Frank Pagani
Nota Importante: Questa scheda è volutamente scritta male perché Frank è un personaggio incolto. Buona lettura
RUOLO
14 Luglio 1959. Sacramento, California
Micheletto.
Mamma m'ha scritto e m'ha detto che hai iniziato a fare pugilato come me.
Smettila subito.
Ne avevamo parlato tanto e io e te abbiamo un accordo.
Avevi detto che studiavi medicina se io combattevo e ti pagavo la scuola.
Un uomo col fegato la parola non la rimangia, semmai ne parla, ma non c'è niente da dire.
Lo so che è difficile, ma so che ce la puoi fare.
Non sei come tuo fratello grande. Tu sei intelligente. Puoi davvero aiutare le persone anziché limitarti a picchiare e farti picchiare.
Dammi retta a me. Quando avrai dei figli ti sentirai orgoglioso di non far mancare loro nulla.
Io ho paura di sposarmi. Ho paura di avere figli.
I pugili non hanno mai una bella vecchiaia e ho paura di arrivare a casa con la faccia distrutta e spaventarli tutti.
Vorrei esser anche io di più ma che ci posso fare? Dio il cervello non me l'ha dato purtroppo. Dio mi ha dato un buon gancio e la bravura nel sopportare quello degli altri.
Sono questo e non posso esser altro.
Non diventare me.
Diventa meglio.
Sempre orgoglioso di te
Tuo fratello Francesco
NOME
2 Dicembre 1958. Santa Fe, Nuovo Messico
Cara Mamma.
Ma lo sai che tuo figlio non si chiama più Francesco?
Stasera avevo il primo incontro e mentre mi mettevano i guanti nello spogliatoio l'allenatore Corrado mi viene a dire che mi ha presentato come Frank anziché Francesco.
M'ha detto che alle orecchie degli americani suonava meglio.
Ma a me ha un pò deluso. Quando ho finito e mi hanno presentato come Frank non sentivo mio quell'incontro.
Chi minchia è Frank? Avrei voluto dire.
Io Fracesco mi chiamo.
Va bene che non è unico ma è il mio nome.
A proposito, a babbo gli puoi dire di scrivermi l'aneddoto del mio nome?
Che mi ha chiamato così perché in guerra l'ha salvato un soldato misterioso che si chiamava Francesco. Lui quell'aneddoto lo racconta così bene!
Voglio vedere se lo sa pure scrivere a modo.
Ad ogni modo mi devo abituare a Frank.
È anche una questione di sicurezza.
Qui in America gli italiani non piacciono molto.
Vabbè io che ci posso fare?
I gusti del merda li abbiamo la, e ce li hanno anche qua.
Io comunque sto bene.
Appena posso vi mando i soldi della vincita.
Tuo figlio Francesco.
Anzi Frank.
COGNOME
15 Dicembre 1958. Salt Lake City, Utah.
Cara Penelopina
Oggi ho visto alcune signorine con degli abiti particolari e belli.
Mi sono informato e ne ho comprato uno uguale per te.
Lo so che non sei abituata a queste cose.
Noi Pagani sempre poveri siam stati.
Poveri ma orgogliosi!
M'è sempre piaciuto il mio cognome e in bocca mi sta bene!
Mamma ha sempre tenuto il mestolo a posto e babbo si è sempre impegnato per farci mangiare e noi l'abbiam ricompensati!
Micheletto a studiar Medicina.
Margheritina ad imparare a cucire.
Fernandino in bottega a far l'orafo.
E a te ti mando a Milano a studiar moda.
L'ho visti gli schizzi dei modelli che nascondi nel cassetto.
Non capisco molto di moda femminile ma parevan bellissimi.
Lo so che tu ti vuoi sposare per mantener bene la famiglia, ma magari nel frattempo diventi una modaiola.
A me farebbe felice.
Magari ci pensi.
Pagani suona bene come nome di casa di moda.
Tuo fratello Francesco
Ps ti invio l'abito anche per questo. Ti tengo informata sulla concorrenza!
ETÀ
14 Maggio 1959, New York City
Cara Penelopina
L'ho ricevuta la tua lettera! Il regalo per il compleanno pure!
Ci tenevo a fartelo sapere. È bellissima la cintura ed ho già finito il pezzo di torta.
