Capitolo 14 - Un incantesimo molto speciale
"È impossibile." Mi presi la testa fra le braccia e mi appoggiai sul tavolo, al limite della frustrazione. Ciara, di fronte a me, guardava malissimo il muro con un atteggiamento simile.
"Potremmo studiare insieme," suggerì lei, "ma finirò per fare tutto il lavoro io, dico bene?"
Alzai la testa. "Stai dicendo che sono stupida? Perché non è così. Vuoi studiare incantesimi? Mangerai la mia polvere."
Ciara sospirò. "Quindi studiare non va bene. Neanche il Quidditch, perché diventerebbe una competizione molto poco amichevole."
Alzai gli occhi al cielo. "Non sai niente dei babbani, quindi immagino tu non abbia mai letto i loro libri."
"Per quale diamine di motivo dovrei volerli leggere?"
"Appunto." Abbassai di nuovo la testa. "È impossibile avere a che fare con te."
"Guarda chi parla," replicò gelida. "Sono io quella che ha proposto più idee."
"Magari se ti venissero idee meno stupide..."
"Chiudi il becco."
Rimanemmo in un silenzio di pietra per parecchi minuti. Eravamo in Sala Grande nel bel mezzo del mattino di domenica. Una cosa rara per me. Sembrava essere rara anche per gli altri, perché eravamo le uniche presenti. Ecco perché sobbalzammo quando le enormi porte si aprirono.
Scorpius venne verso il lungo tavolo di Serpeverde dove eravamo sedute, e si sedette vicino alla sorella. "Come va?"
"Bene, più o meno come quanto tu hai provato ad insegnare ad Elcie a volare su una scopa," disse Ciara, alzando gli occhi al cielo.
"Hey, adesso sa volare, è questo che conta."
"Grazie a me," disse Ciara, sorridendo al fratello.
"Chi è Elcie?" Intervenni.
"La mia altra sorella," rispose Scorpius. "Come fai a non saperlo?"
"Quanti anni ha?"
"Dieci."
Li fissai. Non avevo mai neanche pensato di chiedere a Scorpius se avesse altri fratelli o sorelle. Avevo sempre pensato che fossero solo loro, anche se non capivo il perché. Non avevano detto mai nulla in merito, e fui leggermente sorpresa di sapere che l'avevo dato per scontato.
"Inizia Hogwarts l'anno prossimo," disse Ciara, alzando gli occhi al cielo. "La cara Rose non te lo ha mai detto? Di certo lei sa tutto."
Questa volta su Scorpius ad alzare gli occhi al cielo, e sbuffò scocciato. "Comunque, i vostri piani non stanno andando bene, giusto?"
"Chiaramente no."
"Beh, ho una soluzione."
"Ah, davvero?" Ciara alzò un sopracciglio, tentando di nascondere un sorriso. All'improvviso mi ritrovai a desiderare di avere un fratello. Quanto sarebbe stato divertente? E non Cameron Lewis, perché quel bambino era un moccioso mega-galattico, ma un vero fratello. Mi ripresi in fretta quando Scorpius iniziò a parlare.
"Ho chiesto al professor Sulcan di mettervi come partner per il resto del trimestre, in Pozioni. Ha detto di no, ma poi sono andato a chiedere a Pouri e lui ha detto sì, quindi ora voi due siete partner fino alle vacanze di Natale."
Fissai Scorpius orripilata. "È una cosa terribile!"
"Sulcan la odia! Rovinerà tutto ciò che farò!"
"Beh, sarà la prova definitiva che potete andare d'accordo. E poi, sono sicuro che Astra sarà più che felice di lasciarti fare tutto il lavoro."
"Accomodati pure," dissi, scuotendo la testa.
"E, Ciara, tu sei la sua preferita, quindi non si arrabbierà con te. Il che vuol dire che non si arrabbierà così tanto con Astra."
Ciara ed io ci scambiammo uno sguardo scettico. Poteva funzionare davvero? Se avessimo evitato di esploderci a vicenda nel frattempo, sì, ma era un grande se. Avevo il sentore che questi cambi di partner erano stati fatti così che Scorpius potesse stare con Rose per un po'.
