Capitolo 27 - Un successo molto speciale

"Hey, Al, hai visto papà?" James ci chiese a colazione, qualche giorno dopo. Era tutto tranquillo da quando River era stata attaccata, e non solo per la mancanza di pietrificazioni. Luke non era più il solito giocherellone, e molti del secondo anno avevano iniziato a vestirsi di nero per piangere la sua perdita, come se fossero costantemente ad un funerale molto triste. Io stavo solo aspettando che le Mandragole fossero mature, e che la nostra pozione Polisucco fosse pronta. Altre tre settimane.

"No. Probabilmente dorme ancora." Albis fece spallucce. "Che ti serve?"

"Volevo chiedergli se mi dava una mano con un tema..." James chiese imbarazzato.

"Ma è un imbroglio!" Gli feci notare. "Non gli è permesso aiutarti!"

"Lui non saprà che mi sta aiutando a scrivere un tema," James disse, facendo l'occhiolino.

"Oh, Merlino," Colette disse, con tono terrorizzato. Aveva la Gazzetta del Profeta aperta di fronte a lei. James ed io smettemmo di discutere e ci girammo interrogativi verso di lei. Di certo un imbroglio del genere non poteva essere così brutto, nel suo mondo di moralità grigie. Infrangere le regole e mettere in pericolo i propri amici creando incantesimi andava bene, ma copiare un tema no. Uno sguardo al volto di Colette mi fece capire che non si riferiva a quello, però.

"Guardate, il Ministro della Magia è morto ieri," disse Colette, indicando inutilmente la prima pagina del giornale. Qui, a caratteri cubitali, sfavillavano le lettere: MINISTRO UCCISO IN UNO SCONTRO CON MAGHI OSCURI. Sotto c'era la foto del Ministro della Magia, un uomo chiamato Kingsley Shacklebolt di cui non sapevo molto. In un carattere più piccolo c'erano scritte sotto le parole: Si ritiene che gli assassini siano in combutta con la nota famiglia Predatel.

"Ma che..." Presi subito il giornale da lei e lessi ad alta voce. "'Due maghi non identificati sono stati visti allontanarsi di corsa dal corpo del Ministro subito dopo l'attacco. Si crede che il Ministro avesse ricevuto una soffiata sul nascondiglio della famigerata famiglia Predatel, diventati famosi di recente per la loro figlia che torturava i suoi compagni con la maledizione Cruciatus due anni fa, e per i genitori che hanno provato a rapire nientemeno che i figli di Harry Potter per un ricatto. Si crede che siano coinvolti nell'omicidio. Mentre il mondo magico piange una così grave perdita, Harry Potter comanda una squadra di auror per rintracciare gli assassini e consegnarli alla giustizia.' Wow..."

"Ma è terribile..." Sussurrò Albus.

"Quindi ecco dov'è papà." James sembrava preoccupato. "Starà bene, ne sono sicuro." Ebbi la sensazione che stesse cercando di tranquillizzare più che altro sé stesso.

"Non capite?" Disse Colette, con gli occhi ancora spalancati. "I Predatel sono ancora in Inghilterra, e si stanno facendo coraggio. Hanno ucciso il Ministro!"

"E adesso cosa succederà?" Chiesi, scandagliando la pagina di fronte a me mentre parlavo.

"Immagino che metteranno un sostituto per Shacklebolt finché non avranno un vero successore," James disse, accigliandosi. "Non accade tutti i giorni che un Ministro viene ucciso. Non credo ci siano molte indicazioni per casi del genere."

"Spero che tuo padre diventi Ministro," disse Colette, riprendendosi il giornale da me. "Anche se il signor Shacklebolt era eccezionale."

"Papà potrebbe fare il Ministro?"

"Ovviamente." James fece spallucce. "Dipende se vuole farlo o no. Sono sicuro che loro lo vorranno. Non credo che lui voglia, però. Penso che preferisca pensare qui. Guidare la nuova generazione e tutte quelle fesserie."

"Stare in lutto per il Ministro potrebbe essere leggermente più importante che fare ipotesi sul suo successore," dissi, accigliandomi. I Predatel avevano il potere di uccidere il Ministro della Magia... Nei due anni precedenti, avevo davvero sperato che il signor Potter avrebbe potuto aiutare Wren. Ora, non ero sicura che l'avrei più rivista. Se potevano uccidere il Ministro della Magia e farla franca, senza alcuna traccia della loro presenza, chi sapeva cos'altro erano capaci di fare? Nascondere una figlia testarda non sarebbe stato un gran problema.

Nel frattempo, la Sala Grande fremeva per la notizia. Il Ministro era morto. La maggior parte delle persone era sconvolta. Immaginai che fosse una notizia simile all'omicidio della Regina. Non ero cresciuta nel mondo magico, quindi non mi colpì tanto come gli altri, ma era comunque spaventoso e inquietante. Chiunque potesse assassinare un membro così importante e così pesantemente protetto del Ministero doveva essere potente, e anche tanto.

"James, puoi incontrarci in biblioteca dopo colazione?" Colette chiese.

James stava andando a cercare Mackenzie, ma si fermò e si girò, accigliandosi. "Certo. Perché?"

"Vedrai." Albus ed io la guardammo interrogativi mentre James se ne andava, ma lei si rifiutò di dire una sola parola oltre a, "Non qui."

Continuò a fare così finché non arrivammo in biblioteca, poi si rifiutò di parlare finché James non arrivò dieci minuti dopo, leggermente infastidito. Mi sentivo così anche io, ma era meglio non mostrarlo, o Colette avrebbe deciso di tenersi il segreto per sé, e conoscendola era qualcosa che avrei voluto sapere.

