Capitolo 13
Per svegliare Federico, quella mattina, la luce del sole non era stata necessaria.
A dir la verità non era riuscito proprio a chiudere occhio.
Aveva sentito il bisogno irrefrenabile di guardarla per tutta la notte, e tutta la notte, non gli era neppure bastata.
L'aveva percorsa con lo sguardo, con le mani, lungo tutta la linea della schiena. Le aveva accarezzato ogni centimetro di pelle scoperta ed aveva imparato a memoria ogni parola della poesia che si era tatuata sul costato. Aveva guardato anche quella piccola cicatrice, sul fianco destro, chiedendosi se l'avesse avuta anche un'anno prima e come avesse fatto lui a non accorgersene.
La guardò ancora mentre dormiva al suo fianco. Una ciocca ribelle di capelli scuri le accarezzava le spalle scendendo in maniera disordinata fino ai seni e lui, con le sue mani, stava percorrendo da ore ormai la stessa traiettoria.
Gaia, impulsivamente, si rigirò fra le sue braccia tatuate ed il suo respiro sottile gli solleticò il collo, facendolo sorridere.
«Buongiorno.» Lo salutò. Si stiracchiò leggermente e arricciò la bocca quando Federico, senza riuscire a trattenersi, la baciò in fronte.
«Tu russi!» Gli disse. Ovviamente non era vero ma glielo aveva detto soltanto per fargli un dispetto. Le piaceva farlo. Perché se poi, per caso, Federico le avesse sorriso, Gaia sapeva che quel sorriso lo avrebbe avuto stampato davanti agli occhi tutto il giorno. Come una fotografia che piace e che non ci stanca mai di guardare.
Ed infatti, quando lui scoppiò a ridere, di cuore, senza riuscirsi a trattenere, lei rimase lì, per qualche istante, a fissarlo imbambolata.
«Ma sentila» Lui le prese il viso tra le mani e, delicatamente, fece in modo di portarlo davanti al suo, facendo sfiorare impercettibilmente le loro labbra. «Bugiarda.» Soffiò ad un palmo dal suo naso.
«Hai dormito bene?» Le chiese. Per lui quel risveglio era stato il migliore che ricordasse, nell'ultimo anno.
«Ho dormito benissimo» Ed era vero. Il problema poi, sarebbe stato quando lui avrebbe lasciato quella quella metà del letto vuota, perché lei sapeva sarebbe successo. Ed era quella la parte che più la spaventava.
«Fede, cosa succederà adesso?» Se lo ho era chiesta ripetutamente centinaia di volte quella notte. «Intendo quando tornerai a Torino..» La sua mano risalì istintivamente fino al petto del ragazzo e si appoggiò lì, quasi a volerlo trattenere.
Avrebbe voluto chiedergli così tante cose ed il tempo era così poco.
Tra quelle mura, tra la loro pelle, nulla era cambiato. Ma fuori dà lì, nulla era rimasto al suo posto.
Come potesse leggerle la mente la richiamò a sé, interrompendo il flusso dei suoi pensieri, che scorrevano troppo veloci.«Devo tornare a Torino stasera.» Non voleva lasciarla ancora sola ma, per quanto in quel momento avrebbe voluto potersi dedicare soltanto a lei, c'era sempre qualcosa di complicato a separarli, di nuovo. «Domani ricomincio ad allenarmi con la squadra.»
«Ok.» La voce le uscì sottile, gli parlava piano, in quella stanza vuota, come se dovesse dirgli un segreto impronunciabile in mezzo a un mare di gente.
Il lenzuolo, che fino a quel momento aveva aveva avvolto i loro corpi nudi, scivolò in un punto indefinito. Gaia lo fissò senza avere il coraggio di alzare gli occhi ma prima che potesse dire qualsiasi cosa, una mano finì sul suo viso, accarezzandolo.
«Gaia guardami.» Fu un gioco da ragazzi per Federico sollevarla di poco e riportarla sul suo petto, facendo in modo che i loro corpi combaciassero di nuovo, come fino a poche ore prima. La schiena di Gaia si riempì di brividi sotto al suo tocco. «Non devi aver paura che io vada via..» Si staccò di poco da lei, solo per poterle guardare la bocca. Era così bella,così gonfia dei suoi baci. «Tornerò sempre.»
«Tu credi?» Gaia sollevò lo sguardo e lo puntò in quelli del ragazzo, che per un solo istante non aveva smesso di guardarla. Gli prese il viso tra le mani, proprio come lui aveva fatto poco prima.«Io non sarei pronta a perderti di nuovo.» Si fermò un secondo chiedendosi se davvero poteva fidarsi ad aprirgli ancora il suo cuore. Già una volta era stato spezzato e per quanto ora i pezzi fossero di nuovo uniti non era più come prima.
Tirò un grosso sospiro prima di continuare. «Avevo paura che rivederti,anche solo in tv, mi avrebbe ucciso, quella paura l'avevo anche ieri, prima che venissi qui.. e ce l'ho ancora, io ho paura ancora che tu esca da lì e il mondo ci investa di nuovo e io.. beh io..» Le parole le morirono in gola e lei rimase lì impietrita e fragile.
Il silenzio che seguì quella dichiarazione fu per lei peggio di qualsiasi cosa e pesò come un macigno. Lei si era aperta completamente mentre lui sembrava avere ancora dubbi, su di loro. Almeno questa era l'idea che aveva preso velocemente forma nella mente della ragazza.
Una cosa rotta puoi ripararla, non ricostruirla.
