Capitolo 1


Parigi

Ore 7:30

Gli edifici, dietro al finestrino, scorrevano scorrevano lentamente, come intrappolati in un denso olio, sotto lo sguardo distratto della ragazza, diciassette anni al massimo, che teneva pigramente le iridi, dello stesso azzurro che rappresenta i pensieri, puntate su vetro della Peugeot di suo padre, che guidava in silenzio accanto alla figlia, intento a riportarla da sua madre dopo aver terminato quello che era il fine settimana accordato dal tribunale.

Lo sguardo di Yvonne, per quella che era, forse, una frazione di secondo, si posò sul braccio destro dell'uomo, che si avviava ormai verso la cinquantina, il quale recava un lungo disegno di spartiti musicali, intrecciati a delicati fiori, probabilmente di ciliegio, dalla tenera tinta rosata; distolse lo sguardo, ascoltando distrattamente il suono dei pneumatici sulla strada, unito alla radio, tenuta ad un volume troppo basso perché potessero essere afferrate tutte le parole della corrente canzone, un singolo trap, apparentemente, che fece storcere il naso ad entrambi i partecipanti di quel silenzioso viaggio.

:- non credo di aver mai sentito una vaccata più grossa-

:- a chi lo dici...-

L'uomo cambiò stazione più volte prima di trovare, dieci minuti e parecchie affermazioni poco lusinghiere sia sue che della figlia dopo, una stazione che soddisfacesse entrambi abbastanza da non aver nulla da ridire.

Calò nuovamente il silenzio, spezzato solo dalle note di "Come as You Are", che tenevano compagnia ai due, le dita di entrambi, piene di anelli in ferro, picchiettavano, una sulle marce, l'altra sul morbido tessuto degli ormai ampiamente utilizzati, oltre il limite del pensabile, jeans.

Le era piaciuto passare quei due giorni con suo padre e le sue zie, che erano praticamente della casa accanto, non che avesse fatto nulla di troppo diverso rispetto al solito, ma sia Luka che Juleka Couffaine erano ottimi ascoltatori, in un certo senso le somigliavano, insomma, aveva decisamente preso più da suo padre che dalla madre, entrambi erano persone di poche, tranquille, si esprimevano meno rispetto ad altre persone, e si capivano comunque alla perfezione.

Era un'intesa speciale.

Praticamente comunicavamo senza dirsi una sola parola.

:- Yvonne?- l'uomo le rivolse la parola, lo sguardo fisso sulla strada

:- sì?-

:- nulla... comportati bene con tua madre... e con Adrien- un lieve sorriso increspò le labbra della ragazza, che si limitò a grattarsi una delle due candide guance

:- non mi sembra di aver mai fatto altrimenti-

:- giusto, giusto...- il silenzio, fra loro, durò pochi secondi, e di nuovamente spezzato da Luka, proprio quando stavano per arrivare di fronte all'enorme villa Agreste, dove abitava la sua ex moglie, madre di Yvonne, insieme a suo marito

:- Yvonne?-

:- sì?- mentre già si slacciava la cintura, Yvonne portò una ciocca di capelli scuri dietro all'orecchio, le punte rosse risaltarono anche più del solito

:- c'è qualcosa... che vorresti dirmi?-

:- ...-

:- Yvi...?-

:- nulla da riferire- la ragazza si affrettò a saltare giù dall'auto, prima ancora che il padre potesse dire nulla.

Suonò il campanello

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