Lettera a Leo

Il campanello suonò.

L'aria di quella stanza era immobile, in attesa. La polvere turbinava più lenta, le tende avevano smesso di muoversi.

Anche le due persone nella stanza sembravano fossilizzate nel tempo.
La collana ad orologio era ferma in verticale, ancorata al collo della madre ancora in piedi, furente, che tentava di incenerire sua figlia con lo sguardo.

Scattò in avanti per poi ritirarsi subito, come indecisa su cosa fare.
Abbassò il pugno che teneva chiuso a mezz'aria con stizza, e poi scese le scale.

Dal suo letto sentì sua madre scendere, fermarsi, aprire la porta e rispondere a chiunque fosse fuori. Sembrava una discussione accesa. Ne approfittò per spostare gli scatoloni dei libri, scendendo dal tetto e appoggiandoli in bilico sui rami della grande magnolia. Impossibili da vedere.
Poi scese a vedere chi era alla porta.

In piedi, imbarazzato, c'era un ventenne dai capelli rossi, che indossava una tunica nera con il disegno di un occhio all'altezza del petto. Povero Sennar.

-Non credo di aver bene capito chi è lei- stava dicendo con antipatia sua madre -ma si sbaglia se crede di poter entrare in casa mia.-

-Mamma, tranquilla, lo conosco, adesso andremo "fuori da casa tua" a parlare, vero?-

Sennar annuì spaventato sotto lo sguardo indagatore della madre, e poi guardò la ragazza, che stava uscendo tentando di chiudere la porta.

-Scusa per l'apparizione inopportuna a casa tua, e anche per non averti risposto, ma ci sono stati dei problemi da noi, nel posto che chiami Immaginolandia.-

-Oh, fa niente, mia madre da quando non è più lei è leggermente sclerata. Stavi dicendo, che cosa è successo?-

-È stato trovato un nuovo personaggio. In coma. E io sono stato costretto ad assisterlo, perché lavoro nell'ospedale. È per quello che non ho risposto.-

-E non sapete chi è?-

-No, di solito sono i nuovi personaggi a dirci tutto. Sappiamo solo che è più o meno della tua età. E sembra essere una persona normale, senza nessun potere magico o strana capacità. Ma qualcosa dovrà pur averlo, lo scopriremo quando si sveglierà.-

-E com'è fatto? Insomma, spero che sia almeno bello!-

Complimenti, un personaggio è in coma e penso solo a se è un figo o no. Che brava persona che sono.

-Ha i capelli castani, sembra di origini italiane dai lineamenti, ma anche questo lo scopriremo più avanti. Per ora ti chiedo di fargli visita stanotte, ha qualcosa che mi ha ricondotto a te e non so perché.-

Un misto di sorpresa e angoscia era piombato ora sulla povera ragazza. Aveva paura di ciò che il futuro le avrebbe riservato.
Ma decise che era giusto assecondare le richieste di un amico bisognoso di aiuto. Sennar aveva anche sopportato la sua madre cattiva.

-Va bene, verrò.-

Ormai aveva imparato da giorni a pilotare i sogni. Ogni notte un personaggio diverso le faceva visita, ed era sempre quello che più rispecchiava la giornata che era trascorsa. L'ultimo era stato Karma Akabane.

-Spero sia utile.-

E Sennar, annuendo e sorridendo, si incamminò verso il cancello di casa, mentre pian piano svaniva.

Galleggiava, sola, in un mare di nuvole bianche e dorate. Non c'era gravità in quel sogno, quindi prese a nuotare nel nulla. Con un dito sfiorò una soffice nuvola dorata, che depositò una scia di polvere, anch'essa dorata, lungo tutto il braccio. Sembrava indelebile.

Nuotando ancora andò a sbattere contro qualcosa, coperto dalle nuvole, che la fece atterrare su una nuvola particolarmente solida. Indietreggiò massaggiandosi la fronte, scrutando attraverso la massa vaporosa di oro volante.

Si trovava davanti a un gigantesco arco di ebano, all'esterno a sesto acuto e all'interno a forma orientale. Nello spazio oltre l'arco era impossibile vedere qualcosa, una luce troppo forte era emanata da quel luogo.
Con sguardo indagatore scrutava le parole dorate incise lungo tutto l'arco.
"Loro sono sempre pronti per te, risponderanno alla tua chiamata, con te ameranno e soffriranno, piangeranno e rideranno, ma ricorda, ci saranno sempre."

Una fitta al cuore la colpì, improvvisamente, come se un'enorme stalattite di ghiaccio le si fosse conficcata nel petto. Quelle parole erano terribilmente simili a quelle usate da sua madre per descrivere i libri.