Sfortunatamente, non c'erano alternative. Scorpius aveva già preparato tutto, potevamo solo assecondarlo. Ciò non volle dire che Pozioni divenne meno orribile, tutt'altro. Francamente, fu pessima.
Ciara si unì a me al lato Grifondoro della stanza. "Con un po' di fortuna sarai una buona influenza per quegli incapaci," Sulcan disse mentre lei spostava le sue cose, scambiando il posto con Rose. Nico fu completamente orripilato all'idea di rimanere incastrato con Rose Weasley, e la costrinse a scambiarsi con il partner di Scorpius. A lei non sembrò dispiacere più di tanto.
Ciara passò i primi minuti della lezione a guardar male i suoi libri, mentre Sulkan spiegava come preparare l'Antidoto ai Veleni Non Comuni. Dall'altro lato del tavolo, Colette ed Albus continuavano ad incrociare il mio sguardo e a trattenere le risate. Feci del mio meglio per ignorare sia loro che l'immensamente scocciata ragazza al mio fianco.
Finalmente, Sulcan ci fece lavorare. Sbirciai verso Ciara. "Um..."
"Schiaccia gli aculei di Billywig," disse freddamente, passandomi una bottiglia con gli ingredienti. "Tirane fuori il succo."
Lavorammo in silenzio per il resto della lezione. Ciara fece la maggior parte del lavoro, e a me andava bene così. Ci evitammo l'un l'altra il più possibile in quello spazio ristretto. Ciara era brava a Pozioni, dovetti ammetterlo, e la nostra fu giudicata come la migliore della classe. Fu quasi divertente vedere le emozioni contrastanti che attraversavano il viso di Sulcan mentre si complimentava con la sua studentessa preferita e quella più odiata. Almeno questa decisione infastidiva pure lui.
Ovviamente, fece sapere a tutti che molto probabilmente io non avevo fatto quasi nulla. Prima che Ciara riuscisse ad andarsene, le dissi che alla prossima lezione avrei fatto di più, solo per ripicca contro Sulcan, che le piacesse oppure no. Lei mi rivolse uno sguardo profondamente addolorato prima di andarsene.
Nel frattempo successero anche altre cose. Qualcuno (James) si era lasciato sfuggire che seguivo "lezioni avanzate" con il signor Potter, ed ora ero costantemente circondata da studenti più piccoli che mi chiedevano aiuto su come imparare gli incantesimi. Gli davo consigli rapidi, perché venivano da me sempre quando dovevo andare a scontare una punizione o ad allenarmi a Quidditch o a lezione. Tuttavia, la prima settimana di Novembre, Lily mi beccò il sabato e mi chiese di insegnare a lei e ai suoi amici l'incantesimo Everte Statim.
A quanto sembrava, c'erano state altre litigate con primini cattivi, e volevano un incantesimo affidabile per difendersi che i loro avversari non avrebbero conosciuto. Tutte e tre avevano setacciato i loro libri di incantesimi del primo anno, senza successo. Dunque, avevano rubato il libro del quarto anno di James e avevano preso il primo incantesimo difensivo che avevano trovato. Avevano decisamente scelto bene.
Everte Statim causava una rapida fitta di dolore, e faceva inciampare la vittima. Un mago particolarmente abile poteva usare l'incantesimo per lanciare le persone per aria. Quello era l'effetto a cui Lily, Evie, ed Eviana erano interessate. Sfortunatamente, non potevo garantire che ci arrivassero.
"Dove possiamo allenarci?" Lily chiese mentre venivo trascinata via a malincuore da un'accesa partita a Spoons. Avevo già perso, ovviamente, ma ogni round diventava sempre più intenso.
"Non lo so," dissi. La Stanza delle Necessità era una buona opzione, ma Colette stava facendo i suoi esperimenti, quindi non saremmo potute entrare. Ciò le avrebbe portate a chiedere perché, e non mi sentivo in grado di mentire alle tre ragazzine.
"Che ne dite della Torre di Astronomia?" Suggerì Eviana. "Di solito è vuota di sabato."
"Um, certo." La classe di Astronomia era quasi vuota, ad ogni modo, perché la usavamo solo per tenerci i telescopi. Le lezioni si svolgevano sempre sul tetto. Dovevamo solo assicurarci di non mirare verso l'armadio e sarebbe andato tutto bene.
