4.The Fist Time I Saw You
📼🌼
Eleven non aveva mai visto così tante persone insieme in vita sua.
Avrebbe potuto metterci la mano sul fuoco.
Con le bretelle del suo zaino bianco nuovo ben strette tra le sue dita sottili e tremanti, la piccola Hopper con smetteva di passare con lo sguardo da una parete all'altra di quel grande atrio che si apriva davanti ai suoi occhi, ingombro di ragazzi e ragazze di ogni tipo e di ogni età che correvano da una parte all'altra con zaini colorati sulle spalle, libri stretti tra le braccia, gonne a fiori e jeans blu scoloriti a coprire la pelle più scura ed abbronzata al termine dell'estate.
Era certa di non aver mai visto tanti ragazzi e ragazze suoi coetanei in una sola volta come in quella mattina, tra le pareti bianche e rosse della Hawkins High illuminate dal sole ancora caldo che brillava al di là delle ampie porte d'ingresso.
Era solo perché quello era il primo giorno o avrebbe davvero dovuto abituarsi a tutta quella baraonda?
La piccola restò ancora un minuto immobile a bocca aperta ad ammirare quella miriade di colori, quei visi sorridenti o meno, a piccoli gruppetti o in coppia, chi a ridere, chi già a ripassare sfogliando affannosamente le pagine, chi ad abbracciarsi dopo mesi di lontananza, chi già vicini, molto vicini, con le labbra così vicine che...
La ragazzina distolse lo sguardo di colpo, sentendosi arrossire fino alla punta dei capelli e un insolito calore invaderle le guance: davvero quei due ragazzi avevano così poco ritegno da stare lì davanti a tutti a baciarsi, o meglio a mangiarsi a vicenda la faccia?
"Nancy! Jonathan!" sentì una voce alle sue spalle strillare, facendo separare quella coppia di impudichi ragazzi con gli occhi ancora chiusi per il trasporto, voltandosi verso la fonte di quel richiamo.
El si sentì spingere in avanti da un alto ragazzo dai capelli lisci e neri perfettamente laccati, che senza tanti complimenti le diede una decisa spallata con il suo zaino di pelle beige, facendole fare un passo in avanti per non perdere l'equilibrio.
"Oh! Scusa ragazzina, non ti avevo vista!" vide quel ragazzo voltarsi verso di lei con una rapida occhiata alle sue spalle ed un sorriso sornione sul viso, mentre lei lo seguiva con uno sguardo che avrebbe senza dubbio potuto incenerirlo seduta stante.
La piccola lo vide rigirarsi verso i due ragazzi ora definitivamente allontanatisi ed in attesa dell'amico, perdendosi in mezzo a quella folla di ragazzi in movimento intorno a lei, non prima di averle lanciato un'ultima occhiata curiosa e divertita:
"Ti conviene muoverti, bambolina: se resti lì in mezzo impalata, prima o poi qualcuno ti farà sul serio cadere per terra!"
"Babbeo..."
Eleven si trattenne terribilmente dall'impulso di muovere la testa di lato con un colpetto, tirando giù con la mente la cerniera del suo zaino e facendo cadere a terra i libri di quel ragazzo sgarbato dal tono derisorio, ma scosse infine la testa, ricordando a sé stessa le parole di Hopper di quella mattina:
"Nessun potere, mai! Se vogliamo che la cosa funzioni dovrai sforzarti, kiddo, è di estrema importanza! Dovrai mostrarti esattamente come loro, esattamente normale! Nessun potere, chiaro?"
"Almeno il primo giorno..." completò El nella mente con un piccolo sorriso furbo, rialzando gli occhi davanti a sé e non riuscendo più a scorgere né il ragazzo alto dai capelli imbellettati né i due ragazzi ventosa nel marasma di fronte a sé.
Forse alla fine quel tizio non aveva tutti i torti: era decisamente ora di darsi una mossa o sarebbe rimasta lì ferma imbambolata tutto il giorno.
La piccola deglutì, facendo un timido passo in avanti nelle sue converse bianche nuove, procedendo a lenti passi lungo quell'atrio facendo lo slalom tra quelle figure più alte, chi con una camicia di jeans legata in vita, chi con un giubbotto di pelle lucida posata sulle spalle: in quella miriade di colori e odori così nuovi per lei, il suo piccolo cuoricino batteva sotto il suo vestito rosa tanto forte quanto le sue ciglia iscurite dal mascara, mentre i suoi occhioni nocciola ancora spalancati non smettevano di muoversi ammirati intorno a lei, cercando di catturare e mandare a memoria ogni più piccolo dettaglio.
Quindi era quello il famoso liceo, quello di cui Hopper e Joyce le avevano tanto parlato e al quale l'avevano preparata in quei due anni?
Erano quelli i famosi suoi coetanei normali ai quali le era richiesto di omologarsi, tra i quali le era richiesto di confondersi?
Si morse leggermente il labbro tra i denti, ritrovandosi infine dalla parte opposta dell'atrio, una quarantina di passi dopo, di nuovo ferma ed immobile in mezzo alle persone che si muovevano senza sosta intorno a lei.
E adesso...che cosa doveva fare?
Si guardò intorno con aria spersa, come a cercare di fronte a sé una freccia o un cartello luminoso con indicato un suggerimento, un'indicazione su quale fosse la cosa più giusta da fare in quel momento, ma non ne trovò, non facendo altro che vedere intorno a sé altri ragazzi simili a lei camminare spediti perdendosi nei corridoi con aria molto decisa su dove andare.
"Rilassati, è solo il primo giorno! È normale non sapere cosa fare! Vedrai che domani andrà meglio" sbuffò nella sua mente, passandosi una mano tra i ricci baciati dal sole e scostandoli dal viso.
Come uno schiocco di dita vicino al suo orecchio, improvvisamente una lampadina si accese davanti ai suoi occhi: "Ma certo: la lista!"
Eleven sorrise, appoggiando lo zaino in terra di fronte a sé e piegandosi in avanti in mezzo al corridoio, inginocchiandosi tra le gambe degli alunni che sfrecciavano accanto a lei:
"Ehi, ma fai attenzione!"
"Ragazzina, levati dai coglion..."
Ma non li stette a sentire, tirando giù la cerniera del suo zaino appoggiato a terra e cercando con la mano tra i libri ed i quaderni un foglietto di carta di vitale importanza in quel momento: "Eccolo!"
