i Magazzini Generali Lafayette
Beatrice vagava per il reparto dell'intimo ai Magazzini Generali Lafayette. C'era una gran confusione, e lei guardava gli articoli esposti distrattamente. Non aveva realmente bisogno di biancheria, ma aveva già comprato un reggiseno nero e un paio di mutande grigie col reggiseno coordinato.
I Magazzini Lafayette erano un mostro di dodici piani al centro della High City, un enorme palazzo di vetro impreziosito da verdissime aiuole pensili che screziavano le facciate di ondeggianti cascate floreali. Sul tetto garrivano le maniche a vento e le bandiere di un piccolo eliporto per i ricconi che andavano a fare shopping volando da un centro commerciale all'altro. Al pian terreno si trovata una gigantesca libreria caffetteria, dove ci si poteva sedere a prendere un tè mentre si leggeva l'ultimo libro che si era acquistato o quello che si intendeva acquistare. Salendo con gli ascensori panoramici si attraversava letteralmente tutta l'epitome del consumismo; dalla tecnologia all'abbigliamento, dagli articoli sportivi ai cosmetici, dagli accessori alla gioielleria.
Il telefono squillò. Era Sarah. "Bea! Sei al Lafayette, non negarlo!"
Beatrice sgranò gli occhi e si guardò intorno. Ma dov'era? Poi si ricordò che era Sarah, e quindi ogni trucco era possibile. "Si, ma tu dove...?"
"Tranquilla, non ti sto spiando! Ho solo seguito un'elementare catena di deduzioni."
Beatrice inclinò la testa di lato. "Voglio saperla?"
Sarah rise. "Eravamo al Redrock. Hai detto che andavi a fare compere. Il centro commerciale più vicino al Redrock è il Lafayette, e tu lo adori. Inoltre odi pranzare a casa, e al Lafayette c'è la caffetteria."
Beatrice scosse il capo, indecisa se ridere della propria prevedibilità o della pignoleria dell'amica. "Ok, mi hai beccata!"
"Non ti muovere, siamo in zona e ti raggiungiamo lì per pranzo. Scendi alla caffetteria quando hai finito di comprare reggiseni," concluse Sarah lasciando Beatrice a bocca aperta. Come sapeva che stava... si guardò intorno e rimise a posto il completino grigio. Forse in effetti comprava un po' troppo intimo, ultimamente.
Quando la banda la raggiunse alla caffetteria, stava sfogliando un libro che aveva comprato. Gliel'aveva consigliato Wolf durante la lezione del giorno precedente, era di un tizio che si chiamava Abbot e prometteva bene. Era talmente immersa nella lettura che Sarah e gli altri la circondarono letteralmente prima che si accorgesse della loro presenza. "Oh... ciao, ragazzi," disse, alzando gli occhi dal libro.
Ordinarono in fretta, poi mentre aspettavano il pranzo Sarah iniziò a raccontare. "Io ho messo in rete un nuovo crawler, stamattina. Mi è costato un bel po' ma dovrebbe valerne la pena, ci serve un'analisi più accurata delle notizie man mano che vengono fuori. Tom invece ha inviato un worm a tutti gli impiegati della TransChemical, speriamo di cavarne qualcosa."
Beatrice lanciò un'occhiata a Pat, che sgranocchiava pigramente un grissino. "Tu che hai fatto di bello, Pat?" gli chiese.
"Io?" rispose lui descrivendo un cerchietto a mezz'aria col grissino, "io ho fatto il topo di biblioteca."
"Ha cercato ancora negli archivi dei quotidiani," puntualizzò Sarah.
"Peccato che la ricerca semantica che stiamo facendo sia terribilmente lenta."
Beatrice si illuminò. "Hey!" disse, "ragazzi, fermi tutti! Sapete dov'è che sta una IA per la ricerca semantica veramente mostruosa?"
Gli altri la guardarono come se avesse parlato in ostrogoto. Solo nello sguardo di Sarah brillava una scintilla di ammirazione. "Spara, Bea," la incoraggiò.
"Negli studi di Net Seven."
"La rete televisiva?" chiese Pat.
"Esatto," disse Beatrice. "La rete televisiva. Lo so perché ci ho fatto uno stage l'anno scorso, e lavoravo proprio nell'ufficio documentazione."
"Che tipo di IA è?" chiese Sarah.
"È di secondo livello, come Virginia. Credo che sia una copia di Alice."
Sarah fischiò. "Devono averla pagata parecchio."
"Eh," disse Beatrice, "penso di si, ma gli serve. Nessuno di voi guarda un programma che si chiama Fatti Paralleli?"
"Io non guardo la TV," disse Tom.
"Io nemmeno," disse Sarah.
"Io si," disse Pat, "è quel programma con Lydia Merrygan?"
"Si, quello dove mettono in relazione fra loro fatti apparentemente scollegati, facendo ipotesi di complotti e cose simili."
"Quindi?" intervenne Sarah.
"Dietro c'è un lavoro di ricerca mostruoso," spiegò Beatrice, "e lo fa quasi tutto il computer."
"Questo è interessante."
"Ho ancora diversi amici che lavorano lì, potrei passare a salutarli."
"...e magari, già che ci sei, installare una backdoor."
"Magari," disse Beatrice, ammiccando.
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