Capitolo 31

Hamptons, Vivian aveva passato la giornata a prendere il sole sullo yacht della sua migliore amica Emily, il fratello era uno strafigo e aveva sperato per tutto il tempo di vederlo in costume. Giusto per il gusto di rifarsi gli occhi, aveva quindici anni e al massimo aveva dato un bacio ad un suo compagno di classe solo per vedere come fosse.

Adesso era sera, il sole aveva lasciato il posto alle stelle, lei si era coperta con un vestitino leggero e aveva preso a frugare in cucina alla ricerca di qualcosa da mangiare, anche se alla fine avrebbe evitato come sempre.
Moriva di fame ma aveva il terrore di ingrassare, temeva che poi non sarebbe piaciuta più a nessuno, che sua madre potesse rimproverarla.

« Vi, guarda cosa ho? »
Venne fuori dalla cabina matrimoniale dei suoi con una bottiglia di vino, Italiano diceva l'etichetta. Gli occhi cristallini di Vivian si aprirono come se avessero trovato chissà che tesoro. « Dici che possiamo berla? »
« Si, non se ne accorgeranno neanche. »
Emily alzó le spalle minute, lasció la bottiglia su un ripiano in cucina e inizió a cercare qualsiasi cosa servisse ad aprirla.

Intanto Vivian prese due calici in cristallo da una mensola e li posó vicino al bottino, riuscirono presto ad assaporare quel vino troppo costoso per essere sprecato in quel modo. Arrivarono a metá che erano già brille, entrambe a digiuno dal giorno prima e decisamente piccole, inesperte.

Quella fu la prima volta che Vivian si prese una sbronza vera, all'improvviso sentirono la porta aprirsi, qualcuno era salito sulla barca ma non aspettavano i genitori di Em prima di due giorni. Chi diavolo era?

Fece il suo ingresso Marcus, il fratello minore di Emily che aveva quindi la stessa età della sua amichetta. In realtà il suo piano era quello di farli mettere insieme, ma purtroppo lui aveva la testa da un'altra parte, giá incapace di prendersi qualsiasi tipo di responsabilità, trattava orrendamente qualsiasi ragazza osasse fargli la corte.
E mezza Manhattan gli moriva dietro.

Vivian s'infiammó di colpo e innocentemente si vergognó della propria reazione, lui indossava solo una camicia di lino bianca aperta e il costume. Il tessuto chiaro faceva risaltare l'abbronzatura scurissma e gli occhi blu, cosí belli da togliere il fiato.

Lei nel suo vestitino si sentiva cosí insicura ma evidentemente questo non fu importante per Marcus, che la squadró da capo a piedi e si leccó le labbra come se avesse visto la sua prossima sfida. « Che state combinando? » La sua voce a Vivian parve quella piú suadente del mondo, mentre seduta sul divanetto vicino al tavolo piegava le gambe al petto. Teneva in mano il suo calice stretto dal gambo tra due dita e dovette bere il suo contenuto tutto d'un sorso per trovare il coraggio di sorridergli.

La sorella guardó prima l'amica poi lui. « Ci divertiamo, vuoi? » Gli allungó la bottiglia ancora piena.
« Certo, che domande. » L'afferró e Vivian si alzó subito per cercargli un calice, si tirò su sulle punte quando fu vicina allo scaffale e per aprirlo dovette allungarsi al massimo, il vestitino salí sopra le cosce magre rivelando il costumino rosa e il sedere piccolo.

Gli occhi chiari di Marcus scivolarono su tutto il suo fisico e si mise vicino alla sorella, dove prima era seduta la piccoletta, solo per provocarla un po'.
Avevano la stessa età ma lui era molto piú avanti di lei, si era già fatto le sue esperienze mentre Vivian non sapeva neanche cosa significasse finire a letto con qualcuno. Era l'unica del suo gruppetto e si vergognava da morire ogni volta che lo confessava.

Si voltó e lo vide lí dove si sarebbe dovuta mettere lei, arrossì leggermente mentre maldestramente cercava di versare il vino nel suo calice. « Prego. »
Lui non esitó un attimo e si portó il bicchiere alle labbra, lei rimase incantata.

