Capitolo 18 - Il paradosso Purosangue

L'unica cosa strana che accadde nelle nostre prime settimane di scuola fu che il signor Potter era ancora in viaggio per lavoro. La signora Hermione Weasley lo sostituì come insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure. Ci disse di non sapere quando sarebbe tornato il nostro professore, ma non dovevamo preoccuparci. Era un'insegnante molto competente. Sì, era una brava insegnante, ma ad ogni lezione ci assegnava un tema, e si aspettava che fosse molto più lungo di quanto fossimo abituati.

Circa a metà Gennaio, Al ci disse di rimanere un po' di più dopo la lezione. Andò a chiedere a sua zia se sapeva dove fosse suo padre, e cosa stesse facendo, perché il signor Potter non ce lo aveva detto. Non lo sapeva. Secondo lei, la signora Potter e forse il Ministro della Magia erano gli unici a saperlo.

"Ma che bello," disse Colette quando uscimmo, sbuffando. "Spero che la signora Weasley sappia che mi sta rendendo impossibile sperimentare. Non ho più tempo libero."

"E poi, a chi importa dei Kappa?" Dissi, alzando gli occhi al cielo. "Sono giapponesi! Come facciamo a scrivere novanta centimetri di tema su di loro?"

Al ridacchiò. "Zia Hermione è fatta così. È da lei che Rose ha preso la sua so-tutto-io-sità."

"Beh, spero che il professor Potter torni presto," Colette disse amara.

Avevamo altri modi per passare il tempo, però. Haverna era persino più orribile del solito verso i Grifondoro, soprattutto con me, Albus, e James. Sembrava più spavalda ora che il signor Potter non c'era e non potevamo lamentarci con lui. Inoltre, Elmer aveva alzato il tiro. Sembrava che il mio suggerimento di "abbassare l'ego di un paio di tacchette" fosse stato interpretato come "impegnati di più a corteggiare Astra," perché stava facendo esattamente questo. Tra le lezioni, a colazione, durante gli allenamenti di Quidditch, potevo contare sul fatto che Elmer sarebbe spuntato dal nulla.  Il fatto che sembrava aver memorizzato i miei orari non aiutò. Il suo più grande desiderio sembrava dirmi "Buongiorno, principessa" svariate volte al giorno, e provare a portare i miei libri per me. Ben presto fui costretta a girarmi e sparire nella folla ogni volta che pensavo di sentire la sua voce, o quella di Pip, più avanti.

Al e Colette pensavano che fosse divertente, e si mettevano a ridere ogni volta che me ne lamentavo. Iniziai a cercare James per lamentarmene con lui. Perlomeno non mi rideva in faccia. Invece, iniziava a pensare ad idee su come far ritorcere i vari flirt di Elmer contro di lui, come trasfigurare silenziosamente un bouquet di fiori in un mucchio di ragni. Quello non lo avrei mai fatto, ma era meglio ascoltare quelle idee piuttosto che Colette ed Al, secondo me.

Una mattina, stavamo facendo un giro larghissimo verso la Sala Grande, nella speranza di evitare Elmer e Pip. Mi vergognavo un po' di dover includere Pip, perché onestamente quel ragazzino mi era simpatico, ma secondo me si era scelto un amico altamente fastidioso.

Colette ed io stavamo discutendo dell'ultimo tema che la professoressa Weasley ci aveva assegnato. Avevamo deciso di chiedere aiuto a Rose, perché perfino Colette non sapeva come trasformare una pagina di libro in un tema di novanta centimetri, e Rose era l'unica in tutta la scuola a non essere sconvolta dagli assegni della madre.

All'improvviso, Al si fermò. "Avete sentito?"

"Sentito cosa?" Chiesi, col cervello ancora bloccato sui Berretti Rossi. Credevo di poter riempire almeno quindici centimetri descrivendo la loro alimentazione in gran dettaglio...

"Eccolo!"

"Cosa?" Colette si girò, leggermente infastidita.

"C'era... c'era qualcuno che parlava," disse Al, alternando lo sguardo tra me e Colette. "Sembrava essere proprio dietro di noi..."

"E che cosa avrebbe detto questo qualcuno?" Chiese Colette, col tono di chi deve tollerare i capricci di un bambino.

"Non lo so; voi due stavate parlando," disse Albus, accigliandosi verso di lei.

"Al, non c'è nessuno nei corridoi tranne noi," feci notare. "Forse ieri sera sei rimasto sveglio troppo tempo a fare il tema."