Arrivate alla Torre, le feci dividere. Mostrai l'incantesimo, poi feci provare loro, aiutando con i movimenti della bacchetta e cose simili ogni tanto. Evie era decisamente più in difficoltà delle altre due. Non riusciva a dire la formula. Mentre Lily ed Eviana stavano avendo più successi che fallimenti, Evie non era riuscita a lanciare l'incantesimo neanche una volta.
"Ee-Ver-te STA-tim," dissi lentamente. "Devi dire così."
"Ee-Ver-te STA-tim," disse lei a scatti.
"Ottimo. Ora dillo più in fretta, e punta la bacchetta verso di me."
Dopo parecchi tentativi, finalmente ci riuscirono. Lily ed Eviana applaudirono alla loro amica. Lei arrossì leggermente e sorrise. "Credo di aver capito ora."
Si allenarono comunque un po' di più. Non era un incantesimo difficile; il movimento della bacchetta consisteva semplicemente nell'agitare la bacchetta verso l'avversario. Lo avevano imparato in fretta, ma ero sicura che chiunque nel mio anno ci sarebbe riuscito l'anno successivo.
Dopo essere state lassù per quasi un'ora, decisero di farlo un ultima volta, insieme. Si divisero nella stanza e si disposero a triangolo. Lily contò, poi tutte e tre lanciarono l'incantesimo.
Non so se avessero mirato contro qualcosa, perché in tal caso, non lo avevano colpito. Gli incantesimi colpirono i muri e rimbalzarono verso il centro, dove si scontrarono con un tale impatto che venimmo tutte buttate a terra. Non sarebbe stato un problema se, contemporaneamente, non avessi sentito il ripugnante suono del vetro che si rompeva, e non avessi visto ogni finestra esplodere verso l'esterno.
Mentre Lily, Evie, ed Eviana fissarono il caos con orrore, corsi verso l'armadio dei telescopi, pregando silenziosamente per l'impossibile. Ti prego, fa che non si siano rotti... Aprii la porta del guardaroba, e parecchi telescopi caddero sul pavimento. C'era vetro rotto in tutto l'armadio. Ottimo.
Nel frattempo la professoressa Sinastra, l'insegnante di Astronomia, aveva sentito l'esplosione ed era venuta ad investigare. Annunciò la propria presenza con un rumoroso sussulto, poi corse verso l'armadio aperto, spingendomi via. Cadde sulle ginocchia, e sollevò alcuni dei telescopi che produssero suono di vetri rotti. Ebbi quasi paura che piangesse.
Dopo un minuto, si girò verso di me. "Che cosa hai fatto?" Chiese senza emozioni.
"Non è stata Astra!" Esclamò Eviana.
"Siamo state noi, non volevamo farlo," disse Lily.
La professoressa Sinastra spostò lo sguardo da me a loro, poi di nuovo su di me. "Cosa stavate facendo?"
"Ci stava insegnando un incantesimo, Everte Statim, ma noi tre lo abbiamo lanciato allo stesso momento e gli incantesimi sono entrati in collisione, esplodendo. Non lo abbiamo fatto apposta!"
La professoressa Sinastra sbatté gli occhi, poi disse neutra, "Dieci punti in meno a qualunque Casa voi tre apparteniate, a testa. Via."
Non ci fu bisogno di dirlo due volte. Ci era andata bene, e lo sapevamo, e non volevamo aspettare che anche lei se ne rendesse conto.
Quando raggiungemmo la sala comune di Grifondoro, le salutai e le lasciai a cercare altri modi di intrattenersi. Forse i miei compagni stavano ancora giocando a Spoons. Sfortunatamente, no, ma trovai Louis Weasley che cercava qualcosa febbrilmente. Quando mi vide, si rilassò. "Eccoti. Ti ho cercata dappertutto."
Mi accigliai. "Perché?"
"Zio Harry vuole vederti."
"Oh, va bene. Grazie." Mi rilassai. Si trattava di un'altra lezione. Non poteva aver già saputo della Torre di Astronomia, soprattutto se Louis mi aveva cercato dappertutto. Andai di fretta verso la classe di Difesa Contro le Arti Oscure.