"Che succede?" Chiese James, sedendosi vicino a me.

"Oh, solo la risposta all'intero enigma," Colette disse vaga, sfogliando un libro.

"Ci hai chiesto di venire, ed ora vuoi ignorarci?" James disse, accigliandosi.

"Aspetta un attimo."

Dopo un secondo, trovò la pagina che cercava. "Ecco qui." Non potevo vedere ciò che c'era sulla pagina, ma ebbi l'impressione che l'avrei scoperto presto.

Dopo una rapida occhiata attorno a noi per essere sicura che nessuno origliasse, Colette disse, "Ho fatto delle ricerche-"

"Strano, non succede mai," borbottò James.

Colette si accigliò sdegnosa. "E sono arrivata alla conclusione che deve per forza trattarsi di un altro Basilisco."

Tutti e tre ci dimenticammo qualunque lamentela e la fissammo.

"Albus può sentire voci che nessun altro sente, Colette continuò, "e sappiamo che è un Rettilofono."

"Ma... Ma è impossibile!" Albus disse, accigliandosi. "Il Basilisco è morto. Papà ha controllato!"

Colette sospirò. "Quello è morto, sì. Sai quanto è facile far schiudere un Basilisco?" Nessuno di noi rispose. Io da parte mia non avevo la minima idea di quanto fosse facile o difficile. "Fai covare un uovo di gallina ad un rospo, et voilà! Cucciolo di serpente assassino!"

"I Basilischi uccidono," James disse, accigliandosi. "Non pietrificano."

Colette gli rivolse il suo tipico sguardo da Ci sei o ci fai? "Sto facendo molta fatica a credere che tu sia il figlio di Harry Potter, James."

Albus sbarrò gli occhi. "Aspetta, Davis non aveva un telescopio?"

"Sì..."

"Deve aver visto il Basilisco attraverso le lenti!"

"E Lorcan lo avrà visto nel riflesso dell'armatura, se dovessi indovinare," Colette disse, sorridendo emozionata.

"Ed Elmer aveva quello specchio!" Aggiunse Albus.

"E Marie ed Elizabeth erano di fronte ad una finestra; avranno visto il suo riflesso!"

"E River aveva un telefono; quelli non riflettono?" Albus chiese.

"Sì." Non stavo capendo. "Che importa se lo hanno visto direttamente, o solo il riflesso? Pensavo che il suo sguardo fosse letale."

"Solo se lo guardi direttamente negli occhi," Colette spiegò brevemente. "Non il suo riflesso."

"Ma, aspettate, Faith Lindsey non aveva niente con sé," James puntualizzò, ancora scettico. "Com'è possibile che non sia morta?"

"Beh, è proprio questo che mi ha messo sulla pista giusta," Colette spiegò. "Non ho mai sentito di un incantesimo che funzioni sugli spettri, ma anche il Frate Grasso è stato pietrificato. Deve averlo visto attraverso il fantasma. Il Frate Grasso non poteva morire di nuovo, chiaramente."

James non sembrava avere alter obiezioni. Per me aveva perfettamente senso. La domanda era, Nico dove poteva nascondere un Basilisco?

Nelle tre settimane successive, decidemmo di portare piccoli specchi con noi, tanto per essere sicuri. Eravamo tutti d'accordo che essere pietrificati fosse meglio di morire. Tuttavia, non successe nulla. Forse per il coprifuoco strettissimo, che impediva agli studenti di andare in giro, forse perché le continue pattuglie dei professori spaventarono Nico; non riuscimmo a capire, ma fu una pausa gradita.

Il signor Potter tornò circa due settimane dopo la morte del Ministro. Non aveva trovato nulla, ma aveva ancora degli auror sul caso. Non sembrava molto speranzoso, però.

Qualche giorno dopo il suo ritorno, programmò un'altra lezione sui Patronus. La prima da quando avevo affrontato i Dissennatori ad Hogsmeade. Era da allora che non provavo il Patronus, temendo che fosse stato solo un colpo di fortuna, ma quando andai all'ufficio del signor Potter, quel giovedì, mi sentivo più emozionata che mai.

Mentre attraversavo la porta, la prima cosa che vidi fu un baule traballante. Quindi aveva trovato un altro Molliccio. Il signor Potter era in piedi lì vicino, e sorrideva esausto. Sembrava più stanco del normale da quando era tornato. Tuttavia, non cambiò atteggiamento. "Pronta?"

"Immagino di sì." Riuscì a sorridere, cosa che sembrò sorprenderlo. Andò verso il baule e lo aprì.

Il Molliccio-Dissennatore si innalzò dal baule, e il freddo e la disperazione mi strinsero il petto. Tuttavia, questa volta ebbi molta meno difficoltà a concentrarmi sul mio ricordo felice. Beh, non era proprio un ricordo. Era il volto dei miei tre migliori amici. Agitai la bacchetta ed urlai, "Expecto Patronum!"

Una grossa forma bianco-bluastra eruppe dalla bacchetta. Sembrava una specie di cane. Mi girai emozionata verso il professor Potter, senza neanche rendermi conto che il Molliccio Dissennatore non aveva più effetto su di me.

Lui sembrava emozionato quanto me. "Un collie, credo. Astra, è fantastico!"

Provammo qualche altra volta, ed ottenni sempre il collie. Stavo iniziando ad affezionarmi a quel cane bluastro. Provai senza il Molliccio, e riuscii a farlo sedere e correre e rotolare, come se fosse un cane vero. Era una delle cose più meravigliose che avessi mai visto o fatto.