Albus non rispose, quindi continuammo a camminare, dimenticandoci dell'evento quando arrivammo all'ingresso, e dovetti nascondermi dietro un'armatura fino a che Elmer entrò in Sala Grande.

Finalmente, Albus mi diede il via libera. Emersi dal mio nascondiglio, ed entrammo nella Sala. Era quasi piena; avevamo perso tempo facendo la strada lunga. Ci sedemmo vicino a James, per evitare di passare vicino ad Elmer.

Mackenzie sorrise. "Buongiorno!"

"Buongiorno," rispondemmo, sbadigliando.

"Astra, Jaycee ha detto che oggi pomeriggio abbiamo un allenamento extra, dopo che i primini hanno finito con le lezioni di volo," disse James.

"Perché?" Di solito ci allenavamo sabato e mercoledì, e poi il venerdì occasionale subito prima di una partita. Mai di martedì. E la partita contro Corvonero non sarebbe venuta prima di qualche settimana.

"Non lo so," disse James, facendo spallucce. "Ha detto che ha avuto delle idee durante le vacanze di Natale che vuole provare."

Il giorno passò in fretta. Hagrid ci fece studiare le Salamandre. Non fu poi così male, finché Luke non diede fuoco ad un albero per sbaglio. Riuscimmo a spegnerlo, ma il fumo rovinò la lezione, e nessun altro voleva più avvicinarsi alle Salamandre.

Pozioni stava andando molto meglio rispetto al semestre precedente, perché ero tornata a lavorare con Rose (con sua grande delusione). Certo, Sulcan era sempre pessimo, ma quel giorno sembrava un po' distratto.

In Difesa Contro le Arti Oscure, le uniche persone i cui temi avevano raggiunto la lunghezza minima erano Rose, Ciara, e qualche Corvonero. La professoressa Weasley passò parecchi minuti a spiegare in dettaglio come avremmo potuto svolgere il tema, anche se ora era troppo tardi. Mi chiesi come mai non ci aveva detto tutto questo prima.

Alla fine, però, le lezioni terminarono. Mi ero chiesta per tutto il giorno che tipo di nuova tattica avesse Jaycee che non poteva aspettare il giorno dopo. Decisi che avrei visto le lezioni dei primini.

Lasciai Albus e Colette in sala comune e mi diressi al campo. Era una giornata fredda e tempestosa. La neve sotto i piedi scricchiolava mentre camminavo. Mi strinsi il mantello mentre il vento mi sferzava, minacciando di strapparmelo. Non invidiavo i primini in quel momento. Almeno noi avevamo esperienza in ogni tipo di meteo; pochissimi tra di loro avevano mai provato a volare con un vento del genere, probabilmente.

Nel  frattempo che raggiunsi il campo, però, i primini se ne stavano andando. Mi stavo chiedendo perché quando emerse madama Bump, che portava via uno dei primini. Ero quasi sicura che fosse Oliver Dursley. Fermai una delle Tassorosso e le chiesi cosa fosse successo.

"Oliver ha perso il controllo della scopa," disse lei, guardando impietosita verso di lui. "È volato dritto negli spalti. Forse è stato il vento..."

"Non essere ridicola, Cadence," disse una Corvonero che riconobbi come Trinity Coleman, una ragazzina maleducata che sembrava avere una bassa opinione di tutto e tutti (me in particolare), in base a ciò che l'avevo sentita dire. "Non è stato il vento. È stato il fatto che non sarebbe capace di volare su una scopa manco se dovesse salvarsi la vita."

"Non è bello da dire!" Esclamò Cadence. "Oliver vola bene come... Un sacco di persone!"

"Già. Neonati." Trinity ghignò ed andò via.

La guardammo allontanarsi, poi Cadence sospirò e disse, "Madama Bump pensa che si sia rotto un braccio, ma non è sicura. Però dice che starà bene."

"Almeno questo," dissi, sorridendo leggermente. "Poverino..."

Cadence annuì. "Beh... Ciao!" Corse per il sentiero per unirsi a delle amiche che la aspettavano. Mi feci strada nella sempre più rada folla di primini e andai negli spogliatoi.

Jaycee era già presente, ma era l'unica. Sembrò sorpresa di vedermi. "Sei in anticipo."

"C'è una prima volta per tutto. E poi, i primini hanno finito in anticipo. Uno di loro è finito contro gli spalti."

Jaycee alzò un sopracciglio, guardando verso la porta. "Starà bene?"