Il signor Potter mi stava aspettando, e sorrise caldamente. "Eccoti qui. Louis deve essersi addormentato mentre ti cercava."
Feci spallucce. "Forse non ha cercato abbastanza a fondo."
Il signor Potter annuì, alzando le sopracciglia. "Suppongo sia così."
"Quindi..." dissi dopo un minuto, "Che facciamo?"
"Giusto," disse il signor Potter. "Astra, ho deciso di insegnarti l'Incanto Patronus."
Ebbi l'impressione che la cosa avrebbe dovuto farmi un certo effetto, ma non fu così. Non sapevo cosa fosse. Sbattei gli occhi. "Il cosa?"
"L'Incanto Patronus. È uno dei più complessi pezzi di magia che esistano, ma l'ho imparato al mio terzo anno, e mi piacerebbe vedere se ci riesci anche tu."
"Che cosa fa?" Chiesi, la mia curiosità ormai stuzzicata.
"Beh, è utile per scacciare i Dissennatori, e l'Ordine della Fenice scoprì come usarli per mandare messaggi parecchi anni fa, per chi ne è capace. Ecco, ti faccio vedere." Estrasse la sua bacchetta, e disse, "Expecto Patronum."
Immediatamente, un raggio di luce bianca eruppe dalla sua bacchetta. Prese forma, la forma di un cervo. Sembrava irradiare la stanza di calore e felicità. Rimasi molto delusa quando sparì qualche istante dopo.
"Anche il tuo Patronus potrebbe assumere una forma, se padroneggi l'incantesimo," stava dicendo il signor Potter. "Non so quale. Non scoraggiarti se non ci riesci subito. Molti impiegano anni per produrre un Patronus corporeo, e alcuni non ci riescono mai."
"Che cos'è? Come ha fatto a rendere tutto così... così meraviglioso?"
"È una proiezione dei tuoi ricordi più belli, di tutto ciò di cui si cibano i Dissennatori - speranza, felicità," disse il sugnor Potterm ridendo. "Ma non può provare disperazione. Ecco perché è un ottimo scudo contro i Dissennatori."
"Cos'è un Dissennatore?"
Per circa un secondo, il signor Potter mi fissò come se mi fosse cresciuta una seconda testa. Subito sorrise e disse, "Ma certo, come ho fatto a dimenticarlo? Non lo sai, vero? Sono le guardie della prigione di Azkaban. Non sai cos'è, ovviamente."
"Ovviamente." Mi sedetti su una delle sedie, aspettandomi una lunga spiegazione. Non rimasi delusa.
"I Dissennatori prosperano nel decadimento e nella miseria; prosciugano pace, speranza, e felicità dall'aria attorno a loro. Se ti avvicini troppo ad un Dissennatore, ogni bella sensazione, ogni ricordo felice ti verrà tolto. Se può, il Dissennatore si ciberà della tua felicità abbastanza a lungo da farti diventare qualcosa simile ad esso - malvagio e senza anima. Rimarrai solo con le peggiori esperienze della tua vita. È terribile che sottopongano i prigionieri a tutto questo."
Rabbrividii. "È... È macabro. Come può qualcuno meritarsi una cosa del genere?"
"Alcuni, come i vecchi servitori di Voldemort, potrebbero. Lucius Malfoy, Alecto ed Amycus Carrow, Rabastan Lestrange, e suo figlio, Orion. Ciononostante, rimane una cosa orribile. Riduce una persona ai loro peggiori ricordi, e loro devono averne parecchi."
"Come fa un Patronus a fermali?" Squittii. I Dissennatori sembravano tremendi, ed ero felice di non doverli mai incontrare. Mai sarei finita ad Azkaban, per nessun motivo.
"I Patronus sono proiezioni di bei ricordi, quindi speranza e felicitò, no? Non possono provare disperazione, però, quindi funzionano come uno scudo di cui i Dissennatori possono cibarsi ma senza subirne l'effetto."
"Come si fa?" Mi stavo entusiasmando di fronte a questa sfida. Uno degli incantesimi più difficili al mondo? Perfetto.
"Devi concentrarti su un ricordo felice, con tutta te stessa. Non può essere felice e basta, però. Deve essere il ricordo più bello che hai."