La piccola Hopper sorrise di più, riportando lo zaino in spalle e sollevandosi da terra, stringendo tra le dita un piccolo pezzi di carta a quadretti dove la scrittura sbilenca e storta del suo papà aveva scritto con una penna blu leggermente scarica un elenco puntato con accanto una serie di pallini vuoti:
"Cose da fare il primo giorno di scuola"
⭕ Prendere nota del numero dell'armadietto nell'elenco avvisi nell'atrio
⭕ Controllare l'orario delle lezioni nella bacheca davanti alla segreteria
⭕ Posare i libri nell'armadietto e portare con sé solo quelli per il corso necessario
La ragazzina annuì, stringendo tra le mani quel bigliettino salvezza e muovendosi a veloci passi dall'altra parte del corridoio, dove un'insegna rossa su sfondo bianco riportava a caratteri maiuscoli un nome: "segreteria studenti".
Si guardò intorno, lungo le pareti di fianco alla porta a vetri al di sotto di quella scritta, vedendo gruppi di studenti con i nasi all'insù rivolti ad un cartellone pieno di numeri e cognomi scritti fitti.
"Primo piano a sinistra, devo muovermi!"
"Cavolo ma no! Non siamo vicini, che peccato!"
"Ho cinque minuti, ti accompagno!"
sentì quel gruppo di ragazzi esclamare allontanandosi da quel muro continuando a parlare tra loro, lasciando il posto libero davanti a quel cartellone a cui la ragazzina si avvicinò come un fulmine, prima che qualcun altro le impedisse la visuale.
Appoggiò il dito al foglio bianco, scorrendo di nome in nome cercando il suo, o meglio, quello di quell'omone grande e grosso e gentile, sorridendo appena a fior di labbra pensando a quel cognome datole in prestito dal suo papà adottivo in quel momento per la prima volta.
Eleonoir Hopper: sì, decisamente era un nome che le sarebbe stato bene indosso.
"Hopper!" sorrise Eleven trovando finalmente il nome nell'elenco e seguendo con il dito la linea corrispondente fino al numero del suo armadietto.
"Secondo corridoio a sinistra all'altezza dell'aula di letteratura" lesse la piccola con un sorriso sulle labbra rosse: primo punto del suo personale elenco completato, armadietto individuato!
Per fortuna non sembrava nemmeno così lontano arrivarci.
Levando lo sguardo più in alto di fronte a sé, la piccola vide un altro enorme cartellone appeso alla bacheca di sughero contro quel muro, molto più grande e colorato del precedente, fitto di nome di materie, anni di corso, nomi di docenti e codici di aule:
"Questo davvero sarà più difficile del previsto..."
Sospirò, estraendo dallo zaino un quaderno nuovo ed una penna, scorrendo lo sguardo alle scritte di fronte a sé e prendendo appunti di orari e nomi su un foglio bianco.
🔲Corso di letteratura, professor Lewis, lunedì e mercoledì ore 9, aula 490 primo piano
🔳Corso di chimica, professoressa Leen, martedì e giovedì ore 11, aula 503 secondo piano
🔲Corso di storia, professoressa Brown, lunedì e giovedì ore 8, aula 321 primo piano
...
La ragazzina ricontrollò per tre volte di aver scritto correttamente ogni nome e numero corrispondente a ogni materia, appuntando tutto con la sua scrittura piccola e sottile sul foglio del quaderno appoggiato al muro di fronte a sé, ignorando gli sbuffi del gruppetto di ragazze in coda alle sue spalle.
Rimase un secondo immobile con la penna e mezz'aria, ritornando con la mente a quella sera di giugno, qualche mese prima, quella nella quale si era seduta con il suo papà al tavolo di legno della loro cucina a compilare la lettera di iscrizione per la sua nuova scuola.
"Credo che ti potrebbe piacere questo corso: tu ami leggere, kiddo, letteratura è proprio quello che fa al caso tuo! E poi storia: ti piacciono sempre quei documentari che guardiamo in tv, vero?"
Eleven aveva sorriso, annuendo vigorosamente di fronte ad Hopper dall'altro capo del tavolo, immaginando già ad occhi aperti come sarebbe stato bello essere lì, seduta tra quei banchi, davanti a professori appassionati e pronti a raccontarle tutto di quelle materie che tanto l'affascinavano e di cui era più che intenzionata di cogliere ogni minimo dettaglio.
Hopper aveva sorriso quella sera, alzando lo sguardo sul suo viso così sorridente ed entusiasta di fronte a sé: quella piccola aveva una tal voglia di imparare che non poteva non essere già immensamente fiero di lei.
"Joyce poi mi ha detto che vorresti iscriverti al corso di chimica, è vero?"
"Sì, sì, ti prego!" aveva annuito più vigorosamente muovendo i ricci sulla sua fronte pallida.
"Joyce ha detto che ce la posso fare!"
"Oh non lo metto in dubbio, kiddo, tu puoi fare qualsiasi cosa!" le aveva risposto il suo papà con un sorriso, compigliandole dolcemente i ricci sulla fronte.
"Mi chiedo solo...non sarà troppo complicato per te?"
"No, fidati papà!" aveva sorriso la piccola con un sorriso fiero sul suo viso da bambina:
"Ce la farò!"
"Ehi, ti sei incantata? Ma ti muovi?!" sentì una voce richiamarla alle sue spalle, facendola ripiombare nella realtà da quel tenero ricordo, seguendo la voce femminile alle sue spalle e ritrovandosi un paio di occhi azzurri e visibilmente scocciati ad osservarla con sufficienza.
"Allora, hai finito? Guarda che non ci sei solo tu!"
Eleven annuì, abbassando lo sguardo, riprendendo a spalle lo zaino da terra e portandosi di lato, stringendo il quaderno tra le dita e facendo spazio alla ragazza dai capelli lisci lunghi fino a metà schiena, la quale, seguita da un paio di amiche al suo fianco con indosso jeans a vita alta e scollate canotte che lasciavano scoperte fin troppa pelle abbronzata, si fece più vicina al cartellone, facendo scoppiare tra le labbra una grande bolla di gomma da masticare rosa.
La piccola sospirò, distogliendo lo sguardo da quel gruppetto, riprendendo il foglietto delle cose da fare tra le mani e spuntando nella mente i primi quadratini dell'elenco, scendendo con gli occhi fino al punto successivo:
⭕Sorridere e...fare amicizia!