"Sono sicura di sì, quando arriverà da Madama Chips."

Sorrisi, e Jaycee ricambiò. "Ottimo. Beh, immagino che possiamo solo aspettare gli altri."

Non ci volle molto prima che arrivassero. Nessuno sembrava particolarmente felice di volare oggi; il vento avrebbe reso difficile tenere dritte le scope, e si congelava, soprattutto col vento che ci sferzava i vestiti una volta in alto. Il costante pericolo di pioggia non era d'aiuto. Jaycee ci fece raggruppare attorno a lei in aria.

"Sentite, negli scorsi anni siamo andati alla grande," disse Jaycee. "Tuttavia, Corvonero e Tassorosso si sono allenati tanto quanto noi. Non sono pronti ad un cambiamento al vertice. Sfortunatamente per loro, noi lo siamo."

"Va bene..." disse Fred, accigliandosi. "Siamo invincibili. Perché siamo qui?"

"In primo luogo, entrambe le squadre hanno preso scope nuove, più veloci, per i Cercatori," disse Jaycee. "Hanno allenato Portieri e Cercatori per riconoscere le nostre strategie e contrastarle. Si stanno facendo furbi."

"E tu hai inventato tutte tecniche nuove per questo motivo," disse James, sospirando.

"Esatto!" Jaycee sorrise. "Ci vorrà molto lavoro, ma ne varrà la pena!"

L'allenamento durò fino a cena. Jaycee aveva una sola tattica nuova per me, la Finta Wronski, che fu piuttosto facile da capire dopo averla eseguita qualche volta. Già prima facevo finti tuffi per ingannare l'altro Cercatore, ma nulla di così pericoloso. Non mi ero mai gettata intenzionalmente verso terra per poi rialzarmi all'ultimo secondo, quindi Jaycee non mi lasciò provare molte volte. Mi fece mettere sopra gli altri e mi diede un foglio con tutte le strategie altamente dettagliate. Il mio compito era osservare e controllare che tutti facessero ciò che dovevano fare, e fu effettivamente così, per la maggior parte.

Le strategie erano molto più complesse ora. I Cacciatori dovevano volare per tutto il campo, tuffandosi e facendo finte per superare gli avversari. James e Fred dovevano scegliersi un bolide a testa e seguirlo quando lo colpivano, così da poterlo colpire di nuovo anziché lasciarlo agli altri Battitori. Il Portiere, Drake Baston, passò un'insana quantità di tempo a sfrecciare per bloccare Pluffe da posizioni in cui non si sarebbe mai trovato in una vera partita, ma la pratica sembrò migliorare la sua velocità e i suoi tempi di reazione.

Era tardi quando arrancammo verso il castello, tremanti e bagnati. Aveva iniziato a piovere, ed ora eravamo infreddoliti e del tutto inzuppati, una combinazione che portò la spiacevolissima sensazione di essere congelati fino al midollo. La Sala Grande era quasi vuota quando entrammo, e tutto il cibo era sparito, tranne che per sette piatti al tavolo di Grifondoro. Era freddo, certo, ma aveva comunque un ottimo sapore.

Mangiammo in gruppo, prendendo in giro Jaycee per le sue tattiche, e per come ci saremmo tutti ammalati e avremmo dovuto dare forfeit alla partita perché avevamo passato tutta la settimana sotto la pioggia. Jaycee la prese bene, ci disse solo di studiare le tattiche. Saremmo stati imbattibili. Dopo qualche colpetto giocoso da parte di Drake Baston, lei ammise che, forse, allenarci fino a praticamente saltare la cena non era sempre necessario.

Tornammo in sala comune, dove ci separammo per andare a toglierci le divise ancora bagnate. Quando scesi di nuovo, asciutta e molto più al caldo, cercai Colette ed Albus per la stanza.

Erano rintanati in un angolino, alla larga da tutti. Sembrava che stessero provando a fare l'ultimo tema della professoressa Weasley.

"Adoro zia Hermione, ma questa è una tortura," disse Al quando andai da loro. Appoggiò la testa sul tavolo, mentre Colette prese un libro ed iniziò a sfogliarlo.

"Ciao," dissi di buon umore, sedendomi di fronte a loro.

"Come è andato l'allenamento?" Chiese Al, la cui voce era leggermente attutita dal tavolo di legno.

"Molto freddo e bagnato." Tremai.

"Sembra meglio di questo," brontolò Colette.

