Spiegazioni
-Allora, eccoci qua.
Disse Robert, sfregandosi le mani.
Aurora lo affiancò con lo sguardo che correva da un mobile all'altro, mentre l'attore corrugava la fronte nell'atto di pianificare come e chi doveva spostare i vari mobili. Indicò il tavolino che doveva essere messo davanti al divano già pronto nella sua posizione.
-Tu prendi quello.
-Mi viene mal di schiena solo guardandolo.
Rob sbuffò e posò una mano tra le sue scapole, spingendola in avanti mentre la superava per iniziare a spostare i vari mobili più pesanti con una facilità disarmante.
Aurora stava camminando goffamente con il pesante tavolino tra le braccia, non vedendo dove metteva i piedi.
-Sto andando nella direzione giusta?
Chiese e l'attore si fermò con il suo lavoro per guardarla con un sorriso diabolico.
-Gira un po' a sinistra...
La pittrice ubbidì senza indugiare.
-Ahia!
Gridò, il piede dolorante dopo aver sbattuto contro un mobile abbastanza duro.
-Che cretino...
Borbottò lei lamentosa.
Arrivò a destinazione e posò con tentata delicatezza il pesante tavolino a terra, rialzandosi subito dopo con le mani dietro la schiena.
-Eh, la vecchiaia fa brutti scherzi!
Commentò Robert, prendendo una decorazione da uno dei tanti scatoloni. Aurora gli passò davanti alzando il dito medio, recandosi verso uno scatolone.
-Prima o poi dovrò punirti per tutti questi insulti.
Ammiccò oltre ogni dire.
La pittrice si tirò su le maniche, ravanando nel contenuto dello scatolone senza voltarsi a guardarlo.
-Continua a crederci.
Mormorò a se stessa.
Robert le passò vicino e non perse l'occasione di tirarle uno schiaffetto sul sedere, indugiando un po' troppo con la mano tanto da far scattare il gomito di Aurora direttamente nella sua pancia. Si tenne la parte colpita, incespicando verso la sua meta.
-Okay, niente punizioni.
La rosa sorrise soddisfatta, ma la cuoca non aveva visto quelle due dita incrociate dietro la schiena.
Continuarono a spostare oggetti.
-Mi dici perché sono qua?
-Perché avevamo bisogno di una bella pausa e la casa ereditata dalla mia famiglia era il nostro rifugio migliore.
Abbassò gli occhi scuri gradualmente, quasi pagando un tributo allo chalet.
-L'unico rifugio.
Sospirò dopo aver passato una mano sul muro di legno.
-E Stella?
Aurora non fece in tempo a reprimere quella domanda che le ronzava in testa da giorni, ghiacciandosi sul posto dopo averla pronunciata. Aveva rovinato quel loro ritorno al vecchio rapporto, si diede della stupida più volte.
Quasi sentì i pugni di Robert stringersi, la schiena irrigidirsi e il corpo tendersi in unico gesto che denotava rabbia da tutte le parti, ma non ebbe il coraggio di girarsi a guardarlo.
Deglutì, serrando gli occhi mentre un sapore di ira funesta attraversò le sue vene dove ribolliva un sangue rabbioso.
-È via per lavoro.
Rispose cercando di essere il più possibile gentile e disinteressato, ma il tono che giunse alle orecchie di Aurora fu una voce fredda e meccanica.
Possibile che era ancora un nervo scoperto quella biondina?
-Scusa, non volevo.
Robert riprese il suo lavoro scacciando con un gesto della mano il dispiacere della rosa, tuttavia non rispose alle sue scuse.
-Zed e Romeo sono dai parenti di Giulia, lei è d'accordo.
Finalmente si girò verso di lui che camminava freneticamente per la casa con ogni sorta di mobilia tra le braccia.
-Sapeva già tutto di questa cosa?
Due occhi nel bel mezzo del tramonto la fissarono da lontano e di sfuggita.
-Si, e ti dirò di più: mi ha anche autorizzato ad addormentarti! Un grande passo dopo il nostro primissimo incontro direi.
Aurora si sorprese, passandosi una mano nei capelli dopo aver appurato la capacità della mora di mantenere un segreto davvero segreto. Poi recepì il resto del discorso.
-Quindi la mano col fazzoletto eri tu?
-Forse.
Rispose fischiettando verso la cucina.
Lo inseguì senza tregua, finché non riuscì a sbarrargli la strada mentre cercava di non deviare il suo sguardo su quello di Robert che, prima di metterla a fuoco, aveva dato una rapida occhiata al suo corpo.
-Cosa avete fatto nel vostro primissimo incontro?
L'attore alzò gli occhi al cielo e si pizzicò il mento, pensandoci su.
-Mh, l'ho solo presa per il colletto e spinta contro la porta, ma lei stava per colpirmi con una mazza da baseball!
Aurora sgranò gli occhi e senza pensarci fece scattare un pugno diretto verso la guancia dell'uomo.
-TU HAI FATTO COSA?!
Ma il pugno era già stato bloccato dal palmo aperto di Rob che fece scivolare le dita sul suo polso, stringendolo esattamente come aveva fatto prima nella vasca.
Spostò lo sguardo dalla sua mano al volto della rosa che cercava di sottrarsi a quella stretta.
-Non ti conviene scherzare troppo con me, honey.
Cercò dello scherzo in quel tono, invano.
Con un ultimo strattone riuscì a liberarsi, controllando se avesse dei segni rossi sulla pelle, e li si che l'avrebbe menato, ma stranamente non c'era nulla.
-Non le ho fatto male Aurora, altrimenti avrei fatto molto di peggio.
La rosa rabbrividì sotto pelle dopo quella frase detta con tale naturalezza che la spiazzò, sentendo il bisogno improvviso di tornare dal suo amatissimo scatolone.
-Non ho ancora finito con te.
La fermò con un braccio attorno alla vita prima che lo superasse, guardandola con gentilezza e uno sprazzo di tenerezza.
-Prima dimmi che non te la sei presa.
Tentò di nuovo di andarsene, ma questa volta la prese per un braccio, riavvicinandola a sé.
-Lasciami.
Inarcò un sopracciglio e le sorrise ancora di più, non mollando la presa.
Aurora alzò il mento orgogliosa e finse un mutismo selettivo che innescò l'ilarità di Robert, il quale iniziò a farle il solletico.
La torturò fino a farla contorcere per terra dalle risate, lui a cavalcioni sopra di lei, consumandole i polmoni in fiamme.
-Ti prego, basta! Fermati.
Cercò di togliere quelle mani vellutate che la tartassavano nei punti deboli per il solletico, ma non ci riuscì.
-Non respiro!
Al che Rob tolse immediatamente le mani, lasciandola riprendere fiato sostenendo il suo corpo con le ginocchia per non pesarle sullo stomaco.
L'aiutò ad alzarsi.
-Te la sei presa?
Aurora roteò gli occhi.
-No.
Le scompigliò i capelli, tornando a sistemare la casa. Quando finirono il lavoro erano accaldati e sudati, la doccia fredda fatta in precedenza non era servita a niente in poche parole.
Robert mise le mani sui fianchi, osservando minuziosamente il modo in qui la sala si presentava.
La pittrice lo raggiunse, appoggiando il mento sulla sua spalla per attirare l'attenzione, riuscendoci dato che l'attore sorrise e la baciò con ardito trasporto senza dire nulla.
Passò un braccio sulla sua vita, stringendola a sé.
Guardarono ancora la casa.
-Potrebbe essere un inizio.
*sono iniziate le vacanze pasquali for me! Happy Greta! Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.
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