Eleven avvertì il suo cuore nel petto perdere silenziosamente un battito a quella scritta, sentendosi improvvisamente più sola e sperduta che mai in quell'atrio affollato.
Fino a quel punto era stato facile, quasi divertente, ma ora? Ora, invero, non era più così sicura di riuscire a portare a termine quel punto del suo elenco.
Le veniva quasi da ridere, o forse no, era da piangere, mentre con una punta di ansia in più rispetto a prima ora osservava meglio intorno a sé cercando invano un paio di occhi spauriti e incerti come i suoi.
Hopper le aveva detto "cerca di farti degli amici" e la piccola non sapeva molto bene come fare, ma aveva letto in diversi racconti che la cosa migliore da fare in casi come quelli era avvicinarsi a qualcuno di simile a sé e per prima cosa iniziare a dire il proprio nome.
Ai personaggi dei suoi racconti era sempre andata bene in fondo: era così che nascevano le storie d'amore o le grandi avventure.
Si girò lentamente di nuovo verso le ragazze alle sue spalle che ancora erano ferme parlando fitto davanti al cartellone degli orari, masticando rumorosamente a bocca aperta quelle curiose gomme da masticare tra i denti bianchi.
Eleven sorrise, pensando che in fondo non erano poi così diverse da lei per davvero: erano ragazze, stavano come lei controllando gli orari delle lezioni e i loro vestiti erano così...fighi!
Forse in fondo sarebbe stato più facile del previsto, forse in fondo non sarebbe stato poi così difficile come temeva!
Con una punta di ritrovata positività e coraggio, la ragazzina prese un bel respiro, aprendo le labbra nel sorriso più grande che poté, facendosi un passo più vicina alla bacheca e stringendo il quaderno tra le mani per farsi coraggio:
"Ciao! Io sono Eleonoir!"
La piccola vide in un secondo gli occhi della ragazza nel mezzo che si era rivolta a lei con così poca gentilezza discostarsi dalla parete con aria scocciata, il brusio tra le 3 ammutolirsi all'istante e i visi delle tre amiche puntarsi su di lei, passando dal suo viso lungo la sua intera figura in un battito di ciglia.
"Oh per carità..." sentì la ragazza al centro sussurrare abbastanza forte perché potesse sentire, alzando un sopracciglio puntando con lo sguardo alla gonna rosa chiaro del suo vestito, facendo ridere maligne le due ragazze al suo fianco.
"Sei uscita da un uovo di Pasqua, tesoro?"
Eleven non diede peso a quelle parole, non capendo invero che cosa volessero dire, allargando di più il suo sorriso, facendo un altro passo in avanti e portando davanti a sé una mano tesa, così come le aveva insegnato Hopper a fare per le presentazioni ufficiali:
"Sono Eleonoir, Eleonoir Hopper!"
"Ah, quindi sei tu la figlia del capo, ma bene..." sussurrò improvvisamente attenta la ragazza dagli occhi azzurri appoggiandosi con un fianco al muro e incrociando le braccia al petto, per nulla intenzionata a stringere la mano che le veniva porta di fronte.
"Ma che carina.."
"Ci potrebbe tornare utile, non è vero Lucy? Sai, se un altro sabato sera Troy decide di rubare la macchina di suo fratello e guidare senza patente..."
"Chiudi quel forno Jordy.." la ragazza al centro fulminò con lo sguardo l'amica di fianco a sé con occhi verdi e vispi, circondati da lunghe ciglia nere e un pesante trucco viola sulle palpebre.
"Non ci serve una mocciosa come lei tra i piedi, nemmeno se è la figlia del capo.."
"Ci hai scambiato per delle baby sitter, ragazzina?" rise la terza con aria strafottente, facendo un altra bolla enorme e rosa davanti al suo viso e facendola scoppiare con un forte sciocco.
Eleven deglutì, abbassando lentamente la mano tesa di fronte a sé, intuendo non sarebbe stata stretta da nessuna delle tre ragazze e sentendo il suo cuore accelerare i battiti nel suo petto.
"Co...come?"
"Gira a largo tesoro, hai scelto le persone sbagliate per fare amicizia!" concluse la conversazione la ragazza dagli occhi azzurri, scostandosi dal muro e passandole accanto senza degnarla di un ulteriore sguardo.
"Prova con i nerdini Wheeler e compagnia...loro sono specializzati nei casi umani come te!"
Un paio di risate sguaiate seguirono quella ultima irriverente affermazione, mentre, facendo ondeggiare i fianchi con aria provocatoria, le tre si allontanarono lungo le pareti dell'atrio, lasciando la piccola immobile guardarle allontanarsi, il sorriso sparito dal suo viso e il quaderno più stretto tra le sue dita più tremanti di prima.
In quel momento, tra ridere e piangere, Eleven avrebbe certo preferito scoppiare a piangere.
Sentiva la vista un po' più appannata, mentre tutto si faceva improvvisamente intorno a lei un po' più liquido, mentre avvertiva le guance più calde per la delusione e l'umiliazione e il cuore un po' più veloce di rabbia batterle nel petto.
Non stette nemmeno a pensare di rincorrerle per rispondere per le rime o meglio appendere al muro quella ragazza così stronza con un cenno della testa: tanta era la delusione in quel momento che avrebbe solo avuto voglia di sparire da in mezzo a quella folla in quel momento.
No, decisamente fare amicizia non sarebbe stata davvero la sua materia preferita.
"Stupida, stupida, stupida ad aver pensato che sarebbe stato così facile! Stupida a pensare che avresti potuto fare qualsiasi cosa!" si ripeteva nella mente attraversando l'atrio a grandi passi e con gli occhi bassi, non provando nemmeno a guardarsi nuovamente intorno cercando con che altri alunni riprovare: non credeva che il suo piccolo orgoglio ammaccato avrebbe potuto sopportare in quel momento un'altra risposta negativa.
Senza staccare gli occhi dalle sue scarpe bianche lungo quel pavimento lucido, la ragazzina si diresse di corsa verso quel secondo corridoio del primo piano, dove la sua memoria ricordava di aver letto trovarsi il suo armadietto.
"Posare i libri dallo zaino e portare con sé solo quelli per il corso necessario" diceva il punto del suo elenco, ma quando la piccola ebbe riportato davanti ai suoi occhi più lucidi quel foglietto a quadratini, in un impeto di rabbia lo accartocciò tra le dita, gettandolo a terra in mezzo al corridoio e ai piedi in movimento degli studenti liceali intorno a sé.