"Nemmeno Rose sa come fare una descrizione dei Avvincini lunga centoventi centimetri," disse Albus.

"Quando torna tuo padre?" Avevo fatto la stessa domanda più di una volta in quelle settimane, solo per ricevere la stessa risposta ogni volta.

Al alzò leggermente la testa. "Astra, se lo scopro, sarai la prima a saperlo."

"Ciao!" Qualcuno si sedette vicino a me. Mi girai e vidi Pip, che sorrideva raggiante. Mi guardai attorno nel panico, ma Pip sembrava essere da solo.

"Niente Elmer?" Chiesi, giusto per essere sicura.

"È stanco," disse Pip. "Ha detto che andava a letto presto."

Colette chiuse il libro di scatto. "Possiamo esserti utili?"

"Volevo solo dire ciao..."

"Ciao," disse Albus allegro. "Come te la passi?"

"Alla grande. Tranne Pozioni."

"È così per tutti tranne che per i Serpeverde," dissi io.

Colette sospirò pesantemente ed aprì di nuovo il libro, chiaramente più incline a finire il tema che a parlare con Pip. Albus invece sembrava contento della distrazione, ed io ero contenta di una scusa per non dover iniziare subito quell'emicrania di un tema.

Pip si lamentò un altro po' di Pozioni, poi sembrò ricordarsi qualcosa. "Oh, giusto, mi chiedevo una cosa."

Sbirciai verso Al. "Ah sì?"

Pip annuì. "Che ne pensi di Elmer?"

Sospirai. "Ti ha detto lui di chiedermelo?"

Pip divenne color rosso brillante. "Cosa? N-no, non lo ha fatto!" Balbettò.

"Come no." Scossi la testa. "Digli che ancora non ha possibilità."

Pip sembrò sorpreso. "Perché?"

Sbattei gli occhi. "È che... Cioè... Non le ha e basta." Non avevano capito quando glielo avevo detto l'ultima volta, e se proprio volevano saperlo, avrebbero dovuto farsi un'idea in quel momento.

Pip fece spallucce. "Okay. Ma... Cioè... Non è per questo che-"

"Va bene, Pip, non sei venuto per questo motivo," disse Al, ridacchiando. "Ciao."

"Ciao!" Pip saltò su e corse verso il suo dormitorio.

Il tema fu difficile quanto previsto. Ci mettemmo una vita, e mi arresi ai novanta centimetri. Avevamo esaurito qualunque fonte sugli Avvincini che avessimo trovato, e non era rimasto nessuno in sala comune a quel punto. Andammo a letto.

I giorni successivi furono pazzi. Jaycee tenne altri due allenamenti quella settimana, e tutti noi vivevamo nel terrore di Difesa Contro le Arti Oscure. Albus, Colette, ed io facevamo tardi a quasi ogni lezione, perché dovevamo fare giri lunghi per evitare Elmer e Pip ogni volta che li vedevamo. Ovviamente, ciò ci mise la paura costante di essere attaccati, perché i corridoi in cui finivamo sembravano quasi sempre vuoti; i posti perfetti per diventare vittime.

Un pomeriggio, stavamo evitando la sala comune perché ci sarebbe stato Elmer. Decidemmo di iniziare a lavorare sulle carte astronomiche per Astronomia in biblioteca. Le avevamo appena tirate fuori quando Lily, Eviana, ed Evie corsero da noi.

"Astra! Ci serve aiuto!" Disse Lily con un forte sussurro.

"Per cosa?" Chiesi distrattamente, cercando di capire quale fosse il verso giusto della carta.

"Abbiamo litigato," disse Eviana seria. "Con Adalyn Lostry."

Quello attirò la mia attenzione. Posai la piuma. "Voi cosa?"

"Diceva che sei una persona orribile!" Esclamò Lily. "È colpa sua!"

"E ha detto che Nico ha ragione su di te," disse Evie in un sussurro spaventato. "Nico Jasper."

"Va bene..." Sospirai. "Cosa volete che faccia?"

"Maledirla," disse Lily in tono pratico.

"Perché non lo fate voi?" Albus chiese irritato. "Siamo un po' occupati."

"Beh, Adalyn è al secondo anno," disse Lily, alzando gli occhi al cielo. "Conosce più incantesimi di me! Ma Astra conosce più incantesimi di lei. Quindi è perfetto!"

"Lily, Adalyn sta sempre dietro Ciara Malfoy e Nico Jasper. Non posso affrontare tutti e tre."

