Siamo tornati

-Mamma!
Aurora sentì la felicità avvolgerla da parte a parte, stritolarla in un abbraccio bellissimo che finalmente la fece sentire bene dopo giorni e giorni passati a piangere.
La donna anziana corse dentro casa e la figlia l'abbracciò forte, sentendo di nuovo quel bellissimo profumo che usava sua madre tornare da lei dopo tanti anni.
Aurora sentiva una vita nuova nascere nel suo cuore, un nuovo sorriso nato dalla sincerità era spuntato sul suo viso non appena si staccò dalla signora abbronzata.
Era così felice che non notò il dettaglio che ogni figlio dovrebbe riconoscere in una madre, ma per la ragazza la felicità era troppa e si sa che rende cechi. Sapeva già cosa non andava in quella bellissima visita, ma purtroppo le belle sensazioni svaniscono presto.
Con tutto l'entusiasmo che era in grado di manifestare strinse le mani della madre con gioia, vedendola ricambiare il sorriso.
-Ti preparo un caffè!
Esordì lei, girandosi verso la cucina con un salto di gioia e un urlo di felicità, battendo teneramente le mani come una bambina che ha appena ricevuto un giocattolo nuovo.
Corse verso la cucina e preparò in fretta e furia il caffè, camminando avanti e indietro senza riuscire a contenere l'improvvisa energia che l'aveva avvolta.
Si teneva la testa come se potesse esplodere di pensieri felici da un momento all'altro.
Tremava di pura gioia, si portò le mani sulla bocca per soffocare un ulteriore urlo di gioia con il cuore che ballava nel petto una danza sfrenata e dentro la sua testa c'era un party in corso.
Non appena il microonde suonò, probabilmente stufo di vedersela davanti che cammina come un'anima in pena, Aurora con l'ultimo salto aprì lo sportello e tirò fuori il caffè.
Cercò di frenare l'entusiasmo quando percorse il tragitto fino alla madre che, intanto, si era tolta il cappotto nella sua ex casa.
Con un sorriso a trentadue denti allungò la mano verso la madre che però rifiutò, guardandola con pietà.
Aurora era lì, con un sorriso da ebete stampato in faccia e talmente instupidita dalla felicità che non chiese la cosa più ovvia.
Fu un duro compito da svolgere per la madre quello di dire la verità alla figlia.
La rosa iniziò lentamente a dipanare quella nebbia bianca che le aveva offuscato la vista, restringendo il sorriso con circospezione.
-Perché piangi ma'?
La saggia anziana sorrise tra le lacrime, esattamente come la figlia faceva quando era triste e nonostante tutto osava vedere il lato positivo della tristezza.
-Tuo padre ha avuto un infarto.
Tirò su col naso, il sorriso di Aurora che scomparì di colpo e l'unico rumore che riempì il silenzio fu quello della tazza di caffè che si ruppe in mille pezzi sul pavimento.
Pregò di aver capito male.
-È...
La donna annuì.
E tornò puntuale quella sua espressione tipica di dolore, distruzione, fine. Il sopracciglio alzato e gli occhi di giada lucidi come le stelle.
-Morto.
Fece morire anche lei quella frase, il giorno d'estate in quel momento era solo una favola per i bambini paurosi.
-Mio padre è morto.
Ripeté a voce alta con incredulità, l'equilibrio della sua voce che traballava tra la disperazione più totale e l'urlo più doloroso da strappare la gola.
Abbracciò per la seconda volta la madre, tutta quella felicità ora ammazzata dal pianto che era uscito dal cuore fino a salire in gola e giù sulle guance.
Si portò una mano sulla bocca per non urlare di dolore, per cercare di distrarre le lacrime a tornare indietro.
-Non sono pronta per questo.
Mugolò.
Sembrò che la pioggia fosse riuscita a sfondare il tetto e bagnare di rabbia, di freddo, di disperazione Aurora e la madre.
Quasi vide la tristezza, quella sua vecchia amica, salutarla assieme alla distruzione emotiva.
Il dolore, il lato negativo del essere umano sembravano dire "siamo tornati."
Ed è esattamente qui che non si riesce più a distinguere il buio dal vuoto.

*si soffrirà in questo sequel, io vi ho avvisato anche con il bollino rosso che questa volta userò per altri scopi😏. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

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