In realtà Penelopina ti confesso che mi è venuto il male alla pancia. Quel pezzo di torta si è fatto l'Oceano Atlantico prima di arrivare da me. Ma io lo sapevo che finiva così, ma mi son detto "È per te. Mangialo" e l'ho mangiato. Ma il tuo fratello grande non lo piega nulla.
Una notte di riposo e vedrai come mi rimetto!
Anche se la immaginavo diversa la prima notte dei miei 20 anni.
Oggi l'allenatore mi ha presentato ad un preparatore che si è preso un colpo quando gli hanno detto che ho 20 anni.
Ma io che ci posso fare?
Pugilato lo faccio da quando avevo 15 anni e da 10 lavoravo in cantiere col babbo.
Magro come facevo a diventare?
Te lo ricordi come ero forte?
Montavo te, Micheletto, la Margheritina e Fernandino sulle spalle e tutti insieme!
La mamma lo diceva sempre che il maggiore doveva portare il peso dei fratellini, ma io mi sa che l'ho fraintesa a farlo letteralmente.
Meglio se non rido, sennò la pancia fa più male.
Anzi, fammi andare a letto che domani devo far l'alzataccia maledetta.
Con amore.
Tuo fratello Francesco.
ASPETTO
1 Marzo 1959. Trenton, New Jersey
Caro Babbo
Alla fine mi cambiano di categoria.
Ho messo su troppi muscoli e son diventato troppo pesante per essere un mediomassimo, quindi mi mettono nei pesi massimi.
A me frega poco, ma mi devono rifare tutto il calendario degli incontri.
L'allenatore Corrado dice che sembro un mollusco quadrato.
Mai il più alto (adesso sono 180 centimetri) ma sempre quello più peso!
Sai che in questo periodo son cambiato anche di viso? Somiglio a te nelle foto che avevi da ragazzo.
Ma un pò ce lo aspettavamo. Tutto da te ho preso.
Di mamma ho solo il naso.
Quel poco che mi è rimasto integro almeno.
Ma senti, ti volevo dire, quando vedi un italiano tu lo capisci a colpo d'occhio che è italiano?
Qui in America sono bravissimi a capire che sono italiano prima di aprire bocca.
Sarà la pelle un pò olivastra ed i capelli neri? Non lo so.
Forse non sono abituati alla gente mediterranea qui.
Adesso smetto di scrivere.
Devo decidermi se far crescere o no la barba, ma penso di si.
Tuo figlio Francesco
CARATTERE
5 aprile 1959. Tallahassee, Florida
Cara Margheritina.
Ho vinto l'incontro ma ho avuto paura.
Quell'altro pugile era una bestia.
Gli avevo ridotto la faccia in una cascata di sangue ma non si fermava.
Anche se ero io a dominare mi sentivo impotente.
Mi ha ricordato il mio primo pugno.
Quello che ho tirato a quel mongoloide del Fanzoni quando avevo 10 anni.
Non volevo farlo. Non volevo colpirlo.
Però così mi ha detto di fare il babbo.
Se sei alle strette e non sai come rispondere, tira un cazzotto e vedrai come si cheta!
E così feci.
Le maestre hanno portato via Fanzoni e sono rimasti tutti li a fissarmi.
La mano mi faceva male ed era tutta sporca di sangue.
Sai Micheletto, ho sempre immaginato di spaccargli la faccia. In realtà anche di ammazzarlo a quel testa di minchia.
Immaginavo di strangolarlo o di dargli una mattonata in testa.
Però ti confesso. Non mi sono sentito meglio quando l'ho colpito. Ho avuto l'impressione di essere io quello nel torto.
Però non dovrebbe essere così!
Quel pugno se lo è meritato!
Ci prendeva in giro capisci?!
Diceva che suo babbo era avvocato mentre il nostro è un operaio e che da grande avrebbe fatto pure lui l'avvocato, che avrebbe avuto molti soldi e avrebbe sposato qualche modella francese, mentre a noi sarebbe toccato sguazzare nella sporcizia.
Li per lì, volevo dirgli "bene. Tu sposale e io ti faccio cornuto. Esattamente come mio zio fa con tuo padre" però lo sai come è tuo fratello maggiore.
Sono un timido. E questa cosa me la porto dietro anche adesso e purtroppo sono anche uno bello orgoglioso quindi se sai parlar bene ci riesci a provocarmi.
