15 • Fears or Love? •
«Jinyeon.» Jooheon cercava di chiamare sua sorella da quasi 5 minuti, tuttavia non poteva urlare altrimenti sicuramente sarebbe stato scoperto dai suoi genitori, e non poteva permetterselo. Lanciò un altro piccolo sassolino alla finestra della sua stanza, dove si presumeva fosse anche la ragazzina. «Jinyeon!!»
Una chioma mora e fluente sbucò dalla finestra e uno sguardo truce si rivolse al ragazzo. «Che ci fai qui? Guarda che lo dico a papà.» Minacciò la ragazza, evidentemente contrariata da quella visita improvvisa. Il castano si sentì ferito per quell'accoglienza tanto acida riservatagli, che in realtà non si aspettava tale. Alla fine sono sempre le aspettative che rovinano tutto, questo è risaputo.
«Jinyeon ho solo bisogno delle mie cose, ti prego...» I suoi occhi lucidi dovettero apparire seriamente dispiaciuti alla sorellina, poiché quella si addolcì immediatamente e annuì tornando dentro. Restò impegnata per svariati minuti, tanto che il ragazzo pensò che lo avesse lasciato lì ad attendere per vendetta o più seriamente che i suoi genitori l'avessero scoperta e punita. Proprio quando cominciò a preoccuparsi seriamente lei si affacciò nuovamente, lanciando una alla volta le due borse che aveva riempito frettolosamente, e assicurandosi che suo fratello prendesse entrambe, senza farle cadere per terra, dal momento che dentro vi erano anche oggetti delicati. «In quella grigia c'è il tuo cellulare nuovo, l'ho conservato, e c'è anche quello rotto...» Spiegò la ragazzina a viso smorto, palesemente afflitta dalla situazione. «Jooheonie... Tornerai?» Ed ecco che gli si parò dinanzi la domanda che lo aveva tormentato tutta la notte, prima di decidere finalmente di far ritorno a casa sua quel pomeriggio almeno per recuperare qualcosa di suo. Sarebbe mai tornato lì? Gli avrebbero mai permesso di tornare come se niente fosse?
«Non lo so...» Biascicò in risposta arrancando con le parole e cercando in tutti i modi di non farsi prendere dalla malinconia o dall'ansia, altrimenti sapeva di rischiare di scoppiare a piangere.
«Papà ha picchiato di nuovo mamma...» Gli comunicò la ragazza, con una reticenza che strinse il cuore di Jooheon in una morsa crudele. Per colpa mia. Quelle tre parole erano state sottintese, ma solo perché Jinyeon voleva troppo bene in fondo al fratello per dirgli una cosa simile. In casa la trattavano ancora come una bambina, senza rendersi conto che ormai era una donna vera e propria, più matura di altre ragazze della sua età per via della triste realtà che era costretta ad affrontare ogni giorno. Lei sapeva e sopportava, proprio come aveva fatto prima di lei suo fratello maggiore. Era sensibile, proprio come lui, e per questo non riusciva ad essere cattiva e far sentire in colpa il ragazzo che per tanti anni si era preoccupato di lei accudendola nel migliore dei modi.
«Jinyeon devi essere forte.» Le aveva detto, poi se n'era andato a testa bassa, trascinando flemmaticamente le borse, senza curarsi delle lacrime che lente e inesorabili scorrevano ormai sulle sue guance. Doveva essere forte anche lui, aveva un'intera vita davanti, quindi perché sprecarla appresso agli errori dei propri genitori?
Minhyuk lo stava aspettando un paio di incroci più avanti, con l'auto, e non appena il maggiore lo aveva visto in lacrime si era immediatamente allarmato, ma il castano aveva finito col raccontargli tutto, usando quanta più calma possibile. Aveva evidentemente bisogno di sfogarsi e Minhyuk era diventato il suo scoglio più saldo a cui aggrapparsi. Riusciva a consolarlo anche solo accarezzandogli i capelli e abbracciandolo con la sua debole sicurezza in ogni singolo gesto. Quel tentennare continuo che lo caratterizzava e al quale ormai si stava abituando. Ed era rimasto stravolto da quanto efficace fosse la presenza del maggiore contro i suoi drammi, tanto che era riuscito in poco tempo a rilassarsi e liberare la mente a tal punto da poter persino prendere sonno.
