15

15

«Ma perché?» - disse Matt rimanendo a dir poco scioccato dalla notizia - «Suo padre?».

«Sì.».

«Tu sei pazza e bugiarda: ma che ti inventi ora, dai la colpa a un pover uomo per ripulirti la coscienza? Eh, questo volevi fare. Ripulirti l'anima. Già, credeva di aver trovato lo scemo di turno che si sarebbe bevuta la storia. Ma come? Santo Iddio, un uomo di rispettabile famiglia, proprietario di una grande catena industriale di acciaieria che trasporta e vende in tutta Europa, faceva un torto alla sua immagine. Ma come ti saltano in mente queste accuse?» disse lui.

«Ne ho le prove.» disse lei.

«Le prove? Ma che sei una della CIA, ero innamorato di una delinquente o di una spia?».

«A casa mia è conservato un nastro con una registrazione sopra il quale è girato un video erotico. Filma me e lui mentre facciamo sesso e in fondo c'è una cosa per te.» replicò.

«E' da denuncia!».

«Fallo, dai. Non ho più niente da perdere, la faccia già ce l'ho messa. La fai facile tu, pensi che la gente giri intorno a te. Sei forse il centro del mondo?» urlò Loren furibonda.

«Vabbé, che messaggio c'è in quel video?».

«Non te lo dico, lo devi vedere te e se moriremo qua dentro o chissà dove, quel segreto verrà con me nella tomba, io nulla ti dirò.» rispose.

«Ancora con i segreti?».

«Anche tu ne hai avuti con me.» disse ella.

«Ma mai di questo tipo. Sì, per carità del cielo, avrò qualche scheletro nell'armadio anche io, ma tu cazzo tieni un cimitero!».

«Non provo vergogna della mia scelta. Lo feci per una giusta causa.».

«Ma Loren, avresti potuto amare qualsiasi altro ragazzo sulla faccia della Terra, invece ti sei andata a mettere nei guai con un uomo sposato, di grande potere e che tiene dei figli, tra cui la tua migliore amica e proprio lei ti ha proposto questa assurdità. Ma avresti potuto essere felice in mille altri modi o vendicarti di me come più avresti voluto..» disse Matt.

«Non era vendetta, non meriti neanche quello. Ma renditi conto, che non feci questo per te.»

«Non ti capisco..» disse lui amareggiato.

«Quando mai, quando mai!? Mi domando, quando hai capito qualcosa di me o di noi?» replicò.

«Parla chiaro.» disse.

«Vuoi che ti racconto come accadde? Questo mi chiedi?» chiese lei, come se avesse già intuito.

«Sì.».

La mente dei due tornò indietro di due anni, quando accadde quell'increscioso episodio.

«C'era un profumo per la casa che si spandeva nell'aria, era un profumo intenso orientale. Percepivo nelle mie narici l'odore del muschio, dell'incenso che ardeva e mandava in estasi i sensi. Lui si presentò tutto galante. Ero lì per studiare, (te lo giuro, o almeno così disse lui) mi invitò proprio lui e sua figlia. Dovevamo completare una ricerca sugli strati dell'atmosfera, sai che in scienze io sono impedita. Sua figlia fu poi improvvisamente ( o volutamente) chiamata da alcuni amici ed uscì e per un po' di tempo rimanemmo soli. Ovviamente, mai nella mia innocenza (o colpevolezza) avrei sospettato di qualche sua mossa, ma così fu: lui si fece sempre più vicino, mi offrì del vino (pur sapendo che io odio bere), ne bevvi e divenni alquanto brilla. Ridemmo e scherzammo, in breve tempo mi scordai della ricerca. Ancora ricordo da lì a dopo, quanto fu svelto il passo. Conobbi l'oblio, sentì le sue mani sul mio corpo, che mi possedevano. In un secondo, i nostri corpi nudi si sfioravano e si cercavano, le labbra bramose di cose proibite. Oddio, sì me ne vergognavo all'inizio, ma poi quando lui insistette con quel suo dire, sentì in me una sensazione di gratificazione. Sedurre un uomo di tale aspetto e importanza, desiderato da molte donne: io, una ragazza comune, ma non mi importava dell'età, lui mi amava. Lasciò la moglie poco dopo, non fece derivare alcuno scandalo, pagando il silenzio della moglie ( o così almeno mi disse, ma probabilmente la moglie lo lasciò per un magnate ferroviario locale, ben più rifornito di denaro e sotto altri aspetti), così lui incominciò nei due anni a cercarmi di più, mi faceva da amante. Mi recavo puntualissima una volta alla settimana per andare a fare sesso da lui. Ci sapeva fare per avere cinquant'anni. Io, inizialmente sempre in imbarazzo, misi da parte quel pessimo costume e iniziai a essere padrona della situazioni: chiesi soldi. Migliorai lo stile di vita della mia famiglia, migliorai me stessa. Non sai quanto ho comprato con quel denaro, non sai quanto mi sia sentita soddisfatta nell'essermi realizzata. Presi per me nei migliori negozi di abbigliamento tutto ciò che volevo, le migliori sciarpe, le migliori scarpe, gli abiti di marca firmati da duecento euro, e tutto solo per esaudirlo a letto, ma io gli avrei concesso tutto il mio corpo, lasciamelo dire.

