14. Frank

[Sono presenti degli spoiler de Il figlio di Nettuno e La casa di Ade. Li trovate sottolineati.]

3 settembre (sera) - 4 settembre 2010

Quella notte, stranamente, non sognai, dormendo tranquillo in un letto un po' troppo piccolo per me.
Ero stanco dalla giornata intensa e scosso dalle novità, come quando avevo scoperto di essere un semidio: ero confuso e anche leggermente spaventato mentre mi ripetevo nella testa 'Sarò all'altezza?'. O come quando avevo guidato centinaia di spiriti contro i mostri nella casa di Ade: cercavo di dimostrare più coraggio di quanto me ne sentissi in realtà. Ma quella volta era un po' diverso, ero in territorio straniero a dover affrontare ostacoli sconosciuti, ma soprattutto a dover affrontare un allenamento forse perfin più arduo di quello del Campo Giove.

La mattina mi svegliai a fatica alle quattro e mezzo precise e trovai tutti i mezzosangue della camerata già in piedi, attivi e vestiti.
"Oh, buongiorno dormiglione!" Sorrise Mushu, avvicinandosi con la testa alta e i capelli impiastricciati di gel per tenerli ossessivamente in ordine. "Temevo non ti saresti più destato" aggiunse, mentre prendeva un foglio di sottile carta di riso e iniziava a leggere gli appunti ordinatamente scritti sopra. "Dunque, questa settimana come programma abbiamo due ore di lingue, che tu seguirai con Mei, due di combattimento, due di trasformazioni... Oh, giusto, tu non puoi trasformarti, non sei un semidio cinese!"
"Ehm, veramente io..." tentai di replicare, ma venni interrotto dalla progenie del dio degli esami.
"Vabbè, vorrà dire che guarderai gli altri." Segnò qualcosa sul foglio, prima di proseguire. "Poi ci sono due ore di yoga e due di tai chi; infine c'è cucina per i figli di Zao Jun, tirocinio in medicina per i figli di Kuixing e studio approfondito per i figli di Wen Chang, ma tu non sei obbligato a fare nessuno dei tre, se non vuoi. Bene...tutto chiaro? Non ti preoccupare se hai paura di perderti: io, essendo il capocamerata, guiderò te e i più piccoli da una parte all'altra del Campo. Ora vestiti, che fra mezz'ora andiamo a colazione."
"Ma io non ho la..." cercai di protestare "...maglietta" terminai mormorando, ma lui se n'era già andato per separare due bambini che erano sul punto di tirarsi addosso vocabolari e fruste da cucina.
Mi alzai dalla branda e mi avviai al guardaroba comune, in cerca di una maglietta pulita da poter indossare: guardai nelle scatole, sulle mensole e nei cassetti, e solo dopo qualche minuto di caccia al vestiario mi accorsi che in un angolino, su una pila di felpe, si trovava una T-shirt bianca e oro ben piegata con sopra un biglietto che riportava un ideogramma e sotto 'Frank Zhang' scritto un po' sbilenco.
Uscii dal guardaroba e andai a lavarmi e cambiarmi; dopo aver finito di prepararmi, aprii la porta del bagno e vidi tutti i miei compagni di stanza in fila indiana, con Mushu che li contava per verificare di non aver perso nessuno.
"Frank, finalmente!" esclamò lui appena si accorse di me. "Forza, ragazzi, andiamo a mangiare!"

Camminammo fino all'area mensa e notai che il buffet era cambiato decisamente: Ting Ting serviva latte di soia e di riso, pane morbido dolce cucinato al vapore da inzuppare in un sughetto di carne, ravioli al vapore di carne e verdura, polpette di riso con ripieno dolce, strane pietanze allungate e fritte, e tanto altro. Io scelsi latte e polpette dolci - tra l'altro, molto gustose - per evitare di sconvolgermi lo stomaco con sapori strani e sconosciuti di prima mattina.
Notai che a colazione i mezzosangue erano tutti divisi per camerate e non sparsi liberamente come a cena, perciò mi inginocchiai ad un tavolino insieme a tre figli di Wen Chang.

