Capitolo 11
-Chiamatemi appena succede qualcos'altro di eclatante- dico, ripetitiva come sempre. Eppure so che, se non lo dicessi di continuo, Paul non mi ascolterebbe veramente. -Va bene, mamma! Ci si vede!- urla Martha di risposta, attaccando al telefono mentre scoppia a ridere, facendo ridere anche me. Dopo ben un'ora e mezzo al cellulare, intenta a capire come stanno andando le proteste, poso il mio telefono sul tavolino del soggiorno e sbuffo: la mia gamba sta molto meglio, dato che ormai non mi fa quasi più male, però ho paura che andando alla manifestazione possa venire rimproverata da Tank o Riot, che si sono assicurati che io rimanga lontana dal trambusto quotidiano. Infatti, il vecchio Nokia N70 che mi hanno prestato mi manda sempre dei messaggi di avvertimento ogni volta che esco di casa, chiedendomi dove vado, perché vado lì e di restare a casa per far guarire al meglio la coscia. Chissà cosa ha messo Anonymous tra i chip di questo cellulare antiquato...
Passo l'intera mattinata a finire "Altered Carbon", una serie tv fantasy che avevo cominciato mesi fa, ma che non avevo mai finito. Libera dal lavoro e costretta a rimanere chiusa tra le quattro mura di casa mia, non ho idea di cosa possa fare, perciò nel pomeriggio mi dedico a pulire casa e a spulciare su Internet delle nuove notizie sulle manifestazioni e sulle reazioni pubbliche del Governo, che per ora sono pari a zero. Domani pomeriggio sono pronta a ripartire, e lo farò con la ferita in bella vista, dato che voglio che tutti vedano ciò che quei bastardi volevano fare ad un povero signore. Non me ne frega se qualcuno mi riconoscerà o peggio, se la polizia mi cercherà: voglio svegliare quelle poche persone che sono ancora convinte che tutti questi sforzi siano inutili, non necessari. Devono capire tutti che questa è una questione seria, di vita o di morte.
Mi cucino delle verdure in padella mentre guardo il notiziario. Siccome non ho una televisione, l'unico schermo disponibile è il cellulare, ma fortunatamente non devo pagare i canali televisivi, dato che li trovo facilmente in streaming. Il giornalista, una donna mora piena di fondotinta e lacca per capelli, parla allarmata di rivolte aggressive, violenza, repressione degli "innocenti" poliziotti; passano nell'ombra le danze intorno ai falò, le opere d'arte dipinte sui muri, gli interventi pacifici in piazza, le radio che diffondono i discorsi fatti sui furgoni, le numerose raccolte fondi sparse ovunque, sia su Internet che per le città, gli abbracci compassionevoli tra i cittadini che protestano.
Non siamo ancora arrivati alla censura, ma manca poco, purtroppo.
Prima che possa commentare e offendere pesantemente il Washington News, passano già al servizio successivo, sempre rivolto alle proteste: a Seattle è avvenuta una sparatoria, e un civile è morto. Un altro versa in gravi condizioni. Entrambi si trovavano sul luogo di una manifestazione, e le cause sono state occultate dalla polizia di Capitol Hill, che ha diffuso la notizia su Twitter.
Su Twitter! Come se la polizia fosse una dodicenne pentita di aver messo le corna al fidanzato!
Provo solamente ribrezzo mentre chiudo la pagina del notiziario in streaming e comincio a mangiare a stento: il mio stomaco non accetta i miei sforzi di mangiare qualcosa sapendo che una persona è morta mentre partecipava pacificamente a una protesta, e un'altra è in ospedale. Non è possibile. Neanche gli uomini di Neanderthal si sarebbero comportati in un modo così barbaro.
Stanca della forza bruta che la polizia sta continuando ad usare, fregandosene di tutti i sacrifici che milioni di americani stanno facendo per farsi valere, sistemo gli avanzi della cena nel frigo e pulisco il piano cottura, per poi distendermi sul letto e leggere i messaggi che Martha mi ha inviato mentre mangiavo: "Proteste tutto ok", "Stanotte facciamo casino, sul serio" "Anche per te, tesoro" sorrido al suo ultimo messaggio, rendendomi conto di quanto mi sia avvicinata in fretta ad una sconosciuta. Tutto merito del suo sarcasmo e del suo sorriso, simile a un raggio di sole dopo una settimana di pioggia. Sono felice di averla conosciuta, e anche se il nostro incontro non è stato dei migliori, sono sicura che nascerà una bella amicizia, tra noi due. E spero che anche con Paul si rimedi al tempo perduto, dato che è da anni che non considero delle persone come dei veri amici. Mi sono allontanata da tutte le mie vecchie conoscenze dopo il diploma, dato che ero stanca di illudermi del comportamento delle persone o di non essere abbastanza per loro, eppure adesso sento finalmente il bisogno di trascorrere del tempo con qualcuno, qualcuno che mi accetti per quello che sono.