Quanto può voler dire essere stupidi o infantili, è soggettivo: affianco a me avevo l'uomo che mi gratificava per le mie prestazioni, lasciandomi ogni volta cento euro.

Ma quando tornavo a casa con tutti quei vestiti e la solita banconota da cento euro, io mi sentivo male. Tutta la mia famiglia mi guardava con sospetto e vergogno, la gente mi derideva e pure tu, tanto innocente, sparlasti di me. Ma io lo feci per loro, mia madre fu cacciata via dal lavoro senza alcuna ragione o spiegazione, senza un valido motivo, o una degna assistenza come garantito. Nulla, ci diedero quei miseri quattrocento euro di indennità al lavoro e di liquidazione, e mia madre pensò di morire. " Come campiamo con questi soldi?" diceva mia madre. I soldi non ci stavano, Matt. E quando venni da te, quando tu mi prendesti per amarmi, mi trattasti da ragazza e non da donna. E io meritavo rispetto, meritavo autonomia e un minimo di pazienza. Volevo essere sincera con me, senza dipendere da nessuno.

Le volte seguenti, tornai ancora e sempre più spesso: dopo un po' non mi piaceva nemmeno più, fingevo di godere. Qualche urlo, qualche verso e parola detta a caso, lui veniva e io ero contenta. Mi prendevo il mio denaro e me ne fuggivo da quell'incubo. Fino a quando, qualche mese fa, la situazione divenne intollerabile: feci una cosa. Una sera era presente lui con una donna, non so chi fosse, non ricordo il nome, ma mi pare che qualcuno l'avesse già menzionata prima che fossi rapita, iniziarono a discutere e litigare. Io non intervenni, non la difesi. Vidi il mostro che era, estrasse un coltello dalla mensola della cucina e la colpì più volte alla schiena, lasciandola morente sul pavimento. Il parquet si sporcò di sangue. Io mi nascosi, quando nel voltarmi per fuggire, vidi un uomo sbattere contro il vetro della finestra, attirando la sua attenzione, che mi vide. In quel momento venne da me, mi trascinò via per i capelli, mi portò in camera e abusò di me. Quando ebbe finito, si rivestì e scese giù. Sia l'uomo che il corpo della donna erano spariti, sul parquet solo una macchia di sangue e un bigliettino. Non so cosa ci fosse scritto sopra, ma quando lo lesse rimase sconvolto. Da quel giorno, spronata dalla mia migliore amica, mi allontanai da te, convinta di amarlo e giurai di proteggerli. Lei era tutto per me, sai quanto conta per me. Katia, non la dimenticherò mai. Ho fatto molti errori in attesa che tu diventassi uomo, e in attesa di crescere. Ho conosciuto il male, ma si piange solo quando conosci il bene. Tu, quel bene l'hai conosciuto tramite me, io in te non l'ho trovato e nemmeno in lui. Per questo, ho fatto ciò che andava fatto.

Qualche sera dopo, tornai per fare una visita. Katia non c'era, avevamo litigato per affari nostri. Andai da lui, dietro con me avevo una pistola rubata a un mio vicino di casa che aveva regolare porto d'armi. Entrai in casa sua, feci per sedurlo, per stare al gioco, quando mi disse: " Sai anche tua madre si vende per pochi spiccioli". Quando lo sentì dire questo, rimasi folgorata e umiliata. Nessuno doveva toccare mia madre, così la difesi e lo uccisi nel letto sparandogli alla nuca. Gli lasciai un foro e qualche goccia di sangue colò fuori. Scappai e buttai la pistola, il caso è ancora in esame dal giudice ma tra un anno cadrà in prescrizione e al massimo avrò dei lavori socialmente utili, se mi costituirò. Ma mai lo farò, quell'animale doveva morire.»

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top