Il signor Potter aveva il sorriso in volto più largo che gli vedevo da un bel po'. Dopo circa un'ora, chiese, "Astra, come accidenti hai fatto a diventare così brava, così in fretta?"

Lo fissai, mentre il Patronus svaniva perché non ero più concentrata. Non lo sapeva? Pensavo che Sulcan glielo avesse detto. Perlomeno lo avrebbe fatto Pouri, dopo che Sulcan lo avesse detto a lui. Davvero il signor Potter se ne era dimenticato così in fretta? "Beh... voglio dire, sa com'è, immagino che farlo di fronte a dei veri Dissenatori abbia aiutato..."

Il signor Potter mi fissò con uno sguardo così sconvolto da essere quasi inquietante. "Tu... Quando... Che?"

Prima che potessi rispondere, la porta si spalancò dietro di noi, mostrando due uomini che non riconoscevo ed uno che invece conoscevo bene, Ron, lo zio di Al. Avevano un aspetto orribile, e indovinai che anche gli altri due fossero auror, il che avrebbe spiegato tutto.

"Dove sei stato, amico?" Il signor Weasley chiese, guardandomi in modo strano prima di rivolgere la sua attenzione al signor Potter.

"Da quando? Ho fatto lezione ad Astra nell'ultima ora." Il signor Potter aveva già attraversato la stanza per prendere la bacchetta dalla scrivania, e si girò preoccupato verso di loro. "Perché? Cosa è successo?"

"Niente di brutto, tranquillo," disse il signor Ron, lanciandomi un altro sguardo. "È solo che non rispondevi allo specchio. Comunque, abbiamo preso uno dei tizi che ha... Sai... Accoppato il Ministro... È stato un osso duro, ma ora è al Ministero."

"Svenuto," aggiunse uno degli altri auror.

"Ottimo!" Esclamò il signor Potter. "Astra, devo andare al Ministero, dì a James, Al, e Lily che gli voglio bene-"

"Oh, lo adoreranno," dissi, sorridendo.

"Dillo anche a Rose," disse il signor Ron, facendomi un occhiolino. "Non riuscirò a vederla stasera."

Entro un minuto, tutti e quattro gli auror erano spariti, e mi toccò tornare alla Torre di Grifondoro da sola. Lanciai un altro Patronus per tenermi compagnia, anche se sapevo che non avrebbe aiutato contro un Basilisco. È solo che era così fantastico riuscire a farlo, dopo così tanto tempo. Con un ghigno diabolico, capii che cosa avrei fatto ad Incantesimi il giorno dopo.

I miei amici erano tanto emozionati dal Patronus quanto lo ero io, anche se non eseguii l'incantesimo in sala comune per la troppa gente. Gli dissi anche perché il signor Potter se ne era dovuto andare. James ed Al rimasero adeguatamente sconcertati dal 'Vi voglio bene' del padre, ma si ripresero abbastanza in fretta da raccontare la storia dell'arresto a chiunque volesse ascoltarli. Tutta la scuola aveva saputo dove fosse andato il signor Potter entro l'ora di colazione. Albus, Pip, ed io rinunciammo alla nostra solita conversazione per ascoltare Colette che leggeva l'articolo della Gazzetta del Profeta sull'arresto dell' uomo.

"Il suo nome è Semias Hart," Colette ci informò. "È evaso da una prigione in Texas l'anno scorso."

"La stessa in cui c'era Isaac Predatel, ne sono sicura," dissi, annuendo. "Credo sia stato arrestato con lui."

"Giusto." Colette lesse ancora, in silenzio. "Anche Alistair e Vane Hellion sono evasi, ma la loro posizione è ignota. Si pensa che Alistair fosse l'altro uomo sulla scena del crimine, ma non è confermato. Semias non ha parlato ancora, ed hanno chiamato tuo padre, Al; questo lo sapevamo. Ed è anche tutto ciò che sanno loro, per il momento."

"Strano. Sanno perché Shacklebolt si trovava in... qualunque sia il luogo dove lo hanno ucciso?" Albus chiese.

Colette controllò la pagina. "Qui. Credono che fosse una trappola. Gli avranno detto di venire da solo e che gli avrebbero dato qualcosa. Informazioni, forse. Probabilmente hanno finto di voler diventare spie per il Ministero, quando volevano semplicemente ucciderlo."

Pip stava ascoltando con occhi sgranati. "Tremendo..."

Annuii. "Spero che tuo padre riesca a sapere qualcosa da Semias Hart..."

"Sono sicura che ce la farà," Colette disse in tono pratico. "Ha esperienza. Se succede il peggio, e Semias si rifiuta di parlare, probabilmente troveranno un Legilimens."

Il cibo sparì dai piatti mentre lo disse, indicando la fine della colazione. Assieme alla maggior parte della Sala, ci alzammo e ci avviammo verso l'ingresso. In quel momento era inutile parlare, perché era impossibile sentire qualcosa in mezzo a quel rumore e dovevi proprio stare attento a non essere travolto.

Mentre Pip andava da una parte, seguendo Sulcan verso Pozioni, Albus, Colette, ed io andammo verso Incantesimi dietro ad Haverna. Dopo esserci separati dal grosso della folla, Colette disse a bassissima voce in modo da essere sentita solo da me ed Al, "Sarà pronta stasera."

Quasi smisi di camminare, e Lacy quasi mi venne addosso. Mormorai un distratto "Scusa," poi corsi per raggiungere Al e Colette. Stasera? Non avevamo neanche preparato un piano per prendere i capelli a Ciara, Adalyn, e ad un Serpeverde chiamato Atticus Calrone che era tanto scemo quanto era grosso, quindi un bel po'. Non mi aspettavo che sarebbe stata pronta così presto... Mi si formò un nodo di preoccupazione nello stomaco.