Minhyuk, invece, dal canto suo, non smetteva di pensare a quanto miracolato fosse stato per aver incontrato una simile benedizione lungo il suo mesto cammino. Più i giorni scorrevano, più se ne rendeva conto, più desiderava possedere quella meraviglia soltanto per sè.
«Ho visto dormire un angelo...» Mormorò sfiorando lentamente il contorno del viso del minore con le dita ossute. Aveva così tanta paura di perdere presto di vista lo spiraglio di luce che aveva squarciato il buio, così tanta paura da avvertire un dolore lancinante al petto, all'altezza del cuore.
«Jooheonie.» Le sue mani fremevano per il nervosismo emotivo nascosto dietro quella facciata tranquilla e pacata. Dovette stringerle sulle spalle del castano per farle smettere di tremare. Qualcosa di più profondo di un banale presentimento gli suggeriva che quel filo che li legava presto si sarebbe spezzato, che quella serenità si sarebbe infranta, e lui non aveva voglia di gettare al vento anche quest'altra occasione per essere felice. «Jooheonie.» sussurrò con tono leggermente più alto scrollando piano il minore per le spalle, per non spaventarlo.
«Jooheon-ah, andiamo svegliati.» mormorò avvicinando il viso al suo orecchio e lasciando scorrere una mano affusolata delicatamente sul petto del castano, alla ricerca del suo rilassato battito cardiaco, pur di cercare di calmare ad ogni modo l'ansia che lo stava divorando. «Jooheonie.» continuò a chiamarlo il maggiore insistentemente finché quella volta ci fu un mugolio assonnato da parte dell'altro. «Jooheonie, svegliati...» sussurrò ancora soffiando fiato caldo sul collo del più piccolo, il quale di rimando fu immediatamente investito dai brividi.
«Che ora è?» riuscì a formulare quella domanda tenendo gli occhi chiusi, ancora assopito tra le braccia di Morfeo, mentre cercava di bagnarsi le labbra con la lingua, poiché talmente secche da impedirgli di parlare.
«Le tre e venti.» rispose pacato il bianco dopo aver alzato lo sguardo sull'orologio a pendolo appeso alla parete di fronte.
«Così tardi?» mugugnò l'altro facendo una smorfia con le labbra e corrucciando le sopracciglia ancora stordito dal sonno.
«Di notte...» Puntualizzò il maggiore, al ché il castano smorzò uno sbadiglio sbuffando sonoramente per la frustrazione, incredulo che Minhyuk fosse stato capace di svegliarlo in piena nottata.
«Che motivo c'era di essere così insistente allora?» sbottò con l'ennesima smorfia annoiata e stanca in viso, un'espressione dolce e infantile che gli donava particolarmente. I suoi occhi scomparvero in una linea sottile facendo comparire le solite piccole rughe ai loro estremi, le labbra si arricciarono scontrosamente e il suo viso da bimbo assunse una sfaccettatura indispettita, che tuttavia agli occhi del maggiore appariva ugualmente adorabile.
«Perché... avevo voglia di baciarti.»
Il minore spalancò le palpebre a quell'affermazione, ma non ebbe neppure un attimo a disposizione per replicare che si ritrovò le labbra del bianco sulle proprie, che si muovevano fameliche. E se Jooheon credeva di stare ancora dormendo e che quello fosse solo un altro sogno, le seguenti parole del bianco lo risvegliarono del tutto. «Spiegami come si fa a dormire con accanto una simile meraviglia.»