Lily fece il musetto. "Per piacere?"

"Lily..." Sospirai, guardando i miei amici.

"Buona fortuna," disse Colette, alzando gli occhi al cielo. Albus scosse la testa, accigliandosi.

Guardai di nuovo Lily. "Ti prego ti prego ti prego ti prego ti pre-"

"Va bene!" Sospirai. "Andiamo a cercare James. Ci aiuterà."

Lasciammo Albus e Colette alle loro carte, e andammo alla ricerca di James. Eviana lo aveva visto nella nostra sala comune un po' di tempo prima. La ricerca non durò molto, perché era ancora lì, a giocare a Spara Schiocco con alcuni del quinto anno.

"James! Ci serve il tuo aiuto!" Lily lo trascinò via dalla partita proprio nel momento in cui le carte esplosero, con suo grande dispiacere.

"Ho da fare, Lils!"

"È importante," disse lei, ergendosi in tutta la sua altezza, cioè più o meno fino alle spalle di James. "Ci serve una mano per maledire qualcuno."

James si guardò attorno curioso. "Chi?"

"Adalyn Lostry! È cattiva, e dice che Nico Jasper ha perfettamente ragione su Astra, e-"

"Ha detto cosa?" James fissò la sorella. "Quella piccola-"

"Spero tu stia per dire qualcosa di appropriato," Eviana disse calma. "Cosa direbbe tua madre se tu dicessi parolacce di fronte a tre bambine?"

James la fissò. "Giusto. Scusa." Poi scosse la testa e si girò verso di me. "Ha detto quelle cose e non hai fatto nulla?"

"Non ero lì! Lily è venuta in biblioteca a dirmelo."

"Andiamo!" Lily prese le mani mie e di James e ci trascinò fuori dalla sala comune. La seguimmo all'ingresso, poi James si fermò. "Lily, dov'è Adalyn, di preciso?"

"Non lo so. Ancora in sala comune, forse." Lily fece spallucce. "La troveremo."

Eviana alzò un sopracciglio. "Lily, è passata un'ora da quando sei venuta da me..."

"Beh, la troveremo," disse Lily convinta. "Andiamo!"

Si scoprì che non c'era bisogno di andare alla sala comune di Serpeverde. Incontrammo Adalyn per strada, ma non era sola.

"Oh, guardate, mini-Potter ha trovato i rinforzi," disse Nico alzando gli occhi al cielo.

Lily, a differenza di ciò che avrebbero fatto molti primini più saggi, non vacillò. "Bisogna essere forti per ammettere di aver bisogno d'aiuto."

"Il che ti rende piuttosto patetico, Jasper," disse James, avvicinandosi alla sorella. "Non credo ammetteresti alla qui presente Malfoy che ti serve il suo aiuto per tutto."

"Senti chi parla, Potter. Tu e Lewis siete i leader del Fai-da-Te a scuola," disse Ciara arrabbiata.

Sia Evie che Eviana indietreggiarono. Non credevo che Lily le avesse preparate alla prospettiva di affrontare Nico e Ciara, e non ne sembravano entusiaste.

"Non so di cosa tu stia parlando," stava dicendo James.

"Quando avete inseguito da soli Wren Predatel al primo anno, tanto per dirne una," disse Ciara. "E l'anno scorso, quando Astra ha capito che eravate stati rapiti e si è trascinata dietro mio fratello invece di un insegnante!"

"Si chiama coraggio, Ciara, una cosa che secondo me ti manca," dissi. "Se uno qualunque di voi fosse stato al mio posto, avrebbe fatto lo stesso."

"No, avrei chiamato un insegnante perché non sono stupida," intervenne Adalyn.

Lily estrasse la bacchetta. "Astra non è stupida!"

"Oh, davvero?" Chiese Adalyn, alzando un sopracciglio verso Lily.

"Guardate mini-Potter," disse Nico in una finta vocetta infantile. "Pensa di poterci affrontare."

"Non parlare a mia sorella in quel modo, Jasper!"

Nico rise. "Spero che quella piccola traditrice del suo sangue sia la prossima vittima."

Caos assoluto, in un istante. James balzò in avanti e bloccò Nico contro il muro, togliendogli la bacchetta da mano nel frattempo. Adalyn urlò, e Lily sfruttò l'occasione per lanciare Everte Statim, facendo cadere Adalyn. Ciara ed io cogliemmo al volo l'opportunità e, in circa un secondo, puntai la bacchetta contro Adalyn, e lei la puntò contro Lily, che lei subito disarmò. Notai Evie ed Eviana che correvano via, chissà dove. Poi, silenzio. Tutti gli occhi puntati su James e Nico.

