5. Alternate colours
Post Stardust Crusaders, pre Diamond is unbreakable,
Au! everybody live
La domanda che sorge - più che ovvia - è come.
Jotaro non è una persona che si stupiva facilmente, soprattutto non dopo aver avuto a che fare con un vampiro e scoprire lui stesso di avere uno Stand, la manifestazione astrale della propria psiche, ma comunque sbatte diverse volte le palpebre.
Da colui in cui invece ci si aspetta una reazione esagerata, proviene un semplice «Oh» stupito.
«Com'è successo?» chiede Avdol pratico, e Jotaro lo ringrazia silenziosamente con un cenno del capo. Le domande non sono mai compito suo.
«Penso uno Stand.... Anche se non ho percepito e visto niente.» risponde Kakyoin, con una smorfia che Jotaro non capisce se è imbarazzo o infastidimento. E avrebbe anche ragione, perché negli ultimi giorni gli Stand nemici sembrano aver preso solo lui come obbiettivo - prima la realtà parallela, poi un loop di una stessa ora e adesso questo.
Nel guardarlo, Jotaro pensa che non stia neanche male con i capelli verdi e la divisa viola, anche se gli suona un po' strano, abituato al rosso ciliegia in cui non distingue gli orecchini a forma del frutto tanto amato dal ragazzo. Gli ricorda uno dei personaggi che ha visto tempo fa nella collezione di fumetti del vecchio - anche se ripensandoci, Kakyoin non sembra un pazzo psicopatico.
«Proprio niente niente?» insiste Avdol. Ogni minimo dettaglio è importante nella caccia agli Stand, non così semplice come quei cinquanta giorni in Egitto.
Kakyoin sospira, poggiando le dita sulle tempie cercando di fare mente locale.
Jotaro sospetta che vorrebbe lasciarsi andare allo sgomento, ma che non l'abbia fatto neanche quando si è reso conto della sua nuova condizione - è peggio di lui alcune volte.
«Ho visto solo qualcosa nel mio campo visivo, come una sagoma.... E poi mi sono ritrovato seduto sul marciapiede, senza aver idea di come ci sia finito.» ripercorre gli eventi l'ex rosso, cercando quei dettagli così utili.
«Quella sagoma aveva qualcosa di particolare?» chiede Avdol, volendo aiutare nel rimembrare.
Jotaro osserva tutto, da sotto la tesa del suo cappello e non si perde un singolo dettaglio. Il fatto che in questi ultimi giorni siano così spesso sotto attacco lo infastidisce alquanto, ma che scelgano sempre lo stesso obbettivo lo fa incazzare.
«Aveva tipo un'aurea... Era cangiante, per questo ha attirato il mio sguardo.» si ricorda improvvisamente Kakyoin.
«Iggy, stai giù!» esclama Polnareff, risvegliatosi dal suo tepore confusionale dal french terrier che, annoiato e intenzionato a infastidire qualcuno, è saltato a mangiarli i capelli.
«Nient'altro?» chiede ancora Avdol, ignorando I rumori di colluttazione - tutti e tre ignorano quei rumori, ormai sottofondo delle loro giornate.
Kakyoin scuote il capo.
«Che io ricordi no.»
Avdol si chiude nel suo silenzio pensieroso, il gomito del braccio poggiato sul polso del braccio accostato al torace, mentre la mano sorregge il mento. Jotaro si accende una sigaretta, sentendo l'impellente bisogno di nicotina. Polnareff litiga ancora con Iggy, Kakyoin beve il suo tè, ormai praticamente freddo. Sembra essere pensieroso più che scosso o turbato, come ci si aspetterebbe normalmente. Jotaro si era aspettato qualche segnale - anche minimo, ma lui l'avrebbe visto comunque perché lo stava tenendo d'occhio - con quella tensione crescente degli ultimi giorni.
Le esperienze di Kakyoin in solitaria contro uno Stand non erano quasi mai finite bene, per questo cercavano di non lasciarlo mai da solo, ma a quanto pareva riusciva a trovarsi nei guai comunque - Polnareff ha avuto una qualche strana influenza su di lui. E Kakyoin continua a mantenere quell'atteggiamento composto, imperturbabile - la sua influenza forse non era stata così positiva.
Una cameriera si avvicina al tavolo a cui sono seduti, il vassoio tondo stretto tra le braccia e il sorriso plastico sul suo volto. Quello che salta all'occhio di Jotaro è l'azzurro acceso dei capelli, accompagnato da un taglio bizzarro - le zone rasate sembrano casuali, senza nessuna connessione logica, come la lunghezza delle varie ciocche di capelli.
«Posso portarvi qualcosa?» chiede, con quel tono allegro e benevolo altamente irritante.
Kakyoin alza lo sguardo dalla tazza e un mezzo gemito di sorpresa gli sfugge. Jotaro scatta sull'attenti, Star Platinum pronto a manifestarsi.
«È lei!» esclama Kakyoin, indicandola.
La povera ragazza non ha neanche tempo di rendersi conto di cosa sia successo che si ritrova con il naso rotto, un occhio nero e diversi ematomi per tutto il corpo - forse anche qualche osso rotto -, mentre cade nell'incoscienza.
«Risolto.» dice semplicemente Jotaro, sbuffando il fumo della sigaretta.
ORA.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top