25. Comfort character

Diamond is Unbreakable (missing moment, molto libero alla fantasia mia)

Fa per portare la mano alla tasca, ma si ferma quando si ricorda che non tiene più sigarette lì.
Sospira.
Con l'arrivo di Jolyne e la gravidanza di sua moglie era stata una scelta abbastanza ovvia quella di smettere di fumare, ma in quel momento una sigaretta sarebbe stata alquanto inutile.
Rientrando nella stanza, si toglie il cappotto e lo appoggia all'appendiabiti insieme al cappello.
Vuol dire che ripiegherà all'altra soluzione, per quanto ne conosca le conseguenze - gli basterebbe telefonare giù alla reception e, nonostante l'ora, sarebbero in grado di procurargli un pacchetto di sigarette, ma non vuole disturbarli con una richiesta del genere.
La bottiglia che ha lì di scotch va bene lo stesso per affogare i pensieri. Troppo rumorosi, troppo invadente.
Si versa un bicchiere del liquore ambrato, lo poggia sulla scrivania e si siede, con l'intenzione di andare avanti con la tesi per il dottorato.
Non apre neanche la cartella in cui tiene gli appunti, che poggia la fronte al palmo aperto, per poi buttare giù metà bicchiere in un sorso solo, mentre la telefonata appena avuta ritorna - non se n'è mai effettivamente andata.
Le parole di Jolyne, in cui gli chiede quando torna a casa e quando se possono andare all'acquario insieme, e quelle di sua moglie gli rindondano nella testa.
Jolyne, con la speranza di una bambina di sette anni, ma che aveva capito più di quello che lasciava intendere.
Sua moglie con il rimprovero nella voce e il sentimento del tradimento vibrante, insieme a quello della solitudine.
Jotaro aveva risposto pazientemente a quell'attacco silenzioso, nonostante volesse urlare pure lui - sua moglie aveva usato parole abbastanza pesanti quando era stata sicura che Jolyne non fosse nei paraggi, ma aveva evitato di alzare la voce nonostante fosse chiaro che volesse -.
Aveva incassato ogni colpo alla volta, dicendo che lo faceva per il loro bene, per quanto possa essere giustificabile la sua praticamente costante assenza in quanto biologo marino. Spiegare tutta la questione di Stand si era rivelata ad una barzelletta fin dal primo tentativo, per cui si era limitato a cercare di capire se le sue assenze prolungate fossero un problema. Finché c'era il tirocinio, andava bene, ma ora la scusa è debole e la situazione si facendo troppo tesa - dolorosa, sarebbe meglio dire.
Si lascia andare contro lo schienale, bevendo ciò che rimane dello scotch nel bicchiere.
Dall'altra, non può neanche tornare in America senza essere certo che Morio-cho sia un posto privo di Stand nemici che ce l'hanno con il sangue Joestar. Non può lasciare di punto in bianco Josuke dopo essere comparso in quella maniera improvvisa.
E poi Joseph sta arriverà in pochi giorni via mare, non può telefonare alla Fondazione Speedwagon annullando senza una vera e propria motivazione il viaggio.
Sospira nuovamente, passandosi la mano sul volto. L'alcool non sta facendo alcun effetto, come aveva previsto - ormai deve berne grandi quantità perché faccia effetto, avere traumi giovanili non è d'aiuto per stare lontano da esso.
Guarda l'ora, e si chiede se non è un disturbo chiamare Polnareff. Da lui non è ancora tramontato il sole, e magari è impegnato.
Ma Polnareff è l'unico in grado di tirarlo su di morale in quelle situazioni - non lo trova fastidioso con la sua emotività, semplicemente gli evita di dover cercare lui di esprimere le sue emozioni, empatico com'è.
Compone il numero ed è dopo un paio di squilli che il francese risponde.
«Oh Jotaro! Je suis trés content de t'entendre! Sai che stavo per chiamarti?»
E quell'accento francese, così marcato - ritornare in patria e parlare la sua lingua natia più spesso si fa sentire nella sua pronuncia - è già un sollievo.

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