18.Andava bene così.


Ma era amore,quello che vedevo nei tuoi occhi,o era solo il riflesso del mio?

Il biondo, che ora è proprio davanti a me,sembra avere un attimo di smarrimento, quasi non avesse capito bene.
Poi alza lo sguardo su di me, guardandomi dritto negli occhi,cercando forse conferma .

Io resto impassibile,senza dire nulla.
Solace realizza e,silenziosamente,si siede sul suo letto.

Resta in silenzio totale,alzando ogni tanto gli occhi su di me,ancora in piedi vicino a lui,quasi in cerca di un mio segno,magari una risata o un 'stavo scherzando!'.
Dopo pochi minuti,sembra riscuotersi.

<cosa... >comincia,sussurando appena.
<cosa?!> ripete più forte,la voce strozzata dallo shock.
La sua espressione è quasi comica,gli occhi strabuzzati, le guance arrossate e le sopracciglia arcuate,mentre stringe nel pugno appoggiato sul letto le coperte.

<Io e Percy> ripeto lentamente, con la voce con la quale ci si rivolge ad un neonato<stavamo insieme>.
È strano pronunciare queste parole,anche al passato.
È una strana sensazione,a metà tra la nostalgia e l'amarezza. Accompagnata però da una rabbia,da un odio talmente forte, che ricordo di aver rivolto a poche persone.
E io ho odiato molte persone nella mia breve vita.

Lui abbassa lo sguardo sul pavimento, forse finalmente realizzando con una mente lucida.
Sospira,senza alzare gli occhi dai propri piedi<davvero...?> chiede in un sussurro.

<già> rispondo semplicemente, e vado a sedermi sul mio letto,davanti a lui.
Lui apre la bocca un paio di volte,chiudendola subito dopo, quasi cercando qualcosa da dire.

<chi...>comincia infine con la voce stridula,poi da alcuni colpi di tosse per darsi un contegno<chi lo sa...o sapeva?> chiede semplicemente.

<nessuno> rispondo io con voce piatta.
Lui alza lo sguardo e incontra il mio,alzando un sopracciglio.
Fa per domandare qualcosa ma lo fermo<nessuno lo sa,o sapeva,perché avevamo deciso di tenere la cosa...segreta. Tutto qui>mi fermo,ma poi decido di aggiungere un commento che alleggia nella mia mente da quando abbiamo cominciato a parlare.

<anche se in effetti non mi dispiacerebbe affatto andarlo a dire in giro, solo per umiliarlo>concluso con un sorrisetto,che non coinvolge gli occhi ma solo lievemente gli angoli della bocca.

Un 'oh' lascia le sue labbra. Torna a fissarsi le scarpe,ma ha un'espressione trattenuta,quasi stia cercando di dire qualcosa.

Alza la testa,ma fa per riabbassarla,quando io lo incito a parlare <sì?> chiedo semplicemente,prevedendo i suoi dubbi se rivolgermi o meno qualche domanda.

È la prima volta,mi rendo conto, che parliamo normalmente,tranquillamente,come sue persone normali.

Il biondo prende un respiro profondo,prima di guardarmi intensamente negli occhi<come?> chiede.

<come?> ripete,vedendomi confuso<com'è possibile...credevo che Percy fosse etero e...> mi guarda e abbassa lo sguardo, le guance imporporate<anche te>conclude mormorando.

Alzo un sopracciglio. Cosa dovrei dire?
'Grazie' ?
Mi limito a guardarlo,finché non riprende.
<beh,questo almeno spiega l'attrito che c'è tra di voi> mormora,forse facendo più una considerazione per se stesso che per dirlo a me.

<da questo deduco che la vostra storia non sia finita...nel migliore dei modi> azzarda,guardandomi insicuro.
Annuisco semplicemente in risposta.

Rimaniamo in silenzio.
Lo senti sussurrare qualcosa, che non colgo. <cosa? > chiedo io allora.
<cos'è successo?> ripete dopo essersi scharito la voce.

Sposto lo sguardo verso la finestra,da dove filtrano i raggi chiari del sole e arrivano ovattate le voci dei ragazzi nel cortile.

I ricordi mi affollano la mente,mentre pian piano torno a quel giorno di gennaio del secondo anno.