Mi setacciai il cervello alla ricerca di qualcosa. Niente prima che venissi ad Hogwarts, ovviamente. Finalmente, scelsi la prima volta in cui avevo preso il Boccino ad una partita. Tutti esultavano; ricordavo ancora di come mi ero schiantata a terra, ma neanche me ne accorsi perché avevo preso il Boccino.
"La formula è Expecto Patronum," disse il signor Potter. "Ora, concentrati sul ricordo e dillo."
Preparai la bacchetta. Concentrarsi su un ricordo e dire una nuova formula al tempo stesso era difficile. Finalmente ci riuscii. Un piccolo sbuffo d'argento uscii dalla mia bacchetta.
Mi sentii sorridere. "Era quello?"
Il signor Potter annuì. "Un buon inizio. Che ricordo hai scelto?"
"La prima volta che ho preso il Boccino in una partita vera."
Lui annuì di nuovo. "È quello il ricordo più felice?"
Sospirai. "Forse no. È difficile, su due piedi."
"Lo so. Ci ho messo del tempo. A volte, puoi anche solo pensare alle persone che ami, e funzionerà. Adesso, penso alla mia famiglia."
Annuii lentamente. Anche io potevo pensare ai Potter. Erano la cosa più vicina ad una famiglia che avessi. "Va bene." Alzai di nuovo la bacchetta. "Expecto Patronum."
Questa volta, una pallina argentata uscì dalla mia bacchetta, riempiendo la stanza di luce e calore. Sorrisi.
Il signor Potter mi sorrise. "Ti piacerebbe provare con un Dissennatore? Non uno vero, ovviamente. È un Molliccio, ma prenderà la forma di ciò che mi spaventa di più, così potrai esercitarti con quello."
"Cos'è un Molliccio?"
"Giusto. Un Molliccio è un mutaforma. Si trasforma in qualunque sia la tua peggiore paura. Se riesci a costringerlo in un aspetto comico, si confonderà, e potrai dissiparlo con Riddikulus. Molto presto li studieremo a lezione."
Annuii lentamente, un po' in pensiero. "Si comporterà davvero come un Dissennatore?"
"Sì, anche se non sarà altrettanto forte, ovviamente. Sarà un buon allenamento."
Annuii di nuovo. "Va bene."
Il signor Potter attraversò la classe verso un grosso armadio. Non era in classe quando ci ero stata l'ultima volta, oppure c'era, e non me ne ero accorta. Tremava leggermente, come se qualcosa al suo interno si agitasse. "Pronta?" Chiese il signor Potter. Annuii, alzando la bacchetta.
Spalancò la porta, e vi si piazzò di fronte. Una gigantesca figura ammantata ne emerse. Aveva mani grigie e rachitiche, e dove avrebbe dovuto esserci la faccia sotto al cappuccio, c'erano solo ombre nere. La temperatura nella stanza si abbassò, e tremai leggermente.
"Astra, concentrati," comandò il signor Potter. Era difficile. Iniziavo a sentire la disperazione che si impossessava di me. Non ci sarei riuscita. Vidi tutte le vittime della maledizione Cruciatus al primo anno, e Wren dietro tutto ciò, e i miei sogni terribili, non potevo farcela-
"Concentrati!"
"E-Expecto..." Non potevo farcela. Crollai a terra, tremante ed in lacrime. Ogni brutto ricordo che avevo mi inondava la mente, mi sentii come se venissi congelata di nuovo da Katreena Predatel, tutto stava diventando nero...
Aprii gli occhi qualche minuto dopo e trovai il signor Potter inginocchiato su di me, preoccupato. "Astra, svegliati."
"Sono sveglia," dissi, faticando a sedermi.
"Mangia," disse con urgenza. "È cioccolato. Ti aiuterà."
Accettai di buon grado il cioccolato. Aveva ragione, aiutò davvero. Mi riempì di calore, e riuscii a sorridere leggermente. "Cosa è successo?"
Il signor Potter scosse la testa. "Non dovevo farti provare."
"Tutti svengono?" Chiesi, realizzando che doveva essere successo proprio quello.
"No. La maggior parte no. Ma il fatto che a te succede significa che sei più forte della maggior parte persone, cerca di capirlo.