Mentre scrollo nella home di Twitter, repostando tutti i tweet di Anonymous e guardando alcuni video nei quali riconosco il mio passamontagna blu o la mia voce squillante, sento suonare al campanello della porta. Sgrano gli occhi quando vedo l'orario, dato che sono le dieci di sera spaccate, e vado nel panico.
Riot è qui, cazzo.
Prima di correre alla porta mi sistemo i capelli, liberandoli dallo chignon che avevo fatto e pettinandoli con le dita, senza farli gonfiare troppo, poi mi do un paio di schiaffi sulle guance per risvegliarmi e controllo che i miei vestiti, li stessi di ieri, non siano macchiati o puzzolenti.
-Ehi- dico sorridente appena apro la porta, facendo entrare lo Spec Ops, sempre più alto. -Potevo scassinare la porta, ma ho preferito fare le cose legalmente- commenta, raggiungendo subito camera mia. Lo seguo, curiosa delle sue intenzioni, ma appena mi ritrovo dentro la stanza, lo vedo accostare le tende della mia finestra, coprendola, e togliersi il casco, che lancia sul letto. Ci si distende poi lui, sospirando rumorosamente. -Non ce la facevo più. C'è troppo caldo qua sotto- lo prendo in giro pizzicandogli la caviglia:-Gli ospiti saranno anche sacri, ma questa non è casa tua- lui alza il viso verso di me, ridacchiando. Si slaccia le protezioni delle braccia e i guanti, rimanendo solo con il giubbotto e la maglia traspirante nera.
L'avevo già notato ieri, ma ha un fisico davvero allenato: le spalle sono grandi a guizzanti sotto la maglietta, il torso è fine ma robusto, e le braccia sembrano pronte a sollevare il mondo per portarselo in braccio. La pelle olivastra si abbina perfettamente al nero dei suoi vestiti, e appena si tira su le maniche, ai gomiti, fisso il mio sguardo sulle vene delle sue avambraccia, evidenziate grazie alla pelle lucida. -Non dovevi aggiornarmi?- gli chiedo impaziente, dato che non posso uscire di casa senza essere monitorata metro dopo metro da Anonymous. -Sì, ma prima voglio rilassarmi- si toglie le scarpe, che sistema accuratamente vicino al mio armadio, poi si lega i capelli, facendomi arrossire quando i suoi occhi incontrano i miei. Si schiarisce la voce mentre io mi siedo a gambe incrociate al centro del materasso, chiedendo tacitamente alla mia testolina di concentrarsi su ciò che Riot dice, e non sui suoi seducenti occhi verdi. -Volevo dirtelo fin da subito, ma Tank ha voluto rompere il cazzo perché non si fidava tantissimo di te... Abbiamo un piano, molto più serio di quello dell'altra notte- annuisco, tralasciando il fatto che il piano dell'altra notte era valido, ma è stata colpa mia se ha avuto qualche intoppo.
-Il nostro obiettivo è condannare i quattro responsabili della morte di Floyd all'ergastolo, senza possibilità di cauzione. Uno di loro, Thomas Lane, è riuscito a pagare la cauzione, ma lo riporteremo dentro- dubbiosa di come hanno intenzione di riuscirci, lascio finire il discorso a Riot prima di invaderlo di domande. -Tu dovrai aiutare i civili. Paul sarà incaricato di filmare qualsiasi cosa e dovrà farlo in diretta, in modo che tutti possano vedere i video senza tagli televisivi o ritocchi vari. La gente deve essere dalla nostra parte, deve fidarsi di noi. Lo scopo è quello di far diventare la strada che conduce alla Casa Bianca la "Black Lives Matter Plaza", perciò ci servirà il tuo aiuto e quello di Martha per procurarci le vernici e i pennelli. Non serviranno troppe cose, dato che abbiamo chiesto aiuto a molti nostri collaboratori- non mi soffermo sui soldi che dovrò detrarre dal mio stipendio, essendo estremamente grata a Riot e ad Anonymous per poter aiutare così direttamente le proteste.