Non riusciva a completare nemmeno i primi punti di quell'elenco il primo giorno, che speranze aveva di potercela fare ad affrontare tutto?
"Forse tutti si sono sbagliati e non sei all'altezza di tutto questo, Eleven" sussurrò una vocina nella sua testa, una voce maschile cupa e a tratti divertita, una voce familiare in grado da una vita di farle avvertire un piccolo brivido lungo la schiena.
"Esci dalla mia testa, papà..." chiuse gli occhi Eleven corrugando la fronte e fermandosi di fronte dell'armadietto metallico corrispondente al suo numero, stringendo il quaderno tra le braccia e scorgendo con la coda dell'occhio una massa di ricci neri allontanarsi lungo il corridoio, in mezzo ad altri ragazzi chiassosi che ridevano e urlavano strattonandosi.
Non le sembrava di essere mai stata così sola come in quel momento, lei che sola lo era stata un'intera vita, ma era sempre stato certo meno doloroso restare soli nel silenzio della sua bella casetta rispetto ad in mezzo ad un corridoio affollato.
Quello non era decisamente un buon primo giorno di scuola.
*
"Qualcuno mi dica che questa è l'ultima campanella e possiamo andarcene a casa, vi prego..."
"Ehm, no MadMax, molto addolorato: questa è la prima campanella e la lezione di francese comincerà esattamente tra 5 minuti"
Mike sorrise, scuotendo la testa seduto di fianco a Will nel banco di dietro rispetto ai loro amici già piegati ai lati delle loro sedie per riporre negli zaini i libri e quaderni di biologia sparsi sopra ai primi banchi.
Nuova scuola, medesima formazione: Max tra Lucas e Dustin al primo banco e al secondo Will e Mike sempre presenti.
Stesse materie, stesse lezioni da frequentare, da sempre, dove andava uno andavano tutti.
Il party era da sempre un unico corpo formato da 5 elementi della migliore categoria accozzati insieme in un mix che non poteva che essere definito più che esplosivo.
"E siamo solo al primo giorno..." sbuffò Max alzando gli occhi al cielo, uscendo con gli amici dalla classe ormai semi deserta, passando accanto allo scheletro di plastica appeso ad un'alta asta di fianco alla cattedra e facendo sollevare dal muro al suo passaggio uno dei cartelloni mostrante uno schema a colori del ciclo cellulare.
"Non oso immaginare come arriveró viva alle vacanze di Natale..."
"Sempre a protestare, Max?" la canzonò ironicamente Lucas portandole un braccio sulle spalle e incamminandosi con gli amici verso gli armadietti per riporre i libri pronti per la successiva lezione.
"Se non lo facessi non sarei io, stalker..." rispose con aria furba Max, avvicinandosi di più a lui e illuminando il viso con un sorriso che Mike era certo di aver visto sulle sue labbra solo quando si rivolgeva al suo migliore amico dalla pelle color cioccolato.
"...tanto lo so che in fondo ti piaccio così!"
"Vi prego, abbiate pietà delle mie povere orecchie!" esclamò Dustin alle loro spalle alzando le braccia al cielo in segno di supplica e lasciandole ricadere lungo i suoi jeans scuri.
"Per quanto tempo sarò costretto a sentirvi fare i piccioncini in questo modo a voi due, sentiamo?!"
"Amico, concordo...siete insopportabili" aggiunse Will raggiungendolo alle sue spalle e appoggiandogli fraternamente una mano sulla spalla.
Mike rise, seguendo gli amici lungo il corridoio, vedendo la rossa girarsi verso gli amici alle sue spalle, mostrando con un sorriso un dito medio smaltato di nero.
"Ti concedo di sederti al mio posto nelle retrovie, Dustin..." sussurrò Mike giunti infine di fronte ai loro armadietti, fermandosi di fianco all'amico riccio già pronto a replicare all'oltraggioso gesto dell'amica.
"Ma domani mattina per la lezione di chimica! Per la prossima ora ho bisogno di Will: il mio libro dei compiti delle vacanze di francese è bianco come il pavimento di questo corridoio".
"Ora di chimica, Mike?!" esclamò Lucas alzando un sopracciglio con aria stupita, ignorando i tre amici di fianco a loro intenti ancora a battibeccarsi a suon di linguacce e risate di scherno.
"Quale lezione di chimica?!"
"Quella alla quale avevamo deciso di iscriverci tutti insieme, no?!" chiese Mike ad occhi spalancati, muovendo gli occhi con aria spersa sui visi accigliati degli amici, improvvisamente ora tutti attenti, cercando un cenno di consenso che invero non arrivò da nessuno di loro.
"Hai sbagliato a selezionare le materie per l'iscrizione, Mike?" chiese Will con una risata al suo migliore amico, facendosi a lui più vicino e vedendo il suo viso se possibile ancora più pallido rispetto al solito.
"Hai confuso il corso di fisica con quello di chimica?"
"No, fermi, io non ho confuso proprio niente, ragazzi!" scosse i ricci dalla fronte Mike, portando le mani in avanti per concentrarsi, mentre il brusio e gli alunni dalle classi iniziavano ad affollare nuovamente i corridoi nel cambio d'ora.
"Avevamo detto che ci saremmo iscritti sia al corso di biologia che a quello di chimica!"
"Ehm..no Mike, abbiamo detto che ci saremmo iscritti a quello di biologia e a quello di fisica!" ribattè Lucas alzando le sopracciglia e scuotendo piano la testa, seguito a ruota dagli amici con cenni di assenso.
"Cosa? È uno scherzo?!" continuò Mike sentendo crescere una punta di ansia tale da far iniziare a tremare una gamba dentro i suoi jeans azzurri scoloriti.
"Sono davvero l'unico ad essersi iscritto a quel corso?!"
"Perché diavolo ti sei iscritto al corso di chimica, Mike?!" chiede Dustin con aria stupita, vedendolo appoggiarsi all'armadietto alle sue spalle e alzando il viso al soffitto con aria sconsolata.
"Perché?! Ragazzi, ma andiamo! Noi amavano le lezioni del signor Clark!" protestò Mike passando una mano lungo il viso e scuotendo la testa incredulo: davvero si era iscritto ad un corso che avrebbe dovuto frequentare da solo, completamente da solo mentre i suoi amici sarebbero stati a frequentare un altro corso insieme?