Colette notò la mia ansia. "Non preoccuparti, non dobbiamo farlo stasera; la pozione non andrà a male o cose del genere..."

"Dobbiamo farlo." Almeno su questo riuscì ad essere ferma. "Nico potrebbe pietrificare qualcuno domani, a meno che non lo smascheriamo prima. Dobbiamo parlare con James."

Non ebbi il tempo di parlare con James in quel momento, ma neanche con Colette ed Al. Avevamo raggiunto il corridoio di Incantesimi, ed Haverna era sulla soglia, e ci controllava entrare. Vedendola, ricordai la mia mezza idea di eseguire il Patronus durante la sua lezione. Ripensando a ciò che aveva detto il signor Potter sull'essere prudente, però, ci ripensai. Era occupato ad interrogare un assassino; il minimo che potevo fare era non causare altri guai.

Si rivelò difficile. Haverna sembrò più felice del solito, il che la rese più incline al suo passatempo preferito in classe: umiliarmi.

"Signorina Lestrange," disse a circa metà lezione.

Sospirai, guardando Colette, che alzò gli occhi al cielo. "Sì?"

"In questa classe si rivolgerà a me chiamandomi 'Professoressa'," Haverna disse freddamente.

Alzai gli occhi al cielo. "Sì, professoressa?"

"Potrei sapere cosa crede di fare? Quello non assomiglia a nessun incantesimo per il cambio di colore che abbia mai visto."

Abbassai lo sguardo sulla mia bacchetta. In realtà avevo usato magia non verbale, quindi Haverna non poteva sapere quale incantesimo avessi eseguito. "Sto facendo ciò che ci ha chiesto. Colovaria."

"Silenziosamente?" Chiese lei con un tono di voce che trasudava di sarcasmo.

"In effetti sì, professoressa." Non interruppi il contatto visivo, e mi costrinsi a mantenere un'espressione seria ed innocente. Non era facile, vedendo Haverna così infastidita dalla mia risposta.

"Lei è al terzo anno," sputò fuori lei, arrabbiata per essere stata messa all'angolo. "Non può fare magia non verbale. Lei probabilmente non ci riuscirà mai, a giudicare da quanto è avversa all'apprendimento."

"Ma certo," dissi dolcemente. "Che sciocca. Immagino che il mio libro abbia cambiato colore da solo..."

Per un attimo, la bocca di Haverna si mosse senza produrre suoni. Finalmente, sibilò, "Suppongo di sì," poi tornò alla cattedra.

Il resto della lezione passò in santa pace. Così come Storia della Magia l'ora successiva. Trovammo James a pranzo, e Colette gli disse subito l'ultima novità.

"Sul serio?" Esclamò lui, sorridendo. "Ottimo!"

"Shh..." dissi, sbirciando verso lacy ed Eric, più in là al tavolo, che ci guardavano curiosi. "Ora ci serve solo un piano," sussurrai.

"Giusto. Come facciamo uscire Ciara ed Adalyn? Calrone non sarà molto difficile..." James lasciò la frase in sospeso e rimase a riflettere, silenzioso, mentre Colette, Al, ed io finivamo di mangiare.

"Dobbiamo fare in modo che a Ciara non vengano sospetti in seguito," James disse finalmente. "Quindi non possiamo farci vedere mentre la Schiantiamo."

"Potremmo anche cancellarle la memoria quando abbiamo finito," Colette suggerì.

"Ci hai mai provato?"

"No, ma non sarà poi tanto difficile..."

"Lo disse anche James quando provò a volare su una scopa per la prima volta," Albus ci informò. "Perse il controllo e cadde da quindici metri. Commozione cerebrale e braccio rotto. Non è stato bello."

"Chiudi il becco," James borbottò, diventando rosso. "Avevo otto anni."

"Tornando a stasera..." dissi, ridendo. "Come facciamo?"

"Dovremmo fargli mangiare qualcosa con una pozione soporifera," James disse immediatamente. "Così possiamo levitarli dove ci pare, e una volta tornati, possiamo rimetterli dove erano prima."

"Perfetto!" Dissi, sorridendo. "Ma come facciamo a beccarli da soli?"

"Calrone sarà facile. Basterà fargli sapere che distribuiscono torte gratis nel corridoio di Incantesimi."

Colette annuì. "Ma Ciara ed Adalyn non ci cascheranno."

"No. Magari... Astra potrebbe sfidarle a duello!" James esclamò.

"Non verrebbero!" Dissi. Ciara era più intelligente di così. Sapeva che probabilmente non mi sarei presentata e non sarebbe venute. "E così saprebbero che c'entriamo noi, quindi Ciara capirebbe cosa è successo."

"Potremmo usare la maledizione Imperius," Colette suggerì, sorridendo innocentemente.

"È illegale..."

"Lo so." Alzò gli occhi al cielo. "Si chiama scherzo, una cosa in cui sei così brava che non sai nemmeno riconoscerne uno."

"Perché non mettiamo una Pasticca Vomitosa nel cibo di Adalyn, così Ciara la porterà in infermeria?" Albus chiese. "Potremmo Schiantarle lungo la strada da sotto il mantello."

James, Colette, ed io fissammo Albus sorpresi. Davvero aveva pensato ad un buon piano? Non sapevo che Albus potesse essere un tale stratega. Perché di solito non lo era...

Albus fraintese i nostri sguardi. Arrossendo, ritornò sui suoi passi. "Cioè, è un'idea stupida, sto scher-"

"No, Al, è geniale!" Esclamò James, dando una pacca sulla spalla al fratello. "Sono solo sorpreso dal fatto che ci sei arrivato prima di me..."