-Appena pensi di poter tornare per le strade con il tuo passamontagna, fammelo sapere. Ti procuro delle protezioni e avviso l'inizio dei lavori; sarai una delle esponenti di questo movimento. Se vuoi ancora farne parte, sappi che dovrai metterci il 110%. Tutto chiaro?- annuisco convinta, poi però chiedo:-Come pensate di incriminare nuovamente Lane?- Riot si sistema sul letto appoggiando le braccia sulla testata d'acciaio nera, distendendosi quasi completamente sul materasso. -Facile. Faremo in modo che il milione di dollari raccolto in donazioni non sia mai esistito- alza le spalle come se fosse una cazzata, ma io spalanco gli occhi, sorpresa che Anonymous sia capace di fare una cosa del genere. -Volete incriminarlo di frode fiscale... Può doversi scontare più di 20 anni di prigione, nel caso in cui fosse vero- Riot annuisce e sorride, allargando quelle belle labbra rosa, talmente invitanti da attirarmi come delle calamite. -Vedo che sei intelligente oltre che bella, piccola Farley- arrossisco, facendo assomigliare le lentiggini intorno al mio naso dei semi di fragola. -Volete far sparire i soldi o rubarli?- chiedo, dato che un milione di dollari non si può nascondere sotto il letto. Soprattutto, non senza essere scoperti. -Rubarli, ovviamente. Li daremo a chi si è ferito, a chi ha soccorso i feriti, a chi ha aiutato in qualsiasi modo la causa, a chi si è sacrificato a tal punto da perdere il lavoro. E faremo così anche nel caso in cui gli altri tre assassini pagassero le cauzioni. Ci scommetto una mano che saranno talmente stupidi da aprire un conto corrente per le donazioni, come ha fatto il loro amichetto. Hackerare una banca è un gioco da ragazzi... Ci riesco pure io- ridacchio, commentando spiritosa:-Dai, sei un tipo modesto- anche lui ridacchia, ma mi risponde:-Vedi, Farley? Ogni giorno scopri qualcosa di nuovo su di me- sospiro, divertita. Lui si sistema ulteriormente sul mio letto, piegando una gamba, che appoggia su uno dei miei due cuscini, e sfiorandomi il fianco con il polpaccio dell'altra gamba, che allunga completamente. -Ti abbiamo dovuto tenere parecchio d'occhio in questi due giorni. Avevo detto a Faceless di farti stare buona, ma non capisci molto bene gli ordini- alzo le sopracciglia chiedendo delle spiegazioni con gli occhi; so che Faceless è uno Spec Ops, poco più alto di Tank ma più giovane di tutti, ma non so di che ordini Riot stia parlando. -Ordini? A me sembravano delle semplici premure. Non avevate nulla di meglio che seguirmi mentre andavo in farmacia, o mentre andavo a buttare la spazzatura?- lui alza il viso, appoggiando la schiena alla testata del mio letto. Avrei voglia di andargli incontro e baciarlo mentre ha ancora gli occhi chiusi, ma sarebbe fuori luogo.
-Sei importante per noi, dato che su Twitter si parla molto del tuo discorso d'apertura, dell'abbraccio collettivo, del tuo atto di eroismo verso quell'uomo. Sei uno dei tanti simboli della protesta per molti adolescenti, e di questo passo lo diventerai per tutti. Devi rimetterti in sesto, e per farlo devi seguire i consigli e gli avvertimenti che ti vengono detti. Altrimenti diventano ordini, come hai potuto notare- sbuffo e faccio ruotare gli occhi. -Alzi gli occhi con me? Ti sto già stancando?- chiede Riot, cambiando immediatamente l'aria, che si fa pesante. -Faccio quello che voglio con chi voglio- gli rispondo, mentre sento l'ossigeno farsi denso. -Una piccola ribelle, in tutti i sensi- dice facendo un mezzo sorriso. La sua mano destra scende e accarezza la sua coscia, come per chiedermi di venire lì tra le sue gambe, e io capisco che due giorni fa ho firmato la mia condanna.
O la mia benedizione.
-Dici che sono piccola solo perché sono più bassa di te- protesto, facendo finta di mettere il broncio. -Lo dico sia per l'età che per l'esperienza- mi siedo inginocchiandomi e mettendomi di fronte a lui, posando le mani sul materasso. -Esperienza? Di che tipo?- lui divarica le gambe un po' di più, facendomi capire cosa vorrebbe che io facessi. Ma sono una ribelle, come dice lui, e decido io cosa fare. -Di tutti i tipi, bellezza. Sia con le proteste, che con... Altro- il suo mezzo sorriso, scaltro, diventa completo, trasformandosi in un sorriso perverso che mi provoca una marea di brividi lungo la colonna vertebrale.
-Caro Riot, non mi conosci così bene come credi...- mormoro, mentre seguo il mio istinto e avanzo lentamente a gattoni verso di lui. Appoggio le mani ai lati dei suoi fianchi una volta che mi trovo davanti al suo torso, ammirando il sorrisetto che gli increspa le guance. Sa di comandarmi come una marionetta. Sa che effetto mi fanno i suoi occhi smeraldo.
Ma non sa che posso prendere l'iniziativa alla svelta.
Ciao ragazzi, ciao ragazze, TOP! Indovinate cosa succederà nei prossimi capitoli! Poi tornerò alla "normalità" delle proteste, ve lo ggiuro.
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