11 • Please •
«Oooy hyung!»
Il ragazzo di spalle si voltò e accennò un sorriso, che in realtà sembrava, come al solito, una mezza smorfia, forse a causa della sue labbra carnose. In realtà, però, quelle erano uno dei punti forti della sua bellezza, quindi il moro non se n'era mai lamentato.
«Jooheonie, non ti ho visto più, sei rimasto chiuso in casa?» domandò il più alto. Il minore si rendeva conto che da un po' di tempo aveva trascurato i suoi amici, da un po' di tempo come, ad esempio, da quando Minhyuk era entrato a fare costantemente parte della sua vita. Parlava davvero poco con Changkyun, che da sempre era il suo migliore amico, e ancora di meno con Hyungwon, il suo vicino di casa. «Non mi hai neppure risposto al messaggio che ti ho mandato per farti gli auguri.» Aggiunse il maggiore stampandosi un'espressione offesa in viso. Jooheon si sentì in colpa realizzando ciò che l'amico gli aveva appena riferito. Era stato così preso dalla nuova enigmatica presenza che aveva fatto improvvisamente capolino nella propria quotidianità e che stava facendo della sua vita un mero tentativo di speculazione in merito a quella stessa, per il nobile fine di snodare i drammi che affliggevano quel ragazzo e al contempo saziare la propria curiosità. Minhyuk era troppo, forse, per un ragazzo normale come lui, ma la forza del minore erano proprio la sua immane coerenza e la costanza che impegnava in un tentativo dopo l'altro. Anche se questo sforzo aveva comportato una svolta della sua vita, l'allontanamento dai suoi vecchi compagni, il distanziamento dalla sua stessa famiglia, non aveva alcuna intenzione di rinunciarvi.
«È che... Non ho più un telefono... E che ultimamente sto conoscendo una persona e sto avendo davvero molto poco tempo. L'altro ieri sono stato con lui e sono tornato a casa ieri mattina... Ti lascio immaginare la reazione mia madre tra l'altro.» Jooheon rispose sinceramente, sbuffando sul finire della spiegazione e il maggiore annuì, cosciente di quanto la madre del castano fosse iperprotettiva, nonostante il figlio fosse grande e vaccinato ormai.
«Uhm... Però aspetta...» Hyungwon drizzò le orecchie cogliendo solo il quel momento nella frase del minore un dettaglio particolarmente invitante. «Dici... Lui?» sulle sue labbra gonfie per natura spaziò un ghigno che di innocente non aveva nulla e assunse la sua tipica posa a braccia conserte, mettendo non poco a disagio Jooheon.
«È... u-un amico...» farfugliò l'altro cercando di evitare lo sguardo del maggiore, ma invano. Tanto in fondo Hyungwon aveva già capito tutto.
«Senti Joo-ah io oggi esco con Hoseok, quindi non riesco a liberare il pomeriggio. Se vuoi, però domani andiamo a guardare la partita di basket in palestra, è domenica, e mi racconti un po', okay?» propose il corvino dopo qualche attimo in cui dovette organizzare mentalmente il weekend. Jooheon si meravigliò della proposta perché ormai era da più di un anno che non frequentavano insieme gli incontri di basket che si tenevano settimanalmente nella palestra del loro quartiere. Quello era un posto piccolo e abbastanza dimenticato della città, un angolo fantasma in una provincia troppo vasta perché l'amministrazione si curasse di quel luogo povero e infruttuoso. Hyungwon aveva una situazione certamente più benestante, eppure suo padre, nonostante avesse dovuto lavorare duramente per ottenere l'agiatezza che oggi aveva la sua famiglia, non aveva mai voluto abbandonare la casa in cui aveva vissuto da piccolo. E così, l'aveva fatta ristrutturare e a quel punto probabilmente l'abitazione del corvino era la cosa più nuova e splendente di tutto il quartiere. Si viveva alla giornata, alcune ferree abitudini dimostravano la lontana arretratezza civile che presenziava tra quelle stradine, come i contadini che vendevano i propri prodotti caricando le cassette di legno sui vecchi camioncini tre ruote che quasi cadevano a pezzi, l'abbondanza di drogherie e la quasi assenza di normali supermercati, i medici che visitavano i pazienti nelle loro case per via dell'assenza di ospedali e farmacie vicine, la coda di persone che alle 5 di mattina si riuniva insieme canticchiando per andare a lavorare nelle