12
12
La stanza era illuminata da una luce artificiale proveniente da una grossa lampada singola al neon che si trovava appesa al tetto che cadeva a pezzi, mal ridotto, con delle catene che emettevano un sinistro cigolio. Un dondolio angosciante delle catene che proiettava sul suono malamente illuminato delle ombre. La luce a intermittenza creava nella stanza un macabro gioco di colori, andando a illuminare i volti disorientati e spaventati dei due ragazzi, che avevano conosciuto almeno una verità. Quelli erano loro, si conoscevano: lui era Matt e lei era Loren.
Finalmente avrebbero potuto studiare un piano. Ma proprio mentre Matt stava per avvicinarsi alla porta, ecco che si sentì un rumore esterno, un oggetto metallico strisciava lungo il pavimento ricoperto di crepature. Un rumore sinistro, innaturale. Poi il silenzio, ed infine un tonfo. Un profondo rumore assordante stava indicando ai due ragazzi che un oggetto metallico molto pesante era appena caduto, sbattendo violentemente contro il pavimento. Qualcosa stava accadendo.
Poi lo spioncino della porta di ferro tutto d'un tratto si aprì. Si vide un occhio umano, color blu intenso e dall'altro un occhio marrone che si muoveva. Era inquietante quella figura. Sull'occhio finto si intravedeva una tetra cicatrice che si estendeva lungo l'occhio.
«Dov'è lei?» disse la voce.
«Chi cerchi?» replicò Matt coraggiosamente.
«La mia Esteban.» rispose.
«Non sappiamo chi sia, lasciaci andare e ti aiuteremo.» replicò nuovamente il ragazzo con tono sprezzante, seppur aveva molta paura delle conseguenze del suo dire.
L'uomo fece un ghigno e poi parlando in arabo, sbatté violentemente lo spioncino. Improvvisamente si udirono delle grida e dei forti rumori provenienti dall'esterno. Voci di paure miste a grida, suppliche in lingue sconosciute, simili all'armeno, all'arabo. Insomma la situazione certamente non era delle migliori, ma c'era un indizio: qualsiasi cosa fosse accaduto, qualsiasi luogo fosse non erano vicino a casa.
Poco dopo Matt chiese a Loren se riconobbe quella voce, ma lei negò.
Finalmente sulla stanza scarsamente illuminata, in quel posto spaventosoe dimenticato da Dio cadde la notte, tutti se ne andarono, si udirono rumori diporte e serrature chiudersi, risate e rumori strani provenienti dal tetto.Erano al piano di sopra, dunque stavano in un seminterrato. Avevano raccoltoindizi e fiducia reciproca, ma per fuggire dovevano studiare un piano.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top