une larme

Rimando al minuto 1:07:45 e fino al 1:08:06 del video.

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Anno corrente.

Abel non era una persona superstiziosa, o almeno, non aveva mai creduto di esserlo. Si lasciava affascinare dalle coincidenze e dai segnali di qualunque natura ma non dava ad essi troppa importanza sostanziale: la luna piena, il cielo rosato la sera lo riempivano di ingenua felicità e null'altro. Non così per la coccinella che quella mattina aveva scelto la sua spalla come terreno d'atterraggio.
Gli piacevano molto le coccinelle. Erano esserini graziosi e innocui, la cui vista era capace di scatenare in lui una bella sensazione. Non avrebbe mai immaginato che si trattava di un meccanismo derivante da una scena che, purtroppo, aveva rimosso: sì, perché aveva perso tutti i ricordi della base Shadaloo dalla quale proveniva, del suo salvataggio e del primo periodo della sua vita 'ordinaria'; e per quanti sforzi compiesse non riusciva a recuperarli.
Quel minuscolo insetto, stavolta, ha saputo portare un alito di novità: aveva contato, per passare il tempo, i puntini sulla sua schiena; e nel notare che erano sette era scattato qualcosa dentro di lui. L'assurda consapevolezza che non si trattava di un giorno come gli altri. Non sapeva se ricondurre la sua sensazione, bambinescamente, proprio all'apparizione della piccola creatura oppure a qualcos'altro; in ogni caso ha scelto di non sottovalutare la sua impressione. Così ha alzato la guardia e si è accorto della presenza di Chun-li e di Karin, seguendole e raggiungendole proprio nel momento più critico dell'operazione che stavano svolgendo.

[MA PRECISAMENTE QUANTO STA BENE CON LA DIVISA??? AIUTO È TROPPO FIGO AGH].
«Quindi questa è...»
«La loro sede principale» ha mormorato, completando la frase iniziata da Chun-li e facendo il suo ingresso in quella che era una delle poche sale in cui non aveva trovato il coraggio di entrare.
Riconoscendo la voce la ragazza si è voltata di scatto: erano due piccioni con una fava - la scoperta di una stanza segreta e il ritorno di Abel insieme. Erano secoli che non si vedevano: si erano conosciuti durante l'assurdo Torneo Mondiale di Lotta organizzato dalla S.I.N. qualche anno prima, e appena dopo la sua fine avevano perso ogni contatto. È stato subito chiaro alla donna, tuttavia, cosa ci facesse lì, dato che era cammuffato da soldato.
«Eri tu la nostra spia, Abel?»
Come aveva imparato a fare, il giovane è riandato al passato prossimo - quello che conosceva, ovvero i pochi ricordi che poteva vantarsi di avere - in un battito di ciglia, così che nessuno se ne accorgesse. Ha rievocato l'ultima volta che aveva visto Chun-li: lei aveva avuto la gentilezza di accompagnarlo in macchina fino a casa e là lui le aveva spiegato che non era sua intenzione ritirarsi dalla scena, per quanto ardentemente lo desiderasse. Aveva troppe cose da chiarire, così tante che non riusciva a dormire la notte... Le aveva confidato che progettava di partire in un altro viaggio. Ed era stato di parola: dapprima insieme a Guile, e poi una volta conosciuti Rashid e Karin al loro servizio - aveva una certa esperienza grazie al suo lavoro di mercenario, così aveva partecipato a diverse missioni sotto copertura. Questa era l'ultima di esse: era dovuto tornare sotto Master Bison, con un'identità nuova o ancora meglio senza alcuna identità. Aveva rinnegato la sua umanità giurando fedeltà alla Shadaloo e aveva indossato gli stessi abiti che un tempo aveva così faticosamente abbandonato. Aveva passato alla Kanzuki Estate quanto era riuscito a scoprire sugli spaventosi piani dell'organizzazione criminale, approfittando inoltre di quella posizione per cercare informazioni sul suo passato - cosa che non gli è riuscita, come se ogni documento su di lui fosse stato cancellato o rubato o ben nascosto da qualche parte, con suo enorme disappunto.

