~epilogo ~

Una notte mi svegliai in seguito a degli strani rumori che sentii in soffitta, mi girai verso Thomas ma lui non c'era, quindi stavolta accesi la luce ed andai a cercarlo per la casa.

In bagno non c'era, neanche in cucina e neanche in garage, l'unico posto che era rimasto da controllare era la soffitta, ma io non ero mai salita, Thomas me lo impediva sempre, diceva che era pericoloso per me salire su quella scala ripida.

Ma i rumori provenivano da lì, quindi mi armai di coraggio e salii le scale.

Non credetti ai miei occhi...

Thomas era sdraiato su una ragazza, le stava slacciando il reggiseno

<<Thomas cosa cazzo sta succedendo?>> chiesi incredula

<<No Laila non è come sembra>> esclamò cercando di giustificarsi <<guarda>> disse prendendo un coltello che era a terra di fianco a lui

<<cosa stai facendo?>> chiese la ragazza sconvolta quasi quanto me

Lui la guardò negli occhi e senza un minimo di esitazione la trafisse nello stomaco

<<che cosa hai fatto?>> urlai sconvolta correndo subito in soccorso della ragazza accasciata a terra

<<io amo solo te Laila>>  urlò lui con un strano perverso sorriso sulla faccia

<<Thomas cosa stracazzo hai fatto?>>  urlai in preda all'ira cercando di bloccare la ferita della ragazza

<<torna a dormire, non fare sforzi, qui ci penso io>> disse lui con tono molto pacato e tranquillo

<<Thomas no, ti prego fatti aiutare, hai qualcosa che non va>> dissi in lacrime avvicinandomi a lui cercando di togliergli il coltello da mano

<<non dovevi vedere questo>>  disse lui guardandomi con sguardo cupo e isterico

<<Thomas posa il coltello e portiamo la ragazza in ospedale>> dissi cercando di tranquillizzarlo

<<lei non rovinerà la nostra vita>> disse urlando puntando il coltello contro la ragazza

<<aiuto>> urlò lei con le sue ultime forze , Thomas di scatto mi spostò da lui con una spinta facendomi cadere a terra, si buttò sulla ragazza e la accoltellò ripetutamente davanti ai miei occhi.

Lo guardai per lunghi instanti in quegli occhi spenti , era tornato il vecchio lui, oppure non era mai cambiato. Presi una decisione alla svelta, non c'era altro da fare

<<Thomas dammi il coltello, lo vado a pulire>>  dissi con tono tranquillo e gentile, me lo diede con poca esitazione

<<Ti amo Thomas>> dissi prima di piantargli il coltello nel petto , lui mi guardò in lacrime e cadde a terra.

Mi sedetti affianco a lui e misi la sua testa sulle mie gambe, lo guardai nei suoi ultimi instanti di vita mentre le mie lacrime bagnavano le sue guance

<<grazie>> mi disse col suo ultimo filo di voce prima di morire .

                                         *un anno dopo*

Mitch è davvero un bambino bellissimo, è nato nel penitenziario di Los Angeles dove stavo scontando la mia pena per omicidio colposo. In seguito alla morte di Thomas decisi di tornare in America e costituirmi, non avevo nessun motivo per restare lì, non volevo continuare la vita da fuggitiva, per il bene di Mitch.

Sono stata pochi mesi in prigione dato che i medici hanno dichiarato la mia infermità mentale: Disturbo dissociativo della realtà dovuto ad un disturbo post traumatico.

Vedo Mitch 2 volte alla settimana, me lo portano gli assistenti sociali nella clinica in cui sono ricoverata. Dicono che quando sarà più grande potrò stare più tempo con lui, tutto dipende dalla mia condotta.

"grazie" è l'ultima parola che mi ha rivolto l'amore della mia vita prima di morire.




SPAZIO AUTRICE

Mi dispiace lettori ma questa storia non poteva finire con un lieto fine , spero che via abbia almeno un pochino emozionato.

Fatemi sapere i vostri pareri e stati d'animo

Un saluto LIX <3

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