filande o nelle fabbriche alimentari, le fumarole che affumicavano le abitazioni ostruendo la respirazione per giornate intere quando si bruciavano i falò di immondizia nei momenti in cui diventava troppa e non veniva recuperata dal servizio cittadino della città di Gwangju... Era così strano,ad esempio, cambiare quartiere ogni volta che andava da Minhyuk. A soli cinquanta minuti di distanza da casa sua l'atmosfera era completamente diversa: le case erano tutte ordinate, la pianta di costruzione del quartiere perfettamente architettata nel minimo dettaglio, niente abitazioni addossate le une alle altre, niente stradine strette e inaccessibili ai mezzi, niente baracche e bancarelle sui marciapiedi, niente fognature rotte e sistema d'illuminazione insufficiente... Jooheon a casa sua di solito non aveva neppure accesso all'acqua potabile dopo le 10 di sera poiché i pozzi si svuotavano per quanto sovrappopolato fosse quel quartiere, e i lampioni erano quasi sempre spenti, dopo il tramonto i palazzi divenivano sagome stagliare del buio più oscuro e la poca illuminazione delle strade era dovuta alle rare luci accese nelle abitazioni. Era così triste notare quel cambiamento assurdo: ogni volta che metteva piede in un altro quartiere era come arrivare in un paese completamente diverso. Se attraversava tutti i giorni quel confine accusando i brividi ogni singola volta che varcava quel muro di divisione invisibile, era solo per il bianco. Ma, in fondo, non l'avrebbe neppure conosciuto Minhyuk se quel giorno non fosse andato a far visita a suo nonno nel cimitero del quartiere vicino, poiché era il compleanno del vecchio che era stato seppellito là, dal momento che quando era morto nel loro insulso angolo di mondo non esisteva neppure un cimitero.
«Jooheon?» lo richiamò la voce del maggiore distraendolo immediatamente dai suoi pensieri. L'altro sorrise scuotendo la testa: «Se non ti va non farti problemi, basta dirmelo, lo sai.»
Il minore si affrettò a negare con la testa scusandosi. «Certo che mi va, solito orario?»
«Solito orario.» il corvino annuì e poi lo salutò avviandosi per andare via. Ma qualcosa stava martellando le tempie al minore cercando di venire alla luce, un sussurro continuo che non comprendeva, o meglio non ricordava più. Qualcosa gli intimava di richiamare Hyungwon e chiedergli qualcosa, ma non sapeva neppure cosa, quindi rinunciò e deglutendo finì di spazzare via le foglie secche dallo stretto portico che precedeva il giardino. Cos'è che doveva domandare al suo hyung?
Il vuoto totale devastò la sua mente per tutto il tempo in cui terminò di sistemare l'esterno, ma quando rientrò in casa e i suoi occhi intercettarono l'orologio appeso alla parete improvvisamente si rese conto del pensiero che lo aveva assillato tutta la nottata e, in realtà, silenziosamente anche tutto il giorno.
Minhyuk...
Era già tardo pomeriggio e a quell'ora soleva andare sempre da lui, ma non poteva. Sua madre lo aveva costretto a restare in casa o "nei paraggi" per un tempo indeterminato che avrebbe deciso lei, per via della sua "bravata irresponsabile". Non aveva potuto neppure difendersi e giustificarsi in qualche modo, perché la donna aveva minacciato di riferirlo a suo padre, e se lui ne fosse venuto a conoscenza Jooheon sapeva che non ne sarebbe uscito facilmente. Aveva pensato, infine, che la cosa migliore era aspettare che la sfiducia di sua madre sfumasse, in modo da poter pretendere di nuovo la libertà che aveva di solito. E fino a quando non l'avrebbe riottenuta l'unico modo che aveva per far sapere ciò che era successo a Minhyuk era Hyungwon.
Il castano passò la notte insonne a cercare le parole adatte per spiegare al maggiore la sua assenza, e a sperare che quello capisse la situazione e lo perdonasse. E il giorno dopo non appena vide Hyungwon la prima cosa che fece fu consegnarli la breve lettera che aveva composto nella mattinata.
«Ti prego Wonnie, ho davvero bisogno che tu mi faccia questo favore. Mia madre non mi comprerà un cellulare per molto tempo ancora probabilmente e Minhyuk è... ecco... un tipo particolare... Non vorrei pensasse che non ho più voglia di vederlo o cominciasse a odiarmi...»