Per richiamare alla mente tutto questo è bastato il tempo di un cenno. Dopodiché si è ricollegato alla dimensione giusta, in tempo per notare che il computer alle spalle di Chun-li aveva iniziato a comportarsi in modo strano: si erano aperte diverse finestre nere, sulle quali scorrevano apparentemente infinite scritte verdi.
Si è sentito nuovamente in dovere di commentare la situazione: «Qualcuno sta cercando di modificare il sistema.» Dopodiché è avanzato verso lo schermo.
La ragazza è rimasta invece come pietrificata, finché le finestre si sono chiuse una dopo l'altra lasciando spazio ad un nuovo fumetto: 'Attivazione piano di discesa per unità 2 attraverso 7', e un gigantesco conto alla rovescia impostato su 24 ore.
«Cosa sarebbe il piano di discesa?» Ha chiesto, sopraffacendo il panico che avvertiva crescere dentro di sé.
«Il piano di riserva che tenevano nascosto!»
«Ogni luna cadrà direttamente sopra le città-obiettivo» ha aggiunto Karin, al corrente del fatto che esistesse un piano B, con una mano sotto il mento come riflettendo. «Questo non va bene.»
Chun-li ha avvertito a quel punto un rumore proveniente dal piano inferiore; si è precipitata alla ringhiera per osservare cosa l'avesse emesso e ha riconosciuto subito la sagoma di F.A.N.G. erigersi di fronte ad un'altra, minuscola e rannicchiata su una poltrona. Li-fen!
«Non può essere!»
Ha capito immediatamente che era stata lei ad attivare quel piano, che era stata lei a 'modificare il sistema'. Ma non ha avuto tempo di agire o di fare alcunché per via dello strano comportamento di Abel.
«La mia testa!»
È arretrato dimenandosi, in preda a un evidente dolore del quale sia lei che Karin ignoravano l'origine. Appena hanno distinto un fumo violetto circondarlo, tuttavia, hanno intuito di cosa si trattasse.
«È... Psycho power?» Ha osservato Chun-li, incredula della scena che si stava verificando proprio davanti ai suoi occhi. Si è avvicinata al ragazzo, per aiutarlo in qualche modo, ma lui l'ha fermata con un gesto.
«Sta' lontana... Questo non va... Bene!»
Aveva il viso contratto per lo sforzo di resistere a quel potere; ma erano tutti al corrente che non sarebbe riuscito a vincerlo. Lui era stato nei laboratori della Shadaloo tanti anni... Gli avevano lavato il cervello, l'avevano sottoposto a quella "roba" per chissà quanto tempo. Con un ultimo urlo, infatti, l'aura viola attorno a lui è aumentata e il giovane ha perso completamente il controllo delle sue azioni.
Le due donne non hanno perso tempo a combatterlo; hanno trovato più sensato uscire dalla base, ormai divenuta troppo pericolosa, e raggiungere il resto della squadra all'esterno. Per fortuna, si direbbe.
Quando sono spuntate dall'ingresso tutti i colleghi le hanno accolte con gioia; il silenzio è calato pochi attimi dopo, ovvero nel momento in cui si è visto anche il soldato. Era davvero Abel? E perché le inseguiva con quel fare minaccioso?
La tristezza della scena ha colpito il cuore di tutti, perché Abel era una persona adorabile e gentile, e vederlo ridotto in quello stato era una pura, gigantesca ingiustizia. 
Era cristallino che tra loro, solo Zangief fosse abbastanza potente da avere una chance di fermarlo: perciò Chun-li e Karin l'avevano trascinato fino lì.

Il wrestler non se l'è fatto ripetere due volte: ha bloccato gli attacchi del ragazzo-automa per ben due volte, e successivamente gli è bastata una mossa per stordirlo.
Nel frattempo è giunto l'elicottero dei rinforzi, pilotato dal maggiore Guile; appena ha potuto, il campione russo ha caricato in spalla l'ormai innocuo Abel e, seguito da tutti, è salito a bordo.

