•Otto lacrime•Wolfstar
Remus
Ancora non potevo crederci che James e Lily Potter, i miei due migliori amici dei tempi in cui ancora potevamo ritenerci "giovani", erano morti. Uccisi da una delle persone più importanti della mia vita, Sirius Black, l'unico che io sia riuscito mai ad amare, visto che ho sempre cercato di tenermi lontano dalle altre persone, non a conoscenza della mia situazione e inconsapevoli dei pericoli che correvano soltando parlandomi. Alla notizia di un pluriomicidio a Godric's Hollow mi ero precipitato a casa dei miei migliori amici appena in tempo per vedere la motocicletta di Hagrid sparire nel nulla e i Dissennatori che prendevano Sirius e che poi si smaterializzavano davanti a me che avevo tentato di avvicinarmi a loro non curante delle conseguenze. Ero entrato nella casa, in quella casa in cui avevo vissuto alcuni dei momenti più belli della mia vita. Calde lacrime scesero lungo le mie guance ma ne versai solo cinque, non una di più. Subito dopo mi materializzai ad Azkaban, anche se alcuni mi avevano detto che era un suicidio farlo. Io dovevo vederlo. Dovevo vedere Sirius, ad ogni costo.
Mi affidai al mio fiuto da lupo mannaro e in poco tempo arrivai di fronte alla sua cella. Lui era già incatenato ad una roccia e vestito come un carcerato, con i capelli lunghi che ricadevano sulle spalle e le mani sporche che cercavano di asciugarsi il viso bagnato dal pianto.
«Sirius.»lo chiamai nel buio e lui si giró immediatamente. Una sesta lacrima mi cadde quando vidi il suo sguardo: era sempre lui, era sempre il mio Sirius. Cosa era cambiato? Perchè lo aveva fatto?
«Remus? Dove...»ma precedetti ció che stava per dire e mi mostrai davanti a lui che, appena mi vide si alzó e mi venne incontro, inginocchiandosi davanti a me, affondando le dita tra le pieghe della mia giacca. Un'altra lacrima, eravamo a sette.
«Remus, devi credermi, non sono stato io.»inizió a dirmi«come avrei potuto fare una cosa del genere a mio fratello?»
«Chi allora, Sir, chi?»dissi, iniziando a far lasciare il posto della tristezza alla rabbia.
«Peter, è stato lui, non ci crederai ma...»e scoppió a piangere nel momento in cui tutte le mie speranze mi caddero a dosso. Era impossibile che Peter facesse una cosa del genere, tutti lo sapevano. Non avrebbe avuto senso.
«Tu sei pazzo, Sirius, sei tutto pazzo.»iniziai a dire cercando di scrollarmelo di dosso per allontanarmi ma lui non mollava.
«La pazzia non mi è mai mancata, lo sai bene, ma stavolta è la verità, credimi Remus.»mi imploró. Io feci un passo indietro e lui cadde sfiancato dai singhiozzi. Poi si alzó mentre io mi giravo per andarmene e parló:
«Ti amo, Remus. Non scordarlo mai.»
Ed eccola, l'ultima lacrima.
"Otto lacrime".
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