"Quindi si fa stanotte," dissi, sorridendo. "Perfetto."

"Aspetta, Astra, non sappiamo qual è la parola d'ordine di Serpeverde," Colette disse, accigliandosi. "È plausibile che Calrone se la dimentichi, ma non Ciara."

"Chiederemo a Rose," dissi con nonchalance. "Scorpius le dice tutto, ed è stata lì spesso. Deve saperla."

Quando gliela chiesi con fare disinvolto a Trrasfigurazione, si scoprì che effettivamente la sapeva. "La parola d'ordine è 'Tentacula'. Perché...?"

"Vogliamo aiutare James a fare uno scherzo a Lily," Albus disse subito.

Rose alzò un sopracciglio. "Non ditele che sono coinvolta..."

"Non mi permetterei mai," la rassicurai, sorridendo e dandole una pacca sulla spalla. "Grazie, Rose!"

Dopo le lezioni, Colette scivolò via dal gruppo della professoressa Patil per preparare la pozione soporifera per Calrone. Albus ed io continuammo a camminare come se non ci fossimo accorti di nulla. La professoressa Patil non sembrò notare la sua assenza mentre entravamo nel buco del ritratto.

James era seduto da solo in un angolo, circondato da libri. Albus ed io andammo da lui e vedemmo la Mappa del Malandrino aperta di fronte a lui. Indicò silenziosamente il bagno di Mirtilla Malcontenta, dove c'era il puntino di Colette.

"Va bene, quindi aspettiamo fino a cena," James disse. "Astra infilerà le Pasticche Vomitose nel cibo di Adalyn, ed Albus ed io parleremo di quelle torte gratis in un punto in cui Calrone ci sentirà."

"Rose ha detto che la parola d'ordine è 'Tentacula'," dissi io.

"Bene." James guardò il suo orologio. "Due ore da attendere..."

All'improvviso, James dovette chiudere la Mappa in fretta e furia e nasconderla, perché Mackenzie si sedette vicino ad Al. "Che state combinando di losco?" Ci prese in giro.

"Niente," James disse subito. Era impallidito, ma stava facendo del suo meglio per rimanere calmo e distaccato.

Il sorriso di Mackenzie svanì. "Cosa state facendo?"

"Niente, te l'ho detto," James disse di nuovo. Albus ed io ci scambiammo uno sguardo, e silenziosamente stabilimmo di non rimanere coinvolti. Personalmente, non mi importava che James lo dicesse a Mackenzie, ma se lui voleva fare il testardo...

Lei ne parse ferita. "Sai che puoi fidarti di me, giusto? Tanto quanto loro." Indicò me ed Albus, ed io ebbi l'improvviso desiderio di scivolare sotto al tavolo per non farmi vedere.

"Certo che lo so," disse James, usando lo stesso tono che aveva usato in precedenza. "E se stessi facendo qualcosa te lo direi."

"Ovviamente non lo faresti." Lei scosse la testa. "James, in una relazione c'è bisogno di fiducia."

"Mi fido di te! Quella che non si fida sei tu, a quanto pare," disse James, stringendo gli occhi. "Perché non ti fidi di me?"

"Lo capisco quando menti!"

"Beh, chiaramente ti stai sbagliando!" James disse, alzando la voce.

"Ah sì? Sto sbagliando?" Mackenzie lo guardò male e si alzò. "James, ho sopportato i tuoi segreti e le tue bugie abbastanza a lungo da capire quando dici la verità e quando menti!"

"Segreti e bugie?" James disse ad alta voce, alzandosi a sua volta e ficcandomi la Mappa del Malandrino fra le mani. "Quando mai ti ho mentito?"

"Che ne dici di adesso?" Mackenzie urlò.

In tutta sala comune c'era un silenzio tombale. Tutti stavano fissando la coppia più esplosiva della Casa. Non sembrava che sarebbe rimasta tale a lungo.

James sembrava aver ricevuto uno schiaffo. Sbatté gli occhi, poi li strinse. "Bene allora. Suppongo che sia finita tra noi?"

"Suppongo di sì," disse Mackenzie, guardandolo ancora male. Rimasero così per parecchi, lunghi momenti, a guardarsi male, poi Mackenzie si girò e salì le scale. Roxanne e Lillie saltarono subito in piedi e la seguirono, lanciando brutte occhiatacce a James.

Quando Mackenzie se ne andò, l'incantesimo che aveva tenuto silenziosa la sala comune si ruppe. Immediatamente la gente iniziò a parlare. James rimase dov'era per parecchi secondi, guardando il punto in cui era Mackenzie, con espressione sconvolta. Poi,  si rivolse di nuovo verso di noi.

Albus ed io ci scambiammo uno sguardo rapido. "Quindi..."

James non sembrava più arrabbiato, grazie al cielo. "Devo dire che è un sollievo," disse dopo un secondo. Si sedette di nuovo vicino a lui. "Cioè, sapevo che sarebbe finita presto," spiegò, visto che né io né Al dicemmo una parola. "È che litigavamo troppo spesso. Da un lato è bello non dover aspettare più..." Ciò non cambiò il fatto che sembrava più abbattuto del solito.

Albus ed io continuammo a non parlare. Non sapevo cosa dire. Non che mi dispiacesse che si fossero lasciati, ma mi dispiaceva per Mackenzie. Nel corso della relazione, James le era piaciuto molto di più di quanto lei piaceva a lui. Un po' mi dispiaceva che fosse finita in questo modo, quando James avrebbe potuto dirglielo semplicemente.