Non fece in tempo neppure ad arrossire che le loro labbra entrarono nuovamente in contatto. Minhyuk appoggiò i gomiti ai lati del busto del minore, arrivando quasi a distendersi su di lui senza mai allontanare realmente la bocca da quella dell'altro. Non lo stancava quel sapore fresco che percepiva quando le loro lingue si accarezzavano, né lo sfiorava l'idea di lasciar respirare il minore, il quale era costretto a soffocare gli ansimi tra i baci, né tantomeno aveva desiderato qualcosa maggiormente di quanto non avesse desiderato quel momento. Ma non era solo quello, era qualcosa di peggio. Qualcosa di oscuro che sentiva stesse arrivando. E lo spaventava.
«M-min...Hyuk...» il castano inarcò la schiena e trattenne un gemito sgusciando via dalla cattività alla quale erano state costrette le sue labbra e cercando di riprendere fiato sotto lo sguardo ghignante del maggiore che lo fissava dall'alto con un'inconfondibile velo di lussuria negli occhi. «Tu... vuoi per caso farmi morire d'infarto precoce??» si lamentò il minore roteando gli occhi con il respiro ancora affannato.
Sembrava così bello agli occhi del bianco, con quell'espressione attonita, quasi spaventata e ancora confusa dal sonno.
«L'unico che sta uccidendo qualcuno qui, sei tu, più crudelmente di quanto immagini.» sussurrò flebilmente il maggiore avvicinando le labbra all'orecchio del castano e accennando poi un sorriso angolato. Quella voce fredda e sensuale al tempo stesso metteva i brividi al minore, ma ugualmente era capace di far ribollire il sangue nelle sue vene. Era un continuo ossimoro quel ragazzo e Jooheon pensava che non sarebbe mai riuscito ad abituarvisi.
«I-io... C-cosa...» scosse lievemente la testa incredulo sforzandosi di accettare la presenza del maggiore così vicina a sé e cercando di contenere le reazioni al minimo indispensabile perché la posizione in cui si trovavano non era certo delle migliori, non per la scomodità quanto per il totale imbarazzo.
«Sto morendo lentamente, honey.» Continuò l'altro facendo scivolare il suo respiro sulla pelle scoperta del collo del minore. Jooheon si sentiva esplodere, non era mentalmente preparato ad affrontare una situazione del genere, soprattutto perché erano le tre di notte e lui si era appena riscosso abbastanza bruscamente da un sogno molto molto tranquillo rispetto a ciò che stava succedendo in quel momento. Minhyuk era imprevedibile si, letteralmente.
«Io muoio velocemente se uno psicopatico mi salta addosso alle tre di notte» Borbottò il minore sbuffando e puntellando i gomiti sul divano per sollevarsi leggermente con la schiena in modo da staccarsi l'altro di dosso. La risata melodiosa del bianco riecheggiò nel vuoto della notte facendo saltare un altro battito al già malmesso cuore del più piccolo. Non poteva essere più felice in quel momento, anche se era difficile dimostrarlo a causa di tutte le altre emozioni che avevano preso il sopravvento in superficie.
«Mi fai impazzire.» Il maggiore soffiò sulle sue labbra e gli lasciò un morbido bacio di sfuggita, quando però il castano si sporse per approfondire il contatto l'altro si allontanò con un ghigno stampato in volto, che fece venir voglia a Jooheon di prenderlo a schiaffi.
«Sono le tre di notte.» Continuò a sottolineare il minore, come a dire "Sono le tre di notte e già che mi hai svegliato mi prendi anche per il culo". Minhyuk sorrise ancora divertito, avendo compreso perfettamente ciò che il castano stava cercando di comunicargli.
