Ritorno
Quello stesso giorno Robert e Aurora dovettero ripartire per New York, gli occhi svuotati dalla tristezza e i cuori pieni di speranza.
Il volo durò quel poco che bastò per farli riadattare alle loro posizioni nella società perché, difatti, lui stette praticamente tutto il tempo lontano dalla rosa per poter fare le foto, autografi e video con tutti i passeggeri dell'aereo che, a quanto pare, erano fan sfegatati del loro beniamino.
Aurora lo guardava di sottecchi con un cipiglio di divertimento sul volto a vederlo tutto sorridente e indaffarato con quel cerchio di persone che sembravano osservarlo come se fosse una divinità scesa in terra.
Si morse il labbro inferiore per evitare di ridere sguaiatamente quando una signora anziana gli si avvicinò alzandosi sulle punte per dargli un bacio sulla guancia con tanto di carezza.
I ricordi dell'estate precedente riaffiorarono come petali di fiori in un fiume, costringendola a tapparsi la bocca con una mano per reprimere una delle risate più divertite della sua vita. Il cuore sussultava ad ogni attimo che vedeva Robert alle prese con una fan con gli ormoni sballati, sentiva dolore al petto talmente quelle risate trattenute le morivano in gola.
Si ordinò di non guardarlo più, ma la verità era che lei voleva vedere quel divertente teatrino che si era creato nell'aereo all'insaputa delle hostess.
Sfortunatamente vide l'attore seduto vicino ad una ragazza che l'aveva praticamente costretto a girare un video assieme a lei. Doveva essere una di quei giovani blogger che pullulano in massa ai giorni d'oggi.
Gli altri non lo vedevano perché non lo conoscevano così a fondo, ma Aurora vide chiaramente il leggero imbarazzo insinuarsi negli occhi di Robert alle richieste più strampalate. Iniziò a sentire gli occhi di giada farsi lucidi, finché la situazione non si placò e l'aereo non arrivò a destinazione.
Quando scesero da esso, la pittrice ancora teneva con fatica le risate dentro di lei, percependo il silenzio di Rob al suo fianco che rendeva il resto del mondo inesistente.
Dei paparazzi non appena lo videro sbarcare in aereoporto puntarono i loro obbiettivi verso di lui, sormontandolo di flash che accecarono Aurora, facendole perdere il senso dell'orientamento. Non appena riaprì gli occhi non vide più Robert al suo fianco, anzi, al suo fianco non c'era proprio nessuno. Scorse in lontananza una folla di persone dietro a delle transenne di sicurezza chiamare a gran voce un nome, ma le sue orecchie ancora fischiavano per il boato che l'aveva accolta quando erano approdati nell'aereoporto.
Quel continuo vociare non fece che aumentare il suo dolore alle orecchie, costringendola a coprirsele come meglio poteva per attutire quello schiamazzare incontrollato.
Robert era in quella bolgia, lo sapeva, ma ora come ora era impossibile farsi strada tra quella folla, andare verso di lui, prenderlo per mano e portarlo via. Per gli altri lei era solo una persona comune. Le guardie di sicurezza l'avrebbero di sicuro scambiata per una fan esuberante e l'avrebbero respinta. Improvvisamente si sentì straniera nella sua città preferita, lo sguardo completamente spaesato e spaventato si soffermò su due occhi nocciola che era riuscita a scorgere tra tutte quelle mani e quelle teste.
Improvvisamente si sentì un estraneo nella pancia del nemico.
L'aria venne presa e le lunghe dita del panico si strinsero attorno ad essa, togliendo il respiro ad Aurora che sentì il suo respiro raschiare contro la trachea. Per evitare uno svenimento imminente corse fuori, lasciandosi investire dall'aria fresca e nuova della New York che si ergeva attorno ai suoi piedi.
Si appoggiò alla colonna dietro la sua schiena, la mano sopra il cuore che pulsava sempre più velocemente, correndo come il vento e lasciandosi ingannare dal panico. C'era un continuo via vai di persone davanti ai suoi occhi, ma tutte, dalla prima all'ultima, parevano estranee a lei.
Si accasciò a terra e nessuno si preoccupò di lei, tutti di fretta, tutti con la testa china sui loro cellulari.
Lei respirava, ma i polmoni continuavano a bruciarle e il suo respiro graffiava senza pudore la trachea tanto da produrne il tipico suono di quando si è stati appena strangolati.
Improvvisamente sentì le voci farsi sempre più vicine dopodiché il nulla.
Non era quello il suo ritorno.
*meh, diciamo che questo capitolo non mi garba molto, ma sarà necessario per quello che sta per arrivare. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.
Idiota: "A me Robert Downey Jr fa schifo!"
Io:
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