"A tutti voi piaceva sia biologia che chimica alle medie, no?
"Veramente no, Mike..." scosse la testa Max alzando le sopracciglia come se quella appena pronunciata fosse più che un'ovvietà.
"Solo a te piaceva chimica...diamine, è così noiosa.."
"Oh ma ragazzi, andiamo!!" esclamò esasperato Mike allargando le braccia e vedendo gli amici annuire all'ultima affermazione della rossa di fronte a lui.
"Mi state davvero dicendo che mi lascerete da solo al corso di chimica?"
"Veramente noi stiamo facendo proprio nulla, amico..." scosse la testa Lucas, alzando le mani di fronte a sé con aria di innocenza.
"Sei tu che ti sei iscritto al corso sbagliato!"
"Non puoi passare in segreteria per chiedere un trasferimento?" chiese Will appoggiandosi dell'armadietto accanto al suo, mentre Mike scuoteva ancora la testa con aria incredula.
"No, non credo proprio...le iscrizioni ai corsi terminavano un mese fa..."
"Rilassati Mike, è solo un'ora lezione, sopravviverai!" annuì Max con aria incoraggiante, facendolo sorridere ancora con gli occhi bassi alle sue scarpe bianche.
"Lo so, lo so...solo...ma è il primo corso che seguirò senza di voi dalla prima media, sarà..strano!"
"E chi dice che sarai da solo?!" esclamò Dustin portandosi di fronte a lui e posando entrambe le mani sulle sue spalle come a scuoterlo dal sonno.
"Chissà, magari conoscerai una bella ragazza e sarai tu quello fortunato tra tutti, amico mio!"
"Una ragazza piena di brufoli ma con l'amore per la chimica.." tossì Lucas provocando una risata generale.
"Beh, sarebbe la tipa perfetta per Mike!" rise Will al suo fianco, facendo Mike ridere tirando ad entrambi un'amichevole gomitata sul fianco.
"Io giuro che vi uccido prima dell'ultima campanella, stronzi!"
"Oh ma bene, bene...eccoli qua!"
Mike chiuse gli occhi, imprecando silenziosamente nella sua mente, sentendo i suoi amici voltarsi all'unisono come un sol uomo verso la fonte di quel richiamo, verso quella voce così familiare e che così poco si era augurato di riascoltare in quelle nuove mura.
Vide Max incrociare le braccia con aria scocciata, Lucas stringere i pugni lungo le sue braccia e Will irrigidirsi stringendo i denti accanto lui: sì, scuola nuova ma stesse identiche abitudini.
Qualcuno non aveva davvero ancora cambiato le proprie scortese maniere.
"Eccoli qui a gran completo i miei cari compagni delle medie" continuò un ragazzo dai folti capelli scuri, occhi vispi e strafottenti, ampi spalle muscolose e corporatura atletica alta ormai 10cm più di Mike.
"Midnight...FrogFace...Toothless...Queer..." cominciò il ragazzo in mezzo ad altri due alti armadi della sua stessa stazza, indicandoli con il dito puntato uno ad uno come a fare la conta.
"Non manca più nessuno, giusto ragazzi? Se non fosse per..." continuò con tono di suspance girandosi lentamente alla sua destra verso di Max...
"La nostra new entry direttamente da LA signori: Carrot!"
"Non trovi davvero niente di più originale, Troy?" alzò gli occhi al cielo Max allargando le braccia con lo stesso sguardo truce degli amici che avrebbe potuto incenerire il solito bulletto della scuola con una sola occhiata.
Per sfortuna il metodo "ignorare il problema" con Troy Harrigton non aveva mai avuto un grande effetto: da sempre quel ragazzino sapeva essere un vero osso duro.
"È un piacere rivedervi tutti qui amici miei! Ma guardateli, non sono adorabili?" disse quello con aria intenerita, ignorando il commento della rossa e voltandosi verso i due amici sghignazzanti di fianco a lui,
"I nerdini al completo pronti alla conquista della Hawkins High!"
"Essere ammessi al liceo non dovrebbe richiedere delle qualità minime di base, Troy?" chiese Will con aria di sfida, facendo un passo in avanti e guardando il bullo dal basso verso l'alto.
"Ah davvero? E quali sarebbero Queer?" chiese quello facendosi a sua volta più vicino e guardandolo con occhi ironici e derisori.
"Non so, fammici pensare..." continuò Will fingendo di attendere qualche secondo per ragionarci sù.
"Qualcosa tipo...crescere?"
Dustin scoppiò a ridere alle spalle di Will e gli occhi di Troy di fuoco per lo smacco subito lampeggiarono cattivi in un secondo:
"Lo trovi divertente Toothless?" chiese il bullo stringendo gli occhi fino a due fessure, portandosi di fronte a Dustin che aveva smesso improvvisamente di ridere.
Mike si mosse, scostandosi infine dall'armadietto ed avvicinandosi da dietro alle sue spalle, così come Lucas, Max e Will furono immediatamente dietro Dustin in un gesto protezione.
Occhi negli occhi, gruppo contro gruppo.
Colpire o infine scappare, quelle erano le regole.
"Vedremo come riderai ancora con la testa dentro il cassonetto dei rifiuti della mensa..."
"E tu provaci solo, Troy..." esclamò Mike facendo un passo in avanti stringendo i pugni lungo i fianchi.
"...e vedi che succede!"
"Cosa vorresti farmi, Frogface?" rise Troy in mezzo ai suoi due amici, per nulla impressionato della minaccia,
"Proprio tu con quelle braccine così mingherline pensi di potermi dare una lezione?"
"Qui qualcuno vuole proprio stare a farci perdere tutto il giorno?" alzò gli occhi al cielo Max facendo un passo di lato per allontanarsi dal gruppo di bulli, ma Troy la afferrò senza troppi complimenti per un braccio, facendola voltare di scatto e volteggiare i suoi capelli rossi lungo le sue guance.
"Aspetta Carrot, non abbiamo ancora finito con voi!"
"Giù le mani da lei idiota!" subito scattò Lucas, portando le mani sul braccio di Troy perché mollasse la presa.
Troy rise ancora più forte:
"Cosa credi di poter fare piccolo nerd? Lanciarmi uno dei vostri incantesimi dei vostri libri delle favole da poppanti?"
"Qui l'unico poppante che vedo sei tu, fratellino..."
