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Il ricordo della prima volta era così forte per Matt, a volte sembra che i ricordi a cui teniamo di più sembrano non sparire, e nonostante ferite profonde, essi rimangano inseparabili da noi, dal nostro io più profondo, da una sensazione di riguardo sebbene facciano costantemente parte della coesistenza delicata tra noi e l'idea che gli altri sviluppino di noi, spesso abbastanza fragile, spesso abbastanza dimenticata.
La prima volta di tutto è sempre una tragedia greca, quelle enormi maschere che cavalcavano coraggiose la scena portando i drammi interiori, esplorando angoli remoti e sperduti della psiche umana, così la psiche di Matt elaborava demoni e mostri costantemente rispetto alle sue prime esperienze. Ne è un esempio la prima volta che una persona effettua un lungo viaggio, quello che ci impieghi le ore, le intere giornate forse, per raggiungere qualcuno o qualcosa dall'altro capo del mondo e ti sembra impossibile che quel viaggio possa arricchirti umanamente, eppure è così. I chilometri sono fondamentali nei rapporti: essi dividono o uniscono persone di differenti posti, pensieri, opinioni. Il coraggio è ciò che effettivamente ci rende liberi, quel senso immenso che si prova quando vedi ad esempio un aereo volare tra le nuvole, lungo le montagne, vedendo dall'alto quale meraviglia sia il mondo e ti senti piccolo in confronto alle stelle che ti sfrecciano di fianco, come comete impazzite; oppure l'emozione del vedere un treno ad alta velocità correre tra le valli e le città, tra i fiumi e i mari, tra i monti e i laghi e sentirsi impotenti, trascinati come dalla potente marea. Così Matt, si sentiva forte delle sue emozioni, teso come una corda di chitarra al punto giusto pronta per la sua melodia, ma quella melodia si sarebbe espressa in un amaro pianto, quando messo piede sulla banchina della ferrovia, dovette partire per un viaggio per trovare dei famigliari lontani.
Tuttavia ci sentiamo spesso persi, smarriti nell'infinità di questa vita che regala spesso emozioni senza senso, a volte troppe confusi, mischiate a vani ricordi evanescenti di cui non giunge nulla, se non in fondo al cuore una briciola di nostalgia della possibilità di avere una volta, almeno per una volta, un amore, degno di una nota – sai uno di quelli che ti fa sorridere prima di dormire, uno di quelli capace la mattina di levare le paure, come fa lei con me quando mi guarda con quegli occhi profondi come il mare, i suoi capelli mossi, il suo sorriso, il suo fisico, ogni cosa di lei mi ricorda il cielo e la bellezza di una carezza di Dio, che ha avuto, per un misero istante, pietà di me che mi pone di fianco la meraviglia del creato perché io ne abbia gelosamente cura, perché in quel parco, quella volta, la prima e unica volta, le ho donato il mio cuore senza chiederle nulla, la giuro innanzi a questo tribunale, che l'amerò come un amante deve fare, che la proteggerò come un uomo deve fare, che innanzi a Dio, l'amore è il più stupefacente dei doni – e forse, in quel viaggio sfrecciando tra le case e i dintorni di un prato, qualche collina verde e il sole che splendeva alto e radioso nel cielo, anche Matt lo comprese. Comprese che gli istanti di una vita colmi di rimorsi sono attimi persi, che questa vita, seppur colma di rimpianti e delusioni, va vissuta, che ogni volta che ti alzi sei più forte di prima, che un dono come la fortezza è virtù d'animo e il temperamento di un uomo consente alla virtù di essere la migliore fra le doti che una donna possa desiderare nel suo uomo. Capiamo tutto sempre troppo tardi – o sempre troppo presto, mai negli attimi giusti – e la gente giustamente si allontana, la paura fa fare cose terribili vero, ma una parola è capace di lenire un dolore quanto di provocarlo, incutere timore ma anche sollevare l'ansia, curare le ferite è un potere che pochi hanno – io, personalmente trovo straordinariamente dolce e unico questo dono, forse negli occhi di colei che amo e che tinge questa pagine di arte, di colori, di odori, di suoni e profumi come una fotografia, come il meraviglioso scatto che è lei, incanto di angeli e sapore delle stelle, mi lascio trasportare, trasognante, in un fiume di emozioni e di ricordi, qualcosa di nuovo, qualcosa di magico – e se la magia cercava Matt in quel viaggio, nei ricordi remoti che una stanza buia e umida evocava in modo disperato e ingombrante, quasi tetro, la paura cedeva il passo alla forza e al sostegno, le mani tremanti dei due fanciulli diventano saldi, il ricordo nella mente svaniva di quel viaggio e si fece coraggio Matt.
«Ne usciremo» disse.
La ragazza sorrise teneramente, accompagnando quel gesto dolce e inaspettato, con una stretta di mano, consapevole che quei criminali avrebbero potuto fare tutto e fare niente, che da un momento all'altro le loro vite sarebbero potute giungere al capolinea.
Nonostante il timore, Matt udiva ancora nelle sue orecchie il rumore di quelle gomme che si allontanavano dalla fermata, di quelle grida fastidiose e assordanti degli amici, mentre la mente viaggiava con straordinaria bellezza e sognava paesaggi e mondi inesplorati, rivedeva le arti di Botticelli oppure il genio di Leonardo, le poesie di Poliziano, la stupenda Firenze tinta di rosso dal sangue delle lotte, la meravigliosa Venezia che galleggia sulle acque, la splendida Milano che con il suo Duomo erige a Dio una supplica di umiltà e splendore – che il vostro amore sia forte e possente come una cattedrale, che da secoli si erge in suo onore e fa degli uomini il più bel capolavoro d'amore, offrendo un dono d'amore di pari valore e bellezza – l'arte.
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