Coraggio
Aurora e Robert corsero giù dalle scale, uscendo in una New York spostata da un forte vento.
La notte incombeva ancora più limpida di prima, ma entrambi sapevano che la sfera di luce era prossima ad arrivare.
La pittrice venne travolta da una folata gelida che le fece rabbrividire l'anima, facendola starnutire con forza tanto che Rob si premurò di tenerla stretta fra le braccia per ripararla dalle ali lunghe del vento.
L'uomo era preoccupato, ma con maestria riuscì ad arginare quella strana sensazione di non essere pronto quando arriverà sul set del film.
Aurora seguiva la sua guida con cieca fiducia, disponibile a bruciare tra le fiamme dell'inferno pur di aiutarlo.
Corsero talmente veloce che quasi rischiarono di scivolare su di una pozzanghera, ma il loro obbiettivo riuscì a non farli cadere. Gesticolarono freneticamente per attirare l'attenzione di un taxi che lentamente girava nella loro direzione.
Senza neanche salutare il taxista Rob ordinò il posto dove dovevano arrivare più veloci della luce; il taxi corse per tutte le strade di New York, districandosi tra quelle fitte ragnatele che costituivano il sistema stradale della città.
Giunsero davanti l'aeroporto dove tutto era iniziato, facendo preoccupare non poco Aurora che dovette correre più veloce delle sue abilità pur di raggiungere Robert che pagò il taxi e si lanciò fuori dalla vettura.
Lo afferrò per il braccio, facendolo girare verso di lei.
Voleva coraggio e sicurezza.
-Dove stiamo andando?
Gli occhi di Rob erano un incendio di ansia repressa e di un pianto isterico mai riuscito ad uscire.
Era un bomba paziente in quel momento, e la rosa decise di non volerlo vedere esplodere proprio davanti a lei.
Lasciò che la risposta si perdesse nell'aria e corsero solo con il portafoglio appresso verso la prenotazione dei biglietti.
Fatto ciò attesero neanche mezz'ora per salire sull'aereo dato che stava per decollare e chiaramente i controlli di sicurezza furono rapidi e senza problemi.
Raggiunsero l'aereo ed entrarono per sedersi ai posti assegnati, Rob con la testa bassa e il cappuccio tirato su per non farsi riconoscere.
Durante il volo iniziò a tremare, confortato solo dalla mano di Aurora che tentò di coprire la sua nonostante fosse più piccola, tenendola stretta per farlo smettere di tremare.
Il volo durò un'ora e cinquanta, atterrando in perfetto orario come solo un volo americano sa fare.
Con una velocità straordinaria si ritrovarono fuori dall'aeroporto, trovandosi in un mondo completamente diverso.
La cuoca lesse il cartello di benvenuto alla loro destra che fieramente annunciava un "Welcome to Atlanta."
Erano in Georgia, lontani dodici ore di macchina dalla loro città.
Robert tirò fuori il cellulare e iniziò a parlare in un inglese incomprensibile alle orecchie di Aurora che in quel momento si stava godendo il piacere della scoperta di una nuova città. Le luci ad Atlanta erano completamente diverse da quelle di New York, sembravano appartenere ad un universo completamente diverso.
Un'auto nera si fermò davanti a loro, creando un profondo punto interrogativo nei pensieri della rosa che lentamente si fece condurre al suo interno dalla mano di Robert sulla sua schiena.
Gli interni erano di pelle beige, tutto parve creato per un qualcosa di costoso e lussuoso. Aurora si ricordò che dovevamo andare su un set, ma lei non si aspettava assolutamente tutto questo potere nelle mani di Robert.
Quell'auto sgommò per le strade di Atlanta, i vetri oscurati quasi impedirono agli occhi di giada di ammirarne la bellezza della "City in a forest."
Giunti a destinazione non persero tempo e corsero fuori, all'aria aperta, davanti ad una struttura enorme dove padroneggiava una scritta sopra il portone: Infinity War, lesse lei con stupore.
Al suo interno si districavano corridoi e porte, ma c'era una sola porta che era degna della loro attenzione e cioè quella con su scritto SET 1.
Non appena aprirono la porta un macabro spettacolo si aprì davanti ai loro occhi: un ragazzo sulla ventina era disteso a terra, un gruppo di persone lo circondava e solo quando si avvicinarono videro il sangue che usciva dalla spalla del ragazzo.
-TOM!
Urlò Robert, correndogli incontro e cadendo in ginocchio quando riuscì a scansare delle persone.
Aurora si precipitò verso di lui, rimanendo in piedi, ispezionando la scena con minuziosità e circospezione quando il dispiacere per Rob salì alle stelle.
Provò ad appoggiare una mano sulla spalla tremante, ma in risposta l'uomo si scansò per non farsi toccare.
Voleva rimanere solo nonostante la bolgia di persone.
Aurora vide una ragazzina con poco più di diciassette anni cercare di fermare il flusso del sangue, piangendo amaramente sul suo fidanzato, era così palese il loro legame.
Quando gli uomini dell'ambulanza arrivarono tutti si lamentarono dell'ignobile ritardo ma presto si dileguarono quando i medici del pronto soccorso ordinarono loro di allontanarsi.
Rimasero solo Robert, Aurora e quella ragazzina sul set a debita distanza dai medici.
-Che cosa gli è successo?
Chiese il più grande e più alto dei tre, avvicinandosi velocemente e senza preavviso alla ragazzina che spaventata dal tono di voce indietreggiò.
La rosa intervenne.
-Non così Robert. Calmati.
Cercò ancora una volta di toccarlo, ma con una mano la spinse di lato e si avvicinò ancora di più alla ragazzina. Quando la giovane decise di piantare i piedi a terra Rob le si avvicinò quel tanto che bastava per sovrastarla con la sua figura, facendo incombere tutta la sua disperazione sulla ragazza.
-Stava saltando ed è caduto.
Disse con voce strozzata dal pianto.
-Sei la rovina per lui Ev, so che cosa sei.
Fu chiaro l'astio incompreso tra i due ad Aurora che, questa volta con forza, afferrò Robert per le spalle e lo tirò via dalla giovane, permettendole di raggiungere i medici che corsero verso l'uscita con Tom sulla barella.
Si guardarono, gli stati d'animo incomprensibili ai loro occhi.
Seguì un lungo abbraccio per riconciliarsi dei loro peccati, perché il peccato è l'amore e il peccatore è chi non ama.
Finalmente il pianto tanto atteso si crogiolò sulla spalla di lei che strinse ancora di più Robert, circondandogli la schiena.
-Coraggio.
Rob alzò il viso straziato dalle lacrime, allungando una mano ad accarezzarle la guancia.
-Sei tu il mio coraggio.
*lo so! Non ho aggiornato in questi due giorni perché 1 avevo una festa 2 ieri sono tornata a casa mezza ubriaca e mi sono addormentata prima di accendere il tablet, ma adesso sono tornata. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.
(Tra l'altro ammirate la bellezza di Robert e i suoi maialini)
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