Passammo la successiva ora e mezza ad aspettare la cena. Non c'era molto da fare; avevo già le Pasticche Vomitose in tasca e Colette avrebbe preparato le torte prima di scendere a cena. Avevamo preso in prestito degli abiti da Serpeverde dalla lavanderia, che ci aspettavano nel bagno di Mirtilla Malcontenta.

La mancanza di cose da fare rese l'attesa ancora più impossibile. James iniziò a camminare avanti e dietro per la sala comune, con il mantello dell'invisibilità in borsa. Albus sfidò Eric ad una partita a scacchi dei maghi, ed io finii su una poltrona vicino al fuoco, a fissare le pagine di un libro che ero troppo nervosa per leggere.

Finalmente, potemmo scendere a cena. Non che avessi voglia di mangiare. Il mio stomaco sembrava pieno di farfalle ad un concerto rock che si dibattevano così tanto che temetti di sentirmi male. E se qualcosa fosse andato storto? E se Ciara si fosse svegliata troppo presto? E se Nico avesse scoperto che eravamo noi?

"Stai bene?" Albus sussurrò. Annuii, anche se probabilmente avevo l'aspetto di una malata. Albus si accigliò e mise il dorso della mano sulla mia fronte, poi fece spallucce. "È tutto a posto, Astra. Andrà tutto alla perfezione."

"Certo." La mia voce era uno squittio. Non mi sfuggì l'ironia della situazione, però. Non avrei mai pensato che un giorno sarebbe stato Albus a calmare me, e non il contrario.

A cena, individuai Adalyn, Ciara, e Nico al tavolo di Serpeverde. Sarei passata da quelle parti e avrei levitato le Pasticche Vomitose nel cibo di Adalyn. James ed Albus iniziarono a parlare ad alta voce di torte quando passammo vicino ad Atticus, che drizzò le antenne. Infilai discretamente la mano in borsa ed estrassi le pasticche. Wingardium Leviosa. Le pasticche volarono dietro Adalyn, seguendo il mio comando, ed affondarono nella sua zuppa mentre non guardava. Perfetto. Corsi per raggiungere James ed Al, che si aggiravano verso il fondo del tavolo, e mi aspettavano.

Nel modo più disinvolto possibile, noi tre tornammo verso le porte. Dopo una rapida occhiata per assicurarci che nessuno ci vedesse, sgattaiolammo fuori. James si mise il mantello dell'invisibilità, e ci passò la Mappa del Malandrino. Lui avrebbe aspettato che Ciara ed Adalyn andassero verso l'infermeria. Albus ed io partimmo verso il corridoio di Incantesimi.

Colette ci stava aspettando; aveva piazzato una tortina su un piatto a terra. Quando ci togliemmo il mantello, ci guardò scettica. "Davvero si lascerà fregare?"

"È un imbecille," dissi diretta. "Potresti piazzare un cartello gigante con su scritto 'È una trappola!' e lo inganneresti comunque."

"Ottimo. Beh, sarà qui a momenti," Colette disse, dando un'altra occhiata alla tortina. "La pozione soporifera dovrebbe durare due ore, quindi se lo piazzate in quell'armadio delle scope non dovremmo avere problemi." Albus annuì. "La strada per il bagno di Mirtilla è libera. Ci vediamo."

Colette ed io ce ne andammo mentre Albus si nascondeva nell'armadio delle scope. Se Adalyn aveva mangiato la zuppa, e James era riuscito a metterle fuori gioco entrambe, sarebbe arrivato al bagno poco dopo di noi.

"Hai dei bicchieri?" Chiesi, guardando Colette. La scuola era silenziosa, e mi mancava molto il conforto del mantello dell'invisibilità. Almeno sapevamo che Nico era occupato.

"Ma certo," disse Colette, alzando gli occhi al cielo. "È tutto pronto."

Raggiungemmo il bagno di Mirtilla Malcontenta e la trovammo piangente come al solito in uno stallo lontano. Al suono della porta che si chiudeva dietro di noi, però, uscì.

"Oh, sei di nuovo tu," disse lei, assottigliando gli occhi verso di me. Dopo il nostro primo incontro, il nostro rapporto era solo peggiorato. Sembrava sempre piuttosto felice quando c'erano Albus e James, dato che erano dei Potter, ma quando c'ero io aveva l'abitudine di tuffarsi nei gabinetti per inzaccherarmi d'acqua.

"Pensi che io sia felice di vedere te?" Chiesi, alzando gli occhi al cielo. "Non abbiamo tempo di darti retta."

Colette ignorò completamente il fantasma, ed andò verso il nostro stallo. "Ecco, mettile lì."  Mi passò tre calici che James doveva aver sgraffignato dalle cucine, ed indicò il mobile dei lavandini.

Misi le coppe in fila, ignorando Mirtilla il più possibile. Ora mi stava attraversando il corpo, facendomi sentire come se venissi continuamente inondata di acqua gelida.

Al suono della porta che si aprì di nuovo, però, Mirtilla volò di nuovo al suo stallo. All'inizio sembrava che non ci fosse nessuno, ma quando la porta si chiuse James si tolse il mantello dell'invisibilità e mostrò trionfante due lunghi capelli, assieme ad un paio di scarpe, quelle di Adalyn. Avevamo ipotizzato che portassi la stessa misura di Ciara, quindi le sue non servivano. "Presi!"

"Problemi?" Colette chiese, senza neanche girarsi verso di noi.

"Niente affatto. Ho Schiantato prima Adalyn. Stava vomitando dappertutto, e Ciara ha pensato che fosse semplicemente svenuta, quindi non capirà mai la verità."

"Dove sono?"

"In un ripostiglio. Albus dovrà andarle a controllare ogni tanto e Schiantarle di nuovo o potrebbero svegliarsi..."