Dopo il pasto, tornammo nel cortile dei dormitori e Mushu annunciò:"Ricordo a tutti che adesso faremo due ore di lingue!" Si levò un brusio misto tra felicità e disapprovazione. "Frank, tu andrai con Mei all'armeria."
"Ma io ce l'ho già un'arma personale" dissi e, dallo zaino che avevo su una spalla, tirai fuori l'arco e la faretra piena di frecce.
"Oh..." Era evidentemente sorpreso. "Curioso, molto curioso. Non pensavo che i semidei romani si portassero appresso le armi" mormorò quasi tra sé e sé. "Beh, seguila comunque perché dopo hai lezione con lei." Dopodiché gridò qualcosa in cinese agli altri e se ne andarono in fila.
In quell'istante arrivò la figlia di Tam Kung insieme a mezza dozzina di ragazzi, fra cui Li.
"Allora, Frank" disse l'asiatica dagli occhi color castagna, dopo avermi salutato. "Vedo che hai già un'arma, ma nulla ti vieta di assistere alla 'Cerimonia di Scelta' nella nostra armeria."
"La cosa?" chiesi confuso.
"Vedrai vedrai." Sorrise furba e si incamminò con aria spavalda, come una 'sottuttoio'.

Raggiungemmo il capanno in mogano della grandezza di un campo da basket; Mei aprì il portone a doppio battente e ci fece entrare.
"Allora" iniziò la nostra 'guida', "al vostro arrivo vi ho illustrato ogni tipo di arma. Ora dovete scegliere la vostra personale, o meglio sarà essa a scegliere voi." Si avvicinò a me e sussurrò:"Guarda cosa succede adesso. Sarà uno spettacolo!"
I sei orientali si misero a camminare cautamente verso le armi; ad un certo punto, un pugnale tremò e brillò lievemente, e così fecero altri cinque oggetti disposti nella stanza. Essi levitarono fino a un metro e mezzo d'altezza e poi...si lanciarono in picchiata, tentando di colpire i novellini che fino a quel momento avevano fissato la scena atterriti e che ormai avevano preso a correre per il capanno strillando "AIUTOOO!!!" oppure "SI SALVI CHI PUÒ!" oppure "UN PUGNALE STREGATO VUOLE UCCIDERMI!"
"Ehm...Mei?" bisbigliai. "Tutto ciò è nella norma?"
"È così che dev'essere." Ghignò divertita. "Se osservi bene, ogni arma insegue un solo ed unico ragazzo, ovvero la sua Scelta."
"E come fanno a liberarsene?" chiesi, guardando preoccupato i poveri asiatici urlanti, vittime di armi impazzite.
"Non devono liberarsene! Sarà la loro compagna d'avventura, per la pancia di Pan Gu!" esclamò.
"Per la pancia di Pan Gu?" Alzai un sopracciglio, scettico di quell'espressione.
"Interiezione semidivina cinese" spiegò. "Ragazzi!" gridò subito dopo. "Dovete essere calmi ma decisi nel voltarvi di scatto ed afferrare l'arma con mano ferma."
Qualcuno imprecò in cinese, ma un po' alla volta acquistarono sicurezza e tutti riuscirono a fare quanto illustrato da Mei; tutti tranne mio cugino - e te pareva -. Lui era inseguito da un'alabarda e sembrava avere molta paura della parte superiore, quella affilata.
La figlia di Tam Kung gli suggerì qualcosa nella loro lingua e lui acchiappò all'improvviso il manico dell'oggetto.
"Molto bene" affermò la ragazza soddisfatta. "Ora, tutti a lezione! Frank, seguimi."

Camminammo a passo spedito fino al Tempio Pan Gu, alla base della collina di Tu Di Gong; all'interno si trovavano i due uomini anziani che ricordai essere Lao Tse e Confucio, che meditavano seduti a gambe incrociate su un paio di stuoie.
Mei si avvicinò a un piccolo gong e lo fece suonare cinque volte, poi gli anziani si riscossero da una sorta di trance.
"Ciao Mei! Ciao Fai!" esclamarono all'unisono.
"Come fate a sap...?" iniziai a chiedere.
"Oh, noi sappiamo tutto, Fai Frank Zhang" mi interruppe l'uomo dalla barba bianca.
"Ciao Lao Tse. Ciao Confucio." Salutò la mia accompagnatrice, dopo averli abbracciati e baciati sulle guance.
'Okay, strano comportamento nei confronti due leggende mondiali' pensai.
Lei deve aver notato la mia espressione incredula perché disse: "È come se loro fossero i nonni di tutti i semidei del Campo. Tu come saluteresti i tuoi nonni?"