«Joo-ah, se non mi soffochi magari ci arrivo a casa sua» si lamentò il maggiore e il castano mollò all'istante la presa disperata delle sue mani sul colletto della maglia dell'altro.
«S-scusa... È che c-ci tengo m-molto...» si giustificò Jooheon grattandosi la nuca imbarazzato dall'essersi lasciato prendere così tanto.
«Tranquillo, ci andr-»
«ODDIO GRAZIE!!» il minore esultò gridando e poi coprendosi la bocca con le mani per attenuare l'entusiasmo. «L'indirizzo è scritto dietro la busta e... e diglielo che sei un mio vecchio amico, non vorrei pensasse male e poi non mi parlasse più...»
«Jooheon... Nessuno potrebbe odiarti, o non parlarti più per motivi così.» disse l'altro intervenendo nell'ansia del minore, senza tuttavia riuscire a placarla. Egli immaginava fosse difficile pensare di odiare qualcuno solo per essere sparito per un paio di giorni, con un motivo del tutto valido tra l'altro... Però Minhyuk era completamente imprevedibile e il suo carattere era alquanto instabile, e, non potendo sapere quale sarebbe stata la sua reazione, preferiva prevenire una qualsiasi possibile incomprensione. Non voleva assolutamente perderlo già.
«Lui lo farebbe...» si morse il labbro chinando leggermente il capo.
Hyungwon aggrottò le sopracciglia sorpreso quanto indignato da quella risposta e scosse la testa. «Allora cambia ragazzo.»
«Non voglio...»
«Ma dovresti.» ribatté l'altro severamente guardandolo in quel modo preoccupato ma comprensivo allo stesso tempo con cui ti guardano gli amici. Magari era vero, Minhyuk non gli avrebbe mai dato le giuste attenzioni, non lo avrebbe mai saputo consolare, non sarebbe mai stato in grado di prendersi cura di lui, ma solo perché quello che aveva più bisogno di attenzioni, consolazioni e cure era proprio lui, e Jooheon si era prefissato di essere quella persona che lo avrebbe risollevato di nuovo.
«Ne vale la pena, fidati.» sorrise il minore. Un sorriso solare, pieno di luce, come se brillante dall'interno, un sorriso che Hyungwon non aveva mai visto forse sulle sue labbra, o almeno non lo vedeva da quando erano piccoli, da quando giocavano sulle giostre rotte nel parchetto della scuola materna gestita dalle suore cattoliche, da quando saltavano scuola insieme per giocare con le figurine consunte vecchie anni e anni, da quando andavano ad aiutare ogni giorno la Signora della drogheria del viale a sistemare gli scatoloni di provviste che le arrivavano per ricevere qualche spicciolo e comprare le caramelle, da quando vivevano quel periodo giovane della vita nel quale tutto è nuovo, tutto è bello, tutto è abbastanza. Crescendo nulla più è sufficiente a soddisfare i propri bisogni, è normale che gli orizzonti si amplino, ed è così normale anche perdere le conoscenze, allontanarsi, conoscere nuove persone, essendo sempre puntualmente alla ricerca della perfezione. La realizzazione che quella perfezione non verrà mai raggiunta, poi, fa perdere la speranza, riduce gli esseri viventi a sopravvivere senza trovare più nulla di abbastanza soddisfacente da suscitare quella gioia primordiale innata.
«Allora mi fiderò di te. Vai, prendi ciò che devi, e torna vincitore. Se secondo te questa è la persona giusta voglio vederla per sempre al tuo fianco. Ti darò ragione soltanto quando mi sarò accertato che sarà così.» Hyungwon gli diede un pugno scherzoso sulla spalla e sorrise al suo amico, felice di rivederlo con un nuovo scopo dopo tanto tempo. Il minore ricambiò il sorriso con gli occhi lucidi, grato, invece, di non aver perso un amico simile.
|| Nota Autrice ||
I'm back ~
As always è notte, sorry.
(NON HO CORRETTO NEMMENO
STA VOLTA, GIURO NON
SO COSA IO ABBIA SCRITTO)
Spero vi sia piaciuto comunque
il capitolo, che in realtà è molto
incentrato sul concetto di amicizia
e sull'ambientanzione, che ho
preferito approfondire,
accennando anche un po'
al passato dei ragazzi.
Now dovrei anche finire
di studiare, so, vi abbandono.
Goodnight e grazie mille
per i vostri voti e commenti.❤
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