Ero così elettrizzato,all'idea di rivedere finalmente dopo le vacanze natalizie Percy.
All'inizio non avrei mai detto che mi sarei attaccati così tanto al ragazzo,tanto da diventare uno di quei ragazzi attaccati alla coppia che tanto mi nauseavano.

Ci eravamo sentiti per tutto il periodo di Natale,io dalla scuola e lui da New York attraverso Skype,ma nell'ultima settimana il computer di Percy si era rotto,e avevamo dovuto scriverci solo qualche messaggio.

Negli ultimi giorni di video chat prima del guasto al computer,però,avevo visto il moro un po' strano. Assente,quasi preoccupato.
Lui aveva attribuito la cosa alla voglia di stare con me.
' Mi manchi Nick ' aveva detto.
Così aveva detto.

Così, dopo il primo giorno di lezioni del secondo quadrimestre,stavo aspettando l'arrivo del ragazzo sulla soglia della porta di camera mia,dove ci eravamo dati appuntamento per messaggio il giorno prima.

Vedere quel casco di capelli corvini era stato bellissimo,la gioia che mi pulsava nelle vene all'idea di poterlo abbracciare.
Ma un po' meno bello era stato vedere la sua mano,quella con cui era solito stringermi o accarezzarmi i capelli,stretta nella mano di una ragazza bionda.

Erano infondo al corridoio,camminavano lenti,coinvolti in una qualche conversazione.

E più sù avvicinavano,più la mia mente diventava un turbine di dolore,più il mondo mi cadeva addosso.

Ad ogni passo,ogni sorriso che le rivolgeva,io morivo un po' dentro, un pezzo del mio cuore si crepava.

Erano arrivati proprio davanti a me,che ero appoggiato non per comodità ma per non crollare a terra alla porta.
La ragazza con un sorriso sereno,lui un po' agitato.

E,nel profondo del mio cuore,speravo che quella fosse una cugina di cui non mi avesse parlato, un'amica un po'espansiva.
Ma sapevo,lo sapevo benissimo, che non era così.

E quando Percy aveva parlato,ero certo di aver sentito un crack sinistro proveniente dal mio petto.
<N-Nico,lei è...Annabeth,la mia...ragazza.Verrà a studiare qui>e il sorriso che le aveva rivolto,oh,quello sì che era pieno di amore,di amore vero, però.
<Ci tenevo a presentartela per bene,sei il primo a conoscerla> e nel suo sguardo, coperto da un sorriso agitato, c'era una tacita richiesta.

<Percy mi ha parlato molto di te!> aveva esclamato la bionda,un sorriso sincero sulle labbra.
E sapevo,lo sapevo che non sarei mai riuscito ad odiarla,nonostante tutto.

Perché infondo non era colpa sua,non avrebbe potuto saperlo.
Perché infondo sapevo che la colpa era mia,sin dall'inizio,che dopo tutto quello che era successo avevo deciso di fidarmi di nuovo di qualcuno.
Stupido, stupido me.

<io sono Annabeth,sono contenta di conoscerti Nico!> e aveva allungato la mano.

Io avevo guardato oltre la spalla della ragazza,dove Percy continuava a guardarmi, in silenzio.E i suoi occhi mi parlavamo,chiedevano di stare al gioco.
'Ti prego' dicevano.
'No' avrei voluto rispondere. Avrei voluto dire tutto quello che pensavo in quel momento,chiedere cosa diavolo stesse succedendo, che Percy era il mio ragazzo da quasi un anno,che aveva detto di non interessarsi alle ragazze.

Ma ero rimasto a fissare quegli occhi, che tanto avevo amato,e che nonostante tutto avrei continuato a collegare al pensiero di serenità che mi trasmetteva Percy.

E poi avevo deciso.
Avevo stretto la mano di Annabeth,l'avevo pure abbracciata,contro ogni mio principio,mi ero scusato dicendo di dover tornare a studiare ed ero rientrato in camera,lanciando a Percy un ultimo sguardo pieno di qualcosa che non fosse odio.

E avevo deciso. Avevo deciso che sarebbe stato meglio tacere, non dire nulla, ed evitare l'argomento con Percy per sempre,ignorandolo.
E sapevo che 'meglio' non sarebbe stato,perché avrei sofferto,ma almeno sapevo che anche lui lo avrebbe fatto.