Mike spalancó gli occhi dalla sorpresa al suono di quella voce così familiare alle sue spalle, vedendo in un secondo lo sguardo di Troy mutare da minaccioso a sorpreso mollando la presa dal braccio di Max.
Gli occhi di tutti si votarono all'unisono verso un alto ragazzo alle loro spalle, stessi capelli folti come Troy ma perfettamente laccati, sguardo di sufficienza per il bullo alle loro spalle e pugni puntati sui fianchi.
"Steve!" fu Dustin il primo a sorridere, vedendo il ragazzo farsi largo tra gli amici fino a pararsi davanti al bulletto, basso poco meno di un palmo da lui.
"Ancora qui a fare da padrone, Troy? Le medie sono finite, è ora che ti decidi a crescere, fratellino"
"E tu che inizi a farti i cazzi tuoi, Steve!" ribattè Troy con uno sguardo di fuoco al fratello maggiore di fronte a sé, ma abbassando infine lo sguardo con un imbarazzo tale che Mike non credeva di aver mai visto sul viso del bullo che dalle medie torturava le loro giornate di scuola.
"Perché li difendi? Sono io tuo fratello, cazzo!"
"Perché? Perché tu sei uno stronzo, fratellino e i bulli non piacciono a nessuno al liceo!" concluse Steve con un cenno della testa al corridoio ancora affollato.
"Ora sparisci, e per questa volta faccio finta di non aver visto..."
"Sei proprio un idiota, Steve..." boffonchiò ancora Troy scuotendo la testa con un'ultima occhiataccia al fratello maggiore, prima di voltare i tacchi seguito dai fedeli armadi al suo fianco, sparendo lungo il corridoio, non prima di aver sussurrato un:
"Non finisce qui, nerdini"
Steve scosse la testa, ancora con i pugni puntati ai suoi fianchi, e non ebbe il tempo di voltarsi alle sue spalle verso il party che due braccia lo strinsero forte facendolo tossire:
"Steve!! Oddio che bello rivederti!"
Max rise affiancandosi ai due, a Steve senza fiato stretto nel caloroso abbraccio di Dustin tanto da non riuscire più a respirare:
"Okay Dustin, okay! Fallo respirare per la miseria!"
"Ciao anche a voi piccole pesti!" sussurrò Steve riprendendo fiato piegato in avanti tra le risate generali e una pacca di Will sulla schiena in segno di generale riconoscenza:
"Grazie amico!"
"Oh figuratevi! Mio fratello è il solito cazzone, ma non posso biasimarlo più di tanto...anche io ero come lui alla sua età..." aggiunse Steve sistemandosi la giacca di jeans sulle spalle.
"Ma non potevo permettergli di rovinarvi il vostro primo giorno di liceo! Ragazzi, benvenuti alla Hawkins High!" concluse con un sorriso ed un plateale gesto della mano intorno a loro.
"Come sta andando questo primo giorno?"
"Sta andando che vorrei già andarmene a casa e siamo solo al primo intervallo..." brontolò Max avvicinandosi al suo armadietto ed aprendolo con un rumore sinistro metallico,
"E gli stronzi come tuo fratello non migliorano certo la giornata..."
"Per questa volta vi ho aiutato, ma vi averto ragazzi, non contateci troppo!" aggiunse Steve passando con sguardo serio dal viso di Mike a quello di Will, poi Lucas, Max e infine Dustin.
"Dovete imparare a cavarvela da soli! Questo è il liceo ragazzi, è una giungla, non potete permettervi di essere prede appese a ciondolare da una liana: dovete essere predatori senza pietà, cazzo!"
"E a proposito di primati...hai visto mio fratello, Steve?" chiese Will con una risata muovendo lo sguardo al corridoio alle sue spalle,
"Volevo chiedergli se dopo scuola si fermava a darmi una mano con i cd per domani..."
"L'ultima volta che l'ho visto credo che la sua faccia stesse per fondersi a quelle di tua sorella..." sorrise Steve con un gesto del capo a Mike, scontrando i palmi delle sue mani facendoli restare appiccicati.
"Dio mio che orrore, ti prego..." mormorò Mike con una smorfia di disgusto identica a quella dipinta sul viso del suo migliore amico.
"Perfetto, farò da solo per i cd..."
"Devo lasciarvi piccole pesti, il dovere mi chiama! C'è una stuola di dolci pulzelle che desiderano salutarmi al rientro delle vacanze!" concluse Steve dandosi delle arie con una mano e passando l'altra attraverso la chioma dei suoi capelli perfettamente accorciati:
"Re Steve ha concesso al suo popolo un anno in più per godere della sua presenza! Il mio potrebbe essere un lavoro pubblicamente retribuito!""
"È la motivazione che ha dato anche il preside Wilston al consiglio docenti al momento della tua bocciatura, re Steve?" rise Lucas insieme a Dustin seguiti a ruota dagli amici prendendolo in giro.
"E va bene, piccole pesti, piantatela ora..." rise infine anche Steve facendosi più vicino con aria fintamente minacciosa,
"...o sarò io quello a mettervi la testa nel casonetto della mensa!"
"Steve! Lascia stare quelle matricole e vieni a farti salutare, tesoro!" una voce femminile richiamò l'attenzione di tutti in quel momento, facendoli voltare verso una bionda tutta curve che certo non aveva bisogno di sfoggiare altre armi di persuasione.
"Scusate ragazzi, il dovere chiama..." sorrise sornione infine Steve, con un ultimo gesto di saluto prima di voltarsi lungo il corridoio.
"...cercate di non mettervi nei guai almeno fino all'ora di pranzo!"
"Dio...quel ragazzo è il mio mito.." sussurrò Dustin con occhi spalancati dall'ammirazione, vedendolo allontanarsi nei suoi jeans attillati portando un braccio sulla spalla della ragazza lungo il corridoio.
"...un giorno sarò come lui, fosse l'ultima cosa che faccio!"
"Se lo ami tanto perché non inizi a sbattere anche tu le sopracciglia come quella ragazza laggiù?" rise Lucas tirandogli un pugno sulla spalla e avvicinandosi infine agli armadietti.
"Spiritoso, davvero spiritoso.." sussurrò Dustin offeso, mentre Mike scuoteva la testa divertito, aprendo infine l'anta di ferro bianco e posando i libri di biologia dallo zaino all'interno mentre l'amico non smetteva di blaterare.
