5 • Lost Paradise •
- 1 anno dopo -
Se c'era qualcosa che il bianco odiava era veder tornare a casa tardi Kihyun, almeno due giorni su sette imbottito di alcool, con le lacrime agli occhi, che si chiudeva in camera fino al giorno dopo, quando tutto sembrava tornare alla normalità. Aveva provato a parlargli, o almeno a farsi parlare, ma neppure quando era ubriaco fradicio riusciva a farsi rivolgere la parola.
In vino veritas, dicevano, allora la verità era che Kihyun non voleva più parlarci con Minhyuk forse.
Quindi che senso aveva restare lì a fingere?
«Hyun, ho deciso che me ne andrò.» il maggiore si appoggiò con la spalla allo stipite della porta che lo separava dal suo coinquilino. Un mugolio dall'altro lato della stanza riempì il silenzio, e qualche minuto dopo la figura trasandata del rosa si presentò dinanzi agli occhi neri dell'altro. Si strofinò gli occhi con la manica della maglietta con un gesto piuttosto infantile e tirò su col naso mordendosi il labbro. Non rivolse neppure un'occhiata al più grande.
«Vuoi davvero... andartene?» mormorò tornando subito a torturarsi il labbro inferiore coi denti.
«Si.» rispose seccamente Minhyuk «Non è fatto per me questo posto e tu... Tu sei cambiato troppo perché io possa sopportarlo.» spiegò rimettendosi dritto e incrociando lentamente le braccia al petto.
Il minore sentiva lo sguardo del più alto bruciare su di sé come il carbone in una brace, mentre cercava affannosamente di trovare dell'acqua che placasse quel soffocamento. Minhyuk sapeva bene che non era "tutto a posto" e che il rosa aveva bisogno di aiuto in quel momento, ma sapeva altrettanto bene che non poteva essere la persona adatta ad aiutarlo.
«Oh... Non lo sopporti?» ridacchiò il più piccolo spingendo improvvisamente il bianco all'indietro, il quale si tenne in piedi appoggiando una mano contro il muro alle sue spalle. «Hai idea di quante volte io abbia sopportato te? Di quante volte io abbia rinunciato al mio orgoglio per non lasciarti andare? Di quante volte io ti abbia cercato? Di quante volte io abbia dovuto soffrire per colpa tua? Di quante. Fottute. Volte. Ho affrontato i miei demoni da solo nonostante tu abbia visto tutto questo tempo come stessi?» domandò retoricamente il minore con un tono aspro che raramente utilizzava con lui. «Vuoi andartene? Benché io ci sia sempre stato per te?» la voce del rosa si distorse in una risata rauca strozzata dai singhiozzi e le lacrime cominciarono a solcare il suo viso, mentre il suo ego crollava definitivamente, lacerandosi, sfracellandosi contro il cumulo di macerie che si era accantonato lì giorno dopo giorno, ferita dopo ferita. «Vattene allora...» bisbigliò asciugandosi frettolosamente le prove del suo dolore che scorrevano placide lungo le sue guance come rubinetti difettati che gocciolavano senza più riuscire ad essere chiusi. «Vattene, avanti! Che aspetti?!?» urlò sfogando la rabbia che aveva represso fino ad allora, quella contro se stesso però, non sopportava di non essere stato mai capace in tutto quel tempo di dimostrare i propri sentimenti al maggiore. Era per questo che si stava distruggendo anche fisicamente, il suo rendimento scolastico ne risentiva, il suo fegato anche, ma brillo com'era almeno non rifletteva tutto il tempo sullo stesso argomento,preferiva vaneggiare piuttosto.