James era abbastanza più grosso di Nico, il che gli dava un vantaggio, dato che entrambe le loro bacchette erano sul pavimento a circa un metro di distanza. Con un braccio teneva Nico contro il muro, e con l'altro gli bloccava una mano, dato che Nico stava provando a dargli un pugno.

"Rimangiatelo," disse James a denti stretti.

Nico fece finta di pensarci. "Sto bene così."

"Lily non sarà la prossima vittima, mi sono spiegato?"

"E io che c'entro?" Nico ghignò.

"Ci sei tu dietro gli attacchi, vero?" Forse era una buona cosa il fatto che James non avesse la bacchetta, perché non ero sicura che non avrebbe ucciso Nico in quel momento.

"Cosa?" Chiese Nico.

"Odi i nati babbani più di chiunque altro!" Esclamai. Che voleva dire, Cosa?

"Non so se non l'hai notato, Lewis, ma quel maledetto aggressore non è stato molto schizzinoso con le vittime," sputò fuori Nico. "Erano entrambi Purosangue!"

"Proprio ciò che faresti per metterci tutti fuori strada!" Disse James, guardandolo malissimo. "Sanno tutti che non hai una coscienza!"

Proprio in quel momento fummo interrotti. Evie ed Eviana erano tornate, portando la professoressa Patil. Lei sembrava completamente sconcertata di fronte a questa scena. "Cosa pensavate di fare?"

James fece cadere Nico, ed io e Ciara abbassammo le bacchette. Nessuno parlò.

"Beh, posso dire che sono sconvolta?" Disse la professoressa Patil, scuotendo la testa. "Dovreste saper fare meglio di così."

"È colpa loro," borbottò Lily, indicando Nico, Adalyn, e Ciara.

"Sono sicura che sia colpa di tutti." La professoressa Patil sospirò. "Punizione, per tutti. E credo proprio che dovremmo parlare col preside."

la professoressa Patil ci condusse verso l'ufficio di Pouri. Eviana sembrava dispiaciuta quando le passammo davanti, e bisbigliò, "Scusa," mentre lei ed Evie si mettevano in fila dietro di noi.

Pouri fu altamente deluso. Diede una punizione extra a Nico e James, e fece a tutti noi un approfondito sermone sui danni che le voci possono causare alla sicurezza della scuola. Perdemmo dieci punti a testa, cosa che non toccò James e me come gli altri. Lily era Serpeverde, quindi la loro Casa aveva perso il doppio dei punti rispetto a noi. Ovviamente ci dispiaceva per Lily, ma Serpeverde se lo meritava.

Lily era molto soddisfatta di sé quando scendemmo le scale. Dopo che Nico, Ciara, ed Adalyn furono fuori vista, iniziò a vantarsi con tutti di come avesse affrontato Nico Jasper. James alzò gli occhi al cielo quando noi due lasciammo le ragazze e tornammo verso la sala comune. "Si monterà la testa così tanto, ora."

"Proprio tu non puoi parlare," lo presi in giro.

James ridacchiò. "Già, neanche tu." Continuammo in silenzio per un minuto, poi James si fermò. Eravamo in mezzo ad un corridoio deserto. Mi girai verso di lui, confusa.

"Astra, tu ed Al non state insieme, vero?"

"Ew, no." Rabbrividii, ridendo. "I ragazzi sono disgustosi, James."

James rise. "Sono serio, però. Non è vero, oppure sì?"

"No, ovviamente no. Saresti il primo a saperlo se uscissi con qualcuno," dissi, alzando gli occhi al cielo. "Albus è il mio migliore amico, James. Non voglio fidanzarmi con lui."

James annuì. "Ottimo. Bene." Alzai un sopracciglio, e lui subito si corresse, "Cioè, non ottimo che non stiate insieme, ma che non stiate insieme senza che me lo diciate..." Arrangiò un sorrisetto, poi spiegò, "Mi è concesso di preoccuparmi di cose simili, Astra. Fai parte della famiglia."

Sorrisi. "Certo che ne faccio parte." James sorrise, poi ripartimmo di nuovo verso la sala comune.




Spigolo autore.

Se la storia vi piace, vi chiedo di lasciare un voto, un commento, e di andare a leggere l'originale che merita davvero.

Alla prossima!

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