questa velata minaccia,mi avvio verso l'atrio e poi l'uscita,con uno strano senso di inquietudine che mi perfora persino le ossa.
#Spaziomehh
Pensavo di aggiornare ogni settimana, nel weekend,così riuscirei a regolarmi anche coi capitoli.
Ditemi voi♡
Capitolo quasi di passaggio, preparatevi che tra poco cambiano un bel po' di cose😆.
A presto,
-_Mezzosangue_101💝
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