C'è bisogno di specificare che anche Charlie Nash si trovava nella base, quel giorno? Dato che ho raccontato tutto sin qui, azzarderei un sì.
Dopo essere stato riportato in vita dagli Illuminati era venuto fino alla base al fianco di Rashid e Azam al fine di combattere - uccidendolo - Bison, il suo peggior, storico nemico. Era giunto ad affrontarlo contando sia sulle sue abilità personali che sui nuovi 'poteri' che la Società Segreta aveva dovuto dargli, ma aveva perso miseramente - non era neppure riuscito a raggiungerlo.
Aveva decisamente avuto la peggio, tanto da arrivare a dover ringraziare il cielo per l'apparizione di quello strano mostro (Necalli) che aveva distratto sia Bison che F.A.N.G. permettendo a lui di fuggire.
Il colpo del dittatore in pieno ventre l'aveva ferito gravemente; giunto in un angolo abbastanza riparato aveva dovuto fermarsi e dopo un attimo addirittura sedersi, tenendo una mano sul punto dolorante. Ahh, quel corpo rattoppato, così fragile! Un tempo non si sarebbe mai sognato di scappare. Era anche vero che il loro piano sembrava non aver funzionato, e aveva avuto occasione di capire che quando non si può seguire un piano d'azione è meglio ritirarsi. Comunque questo non aveva il potere di farlo sentire meglio. Non è che fosse mai stato convinto del suo ritorno forzato, ma nella penombra e nella solitudine del luogo si è sentito un orrendo errore e null'altro.
È stato Rashid a trovarlo e a portarlo fuori dalla base. Per quanto Charlie Nash non volesse ammetterlo, ciò che gli mancava era la compagnia; da solo sarebbe rimasto là per sempre. La presenza di quel giovane ha potuto ridargli le forze necessarie ad evadere - insieme, ecco, allo stesso mostro che aveva sfidato Master Bison e che ha deciso di sfidare loro.
Hanno corso come matti per sfuggirgli e sono giunti all'elicottero giusto in tempo per salire. Rashid e Azam sono saltati a bordo in un istante; Charlie invece, che andava a rilento a causa del dolore all'addome, ha fatto in tempo soltanto ad aggrapparsi al portone d'imbarco con una mano.
Ha dovuto attendere, di nuovo, l'aiuto di qualcuno: Guile, per la precisione, che è stato molto contento di poterlo salvare. Una volta sano e salvo sull'elicottero Nash non è più riuscito a reggersi in piedi; si è lasciato trasportare fin davanti alla cabina di pilotaggio e, appoggiato alla parete, è caduto seduto. Ha lasciato che il chiacchiericcio del gruppo lo distraesse dal dolore ed è riuscito a cadere in una specie di torpore, come un dormiveglia.
Senza credere di commettere alcunché di male, dopo qualche tempo ha lasciato vagare lo sguardo nell'angusta cabina. Quando ha incontrato una sagoma familiare si è bloccato: che nome portava il soldato che giaceva sulle spalle di Zangief? Non ne scorgeva il volto ma era certo di conoscerlo. Ha studiato ogni centimetro di quel corpo inerte scoprendo di conoscerlo già a memoria; e la sua concentrazione ha richiamato l'attenzione di Rashid, che era in piedi oltre il russo e la specie di cadavere che portava in spalla come un trofeo.
Ha guardato anche lui il corpo del soldato senza volto e si è risolto subito a chiedere al wrestler chi fosse: al che lui è parso ricordarsi della sua esistenza, e finalmente l'ha adagiato a terra come un pupazzo.

«Abel?!»
La rumorosa reazione di Rashid nel riconoscere il volto del giovane ha coperto la specie di singhiozzo che è contemporaneamente sfuggito a Nash.
Quest'ultimo lo ha propriamente fissato con un'espressione mista di stupore e confusione.
Era là, proprio innanzi a lui. Ferito e senza sensi, ma identico al ragazzo che tanto tempo addietro aveva creduto di non rivedere mai più: Charlie si è dimenticato del suo dolore e il pulsare forte del suo cuore gli è rimbombato nelle orecchie attutendo ogni altro rumore. Una pioggia di immagini l'ha sottratto alla realtà. La vista di Abel ha fatto scivolare la sua coscienza sulla superficie dei ricordi fino all'antico momento del loro addio.

Si è accorto che non aveva mantenuto la sua promessa quando gli sono tornate in mente le parole che il giovane aveva pronunciato: «Vedi di arrivare vivo da me». E lui aveva pure avuto la faccia di sorridere, divertito da quello strano desiderio.