Perché io almeno ero abituato al dolore,mi sarei sgretolato piano,ma non sarebbe stato nulla di nuovo.
E lui sarebbe crollato giorno dopo giorno ogni volta che sentiva il mio nome,forse per i sensi di colpa,forse per altro,e avrebbe sofferto almeno la metà di quello che io avevo provato nell'esatto momento in cui avevo visto quegli occhi che amavo mentirmi,chiedermi di reggergli il gioco,di far finta di nulla.
Nell'esatto momento in cui avevo capito,avevo capito una volta per tutte la crudeltá delle persone.
Ma andava bene così .
Era sempre andata bene così.

<È arrivato davanti a me dopo le vacanze di Natale,l'anno scorso ,mi ha presentato Annabeth come la sua ragazza. Io gli ho retto il gioco, forse perché ero troppo shockato,forse perché non avevo neanche la forza di fare qualcosa in quel momento. E poi basta>.

<..basta?> chiede Will, basito,fissandomi.
<basta> confermo<non abbiamo mai più parlato della cosa. Davvero. Mai. Abbiamo passato l'anno scorso senza rivolgerci parola,e io cercavo di evitare tutta la compagnia che frequenta lui. Poi però Jason mi ha obbligato a ricominciare a passare del tempo con loro.
Ma non abbiamo mai parlato dell'accaduto. Ho la sensazione che ultimamente voglia parlarmi appunto di questo. Ma non ho intenzione di sentire le sue ridicole scuse. Io mi sono aperto con lui dopo tanto tempo e lui,dopo un anno,mi presenta questa tizia che frequenterá la scuola,come la sua ragazza,dicendo persino che teneva a presentarmela. E non so se fosse già tutto previsto oppure sia stato improvvisato,ma si è comportato da vigliacco, perché so che l'ha fatto solo per paura di quello che avrebbero pensato le persone. E io non chiedevo di uscire allo scoperto, sapevo che era meglio così. Ma è stato un egoista,insensibile,vile...>.

Parlo, parlo senza fermarmi,continuando a fissare la finestra, dicendo tutto quello che mi passa per la testa,perché so che devo farlo e so che se mi fermassi ora scoppierei a piangere.

Poi mi fermo,sposto lo sguardo su Solace. È immobile, e osserva il muro alle mie spalle. Quando sente che mi sono fermato,mi guarda negli occhi,che sono sicuro essere arrossati.
Mi rendo conto di aver esagerato,che probabilmente non gli importa dei miei problemi,che lo starò annoiando,che mi sono messo solo in ridicolo.

<nessuno sa...tutto questo? Nessuno,neanche Hazel?> chiede con voce stranamente ferma.
Scuoto la testa facendo segno di no.
<perché allora mi stai dicendo queste cose? Perché a me che sono l'ultimo che vorresti tra i piedi,per quel che ho capito?>chiede.

'Non lo so' vorrei rispondere,perché in effetti è proprio così.
Non ne ho la minima idea.
Perché lo stai facendo,Nico?
So solo che posso,che devo farlo.

Ma proprio vedendo che non so cosa rispondere,si alza dal suo letto e viene a sedersi di fianco a me.
Sospira,poi poggia semplicemente una mano sulla mia spalla e vedendo che non oppongo resistenza,mi circonda le spalle gracili con il braccio,tirandomi verso di sè.

E io mi accosto completamente al suo fianco,appoggiando la testa sulla sua spalla larga. Mi stringe,quasi a spingermi a sfogarmi.

E allora lo faccio,seppellendo il viso nella sua spalla,lasciandomi andare ad un pianto silenzioso,senza singhiozzi o parole,solo lacrime calde che scendono lungo le mie guance e si depositano sulla sua maglietta.

Restiamo così, in silenzio, e io vorrei davvero che tutto questo mi desse fastidio, ma non è così.

Perché tutto questo è contro i miei principi,contro tutte le regole che mi sono duramente imposto in questi anni, perché questo ragazzo sta davvero stravolgendo tutta la mia vita, mio malgrado.
Perché infondo,va quasi bene.

#Spaziomehh
Salve! E buon 2017 a tutti😆
Il mio buon proposito per l'anno nuovo,oltre a cominciare tutti i libri/serie tv che mi sono prefissata è aggiornare in orario questa ff😥😅
A parte questo capitolone da quasi 2000 parole,secondo voi la lunghezza dei capitoli va bene? Perché io faccio sempre più o meno 1000 parole, ditemi se secondo voi è troppo poco.
E nulla,ancora auguri
-_Mezzosangue_101💟

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