"Dite quello che volete: quel ragazzo è stato il migliore baby sitter che io abbia mai avuto, e scusate se vi ricordo che ci difende da quello stronzo di Troy solo per merito mio!"
"Tecnicamente anche mio!" fece capolino la testa di Mike dell'armadietto con un chiaro riferimento al periodo nel quale sua sorella Nancy e Steve si era frequentati per qualche tempo, circa un paio di anni prima.
"E scusami amico ma credo che mia sorella avesse armi persuasive molto più efficaci delle tue!"
Gli amici risero mentre Dustin scuoteva la testa offeso tra le risate talmente forti che Mike non si accorse di uno scatto metallico dell'anta dell'armadietto dietro alle sue spalle.
"Basta ragazzi, non siate troppo cattivi con lui!" rise Will più forte, proseguendo con tono bonariamente derisorio,
"Dicci, quando è stata l'ultima volta che ti sei fatto cantare la buonanotte prima di andare a dormire dal tuo babysitter?"
"A te non serve il babysitter perché te la canta tutte le sere la tua mammina, vero Byers?" rise Dustin muovendosi per spintonare l'amico, ma Will fu più veloce, spostandosi e facendogli tirare una spallata direttamente a Mike alle sue spalle il quale, colto alla sorpresa, non poté non fare un brusco passo indietro, sbattendo contro una schiena piccola che, Mike avrebbe potuto giurarci, era decisamente molto, molto più bassa di lui.
Il rumore di libri caduti per terra e una piccola imprecazione a fior di labbra da parte di una voce femminile ruppe le risate degli amici all'orecchio di Mike, mentre, prima ancora che potesse rendersene conto, Mike si fu voltato di scatto alle sue spalle, a quei libri ora aperti alla rinfusa sul pavimento bianco del corridoio.
"Oddio scusami, mi...mi dispiace!" balbettò Mike piegandosi immediatamente a terra di fronte a quella figura piccola ed accovacciata di fronte a lui, intenta a raccogliere i libri sparsi in terra ai suoi piedi.
"No...non ti ho vista!"
"Sì, ho notato!" la sentì sussurrare Mike facendosi più basso e più vicino, molto più vicino a lei.
Mike fu immediatamente stupito di come il suo corpo reagì in modo così potente e deciso a quella vicinanza sconosciuta, di come per un secondo le sue gambe tremarono in modo irrazionale come fatte di burro, la gola seccata in un secondo e il cuore un po' più veloce nel petto sotto la sua t-shirt a righe.
Ma quello che colpì più profondamente il piccolo Wheeler fu l'immenso, fresco ed dolce odore di fiori che invase le sue narici nell'istante in cui si fu chinato più vicino verso quella figura, senza nemmeno aver ancora alzato gli occhi su di lei da quei libri sul pavimento.
Un odore così buono, così leggero ma intenso che Mike non poté fare a meno di sorridere stupito, con un libro stretto in mano, alzando infine lo sguardo sulla ragazza di fronte a sé.
Anche lei alzò lo sguardo in quel preciso istante, confuso e piuttosto scocciato, guardandolo fisso con occhi grandi e lucidi.
E Mike rimase senza fiato quando il suo viso fu entrato nel suo campo visivo, alzandosi dal basso dove una cascata di ricci morbidi l'avevano coperto fino a quel momento.
Non poté fare a meno di sorridere il piccolo Mike, sentendo il suo cuore perdere silenzioso un battito, mentre un'espressione ebete si dipingeva in modo così irrazionale sulle sue guance più rosse ricoperte di dolci lentiggini.
Quella ragazza non profumava solo di fuori: quella ragazza...era un fiore!
E quando i loro sguardi si incrociarono per la prima volta quella mattina, inginocchiati di fronte ai libri caduti al pavimento in mezzo al corridoio affollato del primo giorno di scuola, Mike si stupì di come un piccolo brivido gli percorse in un lampo la spina dorsale, facendolo impercettibilmente tremare.
Come poteva avvertire un brivido di freddo se invero sentiva le guance più rosse e calde che mai di fronte a quella piccola ragazzina vestita con quel semplice e grazioso vestito rosa a maniche lunghe?
"Scusami, io davvero...mi hanno spinto..." tentò di mettere in ordine le parole Mike, vedendo lo sguardo attento e curioso di lei indugiare un secondo di più sui suoi ricci neri fino alle sue labbra rosse per l'imbarazzo:
"Chissà..." sorrise silenziosamente Mike, non riuscendo a staccare lo sguardo da quegli occhioni scuri meravigliosi e quel viso così pallido contornato dai ricci,
"Chissà, magari mi trova anche lui carino come trovo che lo sia lei...pretty, really pretty!"
"Io.." continuò Mike tentando di darsi un tono di contegno, alzandosi infine nuovamente in piedi e vedendola fare altrettanto, fino a rimanere dritti uno di fronte all'altra senza riuscire ancora a separare i rispettivi sguardi.
Mike trattenne a stento una risata, vedendo il suo sguardo salire lungo la sua figura fino al suo viso, almeno 10cm più in alto rispetto a lei: non si era sbagliato, quello scricciolo era decisamente molto più bassa di lui.
"Io.." ritentò Mike con un sorriso, abbassando infine lo sguardo sul libro stretto ancora tra le sue dita e ritrovando sulla copertina una scritta tutto ad un tratto più familiare.
"Principi base di chimica per il liceo"
"Tu sei nel corso di chimica!" esclamò Mike con fin troppo entusiasmo, aprendo le labbra in un sorriso esagerato che fece alzare alla ragazzina un sopracciglio con aria incuriosita.
"Però, che occhio..." la sentì mormorare abbastanza forte per essere sentiva, afferrando il libro dalle sue mani e stringendolo al petto, facendo un passo in avanti in procinto di allontanarsi lungo il corridoio.
"Aspetta! Scusami, mi dispiace!" esclamò ancora Mike con un passo in avanti, sentendo l'illogico bisogno di trattenere quella ragazzina sconosciuta a sé ancora per un secondo.
"Non volevo colpirti, la prossima volta starò..."
"...più attento, sì grazie!" la vide voltarsi in un secondo alzando gli occhi al cielo con aria scocciata, facendo volteggiare la sua gonna rosa fino a metà coscia e i suoi ricci sulle spalle.
Mike deglutì, con un altro passo in avanti, sforzandosi di ignorare il tono scocciato della sua interlocutrice.