Di certo sono migliore rispetto a quando andavo a scuola però.
Sai, lo sport il carattere te lo affila nel bene e nel male.
Mi sembra di esser diventato più coscienzioso in questi anni. Ho più autocontrollo, mi sento più padrone di me, ma ho sempre paura di esser provocato. Quando mi provocano e so rispondere non c'è guaio, ma se mi mancan le parole inizio a rispondere con le mani ed io non lo vorrei fare.
È un lato di me di cui ho paura e vorrei migliorare.
Non per me in realtà.
Cambio per voi, che vorrei aveste un brav'uomo in famiglia.
E anche per i miei affetti futuri.
Un giorno mi prendo moglie e non voglio che suo marito sia manesco.
Se sposo una donna vuol dire che la amo.
Perché dovrei far male a qualcuno che ho scelto di amare?
Ma mi sento in pace.
So che miglioro.
Tuo fratello Francesco
STORIA
1 Ottobre 1958, Washington DC
Caro Fernandino
Sono arrivato salvo.
Però questi Americani hanno già mostrato la loro natura da rompicazzo.
Sono sceso dalla nave con l'Allenatore Corrado e gli assistenti e al porto ci accolgono questi due tipi in divisa.
Ci prendono. Ci dividono.
A me portano in un ufficio e mi mettono davanti un foglio.
Io lo sai, l'inglese non l'ho imparato sul libro.
Frank Sinatra, Rocky Marciano, Danny Aiello.
Loro sono i miei maestri.
E l'hanno inseganto abbastanza bene da capire che minchia stava scritto sul foglio.
A parte banali domande private volevano che ci scrivessi la mia storia.
La mia storia capisci?
A diciannove anni e mi chiedi già la storia?
Ma che devo scrivere?
Mi son sforzato a rimanere tranquillo e ho parlato di Monteriggioni e della nostra casa, di come fossimo una famiglia numerosa: un babbo, una mamma, cinque figli, di cui io il primo.
Ho scritto qualcosa sul babbo che per tutta la vita ha sempre fatto l'operaio come il nonno e ho un pò parlato della mamma che c'ha sempre accuditi tutti.
Infanzia passata a fare scherzi, ad azzuffarmi con gli altri bimbetti e cercare di studiare.
Studia mi diceva nostro babbo, e io provavo ma non riuscivo e lui me le dava.
Quando ha visto che mi ero abituato alle botte mi spiega che un uomo o studia o lavora e se non volevo studiare allora mi portava a lavorare, e così fece.
Ha iniziato a portarmi ai cantieri e più crescevo più cose imparavo del mestiere.
Poi ho raccontato che quando avevo quindici anni babbo fu licenziato perché aveva parato un mio errore ed il capo lo ha umiliato davanti a tutti e io gli ho messo le mani addosso.
Tutti così i burocrati.
Fanno i grossi finché non ti arrabbi!
E quella volta mi arrabbiai.
Mamma dice che non ha fatto denuncia perché aveva paura lo ammazzassi.
Lo stesso anno ho iniziato a fare pugilato in una palestra a Siena.
Perché vi volevo difendere tutti. La gente ci prendeva in giro perché siamo poveri, ma da quando avevo pestato quel borgesotto tutti muti!
La palestra la gestiva Corradino, che era tanto forte ma ha dovuto abbandonare il ring per un infortunio.
E lì inizio ad allenarmi, ed ero bravo!
Piano piano mi allenavo ed ho descritto il mio primo incontro con Lorenzo Gorgoni. Una scheggia che mi riempì di pugni ma che misi al tappeto e vinsi.
E lì come sai sono arrivati pure i soldi.
Un pò da incontri regolari, altri al nero gestiti da mascalzoni.
Ho volutamente omesso i miei trascorsi con la mafia. A come lavorai come buttafuori nel locale di un boss e come ho spaccato la mascella a quel capetto coglione che infastidiva le ragazze e che si credeva il padrone del mondo e che son qui anche per scappare all'esecuzione di quei senz'anima.
Qui volevo già venirci, ma avrei preferito farlo da campione d'Italia, invece devo accontentarmi d'essere solo campione della Toscana.
Quindi ho concluso dicendo che ero lì per motivi sportivi.
