Capitolo 19
Sono tre giorni che degli Spec Ops non riesco a trovare nessuna traccia. Sto continuando a manifestare mentre ricomincio i turni a lavoro, insieme a Paul, che ormai cena regolarmente a casa mia, prendendo del cibo dal KFC, e scherza con me come se non ci fossimo mai separati, e Martha, che solitamente si unisce a noi e ci racconta di tutte le imprese che ha compiuto alle proteste. Lei spesso si allontana dai manifestanti più tranquilli e raggiunge il nucleo della calca, finendo per unirsi ai gruppi più movimentati ed energetici, perciò ha sempre qualcosa da raccontarci che non siamo riusciti a vedere o che i servizi televisivi, sempre più numerosi, non sono riusciti a catturare.
Ogni tanto mi arrivano delle notifiche nel vecchio Nokia che Riot mi ha consegnato, ma sono per lo più messaggi che descrivono quello che non devo fare: non devo partecipare ad una determinata protesta notturna, non devo cercare di contattare gli Spec Ops, non devo farmi troppo notare dai protestanti. E anche se molti, dopo i miei soccorsi o miei aiuti, mi cercano sui social e mi menzionano nelle foto o nei video che hanno pubblicato, fortunatamente riesco a tenere a bada la mia "popolarità".
Riot, dopo una breve chiacchierata durante la quale mi spiegava la sua futura assenza, non si è più fatto vivo. Mi ha detto che doveva rimanere a casa a trasformare i soldi che dovevano essere utilizzati per liberare Thomas Lane in Bitcoin, di modo che le future transazioni non possano essere reversibili, e che doveva aiutare Tank, Tron e Faceless a hackerare i dispositivi degli altri tre poliziotti responsabili della morte di Floyd per cercare di capire se anche loro hanno intenzione di pagare la cauzione oppure scontare i 20 anni di reclusione. Tank mi ha assicurata della riuscita del loro piano, e mi ha anche rivelato dei modi per poter aiutare Anonymous: ogni giorno, uso la poca fama che ho accumulato per condividere ogni post di Anonymous, soprattutto se contengono dei link importanti o delle petizioni da poter firmare.
In campo, invece, io faccio la crocerossina assieme ai miei amici, ma quando posso, mi unisco ai rivoltosi che spaccano le auto delle pattuglie, ai ragazzi armati di bombolette spray, e molto spesso cerco i fotografi tra la folla, chiedendogli di fare quante più foto possibili e di pubblicarle ovunque.
Piano piano, Anonymous sta aumentando il volume della propria voce e sta dando una voce a chi pensava di dover restare in silenzio. Anche se purtroppo non sto interagendo direttamente con gli Spec Ops, mi sento sempre più accolta da questo immenso gruppo di hacker, e sono estremamente grata a tutte le persone, in primis a Paul, per avermi presa come esempio e aver aiutato Anonymous sia durante le proteste, sia semplicemente condividendo un post sui diritti delle persone di colore. Ogni atto fa la differenza, anche se piccolo.
Oggi è il quarto giorno trascorso a urlare, camminare, donare bottigliette d'acqua, aiutare e soccorrere i feriti durante l'ennesima protesta nella sedicesima strada, vicinissimo alla Casa Bianca. Ritengo pericolosa la vicinanza all'abitazione del Presidente, pieno di poliziotti sempre più furiosi, ma non posso che cercare di attutire le violenze che ogni giorno si manifestano contro le povere persone che, come me, hanno deciso di protestare pacificamente.
La mia gola si sta abituando allo sforzo che le faccio fare mentre urlo insieme alla folla, parlo ai miei amici e rassicuro le persone spaventate dalla polizia; i miei piedi si stanno abituando a marciare chilometri su chilometri senza abbandonarmi mai, senza cedere nonostante il caldo sempre più afoso e i bisognosi sempre più numerosi; le mie braccia si stanno abituando a sorreggere cartelloni per ore, ad alzare le persone cadute a terra, a porgere e aprire bottiglie su bottiglie di acqua potabile, a distribuire mascherine. Mi sto migliorando giorno per giorno, sia mentre lavoro (dato che sto facendo sempre più turni nel magazzino) sia mentre protesto, per cercare di fare sempre di più per gli altri.
Faccio quel che posso, ma cerco di farlo nel migliore dei modi.
-Stasera ceni con noi?- mi chiede Paul mentre ci incamminiamo, stando attenti alle pattuglie notturne, verso uno dei pochissimi KFC aperti. Scuoto la testa, e Martha inclina il capo:-Allora che ci fai qui?- alzo le spalle e poi varco la porta del fast-food. -Prendo del cibo da asporto. Sono stanca morta, stasera non voglio continuare le proteste- Paul ridacchia e Martha esclama:-L'inarrestabile Farley Pierce è stanca? Dicci la verità: dove vuoi andare? O meglio, da chi?- due giorni fa abbiamo incontrato Tank, che a quanto pare aveva un conto in sospeso con Martha. Dopo che loro due sono scomparsi per un'oretta, lasciando me e Paul in un angolo tranquillo della strada a chiacchierare del più e del meno, quando poi sono tornati, Tank ha avuto la brillante idea di dire ai miei due amici che io e Riot "siamo diventati degli amichetti speciali", lasciandomi poi in balia delle migliaia di domande da parte di Paul e Martha su come, quando, dove e perché. Adesso, sanno che ho un debole per lo Spec Ops, perciò non mento quando rispondo alla mia amica:-Vado da Riot. È da quattro giorni che non lo vedo, e voglio almeno sapere come vanno le cose- mi dà una gomitata sorridendo nel modo più malizioso possibile, e Paul ripete la mia risposta con una vocina insopportabile, divertito dal mio tentativo di nascondere le mie vere intenzioni.
In realtà, voglio davvero sapere come stanno andando le cose e nulla di più, ma so come è fatto Riot e so come sono fatta io quando sono con lui, quindi non escludo che possa accadere qualcosa. Forse, in cuor mio, lo spero anche.
-Quindi prendi da mangiare per entrambi?- chiede Paul, e annuisco mentre ordino usando l'enorme display del KFC. Non conoscendo i gusti di Riot, prendo dei bocconcini di pollo di qualsiasi gusto, per poi ordinare da bere e andare a pagare alla cassa, mentre Paul ordina per lui e Martha due Krunchy Burger con le Dottor Pepper, cena che di solito consumavamo insieme. Oggi sarà diverso, perché mi ricordo alla perfezione il tragitto per raggiungere la casa di Riot e perché ho bisogno di rivederlo, anche solo per farmi sbattere la porta in faccia.
-Ordine 36!- sento esclamare da una ragazza, e le porgo il mio scontrino mentre prendo l'enorme sacchetto e saluto Paul e Martha, già seduti a godersi la cena.
Ragazzi e ragazze, so che mi scuso sempre, ma per me questo è un brutto periodo, pieno di problemi. Purtroppo, continuare a scrivere la storia non è tra i problemi peggiori che devo affrontare, perciò spero che capiate il mio ritardo negli aggiornamenti e spero soprattutto che riesca ad organizzarmi per evitare che accada di nuovo. Questo è un capitolo di passaggio, ditemi che ne pensate!😊❣️
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