Mentre il dolore aveva preso ad annodarle allegramente le viscere, alzò di nuovo lo sguardo. Rilesse le dolorose parole per molte volte, quasi volesse marchiarle a fuoco nella mente. Nei sogni è tutto possibile, perciò carta e penna apparsero vicino a lei. Scrisse in modo più comprensibile possibile la fatidica frase, per poi piegare il foglio e infilarlo nella tasca del pigiama, anche se nella realtà non ne aveva.

Poi si alzò, le spalle dritte, le gambe divaricate, i capelli che ondeggiavano lievemente. Stava per entrare nel luogo in cui si annidavano tutti suoi sogni, dove esisteva la magia, dove l'impossibile diventava possibile, dove i desideri più profondi diventavano realtà.

Chiuse gli occhi, fece un respiro profondo. Poi li riaprì, puntando con sguardo deciso ciò che stava oltre l'arco. Un passo dopo l'altro si avvicinava all'ingresso, la chiave appesa al collo che le sbatteva contro lo sterno, il respiro spezzato, la mente pronta. Non sarebbe riuscita a controllare quasi niente una volta là dentro, ne era certa. Con un altro respiro profondo, appoggiò il piede sinistro al di là dell'arco.

La luce pian piano si affievolì, o forse era le lei che si stava abituando.

Una lunga via bianca, costeggiata da case quadrate altrettanto candide si apriva alla sua vista. Vedeva personaggi di tutti i generi, dimensioni e caratteri aggirarsi per la via, passando da una casa all'altra. Alla fine di questa via, in lontananza, si scorgeva un leggio dorato, portante un enorme libro aperto, rilegato in cuoio, probabilmente. Una figura era china a scrivere su quel libro. Si avvicinò con cautela, iniziando a scorgere i capelli rossi e la tunica nera. Identificarlo fu facile, nessuno metteva più impegno in ciò che faceva di Sennar.

-Sennar!-

-Oh, ciao, sei arrivata, finalmente. Seguimi, ti porterò da lui.-

Camminare per quella via era stranissimo per lei. Con lo sguardo continuava a cercare Leo, perché sapeva che era lì, ma nel frattempo poteva benissimo vedere i fratelli Stoll programmare qualcosa dentro una casa, vedeva Peter Pan volare con Trilli, osservava Loki annoiarsi in una casa con alcuni letti sontuosi. Scorse anche Karma che parlava animatamente con Nagisa, e non poté resistere al suo impulso.

-Karma!-

Il ragazzo si voltò verso di lei, stupito da quella voce, poi sorrise, avvicinandosi seguito da Nagisa.

-Ciao ragazza-chiave. Come mai sei qui?-

-Sono qui per il nuovo personaggio. Sai, Sennar dice che centro qualcosa con lui...-

-Oh, sì, l'italiano. Sai, sono stato io a trovarlo. Stavo passeggiando pensando ad un ennesimo piano quando ho visto il suo corpo vicino all'arco. Will dice che sono stato di grande aiuto. E che il fatto che lo abbia trovato io riconduce in qualche modo a te, dato che sono stato il tuo ultimo sogno. Ha anche detto il tuo nome...-

-Akabane, non traumatizzarla. Sta bene anche senza le tue chiacchiere.-

-Sennar, cosa dici? Mi sta dando informazioni.-

-Non sono del tutto corrette, vero ragazzo-assassino?-

-Si, è vero, non ha detto il tuo nome...ma mi sembrava romantico da dire!-

Detto ciò, iniziò un breve scambio di sguardi bollenti tra i due rossi. Poi Sennar si voltò e si incamminò.

-Andiamo, Will ci aspetta.-

-A presto ragazza-chiave!-

-A presto Karma Akabane!-

Sennar la guardava dubbioso.

-Perchè nome e cognome?-

-Suonano bene insieme.-

Lui per tutta risposta sbuffò e spinse la porta di una casa.

Al suo interno, un ragazzo dai capelli dorati stava seduto ad osservare un lettino da ospedale, su cui era disteso un ragazzo castano, pallido e dall'espressione rilassata.

-Nico potrebbe essere geloso, Will.-

Disse la ragazza, per poi mettersi a ridere nervosamente.
Will per tutta risposta sbiancò, poi divenne rosso come un pomodoro.

-Oh...ehm...io...-

-Stavo scherzando Will...-

-Oh, okay.-
Si calmò dopo poco. Le sembrava di vederlo riprendere la professionalità con una pinza da sala operatoria.

-È ancora in coma, ma non capisco perché. Nessun personaggio è mai stato in pericolo di vita qui, non per davvero. Questa è la prima volta che accade.-

La ragazza, che era improvvisamente ritornata seria, si avvicinò con cautela al letto. Tra le lenzuola bianche giaceva un corpo pallido, di corporatura media. Era vestito come un normalissimo ragazzo della sua età, con dei jeans e una maglietta a maniche corte, su cui però era disegnato...il simbolo dei doni della morte.