Emily sapeva quanto alla sua amichetta piacesse il fratello, prese ancora un altro sorso di vino e si assicuró che lei fosse abbastanza brilla da sorridere senza motivo ogni volta che qualcuno parlava e poi si alzó. « Vivi, c'è Dan che mi ha chiesto di vederci un attimo, ti dispiace se vado via per un po'?
Poi torno, così dormiamo insieme. »
« Si certo, non preoccuparti. »
Che era solo una scusa per lasciarla da sola con Marcus lei non l'aveva capito, era troppo ingenua per fare pensieri simili, peró quella situazione le piacque anche se la mandó nel panico. « Rimango anche io, tanto tra poco torni, no? » Lui allungó un braccio sullo schienale del divanetto e si mise comodo.
Vivian si morse il labbro inferiore e si spostó una ciocca di capelli dietro l'orecchio, le sembrava una figata. E pensare che doveva essere una serata qualunque.

Emily andó via e la bionda non seppe cosa dire o fare, era così impacciata. Doveva darsi una svegliata, bevve dell'altro vino e quando prese a girarle la testa si mise a sedere vicino a Marcus che non aveva smesso di guardarla un solo secondo.

« Rimarrai qui fin quando i miei non tornano? »
« Si, Emily ha detto che posso. »
« Comunque capisco perchè tu e lei siete amiche. »
Avvicinó i loro volti, improvvisamente le mancó l'aria.
« Sei una tipetta particolare, con te ci si diverte sempre, vero? » Si? Lei non lo sapeva, non sapeva neanche cosa ci facesse lì in quel momento. In verità era Vivian che faceva sempre da ombra all'altra.
« Non lo so, spero di si. » Alzó le spalle timidamente, erano così vicini che riusciva a sentire il suo respiro addosso. Stava bollendo dentro, il vino le stava bruciando il sangue e quella vicinanza improvvisa le fece girare la testa.

« Secondo me si. » Lo sguardo di lui vagó nuovamente lungo il suo corpo, con una mano andó ad accarezzarle una gamba e lei s'infiammó subito. Era così innocente che bastó poco per farle perdere la testa, complice l'alcol.
« Vuoi divertirti con me? »
« Io— » La voce le tremava, non sapeva neppure cosa stesse dicendo. Le pareva di essere in qualche film adolescenziale, davvero Marcus stava considerando lei? Sul serio erano davvero così vicini?
Non disse nulla, rimase zitta come una stupida immobile tra le sue braccia, bastó avvicinarsi un altro po' e si baciarono. Vivan era abbastanza tranquilla perchè di baci se ne intendeva, aveva già provato con un suo amico e non temeva di non saperlo fare.

Poi lui risalì con la mano sotto al suo vestito, venne invasa da una serie di brividi di piacere che le fecero inarcare la schiena. Afferró la sua coscia magra e l'attiró verso di sè.
Vivian non sapeva più che cosa fare, non era mai andata oltre ma non aveva il coraggio di dirglielo. Tremó sotto il suo tocco e continuó a baciarlo sperando che gli sarebbe bastato, invece voleva di più e non esitó a farglielo capire.
Si allungó sopra di lei e l'avvolse anche con l'altro braccio, si sentì sopraffare ed ebbe quasi paura.

Lui la fece mettere sopra le sue gambe e lei seguì quelle indicazioni senza dirgli niente, senza dirgli che avesse paura, che si sentiva così insicura che le veniva da vomitare.
Eppure la voleva, quella sensazione, tutto quel piacere, la voglia di sentirsi considerata e desiderata.

Accarezzó il suo corpicino da sotto il vestitino sottile e glie lo tolse, si prese qualche attimo per ammirarla mentre arrossiva. Vederla impacciata in quel modo gli piacque, lo faceva sentire più forte.

Vivian posó le dita affusolate sul suo petto e tornó a baciarlo, avrebbe potuto passare in quel modo tutta la serata e speró Emily non tornasse mai.
Lui le afferró i glutei e li strinse avidamente, le sembró strano ma non lo fermó. « Cazzo Vivian. »
Lei pensó di aver sbagliato qualcosa e si staccó da Marcus, invece a quanto pareva era un commento d'apprezzamento, si riapproprió delle sue labbra e le infiló le dita tra i capelli dorati. « Mi piaci da morire. »

« Davvero? » La vocina sottile di Vivian stonava in quella stanza, incredula credeva davvero che quei commenti fossero sinceri.
« Si, davvero. » Aveva gli occhi socchiusi e stava giá pensando a come mandare avanti quella serata, prese a baciarle il collo e volle lasciarle un succhiotto viola vicino alla spalla per essere certo che ricordasse per sempre di quella serata, che non potesse mentire dicendo che non fosse successo niente.
Un altra stellina da aggiungere al suo elenco, una per ogni ragazza che era finita tra le sue grinfie.