Che il mio allenatore ha preso moglie americana e che si trasferiva qui, quindi lo seguivo per far capire agli americani che non erano gli unici buoni a picchiare.
Ho scritto tutto e mi sono alzato.
Ho guardato il poliziotto come a dire "adesso che l'ho scritto che ti ci fai?"
Lui mi sorride e mi fa uscire.
Cazzo sorridi mi chiedo io.
Fai perder tempo alla gente per bene quando in giro c'è lavoro vero per te.
Ti giuro mi è pure andata bene che nessuno m'ha dato del mafioso.
Almeno uno, all'inferno lo mandavo sennò.
Tuo fratello Francesco
CURIOSITÀ
Estratti casuali dalle lettere di Frank Pagani
Una cosa che mi voglio obbligare a fare sai quale è? Andar per musei.
Io in arte e cultura son sempre stato duro come le pietre, ma è anche vero che sono italiano.
Abbiam inventato tutto noi.
Mi sento in colpa nel sapere che so così poco.
Susan m'ha detto che sono come Socrate ma non ho capito che intendesse anche se dal nome mi pare un italiano antico. Sarà stato un amico di Cesare!
Qui di gallerie d'arte ce ne stanno tante.
Approfitterò.
Oggi era domenica e ho deciso di andare a vedere come erano le messe qui in America.
Ero l'unico vestito ammodo guarda!
Ed il prete non faceva altro che darci delle pecore e di rivolgersi a dio per i problemi.
Ma io dico, sei coglione?
Devi per forza scomodare Dio per ogni cosa?
Io non mi aspetto che faccia lui tutto il lavoro. Aiuto lo chiedi se sei un bimbo, poi diventi adulto e non lo devi più chiedere.
Io sono Cristiano. La domenica sempre in chiesa e sempre vestito bene. Ma Dio non lo scomodo. Sennò giustamente gli rompo il cazzo per nulla. Lui mi da i doni ed io li uso.
Così funziona.
I nostri preti erano così mammolette?
A me non pareva.
Ho deciso di iniziare a leggere.
Leggere fa respirare il cervello e purtroppo il cervello a me mi serve.
La moglie di Corradino, Gilian, è molto gentile.
Mi ha prestato dei libri e debbo ricordarmi di portarle un dolce per ringraziarla.
Ho provato a leggere ma mi hanno annoiato.
C'è questo Clive Lewis che ha scritto le Cronache di Narnia.
È un pò difficile da capire ma sto cercando di continuarlo.
Voglio almeno scoprire chi è Narnia.
Stavo al bar e questo pezzo di rincoglionito mi inizia a parlare.
Siccome parlava di merda mi c'è voluto un pò a capire che mi insultava.
Voleva che me ne tornassi in Italia per non infangare il suo paese con la mia puzza da mangiapasta.
E io sono ancora qui a cercar di capire a quale paese si riferisse.
L'America manco è un paese. Sono letteralmente "Stati Uniti".
Persone? Falsi inglesi
Cultura? Rubata dall'Europa.
Cibo? Tedesco. L'hamburger è tedesco, lo sapevi? Me l'ha detto un ragazzino nero che vendeva i giornali, e io gli ho dato un dollaro perché mi sembrava un bravo bimbetto.
Ho provato a ignorarlo a questo ma ha voluto fare a botte. Deve aver detto qualcosa sul fatto di essere Texano e di avere del sangue del sud, ma figurati se ho capito. Non ho capito nulla.
Texano, Newyorkese, Africano, Canadese...
A me col naso rotto sembrate tutti uguali.
E il naso state sicuri ve lo rompo io.
Prima di scappare mi da pure del negro!
Ma io sono italiano, non un negro.
Basta guardar la pelle!
Non mi piace esser paragonato a loro, anche se alcuni di bravi ne ho incontrati.
L'America è bella però qui tutto puzza di fumo.
Troppe macchine.
Troppe fabbriche.
Poi tutti fumano pure.
Ma che gusto c'è a fumare mi chiedo?
Ti avveleni per niente.
Chiamano a me scemo e poi non capiscono che il fumo è tossico, i beoti!
Non capisco come fanno a non capire.
Mamma ha sempre detto che ci sono tanti tipi di intelligenza.
Forse aveva ragione!
Forse io ho quella che ti fa capire che il fumo uccide!
Nota: Il doppiatore di Frank è Roberto Pedicini
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