Si allontanò da lui, mettendosi a sedere sul letto e coprendosi immediatamente con il lenzuolo. Si sentiva così sporca e vuota.«Tu ora hai la tua famiglia, una figlia.» Voltò lo sguardo. Sentiva il suo corpo ed il suo cuore spezzarsi sotto lo sguardo di Federico. Si sentiva bruciare e marchiare a fuoco ma non si sarebbe voltata, non lo avrebbe guardato quella volta.
«Cosa vuoi che ti dica Gaia? Dimmi cosa devo fare per dimostrarti che voglio stare con te.» Federico era esasperato, lo si percepiva dall'inclinazione della sua voce, dal modo in cui si passava nervosamente la mano tra i capelli.
«So che è stupido chiedertelo ora. Ma vorrei solo sapere perchè?» Fu soltanto quella l'unica domanda che le venne spontaneo fargli. Se lo era chiesta così tante volte in quegli anni. Perché avevano perso la forza di tenersi ed era bastata un'altra per separarli?
Anche il ragazzo di fronte a lei si era fatto quella domanda centinaia, forse migliaia di volte. «Non lo so..io.. non l'ho mai amata Gaia. Mai.» I suoi dubbi su chi fosse la madre di sua figlia avevano trovato conferma ormai da tempo e chiunque lo conoscesse la pensava come lui ma gli bruciava il cuore a doverlo dire a lei. Le avrebbe tenuto mille segreti pur di non farla soffrire, ma doveva dirle comunque ancora qualcosa, di cui entrambi avevano troppo bisogno.«Quando è nata mia figlia ci ho provato. Giuro l'ho fatto. Sapevo di non avere più nient'altro da perdere, ma ogni volta in cui si avvicinava a me,era come se percepissi i tuoi occhi guardarmi e.. non ce l'ho mai fatta..» Alzò lo sguardo, incastrandola, ancora una volta, tra il suo cuore e le coperte.
A Gaia fremette il cuore. Se c'era una cosa a cui non si sarebbe mai abituata era la sua dolcezza, il suo modo di parlarle, di accarezzare ogni parola che la riguardasse, con una dolcezza che la lasciava ogni volta paralizzata. Gli appoggiò delicatamente una mano sulla bocca e lui schiuse le labbra baciandogliene il dorso. «Shh...» Gli disse. Non avrebbe sopportato altre parole.
Il ragazzo restò in silenzio, osservandola. La osservò avvicinarsi a lui, gli appoggiò una mano sul petto, spingendolo a sedere contro la testiera del letto e mettendosi poi a cavalcioni sul suo corpo.
Rimase spiazzato da quel gesto, non se lo aspettava, non da lei. Gli girava la testa soltanto a vederla mentre si destreggiava nella sua vita. Era cambiata così tanto in quell'anno lontana da lui. Più decisa, più grande e più consapevole. Non capiva come lei, potesse essere così tante cose, tutte insieme ma non gli sarebbe bastato un libro per descriverla. «Gaia» Sospirò, quando la mano piccola e delicata della ragazza si insidiò tra i suoi capelli, accarezzandoli.
Lei gli lasciò infiniti baci sul collo e lui fece lo stesso, spostando le sue mani dai fianchi di lei fino ai suoi seni che strinse ed accarezzò con una lentezza estenuante.
«Ho bisogno di te.» Gaia glielo disse chiaramente. Del resto non aveva mai provato alcun tipo di vergogna nell'esternare i suoi sentimenti. Sentì le mani di Federico stringere la presa sui suoi fianchi e lei le cercò per poi racchiuderle tra le sue e portandogliele sopra la testa. Le loro labbra premettero l'una contro l'altra con estrema urgenza , si baciarono, si morsero e si respirano fin quando divenne impossibile, placare quel desiderio che era quasi doloroso nella sua intensità.
La temperatura in quella stanza, dalla pareti color crema, aumentò di circa mille gradi quando Gaia si lasciò andare completamente e si decise a far sparire quei pochi strati di troppo che ancora li separavano.
Federico sospirò sentendosi finalmente libero quando le mani della ragazza lasciarono le sue per scendere sotto le coperte e raggiunsero l'orlo dei suo boxer per poi farli sparire. Le loro mani si intrecciarono di nuovo ed i loro occhi s'incatenarono finché Federico decise che non poteva più aspettare.
Gaia restò un'istante sorpresa quando il ragazzo sotto di lei invertì velocemente le posizioni posizionandosi sopra il suo corpo. Aveva sempre pensato che Federico fosse bello e qualsiasi descrizione non avrebbe reso giustizia al suo viso in quel momento, mentre alternava baci e carezze tra la sua clavicola ed il suo collo. Tuttavia il suo turbinio di pensieri passò in secondo piano quando lui si abbassò, facendo collidere definitivamente e irrimediabilmente i loro corpi e si unì definitivamente a lei caldo e pulsante.
«Sei una meraviglia.» Federico continuò a sussurrarle quelle parole mentre lei si aggrappava alle sue spalle forti come se ne dipendesse della sua vita. «Ti amo.» Le disse ancora.
Gaia avrebbe voluto dirgli così tante cose, ma non ci riuscì. Non quando le spinte di Federico si fecero più forte e sconnesse, non quando i loro corpi sudati iniziarono a tremare all'unisono. Gli bastò soltanto guardarsi per raggiungere il culmine insieme ed insieme legarono i loro corpi tra quelle lenzuola. Entrambi erano ben consapevoli di ciò che ora- ne erano sicuri- provavano l'uno per l'altra.
Ciao a tutteee! Come state?
Si, mi odierete lo so.. ma spero di essere riuscita a farmi perdonare!
Questo capitolo non mi soddisfa tantissimo ma voglio comunque regalarvelo e spero possa farvi piacere!
Un bacio grande!
_Irisix_
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