Con lo sguardo scivolò fino al volto, incorniciato da capelli castani scuri, corti. Gli occhi chiusi erano contornati da lievi occhiaie, come se quel ragazzo fosse stato sveglio tutta una notte. Sembrava decisamente italiano. Lo suggerivano i lineamenti dolci ma marcati, quasi somiglianti a quelli del suo compagno di classe Giovanni.

Più che in coma però sembrava dormire, beato nella sua solitudine.

-Will,non si sa perché è in coma?-

-No, non ne abbiamo idea.-

-Può essere perché è un personaggio che esiste nella mente di uno scrittore, ma è ispirato a qualcuno di reale e quindi è stato trasportato qui solamente il suo aspetto fisico?-

Sentì qualcosa frantumarsi a terra dietro di lei, facendola sobbalzare e voltare di scatto. Dietro di lei, in piedi e con gli occhi spalancati, c'era un ragazzo dai capelli neri e scompigliati, lunghi fino alla mascella. Per terra una tazza era a pezzi, e un liquido nero si stava lentamente espandendo sul pavimento.

-Ciao Nico!-

Lo salutò Will. Nico continuò imperterrito a fissarla.

-Tu sei un genio, Chiave. È logico!-

Il figlio di Ade prese a camminare avanti e indietro vicino al letto.

-È molto probabile che sia così! Ma deve essere il personaggio di un libro in costruzione, strettamente legato a qualcosa di questo mondo. E il ragazzo a cui questo personaggio è ispirato ne è consapevole, e anzi ha contribuito a dare una precisa idea all'autore del libro da cui proviene. Ma non è ancora comparso nella storia, perciò, non avendo carattere, il suo corpo è qui ma non deve manifestare un carattere o dei sentimenti. Ripeto, Chiave, sei geniale.-

-Nico, stai calmo. La tua teoria è perfetta, non fa una piega. Ma c'è ancora un piccolo dettaglio che manca. Come lo svegliamo?-

-Semplice, aspettiamo! Basta che l'autore scriva del personaggio nel suo libro e questi prenderà vita anche qui.-

-Quindi il mio aiuto non serve, Nico?-

-Non ti offendere, Chiave, ma è così.-

-Beh, allora me ne tornerei nel mio caldo lettino. Mentre sogno così non riposo. E domani mattina c'è scuola. A presto, ci rivedremo a breve!-

Detto questo, si diresse lungo la bianca via di Immaginolandia, puntando all'arco, desiderosa di attraversarlo e finalmente riposare.

Ma purtroppo la notte la pensava diversamente. Infatti per tutte le ore buie non chiuse occhio. Quindi, quando si convinse che non sarebbe riuscita a dormire neanche un po', decise di scrivere a qualcuno.

Prese il libretto nero, la sua cara Porta, e lo aprì con delicatezza.
Sfilò il tappo di una penna e iniziò a scrivere.

"Caro Leo,
Ti ringrazio per il regalo che mi hai fatto giorni fa, è molto utile.
È probabilmente grazie a quel regalo che stanotte sono riuscita a oltrepassare l'arco. Una volta dentro, però, non ti ho visto. Ti ho cercato per tutto il tempo, ho visto Nico, Will, Karma, Nagisa, Loki, Peter Pan e Trilli, i fratelli Stoll...ma tu dov'eri?
Cerchi di evitarmi? Non so che cosa ti ho fatto di male, ma se ho fatto qualcosa, mi dispiace.
-L"

Probabilmente quella lettera segnava la fine della notte, perché appena finì di scriverla una stanchezza enorme cominciò a opprimerla, costringendola a chiudere e mettere via la Porta, per potersi stendere. Poco prima di chiudere gli occhi, si rende conto che Leo ancora non aveva risposto. La stanchezza però era troppo forte.

La leggerò domani.

Poi il buio la avvolse nelle sue dolci braccia accoglienti, cullandola verso un mondo di nulla e pace.

#spazioautrice

SCUSATE SCUSATE SCUSATE
Questo capitolo è stato un parto. Sono più di duemila caratteri, una specie di record per me.
Ora che ho sudato sangue per questo capitolo, posso andare a finire le mie tavole. Presto inizierà la scuola e non sono sicura che riuscirò ad aggiornare ancora in tempi decenti. Quindi se sarò in difficoltà metterò in pausa la storia. Ma tranquilli. Non sarà per sempre. Sono decisa a finire questa storia. Se dovessi tentare di mollare, venite a cercarmi con fiaccole e forconi.
Buona serata.
Catliss

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