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«Sembra così scontato, è tutto programmato se lo noti, almeno tu diventa più normale. Lo sappiamo già da un pezzo ciò che accadde, perché restare insieme? Lo hai detto tu, l'amore vuole amore. Vedrai che se ne parliamo troveremo il coraggio, così mi dissi, per non dare troppo amaro a tutti. Mai più soffrire, liberi da noi, lasciarci andare in cose fatte mai, mai più sognare e chiedersi perché. Fuggii, tu avresti fatto lo stesso. Liberi da un passato tormentato, liberi da un incubo ipocrita, libero da una storia finita male.
E' vero, ciò che dicono, è vero. Sai, non volevo nemmeno. La gente dirà che non ero l'uomo per te e quegli stessi parleranno con me, insultandoti e dandoti la colpa. Ma la colpa è tutta mia.
Era un pomeriggio, quando tornavo da scuola. Quel giorno ero uscito leggermente tardi, presi il tram che veniva dopo. Di solito prendevo quello delle quattro e mezza, ma stavolta lo presi dieci minuti dopo. Uscii quasi per ultimo, il tram era deserto. Mi sedetti sul posto vicino al finestrino dal lato del binario e osservavo il panorama.
Mi sento fortunato di esserci, non fraintendermi, eppure quel giorno ero maledettamente triste: mi diressi in stazione, non andai a casa. Dissi ai miei genitori che ero da un amico, che ero fuori a studiare altre volte, quando mi vedevo con lei. Rubavo i soldi, ogni volta erano cento euro che andavano via, e i miei genitori erano con l'acqua alla gola, non riuscendo a pagare i debiti di un mutuo troppo salato. Forse ti ho dato troppo amore, vero ma io ho sbagliato. Eppure mi domando, cosa desideravo di più? Cosa vuoi tu di più? Avevi bellezza, avevi fortuna e amicizia, avevi tutto. Eppure tornassi indietro, con te, rifarei tutto, se possibile. » disse lui.
Loren rimase sconvolta, quasi impietrita dal racconto angoscioso del suo tradimento. In effetti, una relazione termina sempre per colpa di una o più parti, ma mai per univocità di uno dei due. La responsabilità di un amore frettoloso li aveva forse resi ciechi, e dunque insensibili a quelle sofferenze che tanto andavano declamando nelle ore di paure, racchiusi in quella prigione.
«Ti ricordi quella volta sulla spiaggia, quando al calare del sole ci vedemmo per la seconda volta, di nascosto dai nostri genitori? Ti presentasti con un gelato.», disse lei.
«Sì..» rispose Matt con voce flebile.
«Erano giorni meravigliosi» - andò avanti lei nel discorso visibilmente emozionata dal tono della voce - « mi prendesti per mano e mi portasti sulla spiaggia, io indossavo una maglietta rossa e dei jeans. Tu con la tua camicia bianca e il pantalone nero, vestito elegante e raffinato. Ti togliesti il pantalone ed ebbi paura, non ero pronta. Invece ti sedesti sulla spiaggia fine. Mi invitasti vicino a te, e fissammo il sole tuffarsi nel mare. Tu, ai miei occhi, eri forte come un Dio, immenso come l'oceano, eri nei miei occhi. Ma poi mi dissi: " Ti innamorerai, ma non di me. Ti innamorerai di un bastardo che ti porterà via da me, un giorno te ne andrai e io ti difenderò dal buio della vita, perché questa vita colpisce duro e atterra i tuoi sogni. Ti innamorerai, certo lo so, ma non di me.". Poi mi hai sorriso e ti sei tuffato nel mare, lasciandomi perplessa.» disse lei, interrotta dalle lacrime.
«Ti sei innamorata di me, quella volta?» chiese.
«Ti amo, tutt'ora.» rispose.
«Ti innamorerai davvero Loren, ma non sono io quell'amore, ti innamorerai perché hai un cuore immenso e io ti ho rovinato da quando ho frequentato lei, tu mi vedevi fuori dalla scuola. Sono un coglione.», disse prendendosi a sberle.
«Fermati!» urlò Loren.
Matt rimase stupito di quel suo urlo.
«Se ti fai male, io ne soffrirei. Sarà bello tutto quello che verrà, anche se non con te, ho tanti fantasmi e tanto male che ti ho fatto. Ma non dubitare di quello che ti ho detto.».
«Arriverà quel lui, che ti dirà bugie portandoti via da me, e io ne morirò perché salutandomi mi dirai addio e mano nella mano, gli sorriderai, lo bacerai, gli darai il tuo amore. In profondità, io so l'immensità che sei te, ti innamorerai ma non di me. Un giorno me ne andrò e sarai sola, perché avrò chi mi renderà felice, eppure quando la vita ti abbatterà mi penserai, tu che ora non mi vuoi. Ti innamorerai, ma non di me, credimi Loren, sarebbe una beffa e in nome di Dio, quell'amore sarebbe un crimine contro noi e i nostri sogni. E quando piangerai, il cielo si spegnerà perché la tua felicità vola via. Ti innamorerai.».
La mente dei due ragazzi tornò per l'ennesima volta indietro nel tempo, come una macchina che si riavvolgeva e inquietantemente mostrava frammenti della loro esistenza passate. Tutto ciò quando Loren, alzandosi nel buio e dopo aver brancolato, lo afferrò e lo strinse a sé.
Era un giorno di scuola come tutti gli altri, l'intervallo era appena suonato da poco. Matt, assieme ad alcuni amici si dirigevano fuori, ognuno con la sua fidanzata tranne Matt, che teneva in mano la sigaretta e l'accendino. Pareva uno di quei ragazzi ribelli. In realtà, Matt era un ragazzo benvoluto e di rispettabile famiglia.
«Ragazzi, scusate ho dimenticato il panino in classe, vado a pigliarlo e ci vediamo fuori, va bene?» disse.
«Muoviti!» replicò uno.
«Dai cazzo, sei sempre il solito minchione.» continuò un secondo, scoppiando a ridere.
«Oltre al panino si è dimenticato pure il cervello quel coglione!» replicò un terzo. Tutti si misero a ridere.
«Tua madre, scemo!» rispose Matt, facendogli il dito medio.
Si allontanò verso le macchinette per andare in classe. Quando a un tratto si scontrò con una ragazza alle macchinette. La ragazza cadde a terra, perdendo sul pavimento tutti i fogli e libri. Matt, inizialmente frastornato per l'urto, si riprese e si piegò per raccogliere i libri. Una volta fatto questo, pose la mano alla ragazza, mentre tutti gli altri attorno ridevano e sghignazzavano.
«Posso aiutarti?» chiese Matt con un sorriso.
Lei gli diede la mano, lui la afferrò e la rialzò.
«Grazie..», disse con voce timida e sorridendo.
I due si fissarono continuando a sorridere.
«Come ti chiami?» domandò Matt alla ragazza, mentre questa si allontanava.
«Loren.».
«Io Matt.».
«E' molto bello..» disse lei quasi in trance per l'accaduto, un fulmine al cielo, poi continuò «Ora vado, che ho lezione. Ciao Matt.».
Detto questo l'intervallo suonò e tutti rientrarono in classe.
Questo era il primo incontro tra Matt e Loren, la mente si riaccese e quei ricordi accesero un sorriso e qualche lacrima, forse per il tempo perduto.
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