"Non mi sento più forte."
"La maggior parte delle persone non ha vissuto tutto ciò che è successo a te. È un bel po', tra i Predatel e gli eventi dell'anno scorso, e la perdita di Wren l'anno prima, e il fatto che tutto questo non influenza la tua normalità è eccezionale. Era lo stesso per me, Astra."
Sospirai. "Non è giusto."
"No, non lo è, ma così è la vita. "Il signor Potter ridacchiò. "Sono ridicolo, vero?"
"Un pochino," dissi, ridendo leggermente. Dopo un minuto, mi alzai. "Posso riprovarci?"
"Sei sicura? Non so se sei pron-"
"Sono pronta come lo sarò sempre. Non voglio mai incontrare un vero Dissennatore, ma se succederà voglio essere pronta."
Il signor Potter annuì. "Mi piace quest'atteggiamento. Continua così." Andò verso l'armadio e lo aprì di nuovo.
Ancora una volta, il Molliccio Dissennatore uscì. Questa volta però sapevo cosa aspettarmi. Ero pronta. O così credevo. Non potei impedire alla disperazione di circondarmi all'istante.
"Concentrati!" Urlò la voce del signor Potter nella nebbia.
Feci un respiro profondo. Albus. James. Lily. Uno ad uno, le loro facce attraversarono i miei pensieri. Mi concentrai su di loro, ed alzai la bacchetta."Expecto Patronum!"
La pallina bianca apparve di nuovo, e l'impatto del Molliccio Dissennatore su di me fu considerevolmente ridotto. Il signor Potter balzò in avanti e disse "Riddikulous!" e il Molliccio volò di nuovo nell'armadio.
"Ottimo lavoro," mi fece i complimenti il signor Potter dopo un minuto. "Ottimo davvero."
Feci un largo sorriso. "Non è stato tanto male."
"Ne sono certo," disse il signor Potter, alzando gli occhi al cielo. Iniziai a ridere.
Dieci minuti dopo, stavo cercando Albus e Colette per parlargli di tutto questo. Finalmente li trovai in sala comune a giocare a scacchi.
"Hey, Astra. Dove sei stata tutto il giorno?" Albus chiese quando mi sedetti vicino a loro.
"Ad aiutare tua sorella a vandalizzare la Torre di Astronomia, prima, e poi con tuo padre, dopo."
"Divertente," disse Albus, alzando gli occhi al cielo.
"Cosa hai imparato oggi?" Chiese Colette, accigliandosi verso la scacchiera. Al aveva fatto scacco al suo re, e l'unico modo che vedevo per risolvere la situazione era sacrificare la regina. Chiaramente Colette non accettava questa possibilità, e non si sarebbe mossa senza un'alternativa. Mentre guardavo, allungò la mano verso un pedone.
"Abbiamo iniziato a lavorare sull'Incanto Patronus."
Colette interruppe la mossa. "L'Incanto Patronus?"
Annuii. "Il suo Molliccio è un Dissennatore, quindi mi ci ha fatto allenare; è stato orribile."
Albus mi fissò. "Stai bene?"
"Sono svenuta..." ammisi, sospirando.
"Sei riuscita ad eseguire l'incantesimo?" Chiese Colette, guardandomi con una leggera invidia.
"Ho ottenuto una palla di luce," dissi, alzando le spalle. "Il signor Potter ha detto che era un buon inizio. Un Patronus incorporeo."
Colette non disse nulla, quindi Albus iniziò a farmi varie domande, ad esempio quale ricordo avessi usato e come era il Dissennatore. A quanto pareva, suo padre mandava sempre lui, James e Lily fuori dalla stanza quando c'era un Molliccio in casa, quindi non sapeva di preciso cosa fosse. Nessuno dei due sembrò particolarmente emozionato di fronte alla notizia che li avremmo presto affrontati in classe. Ora sapevo cosa aspettarmi. Il Molliccio Dissennatore era stata l'esperienza più spaventosa della mia vita.
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A cena, Haverna marciò verso il tavolo di Grifondoro, mi afferrò il braccio, e mi trascinò verso il tavolo dei professori. Non avevo idea di cosa stesse succedendo. Avevo fatto qualcosa? Mi fermò proprio di fronte a dove era seduto il signor Potter.
