A volte ancora ci pensavi a cosa sarebbe successo se tutto fosse andato diversamente. Quel prato verde, una volta soleggiato e zuppo di fiori, era ormai diventato inabitabile: la nebbia era calata così come il gelo, che aveva creato un leggero strato di brina sull'erba, rendendola talmente fredda da fare male al tocco, il sole era sparito dietro alle nubi, grigie e bluastre. Tutto aveva un'aspetto orribile ma fortunatamente vedesti che qualcuno era venuto a prenderti. Piccole fatine ti raggiunsero in volo, suonavano i loro campanelli circondate da una luce divina e appena fu il momento, mettesti il grande fiordaliso, bello come se fosse appena sbocciato, in un vaso e partisti guidata dalle loro indicazioni.
Quando il secondo anno si concluse, ti ritrovasti a tutti gli effetti da tutt'altra parte, l'estate più bella delle superiori potè iniziare e quella che respirasti, fu un'aria nuova. Per la tua testa, ciò che era accaduto poteva ormai essere considerato "passato" per poter lasciar spazio a qualcosa di meraviglioso che stava per arrivare. Per la primissima volta nella tua vita, non vedevi l'ora di tornare a scuola, non vedevi l'ora che finalmente il vero volto della tua anima potesse essere visto, senza maschere, senza niente.
Seguendo le fate finisti in una grande collina, la salita non fu faticosa ma una volta in cima sentisti come se l'atmosfera fosse... reale, eri così felice che ti mettesti a correre, ti permettesti di tornare bambina, libera da qualsiasi cosa, leggera e vogliosa di vita, eri bellissima.
Il primo giorno di scuola, con la tua migliore amica al tuo fianco, osservasti tutti i nuovi volti che entravano in classe: c'era chi avevi visto solo di sfuggita, chi non avevi mai visto, gli unici tuoi due compagni che sfortunatamente avevano scelto il tuo stesso percorso ma che sembravano essere tranquilli e poi, quando il tuo sguardo cadde su due banchi più avanti vedesti... lui, intento a maneggiare col cellulare, che fuori da tutte le previsioni scopristi essere stato bocciato, quindi eravate in classe insieme e anche per i prossimi due anni lo sareste stati. In qualche modo l'intuizione ti aveva già dato un'accenno di quello sarebbe successo poi, lui non si limitava a semplici battutine d'asilo come i tuoi ormai ex compagni, sapevi bene che lui era peggio e quando passarono le prime settimane, tutte questi pensieri poterono manifestarsi senza indugio: avresti potuto anche essere la persona più matura del mondo ma lui ti avrebbe sempre vista e fatta vedere per quello che eri prima, come con i tuoi compagni, che se li prese e li portò tutti dalla sua parte, parlando di te come una persona che già non esisteva più e trattandoti come se non avessi valore... e loro ci credettero.
Odio rovinare tutto ma mentre correvi guardando il cielo non vedesti la ripida discesa minacciosa davanti a te e quando mettesti il piede sul vuoto era ormai troppo tardi, ti risvegliasti stordita e disorientata in un luogo ormai dimenticato, deserto e roccioso, il cielo giallastro aveva un non so che di apocalittico, non c'era anima viva, c'eri solo tu che iniziasti a chiuderti come un riccio: ti ritirasti in un'angolo tutto tuo e non parlasti a nessuno di ciò che sentivi, non attaccavi, non ti difendevi nemmeno, diventasti introversa ma in un modo del tutto irregolare e del tutto autosabotatore, agli occhi di chi a scuola ti guardava apparivi antipatica e fredda, una con cui era meglio non avere a che fare... quando era tutto il contrario.
Quando per un'attimo alzasti lo sguardo, vedesti che in lontananza, non si sa in che modo, le rose ti avevano seguita, erano riuscite a sbocciare nonostante la terra equivalesse a roccia e il sole quasi non esistesse nemmeno, appena ti avvicinasti per osservarle da vicino notasti subito che fossero diverse: spine affilate decoravano gli steli e ti laceravano solo a guardarle. Ben presto ne crebbero altre, rosse come il sangue, crescevano tutt'intorno a te, circondandoti in uno spazio minuscolo... uno spazio da cui non sarebbe sembrato esserci via d'uscita.