Capitolo 23 - Karl
Mi svegliai. Mi sentivo già annoiata. Le due ore con la Raveryn non mi aiutarono. Lei era ancora cattiva con me. Il suo sguardo sembrava inviperirsi ogni volta che guardava verso di me. Ma la sua espressione quel giorno cambiò quando notò che nel mio petto non c'era più la spilla con il fiocco che mi aveva donato la Dahl. Il suo sguardo divenne allora soddisfatto. A me faceva tanto male non portarla, però dovevo seguire il suo piano, anche se ancora non riuscivo a capire cosa avesse intenzione di fare. Meredith ed io gareggiammo tutte e due le ore. In Lingue ormai non mi batteva più nessuno, ero diventata bravissima, quindi nemmeno Meredith poté tenermi testa, ma la Raveryn non voleva ammetterlo. Avrebbe preferito dire che Lara, una ragazza che pareva dark e che non faceva mai nulla dalla mattina alla sera, era più brava di me. Sorrisi malinconicamente. Pensai però che, se tutto fosse andato secondo i piani, la Dahl sarebbe ritornata presto, quindi diventai di buon umore. Al termine delle due ore di Lingue, mi recai insieme alle altre verso la classe di Arte. La Donaghue era bravissima con me. Hector e Randy mi fecero divertire per tutta l'ora prendendo in giro la professoressa mentre lei non lo notava. Erano ottimi amici. Dopo essermi rilassata un po', fu il momento dell'ora di Attività Fisica. Scaricai tutta la rabbia che avevo immagazzinato durante le ore con la Raveryn e feci vincere la mia squadra ancora una volta. Dopodiché, andammo in Mensa. Le giornate passavano lente, sotto la neve candida che cadeva a fiocchi dalla mattina alla sera. Era così delicata e soffice. Io e le ragazze ci divertimmo a fare buffe imitazioni della Raveryn sottovoce, per evitare di essere scoperte. Da lontano vidi Karl, quel tipo strano, fissarmi da lontano. Cosa voleva da me? Nonostante fosse seduto accanto ad altri ragazzi, tutti che parevano altolocati proprio come lui, non diceva una parola. Vedevo da lontano quegli occhi azzurro ghiaccio fissarmi ostinatamente. Allora cominciai a fissarlo anch'io negli occhi, ma lui pareva non voler smettere. Ad un certo punto, non potei più reggere il contatto visivo e lasciai che "vincesse" lui. Chi si credeva di essere? Qualche posto poco distante dal suo vidi la ragazza di Alexandre e fu con incredibile orrore che ricordai la lezione successiva: Difesa. Era l'unica materia in cui ci incontravamo e quelle due ore erano davvero un incubo da quando non ci parlavamo più.
"Aurora, comunque posso spiegarti. Io e Leila non stiamo insieme, è lei a volere me... ma io non la amo." Mi spiegò triste lui mentre mi stavo recando in classe con le altre. Florie e le altre accelerarono il passo una volta visto che stavamo discutendo, lasciandoci indietro.
"Alexandre, non sono una bambina, si capisce che tu la vuoi. Perlomeno non provarci con altre ragazze se sei fidanzato." Lo provocai gelidamente.
"Aurora, ma ti prego, credimi, noi due non stiamo insieme!"
"Come dovrei crederti se tutto ciò che mi dicono gli occhi è il contrario?"
"Aurora... non hai ancora imparato a chiudere gli occhi e ad aprire il cuore? Quando lo farai, comprenderai che ciò che ti sto dicendo è vero: tu mi piaci veramente e non c'è altra ragazza nel Regno, né negli altri Regni, che io ami." Al sentire ciò, mi sentii a disagio. Non avevo mai amato questi discorsi sdolcinati da parte di un ragazzo, nonostante io fossi sempre molto dolce. Probabilmente fui troppo brusca, ma la prima cosa che mi venne di fare fu aumentare il passo e lasciarlo indietro. Presi posto nell'unico punto della panca rimasto vicino alle ragazze e tirai i libri fuori dalla borsa. Qualche secondo dopo entrò Alexandre con una faccia distrutta. Una volta seduto, vide passare Leila nel corridoio e i due si scambiarono un'occhiata furtiva. Non riuscivo a capire che strana intesa si fosse creata tra i due. Alexandre pareva essere sincero, del resto non aveva mai distolto il suo sguardo dal mio mentre mi diceva quelle cose, eppure da come si atteggiava pareva voler nascondere qualcosa con Leila.