«In realtà sono quasi le quattro adesso...» Commentò il bianco spostandosi dal corpo dell'altro e riprendendo posto nel suo angolo di divano perdendosi con lo sguardo fuori dalla finestra, sulla strada illuminata soltanto dai fiochi lampioni. Jooheon non capiva, non aveva idea di quanto tutto ciò lo torturasse. Non era facile convivere ogni giorno coi propri fantasmi, nascondendo le proprie ombre, rinchiudendo gli scheletri nell'armadio, rivisitando i propri ricordi e tentando di estrapolarne solo i più sinceri per non deludere in nessun modo il minore. Affannarsi quotidianamente per sembrare sempre migliore, per un'unica persona, senza neppure un preciso motivo... La realtà era che il motivo ormai l'aveva capito, nonostante la sua mente cercasse ancora di distorcere quella nuova convinzione sino a prefiggersi di decomporla. Sapeva, però, di non poter più contenere quel sentimento, qualunque cosa fosse. Agli occhi degli altri sarebbe potuto essere amore, così come lo definivano banalmente tutti, senza soffermarsi mai profondamente sul significato di quella parola. Ormai sembrava tutto scambiato per amore, ovunque, eppure non poteva essere così semplice. Jooheon era una creatura bellissima nella sua mente, l'idealizzazione della perfezione, nel carattere così come nell'aspetto. La sua posizione nei suoi confronti, tuttavia, era sempre rimasta neutrale, oscillante tra due fuochi: la paura di perdere l'opportunità e la paura di macchiare quella purezza. Temeva entrambe le cose, un terrore che aveva assillato i suoi pensieri per molto più tempo di quanto non si fosse aspettato, aveva aggrovigliato le sue idee e disperso ogni forma di logica. Era diventato puro istinto. Quella notte il timore che quel poco di felicità che aveva trovato, per miracolo o per fortuna, si dissolvesse tra le sue mani, lo aveva soffocato al punto da destarlo dal sonno. Il buio pesto fuori dalla finestra gli incuteva angoscia, incupendogli lo sguardo e spegnendo il suo sorriso, tanto che Jooheon dovette accorgersi del suo improvviso cambiamento d'umore.
«Minnie che succede mh?» Il minore allungò una mano sul braccio del bianco, ma l'altro gli rivolse un sorriso che tendeva a dover essere rassicurante, sebbene non convinse del tutto il più piccolo.
«Va tutto benissimo» Annuì il maggiore, lievemente, quasi volesse contenere qualsiasi emozione stesse provando in quel momento. «Andiamo a dormire sopra, dai.» Porse una mano a Jooheon, che l'accettò volentieri con uno dei suoi soliti sorrisi timidi e dolcissimi, per poi ritrovarsi a salire le scale, seguito dal castano, mano nella mano, fino a raggiungere la camera da letto del maggiore. Minhyuk si abbandonò fiaccamente sul materasso, rotolando di un giro fino ad occuparne l'estremo attaccato alla parete e poi facendo cenno all'altro di raggiungerlo. Avvolse speditamente le braccia attorno alla vita del minore, senza ovviamente stringerlo troppo, lasciando unire il proprio petto con la schiena del castano e appoggiando la fronte sulla sua spalla.
«Non te ne andare, okay?» Mormorò il bianco con la voce tenera di un bambino, sorprendendo tremendamente il minore. Questi a quel punto avrebbe voluto togliersi un peso dal cuore e rispondergli "Ti amo, come posso andarmene?", eppure qualcosa lo vinse sul tempo, fermandolo, quindi si limitò ad annuire piano, speranzoso che prima o poi quelle parole, invece, sarebbero uscite dalla bocca di Minhyuk.
· · · Spazio Autrice · · ·
Bonne nuit belle persone ~
Spero vi sia piaciuto questo
capitolo un po' più tranquillo
e anche un po' più lungo del solito.
Mi scuso immensamente per
il ritardo... Tuttavia ho calcolato
di fare aggiornamenti più veloci
nelle prossime settimane, in modo
da terminare la storia per Natale :3
Spero di riuscirci, anche perché
ho altre bozze da iniziare
seriamente e pubblicare, quindi
vedrò di darmi una mossa ~
Mi auguro passiate un buon
weekend lungo, dato che questo
venerdì è festa, e auguro
a me stessa di trovare tempo per
aggiornare le altre storie. 😂
Vi lovvo tutti~
A presto :3 ❤
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