"Va bene. Ora dobbiamo solo aspettare che arrivi," dissi, guardando la porta. Avrei voluto avere la Mappa del Malandrino, per essere sicura che stesse bene... quando eravamo usciti, aveva il mantello, ma ora era vulnerabile, anche se aveva la Mappa.

"Adalyn, e Ciara," James stava dicendo, dando a Colette un capello castano ed uno biondo pallido rispettivamente. Colette mise ognuno in un calice diverso, che ora erano pieni di Pozione Polisucco. Quella di Adalyn divenne di un colore grigio-verdastro. Quella di Ciara era di un bianco-bluastro molto più invitante degli altri.

James arricciò il naso. "Quella di Calrone saprà di caccole, scommetto."

"Probabilmente avrà l'aspetto di caccole," dissi, sorridendo.

E così fu, come scoprimmo quando Albus tornò. Aveva chiuso Calrone nel ripostiglio e gli aveva preso le scarpe per James. Nonostante avesse qualche anno in meno, i piedi di Calrone, come il resto di lui, erano molto più grandi di quelli di James. La pozione che ricevette il capello di Calrone divenne di un colore molto poco invitante, e vidi James sbirciare gelosamente verso la mia. Tuttavia, tutti e tre noi prendemmo la nostra coppa, ed un cambio d'abiti. "Beh, o la va o la spacca," dissi, prima di ritirarmi nello stallo dietro di me.

Ingurgitai la pozione in fretta, aspettandomi un pessimo sapore. Nello stallo a fianco potevo sentire James che provava a non vomitare, e il "Santo cielo..." mormorato di Colette. Tuttavia, Ciara non aveva un sapore troppo brutto. La cosa peggiore era il fortissimo sapore di menta, che quasi mi bruciò la bocca. Ma sparì in fretta.

Per un secondo, sembrò non succedere nulla. Abbassai lo sguardo sulle mie mani, e sussultai. La pelle sembrava bollire, come la superficie della cera fusa. Mentre guardavo, le mie familiari mani divennero quelle di Ciara. Mi sentii diventare leggermente più magra, e fu doloroso. Mi tirai avanti i capelli e vidi che erano quasi bianchi. Aspettai un secondo. La pozione sembrava aver fatto effetto. "È stranissimo..." Perfino la mia voce era quella di Ciara. Mi cambiai di fretta nei miei abiti da Serpeverde, ed uscii.

Albus, che sapeva cosa aspettarsi, comunque fece un passo indietro quando mi vide. Mi fece un sorriso sbilenco, però. "Perfetta. Devi solo sembrare più arrogante e meno preoccupata."

Alzai gli occhi al cielo. "Oh, chiudi il becco."

Colette uscì dallo stallo dietro di me, una stampa ed una figura con Adalyn. Guardò male il suo riflesso nello specchio. "Che aspetto orribile."

"Risparmiaci le lamentele e considera come mi sento io," venne la voce di James dal suo stallo. "Almeno tu passi dalle porte."

"James, andiamo," disse Colette con la voce acuta di Adalyn, innaturale per le mie orecchie. "La pozione durerà forse un'ora."

"Forse?"

"Beh, forse di meno," Colette disse, facendo spallucce. "Dipende da quanto l'ho preparata bene. Questa dose non dovrebbe durare più di un'ora e mezza, però, se ho fatto tutto bene."

James uscì, molto a disagio con quel corpo. "Ci vorrà un po' per abituarmi..."

"Non è un problema; Calrone sembra sempre a disagio con quel corpaccio," dissi, ridacchiando.

"Perfetto così!" James esclamò. "Mantieni quell'espressione e nessuno dubiterà di te."

"Smetti di parlare con frasi così lunghe e complesse, o tutti dubiteranno di te," Colette disse infastidita. "Andiamo?"

Albus prese il mantello da suo fratello e partì per primo, dirigendosi nel luogo in cui Ciara ed Adalyn dovevano probabilmente essere Schiantate di nuovo. Dopo un minuto, uscimmo anche noi, e andammo verso il sotterraneo.

"Ja— Atticus," sussurrai quando raggiungemmo il muro che nascondeva la sala comune di Serpeverde.

"Che c'è?"

"Aspetta un po' prima di entrare. Non credo che Atticus sia il migliore amico di Nico, sai?"

"Giusto..." James sospirò. "Qualunque cosa accada, sarò a portata di pugni, ricordatevelo."

"Buono a sapersi."

"Va bene, se noti che la pozione sta esaurendo l'effetto, faccelo sapere e vattene," disse Colette.

"Come faremo a sapere che si sta esaurendo?" Chiesi.

Colette mi guardò scettica. "Fidati, lo capirai."

"Entriamo," James ci spronò. "Colette, fingi di star male."

"Tentacula," dissi, girandomi verso il muro. Colette si appoggiò al mio braccio mentre un passaggio si apriva e noi entravamo.

La stanza era molto più alta della sala comune di Grifondoro, ma anche molto più scura. Era chiaramente un sotterraneo, e tremai, felice di non dover passare qui le mie serate. Sembrava tutto verde, ma le luci verdastre sembravano esserne il motivo principale. Più in là, vidi delle finestre, ma sembrava di stare sott'acqua... La sala comune di Serpeverde era sotto il lago!

Colette mi diede un colpetto alle costole. Non potevo meravigliarmi di tutto ciò. Dovevo far finta di aver vissuto qui per quasi tre anni. Mi guardai attorno, alla ricerca di Nico.

Era seduto da solo sotto una delle enormi finestre. Portai Colette da lui e mi sedetti.

