1. Alexander
1. Alexander
«Si arrampica lenta e inghiottisce la luce. Si ferma in un mare di buchi bianchi e lenzuola aggrovigliate. A volte si perde e dimentica la via, o forse ha paura e resta da sola. Non ha mani, non ha piedi, ma ha occhi che la osservano, la amano, la bramano, la vogliono. Ha un amico a cui è legata, ma che non può raggiungere.E un amico che invece la sfiora un secondo e poi se ne va.
Dimmi, viandante, sai di chi parlo o perdi la tua partita implorando pietà? Se non sai la risposta cadrai nell'oblio, e il tuo viaggio sarà stato vano.»
Il vecchio poi tacque. Affondò di più il bastone nel terreno, stretto tra le dita lunghe e tremanti. Seduto su una roccia ricoperta di muschio e piccoli fiori selvatici. La sua voce aveva risuonato nella caverna; l'ultima prova da superare prima di agguantare il potere della vita eterna, sopito da anni dietro allo specchio d'acqua di una cascata, di cui Alexander – Alex, sentiva lo scrosciare incessante. La sua meta era vicina, gli anni passati a cercarla sempre più un'eco lontano; la risposta a quella domanda incastrata nella testa, la paura di sbagliare e perire, infilata nel cuore.
Alzò la testa, rassegnato al volere del destino: un solo tentativo e avrebbe perso tutto. Persino se stesso.
Alzò le sopracciglia e, da un buco della grotta la vide, la sua risposta. Sorrise trionfo, stringendo poi due pugni nelle tasche dei pantaloni e, senza esitare, sillabò lentamente quel nome e il vecchio, chiudendo gli occhi e indicandogli la via, gli concesse di intraprendere quel cammino e di guardarsi poi riflesso nel muro d'acqua.
Lo attraversò e trovò il calice; lo aveva immaginato diverso, meno prezioso, più logorato e crepato. Meno divino.
Bevve un lungo sorso, e ali bianche gli lacerarono la schiena, spalancandosi e, al di fuori del tempo e dello spazio, Alexander divenne la più antica arma profusa di un potere sacro.
Fortezza immortale dell'eterna vita e l'eterno riposo. Guardiano risvegliato di un popolo di artisti, amanti, pensatori, scienziati, incantatori ma, soprattutto, peccatori.
«Oh spirito onnipresente», lo richiamò il vecchio, alzando lo sguardo sulla sua imponenza. «Quando le tenebre alla luce si sostituiranno... Tu, anima onnipotente, ascolta la voce di questo sciamano che ti chiamerà e il giorno del giudizio sarà dunque vicino!»
Perché era per questo, che Alexander era nato. Diventare la luce alla fine del viaggio.
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Note autore:
Salve a tutti! Ebbene sì, ogni tanto Miryel se ne esce con qualcosa di nuovo e, stavolta, grazie a una Challenge del Gruppo FB "Caffé e Calderotti", mi sono cimentata in una piccola flash originale, la cui traccia doveva contenere un indovinello. Basandomi su Alexander, una delle invocazioni più affascinanti (e meno cagate) di Final Fantasy, ho scelto di raccontarlo. Non ho dato la risposta all'indovinello perché mi pare scontato e, se vi va di indovinare, potete farlo tra i commenti!
Grazie per aver letto e per sopportarmi ♥
La vostra amichevole Miryel di quartiere.
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