Il fresco di una lacrima, scivolata velocemente dall'occhio fino al collo, lo ha tolto dai suoi stessi pensieri. L'ha asciugata con un gesto nervoso della mano, distogliendo finalmente lo sguardo dalla sagoma del conoscente e sentendosi sollevato di non avere attirato l'attenzione di nessuno con il curioso blocco che aveva appena sperimentato.
È rimasto immobile e taciturno fino alla destinazione, la Kanzuki Estate. Lì è sceso autonomamente - non senza fatica - appena dietro Zangief, Guile e Abel, seguendoli zoppicando fino alla camera che miss Kanzuki ha riservato a quest'ultimo.

**

«Grazie, Charlie.»
Guile ha rivolto al suo amico uno sguardo che, per quanto serio, aveva il suo fondo di compiacimento. Avevano curato al meglio possibile le ferite di Abel; gli avevano fasciato la testa e un braccio e avevano applicato cerotti su praticamente tutto il suo corpo. Avevano anche dovuto procedere a cambiarlo d'abito, perché la divisa dei soldati era fatta in modo da proteggere il corpo ma anche da imprigionarlo: toglierglielo era stata un'autentica fatica.
Nash si è sforzato di non rievocare quanto aveva appena passato, quindi la risposta che ha dato a Guile è stata solo un piccolo sbuffo.
«È lui che dovrebbe ringraziarci» ha risposto, accennando una risata, anche per cercare il coraggio di porgli la domanda che aveva in testa. «Lo conoscevi?»
«Sì, certo. È ridicolo raccontarlo proprio a te, ma la prima volta che ci siamo parlati è stato merito del sonic boom: ti stava cercando.» Guile ha taciuto, senza rendersi conto dell'importanza di non avergli detto che non ricordava nulla su di lui ai tempi: aveva intenzione di aggiungere qualcos'altro, ma la comparsa di lingue di fumo viola attorno al loro amico dormiente ha costretto entrambi a zittirsi e mettersi in guardia.
In capo a pochi secondi, infatti, il giovane si è alzato con un grido; lo psycho power era più forte del dolore. E con la solita furia ha sferrato una sfilza di attacchi ai due, scaraventandoli lungo i corridoi sino al salone dove il resto della compagnia discuteva il nuovo piano d'azione.
Né i pugni, né i calci, nemmeno i ripetuti sonic boom sono riusciti a fermarlo; hanno provato a placcarlo uno alla volta, poi insieme, ma nulla da fare. Si sono trovati gettati a terra in un batter di ciglio. Charlie ha dovuto usare un potere al livello di quello di Bison per combatterlo: si è concentrato a fondo e ha richiamato, attraverso la gemma che aveva incastonata nella fronte, il potere degli illuminati che si è manifestato con una luce azzurro-verde. [HORMONE ALERT: AGGRAPPARSI A QUALCOSA PRIMA DI GUARDARE LA GIF.]

[*ivonne.exe non risponde*]

L'ha concentrato in una mano e attraverso il contatto fisico con la testa del suo amico ha assorbito lo psycho power che risiedeva nel suo corpo. Al termine dell'operazione erano entrambi esausti; sono caduti a terra, ma Charlie si è rialzato subito.
Gli occhi color mare di Abel si sono fermati sul suo volto appena hanno potuto e all'incontrarli, Nash si è sentito trasportare altrove.
«Tu sei colui che ha fermato la mia follia. Merci beaucoup» ha mormorato, in un tono schifosamente cordiale. Quindi era questo, per lui? Questo e basta?
L'uomo ha cercato di ignorare quello che sentiva dentro di sé. Non era sicuro di avere qualcosa da dirgli e di certo non intendeva parlare con lui di fronte a tutti. In più la presenza di Rashid nella stanza gli aveva rammentato qualcosa di estremamente importante: la riunione che attendeva solo loro per iniziare.
Si è voltato per andarsene.

«Charlie.» La voce di Guile ha fatto sì che si fermasse. Gli ha tirato un oggetto: «Ti stai dimenticando questo.»
Nash l'ha osservato, e ha dovuto mandare giù la saliva per non scoppiare in lacrime.

Tutto ciò che ha potuto fare è stato sbrigarsi ad uscire.

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