"Buongiorno ragazzi, avete preso tutti posto? È l'ora di iniziare la nostra lezione di oggi..." Disse il professore. Una volta passata l'ora ritornai in camera decisa a finire i compiti alla velocità della luce per poter poi seguire Alexandre e Leila e capire cosa mi stavano tramando. Fu proprio quando posai l'ultimo libro nella borsa che ricordai di non aver più scritto alla professoressa. Allora presi il foglio e la piuma e cominciai a scrivere.
«Tutto sta andando bene, non desto più sospetti, la Raveryn aveva un'espressione compiaciuta oggi, quando ha visto che non avevo la sua spilla... quando vuole mi dica il resto del piano.» Feci il solito incantesimo di protezione, mandai la lettera fuori dalla finestra e la osservai fluttuare sopra gli alberi del bosco fino a che non riuscii più a vederla. Allora presi il mantello e uscii dalla camera. Prima di richiudere la porta alle mie spalle Florie mi chiamò: "Aurora, dove vai?"
"Dopo ti spiego!" Non volevo destare sospetti così non dissi nulla e silenziosamente mi avviai per i corridoi dell'Accademia verso la Sala Grande dove tutti si riunivano seduti su comode poltrone al caldo di un fuoco scoppiettante nel camino. Alle finestre si notava come il livello della neve si fosse alzato ulteriormente. Doveva fare veramente freddo fuori! Per fortuna tutta l'Accademia era al coperto, tranne il giardino, probabilmente per sopportare i climi rigidi invernali della zona. Ad un certo punto prestai attenzione al discorso di alcune ragazze perché avevo sentito di cosa stavano parlando: avevano già sentito parlare della festa e sarebbero venute! Mancavano solamente tre giorni! Ma fu proprio in quel momento che vidi entrare nella Sala anche Alexandre seguito a ruota da Leila. Si tenevano per mano come se fossero una coppia. Quanta rabbia mi facevano! Non potevo proprio sopportare di vedere Alexandre con un'altra ragazza. Non eravamo nulla, io e lui, se non che amici, eppure mi dava così tanto fastidio! Lui diceva di amarmi, ma anche io in fondo lo amavo ancora, anche se non volevo ammetterlo a me stessa. Non dare retta a quel sentimento era però ancora più brutto di vedere quei due che facevano i piccioncini proprio di fonte a me. Ad un certo punto notai Karl fissarmi dall'altro angolo della stanza. Stava cominciando a diventare inquietante. Non batteva le palpebre per vari secondi e quando lo faceva, lo faceva molto lentamente. Non riuscivo a capire cosa volesse da me. Tutte le ragazze attorno a lui scherzavano, ma a lui pareva non importare. Mi fissava senza avere alcun ripensamento: fisso nei miei occhi, i suoi serrati, freddi e distanti. La sua espressione era seria e non trasmetteva nessuna emozione. Quando cominciai a sentirmi a disagio, uscii dalla Sala e ritornai in camera. Mentre percorrevo quei corridoi vuoti sentivo che lui era a qualche passo dietro di me. Avevo davvero paura, non sapevo cosa volesse da me. Cercai di mantenere la calma. Quando finalmente arrivai nel corridoio del dormitorio femminile mi sentii al sicuro. Lui cambiò strada facendo finta di nulla. Come potevo, solamente qualche mese prima, aver visto qualcosa di attraente in lui? Era solamente uno psicopatico inquietante. Florie notò che qualcosa non andava con me, ma decisi di non dire nulla, magari era solamente una mia impressione e l'avrei accusato per nulla. Per la cena ebbi davvero paura ad andare sola, così preferii aspettare che Florie si fosse preparata, nonostante fossi affamata. Tutto filò liscio, stavolta parlava con i suoi amici. Ritornai in camera con le altre e notai che alla finestra c'era una lettera. La presi e subito richiusi la finestra.
«Hai finito il tuo lavoro, continua così e vedrai che tutto andrà bene!» Sorrisi a vedere il suo tipico ottimismo. Misi il pigiama e andai a letto, ancora inquietata da quel Karl.
Giuro di essermi inquietata da sola scrivendo le parti di Karl...soprattutto perché ero al buio totale, ma quelli sono solo dettagli!! Secondo voi cosa tramano Alexandre e Leila? E Karl? Cosa nasconde?
Baci😘
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