Senza volerlo, aveva appena toccato un tasto dolente. Mia nonna. Mi mancava, anche se non lo davo a vedere, e speravo ancora che fosse sopravvissuta all'incendio di alcuni mesi prima. Era stata come una mamma per me, ancora di più dopo la morte in guerra di Emily Zhang, e non riuscivo a capacitarmi di averla persa. Proprio non mi davo pace, dovevo trovarla a tutti costi.
Di questo era convinto il mio cuore, ma la mente, come al solito, non era d'accordo e si era ormai rassegnata alla sua scomparsa. Nonostante tutto, però, ombre di corvi che si libravano sopra le fiamme non potevano rimanere per sempre chiuse fuori dai miei ricordi.

Venni riscosso dalle mie riflessioni da uno strattone al braccio da parte della progenie del dio del mare.
"Ti eri incantato?" mi chiese alzando un angolo della bocca.
"Ehm...beh, io..." balbettai, ma non mi diede neanche il tempo di formulare una frase compiuta, che si era già diretta verso uno specchio.
Mormorò una parola tipo 'gienmugé' e la parete di aprì come una porta.
"Dopo di te." Indicò l'interno della stanza che si era appena rivelata.
"Che cosa hai detto per fare ciò?" domandai, riferendomi al muro riflettente con un cenno del capo.
"Oh, è una parola cinese 揭幕戰: significa 'apri'. Allora, vuoi entrare o no?"
Mi affrettai a superare la porta-specchio e mi ritrovai in una stanza non più grande di tre metri quadrati con un tavolo rotondo e due sedie al centro.
Ci sedemmo, e Mei, guardandomi negli occhi con il suo solito ciuffo che le copriva metà del viso, iniziò a parlare con tono serio: "Prima di cominciare la lezione di lingue, c'è una questione molto importante di cui dovremmo discutere. Peng mi ha riferito che, quando tu e Li siete arrivati, hai accennato ad una profezia. È vero?"
"Sì" confermai, leggermente nervoso.
"Ebbene, posso sapere di cosa si tratta?" chiese paziente.
"Un giovane dragone fuoco sputerà.
L'Oriente della lepre salverà o distruggerà.
Nemici e amici nella battaglia moriranno,
e il destino del mondo così segneranno." recitai meccanicamente.
La ragazza rimase un attimo in silenzio, pensierosa, poi disse: "Io forse so cosa significa."
"Davvero?" Alzai le sopracciglia, curioso.
"Sì. Il dragone è un animale mitologico molto importante in questo Paese. Ad esempio, in passato, ci fu Yinglong, un drago che serviva l'antenato di tutti i cinesi, Huang Di." spiegò. "E la lepre. Il calendario cinese, come penso tu sappia, differisce da quello occidentale: esiste un oroscopo annuo anziché mensile in cui sono presenti dodici bestie diverse. Sei dei simboli corrispondono agli animali domestici più comuni in Cina, bufalo, cavallo, capra, gallo, maiale e cane, mentre gli altri sei sono, storicamente, animali amati da noi cinesi, topo, tigre, lepre, drago, serpente e scimmia; tutto ciò, la maggior parte delle volte, determina una parte della personalità di un individuo. Tornando a noi, la lepre potrebbe rappresentare l'anno preciso in cui si realizzerà la profezia e questa è un'informazione importantissima, se vera. Il prossimo anno della lepre inizia il 3 febbraio 2011, quindi fra meno di cinque mesi."
Dopo aver ascoltato una spiegazione che avrebbe fatto invidia a un documentario di National Geographic, mi venne un tuffo al cuore: possibile che una profezia potesse annunciare giorno, mese e anno di una probabile guerra e fine del mondo?
"Inoltre," riprese "i nostri antenati hanno previsto una futura battaglia, più grande di qualsiasi altra, nella quale scopriremo amori e tradimenti. Affronteremo un nemico molto potente che, dopo aver conquistato l'Asia Pacifica, occuperà tutti gli altri continenti, uccidendo chiunque si intrometterà nei suoi piani, e governerà con malvagità coloro che l'hanno appoggiato o che si sono schierati dalla sua parte per paura di morire." Era molto seria e nella sua voce si percepiva un pizzico di preoccupazione che stava nascondendo con distinto successo.
Avrei preferito studiare ore di cinese piuttosto che venire a conoscenza di ciò che ci avrebbe atteso.

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