«Qual è il tuo problema Kihyun-ah?» la voce salda del maggiore irruppe violentemente nella sua testa, o forse era semplicemente l'effetto della sbronza a fargli martellare le parole nelle orecchie fino ad avvertire un dolore pungente alle tempie. «Sono io il tuo problema, vero? Già quando abbiamo cominciato a vivere insieme ti ho visto cambiare e ora sei completamente un'altra persona.» Minhyuk mantenne la calma sentendo spezzarsi l'ultimo filo della corda che li legava, quella corda che si era sfilacciata come non mai negli ultimi mesi. Allontanò il più basso spingendolo delicatamente lontano da sé. «Ti avevo avvisato Kihyun, ti avevo avvertito... Perché non mi hai ascoltato? Pensi mi faccia piacere vederti così? Pensi che io abbia voluto questo? Conoscevi ormai il mio carattere e il mio modo di comportarmi, perché hai insistito tanto per venire qua insieme? Sei stato tu a pretendere di potermi comprendere pensando che avessimo in fondo un carattere simile, ma, se ti soffermassi a pensarci davvero, ti renderesti conto che adesso hai perso tutto del tuo carattere, di quello che eri.» il bianco fece un altro piccolo passo indietro, cieco come sempre, incapace di guardare alla verità ormai, con i suoi occhi velati di convinzioni errate. «Se me ne vado è per il tuo bene.» mormorò ancora il più alto e si voltò andando verso il salotto, afferrò con una mano il suo trolley, che aveva precedentemente preparato, e la borsa a mano, caricandosela in spalla. Si voltò a guardare un'ultima volta il minore che si graffiava nervosamente il braccio scoperto dalla maglietta a maniche corte con le unghie abbastanza lunghe da creare segni rossi ben visibili. Stava evidentemente cercando di trattenersi, ancora una volta. Stava sbagliando, ancora una volta. Stava tradendo se stesso, addossandosi ancora una volta il peso di portare quel segreto, che forse non sarebbe mai stato svelato. E se davvero non sarebbe mai stato svelato?
Minhyuk distolse lo sguardo pochi secondi dopo, ma il rosa continuava a guardarlo come un angelo decaduto guarda il Paradiso mentre precipita dopo essere stato cacciato, quel Paradiso dove sapeva che non sarebbe potuto tornare mai più.
La porta sbatté in un soffio, tanto che Kihyun, incantato com'era, neppure se ne accorse subito... Era così triste veder sparire davvero ogni speranza, nonostante avesse già buttato la spugna tempo prima, il fatto che sarebbero stati lontani sottolineava e confermava semplicemente ciò a cui il minore si sarebbe dovuto già preparare.
__________________
La brezza notturna sferzò il viso del bianco non appena mise piede fuori dal portone del palazzo, si incamminò lentamente per i vialetti contornati da siepi verdi che scortavano all'uscita del parco condominiale, lanciando di tanto in tanto qualche occhiata al cielo buio e annuvolato: stava arrivando l'estate, e di conseguenza la stagione delle piogge. Varcò il cancello del parco, segnando l'uscita da quella vita troppo frenetica e monotona, ma soprattutto segnando l'uscita dalla vita di Kihyun.
Era difficile ammetterlo, ma gli si era affezionato comunque, non avrebbe voluto perderlo così. Sapeva, però, che questa volta non sarebbe tornato, questa volta era davvero la fine.
«Non voglio che finisca così.»
Era la prima volta che Minhyuk aveva visto piangere davvero il rosa, non aveva mai creduto di poter assistere a uno spettacolo del genere, non aveva neppure mai immaginato che Kihyun in lacrime avrebbe potuto scalfire qualcosa di ancora vivo dentro di sé.
«Non voglio... che finisca... così...» ripeté la voce del rosa ancora ansimante per la corsa.
Forse in fondo se il minore era tornato di nuovo un motivo doveva esserci per non volerlo lasciare andare. Se era tornato di nuovo, dopo tutto, per lui, allora forse Minhyuk una possibilità avrebbe dovuto dargliela ancora.
«Nemmeno io lo voglio...» sussurrò in risposta il maggiore accogliendo il più basso in un morbido abbraccio, il rosa appoggiò il mento sulla spalla del compagno, lasciandosi cullare nel suo debole stato sia fisico che psicologico. Tornarono in casa solo quando il minore fece notare all'altro che fosse stanco a causa dell'alcool, così il bianco lo aiutò a mettersi a letto passando forse una delle serate più tranquille della sua vita mentre accarezzava i capelli del più piccolo guardando la TV.
La pace però non durò a lungo.
Kihyun si ostinava a non voler parlare, rispondendo ogni volta che "non era ancora il momento giusto per dare spiegazioni" e il carattere di Minhyuk cedette dopo solo un mese, non riusciva a sostenere il suo amico, i suoi drammi, i suoi silenzi.
«È okay Kihyun, tornerò.» aveva detto.
Se n'era andato davvero poi.
Aveva davvero voglia di ritornare a casa sua, alla sua normalità, nella sua vita di tranquillità e solitudine.
Aveva bisogno di allontanarsi da quell'abitudine di sentire il suo cuore perdere un battito ogni volta che vedeva il rosa scuotere la testa con le lacrime agli occhi, pur di non esprimere ciò che lo tormentava.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top