Grugnì contro il suo petto nudo, scivoló con le dita nell'interno coscia della giovane e lei subito si ritrasse, d'istinto. Lui rise sommessamente, era davvero inesperta.

« Fidati di me. »
Decise di farsi coraggio ancora una volta e seguire l'istinto, che cosa sarebbe mai potuto succedere di male? Avrebbe potuto sempre tirarsi indietro all'ultimo.

Le attenzioni che le riservó dopo la fecero impazzire, inizió a muoversi con lui e ci volle poco perchè prendesse anche lei l'iniziativa. Lui le slacció il fiocchetto che legava il pezzo di sopra del costume, poi anche quello di sotto.

Basta, basta.
Vivian rimase immobile ma non ebbe il coraggio di parlare, se tutto quello che era successo fino a quel momento le era sembrato una figata ora non le andava più, non era pronta, non aveva voglia. Non si fidava ed era terrorizzata.

Gli occhi terrorizzati cercarono di comunicare qualcosa a Marcus che peró era troppo preso a stendersi tra le sue gambe, proprio sul divanetto dove si erano sambiati effusioni fino a quel momento.
Basta Marcus.

La bocca era schiusa ma non emetteva suoni. « Marcus... »
« Cristo, quanto mi ecciti Vivian. »
La voce era rotta dal panico. « Aspetta— »
« Non ce la faccio. »
Togliti di dosso.

Lo ricordava alla perfezione, il lampadario che pendeva appeso al soffitto di quella stanza orribile, le luci e le pareti gialline. In quello yacht poi non aveva osato mai piú metterci piede.
Che cosa credevi Vivian, non potevi mica aspettarti di poter dire di no all'ultimo.
E poi cosa avrebbero detto di te?
Che sei una sfigata.
Almeno ora potrai dire alle tue amiche che sei come loro.

Sentì solo tantissimo dolore e un bruciore fastidioso che le duró per qualche giorno, Marcus rimase su di lei e non si accorse che Vivian non era più lì. C'era fisicamente ma con la testa si era spostata altrove, perchè sopportare tutto quello sarebbe stato imoossibile.

Una lacrima le scese giù da un occhio e si morse il labbro per costringersi a non continuare.
« Era la tua prima volta? »

Che cosa?
« Io— » Si ritiró da lei, si sentì fradicia sul ventre. Che schifo. « Si. »
« Era così che lo immaginavi? » Sembrava così soddisfatto mentre si riallacciava i pantaloni, Vivian non riuscì neppure a guardarlo. Rimase immobile per qualche secondo, si sentiva sporca.

« ... Si. » Sibiló con la voce rotta.
No, è stata la cosa più brutta che abbia mai vissuto in tutta la mia esistenza.
Mi faccio schifo.

Si alzó e cercó subito il suo vestitino bianco lasciato a terra, come se volesse coprirsi il prima possibile. Poi s'infiló il pezzo di sotto del costume e rimase zitta tutto il tempo. Andó in bagno per lavarsi e si fece schifo, se avesse potuto si sarebbe strappata la pelle dal corpo.
Pianse in silenzio per tutto il tempo sotto il getto d'acqua ghiacciata, mentre strofinava e strofinava come a volersi consumare.

Mi viene da vomitare.
Ma perchè?

Lavó via quello che rimaneva di Marcus e quando finì si guardó allo specchio.
Tutte mi hanno detto che sono state benissimo.
Perchè a me quelle cose non succedono mai?

Gli occhi erano rossi dal pianto, sul collo il livido nero che lui le aveva lasciato come ricordo di quella serata.
Sei proprio una stupida Vivian.

Giuró a se stessa di non farsi mai più marchiare in quel modo subdolo da nessuno, mai più avrebbe consentito a chiunque di farla sentire come si era sentita quella sera.

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