"Vedo che ha smesso di vomitare," disse, lanciando uno sguardo indagatore su Colette.

"Sì, madama Chips le ha dato una pozione. Ha detto che è allergica a-"

"Ciara, non me ne frega un tubo." Nico diede un calcio al tavolo e guardò arrabbiato fuori dalla finestra. "Sono stufo di rimanere chiuso in questa stupida stanza!"

"È terribile," disse Colette, guardandosi attorno proprio come immaginavo avrebbe fatto Adalyn.

"Beh, è la cosa più sicura finché l'aggressore è ancora in giro," dissi fermamente. James stava lentamente attraversando la porta, e provai a non guardarlo.

"Oh, per favore. L'aggressore non prenderà di mira te, Ciara. E nemmeno io ho paura."

"Che intendi?" Chiesi.

Nico alzò una mano in atteggiamento difensivo. "Niente contro di te, credimi. Vieni da una delle più vecchie famiglie di purosangue, Ciara. Sei al sicuro."

"Ma chi sarà mai l'aggressore...?" Colette si chiese ad alta voce.

Nico alzò gli occhi al cielo. "Adalyn, quante volte devo dirti che non lo so? Mi piacerebbe." Quasi rimasi a bocca aperta. Se non lo diceva a Ciara, non poteva essere il colpevole.

"Gli farei i complimenti per tutti i Sanguemarcio beccati finora." Non riuscii a non sussultare a quella parola. Nico alzò un sopracciglio. "Smettila di fare la santa, Ciara, è vero. Vorrei solo che iniziasse ad uccidere, finalmente."

"Io spero di no!" Proclamò una voce familiare. Feci una gran fatica a mantenere un'espressione di disprezzo quando mi girai e vidi Lily di fianco a me, fiancheggiata da Evie. Eviana, ovviamente, non poteva essere qui con loro. James si era alzato dalla sedia alla vista della sorella, ma subito si risedette.

"Credi davvero che a qualcuno importi cosa pensi, Potter?" Disse Nico, alzando gli occhi al cielo.

"Qualcuno con un cervello funzionante, almeno," disse Colette, interpretando il suo ruolo alla perfezione, facendo perfino lo stesso sguardo accigliato.

"Senti chi parla," Lily disse testarda. "Guarda che gente frequenti, Lostry!"

"Che succede?" Il mio attuale doppione maschio si era unito al gruppo, piazzandosi vicino a Lily in atteggiamento protettivo.

"Niente, Scorp," sbuffai, girandomi in quello che sperai fosse un modo 'alla Ciara'.

"Ottimo." Scorpius si girò verso Lily ed Evie. "Meglio andarci a sedere da un'altra parte."

"Giusto, Scorpius, porta le pecore a pascolare altrove!" Nico gli urlò dietro. James sembrava che volesse sbatterlo contro un muro.

"Lascia perdere," borbottai. Ora che sapevo che ci eravamo sbagliati, volevo solamente andarmene.

"Ciara, tuo fratello deve proprio cercarsi una compagnia migliore."

"Oh, fidati, lo so."

"Cioè, Rose Weasley? Quella lì è insopportabile."

"Sempre meglio dei Potter," dissi, cercando di non guardare James, che aveva alzato gli occhi al cielo da dietro Nico.

"Vero. E nessuno di loro raggiunge i livelli di Lestrange."

"È un'idiota," Colette disse con veemenza.

"Pensa di essere al di sopra di tutti quanti," disse Nico, alzando gli occhi al cielo. "Solo perché è stata fortunata al primo anno, e stupida al secondo. La perfetta Astra, troppo elevata per frequentare chi è al di sotto di lei, vero Ady?"

"Esattamente."

All'improvviso, vidi James sbarrare gli occhi. Stava fissando i miei capelli. Mi attorcigliai una ciocca attorno al dito con fare disinvolto, e la guardai. Con mio orrore, la vidi scurirsi.

Anche Colette sembrò averlo notato. Sbirciò verso Nico, poi prese una cosa viola dalla tasca e se la mise in bocca. Circa due secondi dopo, vomitò sul tappeto.

Nico saltò all'indietro, così come me. Per un secondo, rimasi sconvolta, ma capii rapidamente cosa aveva fatto. "Oh no, dovrei portarla da madama Chips!"

"No, davvero?" Nico chiese.

James era già a metà strada verso la porta. Afferrai il braccio di Colette e la portai attraverso la stanza piena di Serpeverde disgustati, mentre provava a non vomitare. Appena usciti dalla porta, si mise l'antidoto in bocca.

"Bell'uscita," James disse con ammirazione. Si stava assottigliando in fretta, e i grossi abiti da Serpeverde iniziarono a penzolargli addosso.

"Grazie. Lo avevo pianificato per situazioni del genere," Colette disse, sorridendo. Si stava facendo più alta mentre parlava.

"Svelti, dobbiamo andare da Ciara ed Adalyn e modificargli i ricordi," dissi.

"Preghiamo che ci riesca," Colette disse, accigliandosi preoccupata mentre correvamo.

Mentre correvamo per i corridoi, con James che controllava periodicamente le pattuglie sulla Mappa del Malandrino, realizzai che gran delusione che era stata. Non avevamo capito nulla tranne che Nico non era il responsabile delle pietrificazioni (ma pensavo ancora che non fosse  innocente per tutto). Almeno non avremmo perso tempo con la persona sbagliata. Magra consolazione.




Spigolo autore.

Oh no, non è Nico il colpevole! CHI l'avrebbe mai detto?

Se la storia vi piace, vi chiedo di lasciare un voto, un commento, e di andare a leggere l'originale che merita davvero.

Alla prossima!

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