"Harry, sei consapevole che Incantesimi è la mia area di competenza? Che in questa scuola, io sono la professoressa di Incantesimi?"
"Direi proprio di sì, dato che non manchi mai di ricordarci che eseguiamo gli incantesimi 'nel modo sbagliato'," disse il signor Potter, guardandomi curioso. "C'è un motivo per cui Astra è qui?"
"Sì, c'è un motivo," disse lei, chiaramente furiosa. "Incantesimi è la mia area di competenza, e tu mi scavalchi completamente e provi ad insegnarle l'Incanto Patronus?"
"L'Incanto Patronus può tranquillamente essere definito parte anche della mia materia, Elaine," disse il signor Potter, alzando gli occhi al cielo."
"Voglio che tu sappia-"
"Ci insegnerà l'Incanto Patronus in classe, professoressa?" Chiesi innocentemente.
"Ovviamente no! È troppo difficile per chiunque, soprattutto per dei bambini!"
"Allora perché non può insegnarmelo il professor Potter? Non interferirà con le lezioni..."
Haverna mi scosse il braccio. "Interferirà con le lezioni eccome." Si girò verso il signor Potter. "Se metti questa ragazza su un piedistallo, inizierà a pensare di essere migliore degli altri!"
Il signor Potter alzò un sopracciglio. "Puoi sempre parlare con il nostro stimato preside, se la cosa ti crea problemi. Sono certo che sarà d'accordo con me."
Haverna guardò malissimo il signor Potter, poi me, poi di nuovo il signor Potter. Finalmente, sbuffò e mi lasciò il braccio. Non disse mezza parola prima di andarsene, a testa alta e verde di rabbia.
Sburciai verso il professor Potter. "Posso tornare a sedermi?"
"Ma certo."
Quando presi di nuovo posto vicino ad Albus, Fred e James si erano piazzati di fronte a noi. "Al, andiamo," stava dicendo James. "Non lo faremo a papà, o ad Hagrid, o al professor Paciock. Solo a quello che se lo meritano, tipo Haverna e Sulcan."
"Fare cosa?" Chiesi curiosa.
"Nascondere Pasticche Vomitose nella colazione dei professori domani, disse Fred, con un sorrisetto maligno. "Solo le parti arancioni, perché quelle viola ti fanno smettere."
Guardai Al, incerta. "Sembra..."
"Assolutamente fantastico?" Mi aiutò James. "Andiamo, Astra, non fare la noiosa. Aiutaci!"
Alzai gli occhi al cielo. "Come pensate di agire?"
"Beh, ci serve il tuo aiuto per entrare nelle cucine e convincere gli elfi a lasciarci alterare il cibo, e farli promettere di non dire chi è stato."
"Oh, James, dobbiamo proprio coinvolgere gli elfi domestici?"
"Come altro potremmo fare?"
Alzai gli occhi al cielo. "Quando?"
James e Fred si diedero il cinque. "Domani mattina. Prima di colazione. Incontraci in sala comune," disse Fred.
Il giorno dopo, andammo verso le cucine. Gli elfi domestici furono più che felici di farmi vedere il cibo che avremo mangiato, e anche se ogni tanto guardavano con sospetto i tre ragazzi, non fecero domande. Fred fece cadere Pasticche Vomitose polverizzate in ogni piatto, esclusi quelli di Hagrid, del signor Potter, e del signor Paciock. Poi, corremmo fino alla Sala Grande, per non perderci la reazione.
Fu perfetta. Haverna e Sulcan furono i primi a mangiare, per fortuna, e vomitarono tutti. Qualche altro sfortunato professore li imitò, poi sembrarono aver afferrato lo scherzo e nessuno mangiò più. Le lezioni furono cancellate per quasi tutti i professori, però, il che fece contenta tutta la scuola. James e Fred accettarono di buon grado i complimenti, ma dichiararono che avrebbero riferito ai veri responsabili, perché ovviamente non erano stati loro.
Spigolo autore.
Se la storia vi piace, vi chiedo di lasciare un voto, un commento, e di andare a leggere l'originale che merita davvero.
Alla prossima!
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