Allenamento
-Destro, sinistro, calcio!
La pittrice eseguì velocemente gli ordini.
-Piano Aurora, non avere fretta.
Disse Robert, le mani che tenevano delle protezioni di spugna rivolte davanti alla faccia. La rosa tornò in posizione di combattimento, alzando i guantoni da boxe con la mano sinistra davanti a quella destra.
Si guardarono un secondo, annuendo a vicenda.
Aurora ripeté la sequenza di mosse che stava ripetendo da un'ora e forse di più, nella palestra dell'attore al secondo piano. Erano passati giorni da quella notte bellissima e ancora la rosa aveva delle parti indolenzite, ma quando Rob faceva da personal trainer non c'era alcuna giustificazione. Si lavora. Punto.
La stanchezza iniziò a farsi sentire, ma la cuoca pensò ad altro, ad esempio a quanto fosse adorabile Robert con un cappello senza visiera in testa, una maglietta viola a maniche lunghe con un coniglietto sopra e dei pantaloni da tuta rosa con miliardi di coniglietti sparsi ovunque.
La ragazza era vestita da palestra, ma la checca davanti a lei si lamentava di avere troppo freddo e di quanto fosse importante che stesse al calduccio senza ammalarsi.
Mentre tirava un destro, Rob scattò verso di lei per colpirla, ma il calcio di Aurora gli sfiorò il naso e dovette indietreggiare per riprendere l'equilibrio.
-Impari in fretta.
-Modestamente.
-E se io facessi così?
Le afferrò fulmineo il piede, tirandolo nella sua direzione per farle perdere il baricentro e farla cadere violentemente a terra se non fosse stato per la sua grande mano che le sosteneva la nuca, proteggendola.
Aurora si rialzò, guardandolo truce.
-Questo è da infami.
Si lamentò lei, facendolo sbuffare.
-E poi sarei io la checca qua dentro.
La pittrice alzò le spalle, avvicinandosi a lui che la guardò con il labbro inferiore intrappolato nei denti, osservandole il corpo in movimento.
-Senza ombra di dubbio, amore.
Allacciò le braccia dietro il collo sudato, sorreggendosi su di lui per non cadere dalla stanchezza. Robert si tolse le protezioni di spugna e mise le mani sui suoi fianchi, inclinando il viso.
-Tutta questa dolcezza mi farà venire il diabete, lo sai?
Si baciarono, beh, più che un bacio fu una serie di morsi dispettosi, ma alla fine quando si staccarono cambiarono la loro direzione per scegliere quale esercizio fare.
Aurora scelse di fare i suoi addominali avvolgendo le gambe attorno il sacco da boxe, Robert optò per le flessioni con una mano sola.
Due sportivi in una palestra, il sogno di tutte le coppie, ma non per loro.
Non resistevano due minuti senza farsi alcun dispetto o prendersi in giro, non era nella loro genetica. Difatti la pittrice ogni volta che andava a testa in giù spiava l'attore che le dava le spalle, anzi, il fondoschiena, intento ad andare su e giù come una molla. Si dimenticò del suo esercizio e senza fare rumore scese dal sacco da boxe, avvicinandosi al grande atleta in punta di piedi.
Ghignò quando riuscì a sedersi sopra la sua schiena a gambe incrociate, Robert che dovette sostenersi con due braccia per non spezzarsi la schiena e l'arto.
-Scendi subito.
Scandì bene le parole, appoggiando pure i gomiti per terra pur di sostenere il suo peso non indifferente. Strinse i denti mentre una goccia di sudore cadde dalla sua fronte.
Aurora incrociò le braccia, facendo finta di nulla.
-Ti faccio scendere io?
-Non credo proprio!
Ma niente da fare, Rob si era già rivoltato come un calzino e la rosa era caduta sulla sua pancia, facendolo piegare in avanti per accusare il colpo. Per non lasciarla in vantaggio la fece scivolare sotto di lui, schiacciandola con tutto il suo peso.
-Sti giochetti non funzionano più ormai.
L'uomo mugugnò qualcosa di incomprensibile e le baciò il collo sudato, strusciandosi contro il suo corpo inerme.
Aurora fece finta di dormire per non dargli alcuna soddisfazione, facendolo arrabbiare. Molto. Tanto. Troppo.
Robert si calò i pantaloni e i boxer così come fece con i pantaloncini e l'intimo della signorina, penetrandola irruento e con un gemito di piacere che venne soffocato dall'urlo di sorpresa mista a dolore della pittrice che guardò incredula l'attore.
-Non vinc..erai...
Disse lei, trattenendo con tutte le sue forze i gemiti di piacere in gola.
Robert spinse più in profondità, facendola inarcare sotto di lui mentre la guardava con quel tono da superiore e migliore di tutto e di tutti.
-Stai zitta.
Ringhiò, imprimendo le unghie nella sua coscia, affogando i pensieri solo e soltanto nel loro piacere di unirsi. La obbligò a guardarlo negli occhi tutto il tempo, spinta dopo spinta, gemito dopo gemito, potendo ammirare le loro sfumature che cambiavano nelle loro rispettive iridi ad ogni movimento.
Rob le prese le mani, intrecciando le dita, portandole oltre la chioma rosa, mentre affondava la fronte tra spalla e clavicola, sfiorando il pavimento, spingendo sempre con più forza finché non la sentì venire attorno a lui.
Aurora chiuse gli occhi, inumidendo le labbra mentre aspettava che lui seguisse il suo esempio, ma così non fu.
-Non sei...
Sorrise sardonico.
-Non vincerai questa partita, honey.
E uscì dal suo corpo, lasciandola letteralmente a bocca aperta. Oh come amava giocare con quella checca e primadonna che nonostante tutto sapeva il fatto suo.
Si rimise i pantaloni, alzandosi da lei.
-Dove vai?
Chiese, vedendolo correre via.
-A fare una doccia fredda!
Urlò lui di rimando.
Si rialzò infilandosi di nuovo i pantaloncini, volendolo raggiungere. Camminò fino alla porta del bagno lì vicino, ma la porta era stata bloccata dall'interno.
-Dai Rob, fammi entrare e non fare la checca permalosa!!
L'acqua iniziò ad uscire dalla doccia, poteva sentirla.
-A proposito domani è la vigilia di Natale!
Le urlò da sotto il getto d'acqua.
Aurora sbuffò.
-E quindi?
Robert si lasciò bagnare il viso dalle gocce, tirandosi i capelli indietro mentre il suo pomo d'Adamo andava su e giù come una giostra.
Sorrise.
-E quindi ci sarà una sorpresa!
*sorry, ma sono stanca morta. Vorrei dirvi una cosa, ma no. È troppo presto. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.
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