28. A villain
Pre Vento Aureo
«Hai fatto un ottimo lavoro, mio Doppio. Ora, lascia che sia io a sistemare gli ultimi dettagli.»
Il povero malcapitato di turno spalanca gli occhi, nel vedere gli occhi del giovane Doppio girarsi all'indietro, mostrando il bianco, mentre la treccia in cui sono raccolti i capelli fucsia si scioglie ad un movimento del capo, e il corpo del giovane muta, diventando quello di un uomo più maturo e di stazza maggiore.
Diavolo - perché adesso è Diavolo e non più Doppio - si sfila il maglione, lasciando vedere chiaramente il petto muscoloso coperto da una lingerie che lascia ben poco alla fantasia. Punta i suoi occhi verdi in quelli del povero malcapitato, risaltanti nella penombra creata dai lunghi capelli fucsia macchiati di nero.
«Di norma non lascerei vedere a nessuno il mio vero aspetto, neanche alla mia guardia personale o al mio primo consigliere... Ma Doppio è stato così bravo che non potevo non premiarlo.» le labbra coperte dal rossetto scuro si increspano, piegandosi in un sorriso - più un ghigno nella percezione dell'uomo che è steso a terra, miracolosamente senza niente di rotto.
«T-tu... Chi sei? Cosa sei?» balbetta tremando, in preda alla paura.
Il cosa sei è una domanda più legittima, perché non capita di assistere tutti i giorni ad una personalità Multipla - e quello di Diavolo e Doppio è un caso più che particolare.
«Sono l'uomo che volevi uccidere.» risponde pacamente Diavolo, e gli occhi dell'uomo si dilatano dalla comprensione e dalla realizzazione.
Il Boss di Passione - il Boss che aveva pianificato di uccidere e sulle cui tracce era - è lì davanti a lui, giocando con il suo destino come si gioca con un ramoscello che alla fine si romperà e si butterà.
«Non fare quella faccia, sapevi già quale sarebbe stato il tuo destino se fossi stato scoperto.»
Diavolo avanza di un passo e l'uomo striscia indietro.
Un attimo dopo non c'è più. Non una singola traccia del suo passaggio.
Diavolo sorride soddisfatto, per poi scomparire e tornandosene nei meandri del corpo da cui dirige Passione, lasciando che il corpo riassuma le fattezze di Doppio e che quest'ultimo ne prendi il controllo.
Doppio si guarda intorno, confuso, chiedendosi dove sia finito l'uomo che aveva catturato con tanto duro lavoro per il Boss. Ma se se ne era occupato il Boss, allora è tutto a posto, non deve preoccuparsi.
«Bring, ring, ring, ring.»
Doppio si guarda attorno confuso, alla ricerca di un telefono. Un secondo squillo lo coglie di sorpresa e afferra una scarpa lì abbandonata - probabilmente quella che ha tolto per sbaglio prima all'uomo.
«Beep.»
«Pronto, Boss.» si porta la mano di fianco alla bocca, stringendo la punta della scarpa, mentre si guarda furtivamente intorno.
«Devi andare a Venezia, mio caro Doppio. È in arrivo un errore da sistemare.»
«Subito, Boss.»
Si infila la scarpa in tasca, recupera la sua ventiquattr'ore ed esce dal vicolo, fischiettando un motivetto insegnatogli dal prete che l'ha cresciuto.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top