"Sì, farò più attenzione, ricevuto!" si sforzò di sorridere Mike passando una mano tra i ricci sugli occhi tentando di darvi una sistemata.
"Io sono Mike! Credo proprio che avremo da frequentare insieme questo semestre! E tu sei...?
"..in ritardo per la prossima lezione!" Mike la sentì urlare di spalle riiniziando a caminare, o forse meglio a correre lungo il corridoio, seguita con gli occhi da un Mike più confuso e deluso che mai, ancora lì fermo rigido sul posto.
Mike seguì la sua gonna rosa finché la vide sparire tra la folla, quando improvvisamente un'intuizione guizzò nella sua mente imbambolata: Hopper.
"Ma certo, Hopper!" spalancò gli occhi Mike collegando finalmente i puntini.
Il suo nome sull'elenco appeso in bacheca, l'armadietto aperto alle sue spalle...era lei Hopper?
"Oleee!" il grido di Dustin lo richiamò dai suoi pensieri, così lontani e concentrati sulla piccola figura appena sparita tra la folla che per un attimo si stupì di essere ancora di fronte al suo armadietto di fianco ad i suoi amici.
"Cupido ha fatti centro!" sentì l'amico continuare tirandogli una forte pacca sulla spalla con aria fiera ed orgogliosa.
"Credo proprio che qualcuno abbia appena trovato una compagna per le lezioni di chimica!"
"Oh no, lei no!" scosse decisa la testa Max, facendosi più vicina di fronte a Mike con occhi seri e le sopracciglia rosse sollevate,
"Tra tutte non proprio lei, Mike!"
"Perché no?!" chiese Mike con aria confusa, passando con gli occhi dal viso di un amico all'altro ma non trovandone nessuno stupito quanto il suo.
Mike non pensava davvero che quella ragazzina potesse essere la sua nuova amicizia del corso, ma certo non riusciva proprio a comprendere la reazione esagerata dei suoi amici.
"Che cos'ha lei che non va?"
"Cos'ha che non va?! Amico, ma non sai chi è lei?!" chiese Lucas alzando gli occhi al cielo, vedendo Mike sollevare le sopracciglia ancora più sconvolto,
"Perché, tu lo sai?"
"È la figlia del capo, Mike..." continuò Will guardandolo fisso,
"Hopper, quell'Hopper, Mike...il capo Hopper!"
"Non sapevo che Hopper avesse una figlia!" scosse la testa Mike lanciando uno sguardo oltre le spalle degli amici lungo il corridoio affollato, non riuscendo tuttavia a scorgere più un frammento di quella gonna rosa cipria.
Per quale motivo quel semplice scontro aveva scosso il suo cuore così tanto che ora appariva difficile farlo tornare a battere ad un ritmo?
"Infatti non è sua figlia..." sentì Max sussurrare al suo fianco con voce seria e concertata,
"L'ha adottata un paio di anni fa.."
"È stata adottata?!" esclamò Mike con un tono improvvisamente più triste e cupo, spalancando gli occhi e sentendo un profondo impulso di mettersi a correre lungo quel corridoio per raggiungerla.
Quali brutti sogni doveva custodire quel piccolo fiore tra i ricci che contornavano il suo bel viso?
"Mike, stammi a sentire: stacci alla larga..." sentì Max continuare, scuotendo la testa di fronte a lui.
"...è meglio per te!"
"Perché?! Cosa avrebbe che non va?!" chiese con tono arrabbiato Mike, abbassando infine lo sguardo ai suoi amici di fianco a lui.
"Solo perché è la figlia del capo?!"
"Dicono che sia un po'...un po' strana, Mike..." aggiunse Will abbassando lo sguardo, mentre Mike osservava ciascuno con aria sbigottita.
"Strana?!"
"Sì, strana, strana forte! Hopper ha chiamato mia mamma per chiederle di darle ripetizioni per l'inizio di quest'anno..." continuò Will con occhi puntati al viso del suo migliore amico.
"Qui lei non ha amici, non conosce nessuno e così mia madre ha chiesto se voleva incontrarmi, sai, per avere una prima amicizia da cui partire, ma dice che Hopper ha rifiutato: categoricamente no!" concluse Will scuotendo la testa in modo plateale per attirare la loro attenzione.
"Insomma, è strana!"
"A me è sembrata normalissima!" protestó Mike scuotendo la testa e sentendo un nuovo sorriso aprirsi sulle sue labbra,
"..e pure molto carina!"
"Fai come vuoi amico! Uomo avvisato..."
"Si si okay, ricevuto!" alzò gli occhi al cielo Mike un'ultima volta, vedendo Will fingere di chiedersi le labbra a lucchetto gettandone via la chiave.
Che assurdità: davvero i suoi amici potevano basarsi su quelle dicerie per giudicare una sconosciuta?
"Io dico invece...provaci e torna vincitore!" concluse Dustin con un'altra pacca sulla spalla ed un grande sorriso, facendolo sorridere e sciogliendo la tensione.
"Potresti essere il primo di noi a conquistare una dama tra queste quattro mura!"
"Veramente, questo è una primato che ho già conquistato io, ragazzi!" esclamò Lucas portando infuori il petto con orgoglio e facendo ridere Max alzando gli occhi al cielo.
"Così galante, stalker...sarei la tua conquista quindi? Dimmi, devo vendicarmi subito o dopo la quarta ora?"
"Oh ma sentiteli! Smettetela subito, vi prego!" esclamò Dustin con aria disgustata, scuotendo davanti a sé le mani e facendo ridere Will e sorridere Mike, dopo aver lanciato un ultimo sguardo sconsolato al corridoio al di là delle spalle degli amici.
Quello sì che era stato un incontro inaspettato capace di ribaltare la giornata...
"Voi due mi farete venire il diabete prima della campanella del pranzo, questo è poco ma sicuro!"
📼🌼
Eccomi! Ragazzi, finalmente un primo, un po' freddo e scocciato, incontro/scontro tra i nostri due piccioncini che ancora non sanno che quel momento è solo l'inizio di una nuova avventura, della più lunga della loro vita🎉
Come potete intuire, non sarà super facile, ma dove sarebbe il bello sennò😉
Allora, come vi sembra questa nuova storia fino ad adesso? Vi ringrazio per i feedback positivi che sto ricevendo, siete sempre i migliori🤗
Ho in mente molte idee e vi terrò compagnia per un bel bel po'!
A presto,
Ari🌻
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top