Salvarmi

Ad Aurora mancava il fiato, non sapeva che cosa fare o cosa dire. Aurora si era girata con una scintilla di rabbia verso Robert che con l'espressione da perfetto cucciolo indifeso aveva fatto due passi indietro, tuttavia i suoi occhi ancora facevano i loro calcoli su di lei.
Aurora sentiva qualcosa di insensato dentro di lei che in un modo o nell'altro doveva uscire. Semplicemente non sapeva.
Improvvisamente sentiva tutte quelle buone azioni che aveva fatto in passato, non con Robert, ma con i suoi fantasmi del passato. Quanti favori aveva fatto, quanto ossigeno aveva dato a persone che potevano respirare.
Quanta energia aveva sprecato a chi aveva la batteria carica.
Improvvisamente sentiva questo bisogno di salvare se stessa, ma sostanzialmente Robert in tutto ciò non contava nulla o forse sì, non lo sapeva e non riusciva a capirlo.
Pensava che lui fosse la cura, ma la verità era che aveva solo aumentato i dubbi nella sua testa.
Per una volta nella vita aveva bisogno di stare da sola, e questo non le piaceva affatto, ma le parole riportate in seguito non piacquero a nessuno dei due.
-Devi andare.
Mormorò con voce bassa, Rob vedeva solo la paura davanti a lui e questo non lo spaventava affatto, anzi, lo invogliava ad agire.
-Lascia che ti spieghi....
-No!
Lo interruppe subito, respirando affannosamente con gli occhi ancora impauriti da tutto quello che aveva sopportato.
-Per favore...
Finì dopo.
-Ho bisogno di restare da sola Robert, ti chiedo solo questo.
Ma non fu lei ad indurire lo sguardo, bensì l'attore che serrò la mascella. A volte, nella vita reale, era più freddo che egocentrico o burlone come tutti pensano, ma lo faceva per insegnare.
-Tu non puoi avere paura.
E quel tono doveva sembrare gentile, ma era ben lungi dall'esserlo.
E Aurora lo capiva che adesso la considerava un fallimento, ma Robert si era avvicinato invece di girare i tacchi e andarsene. In quei due occhi non vide più nulla se non la natura di un attore che nasconde l'anima dietro lo sguardo.
-In questi giorni sono successe troppe cose, non ce la faccio...ho bisogno di stare da sola per una volta.
E sentiva tutto sfuggirle dalle mani, ma si trovava affogata in un mare di problemi senza soluzioni, dove c'è una scadenza e non si è fatto nulla per evitarla. Era nel panico e francamente voleva salvarsi.
La vita può buttarti giù e se non sai cosa fare, l'unica persona che può aiutarti sei te stesso.
Robert le prese il viso vedendola sussultare mentre singhiozzava come se fosse sotto tortura, addolcendo il suo sguardo troppo cupo per tranquillizzarla.
-Non devi avere paura di queste cose Aurora, credimi. La paura porta solo al terrore e arrivati a quel punto non potrò più salvarti.
La rosa avvolse la mano su quella di lui.
-Perché devi salvarmi?
Storse il sorriso.
-Perché hai bisogno di essere salvata.
Tolse la sua mano dalla guancia, vedendolo allontanarsi.
-Devo solo stare con me stessa.
Robert scosse la testa, l'espressione dispiaciuta tornata in volto quasi faceva aumentare la colpa che Aurora sentiva sulla pelle.
-È proprio quello che ti ucciderà.
Si prese la testa tra le mani, massaggiandosi gli occhi per la stanchezza ancora sveglia in corpo.
Una lacrima scalfì la roccia dura che all'apparenza non ingannava il fatto che Rob fosse un pochino freddo su certi argomenti.
-Vai via, ti prego.
-Se resto qua non ti farò niente, lo giuro.
Aurora sospirò, ma il suo corpo necessitava di essere ascoltato e in quel momento solo un nemico era apparso nella sua testa e quel nemico era davanti a lei. Non lo odiava, solo voleva rimanere da sola. Essere trattata come una bimba incapace di comprendere certe situazioni, troppo ingenua per certi argomenti, si era stufata.
-Vai.
Indicò la porta guardando il pavimento.
-Mi chiedo solo se i tuoi occhi hanno il coraggio di guardarmi e dirmi il contrario.
Un fremito di rabbia la scosse, ma il resto non poteva aspettare. Doveva salvarsi.
Alzò la testa, sbattendogli in faccia il coraggio di guardarlo e dirgli esattamente quello che diceva e pensava.
-VATTENE VIA! VIA!
Urlò.
Robert incupì lo sguardo, ma rimaneva con la faccia da cane bastonato e dai suoi occhi apparentemente scuri fuoriuscì un lampo di rassegnazione e dispiacere.
Girò i tacchi e Aurora lo seguì, chiudendo la porta non appena la superò.
Si accasciò a terra, la schiena contro il legno.
L'attore appena fuori da quella porta ci si accasciò contro, le gambe vicino al petto, percepiva il calore della pittrice attraverso il legno. Non poteva entrare di nuovo e imporle la sua presenza, non voleva farle questo.
La vita può buttarti giù, e se non ti rialzi, significa che giù vuoi restare.
Aurora appoggiò la testa alla porta, lasciando scorrere le lacrime roventi come il fuoco lungo le guance, percependo il calore di Robert attraverso il legno. Prima di salvare qualcun altro doveva salvare se stesso.
E il loro dolore sembrava sempre quello, da tutti i punti di vista.
Prima di incolpare qualcun altro doveva incolpare se stessa.
Dovevano fare molte cose, ma avevano lasciato rompere il loro amore. Nessuno sapeva cosa fare, nemmeno lui.
Prima di perdere qualcun altro, dovevano perdere loro stessi.


*e poi arriveranno altre canzoni belle. Ma domani non sarete pronti perché la persona che canterà la canzone di sottofondo è...diciamo...un amico di vecchia data. Recensione del capitolo: canzone, parole. Siate ripetitivi se serve, basta avere dei riscontri. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

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