27.F**kin' Perfect
Pretty, pretty please,
don't you ever ever feel
Like you're less than
fuckin' perfect, to me
🌼📼
Hawkins,
23 Dicembre 1985
"Se qualcuno dovesse chiedere di me, ditegli che ho lasciato il paese..."
Se qualcuno glielo avesse detto, anche solo 6 mesi addietro, Mike non ci avrebbe mai creduto.
Se qualunque essere umano dotato di raziocinio avesse osato domandare al giovane Wheeler, con sguardo perplesso, cosa diavolo ci facesse in quel luogo, quel pomeriggio, avrebbe ottenuto un solo sospiro come risposta.
Se il nerdino dai ricci neri e l'aria sperduta, in mezzo a quel turbinio di canzoncine natalizie e di luci, avesse avuto il tempo di fermarsi anche solo per una manciata di secondi dalla frenesia di quelle ultime ore, chiedendo niente meno che a se stesso che diavolo stesse facendo della sua vita, come diavolo di fosse arrivato fino a lì, avrebbe fatto fatica perfino lui a non boccheggiare come un pesce fuor d'acqua, di quelli con l'occhietto vitreo da triglia bollita al vapore.
E se fosse riuscito ad essere onesto con se stesso, a ben pensarci, un senso a tutta quella follia l'avrebbe in fondo trovata, senza nemmeno troppe difficoltà: avrebbe solo avuto bisogno di una buona boccata di aria fresca prima di cominciare e dell'ausilio di un piccolo flashback di almeno 48 ore...
Jingle bell, jingle bell, jingle bell rock.
Risuonava ancora nelle orecchie del piccolo nerdino lungo i corridoi affollati della Hawkins High quella mattina, appena una manciata di giorni prima, gli ultimi prima del suono dell'ultima campanella annunciante le attesissime festività natalizie, gli ultimi sforzi prima delle benedette vacanze e del meritato riposo.
Probabilmente alcuni tra i più lunghi ed interminabili giorni della sua intera carriera scolastica...
"Anche oggi non viene?" domandò Dustin con l'aria di sapere già la risposta, alzando gli occhi dall'interno incasinato del suo armadietto appena per un secondo, il tempo necessario per cogliere un sospiro, proveniente da una ragazzina dai capelli rossi ed occhi verdi in piedi di fronte al medesimo sportellino metallico:
"Preferisce riposarsi ancora per un po'..." sospirò Max scuotendo la testa, ignorando la smorfia di disapprovazione dell'amico, i ricci lunghi e neri ricaduti ai lati del viso, tanto da mascherarne almeno in parte l'espressione preoccupata: come se non avesse potuto intuirsi già da sola..
"Già, lei o il capo?" boffonchiò il giovane Wheeler come ogni mattina, lanciando uno sguardo mesto e preoccupato allo sportello rosso dell'armadietto esattamente accanto al suo, chiuso da tre giorni sigillato, intonso.
Non era mai stato da El mancare così tanti giorni di fila alle sue amate lezioni, e non era mai stato da Mike Wheeler riuscire a non preoccuparsi per lei in quel modo ogni respiro, ogni secondo...
"Sono sicuro che starà molto meglio oggi!" sorrise rassicurante il piccolo Byers in direzione dell'amico, cogliendo un piccolo, impercettibile ma reale sorriso di ringraziamento ed approvazione.
Tanto era chiaro a tutti i nerdini che niente e nessuno avrebbe tolto quella faccia da funerale dal viso dell'amico, fintanto non si fosse conclusa quell'interminabile quarantena di inutile reclusione.
"Un po' di riposo era quello che le serviva!" aggiunse la ragazzina, richiudendo l'armadietto alle sue spalle con un colpo secco, addobbato di stikers di renne e canne di zucchero a strisce verdi e rosse, così come quelli del resto dei suoi compagni di corso, nel corridoio al primo piano del liceo addobbato a festa.
"E poi...la fortuna di El è avere qualcuno sempre pronto e disponibile a passarle tutti i compiti, non è vero, Mike?"
"Vero! Verissimo! Stra-vero, cazzo!" non perse occasione per prenderlo in giro Lucas nemmeno quella mattina, tirando una gomitata all'amico alle sue spalle, sentendo già le risate di Dustin e Will al suo fianco e lo sguardo nero di Mike già su di lui, truce, apprestandosi ad affondare la stoccata finale:
"Di' un po', Mike! El sta comprendendo al meglio le lezioni pratiche di anatomia umana?"
"Per vostra norma e regola, razza di deficienti, l'anatomia sarà argomento del corso di biologia del prossimo semestre, non di questo!" ribattè il ricciolino comprendendo troppo tardi di non aver fatto altro che peggiorare la sua situazione, sentendo la punta delle sue orecchie imporporarsi sul colpo alle sue stesse parole, le risate degli amici riecheggiare ancora più forte lungo il corridoio, affollato di chiasso e scalpitare di piedi di qualche studente ritardatario per la prima ora.
"Dannazione..."
"Eddai, ragazzi! Fatelo respirare un po'!" corse in suo soccorso Max trattenendo a stento una risata di approvazione, vedendo la testa dell'amico sparire dietro lo sportello del suo armadietto rosso quanto il suo colorito, visibilmente desideroso di esser risucchiato dalla testa ai piedi al suo interno.
"Non vedete che già a parlarne Mike sta per perdere l'ausilio di un polmone?"
"L'ausilio di qualcos'altro di tornerà molto più utile, amico..."
"Lucas! Finiscila!"
"Ma se stai ridendo anche tu!"
"Non è divertente, stalker!"
"Dite pure quello che vi pare, deficienti, intanto la verità resta una ed una sola!" boffonchiò il nerdino più rassegnato che scocciato, ormai da tempo abituato alle risate di scherno e prese in giro dei suoi migliori amici.
Quella volta, per lo meno, gli occhioni grandi ed innocenti del suo piccolo fiorellino non avevano intercettato i suoi così confusi, facendo boccheggiare ancora di più il giovane Wheeler di imbarazzo e puro pudore.
Innocenti, sì sì...quello sarebbe stato poi ancora tutto da vedere...
"E cioè?" rise Lucas alzando un sopracciglio, appoggiato al suo armadietto con le braccia incrociate sul petto, palesemente non ancora soddisfatto di quella infusione quotidiana di imbarazzo.
Essere passato dall'essere la vittima al ruolo di carnefice in meno di un semestre era qualcosa che non si sarebbe mai aspetto, un'occasione che di certo non poteva essere in quel modo sprecata.
Benedetta quella ragazzina dai riccioli chiari e i vestiti a fiori dei quali il suo amico pareva non riuscire ad allontanarsi neppure per un quarto d'ora.
"Che c'è, Don Giovanni, il capo vi costringe a tenere la porta aperta durante le vostre sessioni di studio pomeridiane?"
"No, Hopper deve aver tracciato il confine della sua proprietà ed installato una mina anti uomo con la mia faccia incisa sopra..." ripetè Mike con un sospiro, rialzando sugli amici a dir poco perplessi e confusi.
La metafora sarebbe potuta essere delle più calzanti, anche se probabilmente delle più fantascientifiche.
"Che?!"
"Ad Hopper non vai più a genio, Mike?"
"No, ad Hopper non sono mai andato a genio, amico!" sospirò Mike scuotendo i ricci dalla fronte, richiudendo con uno scatto la porta del suo armadietto e appoggiandocisi stancamente contro.
Era da tre giorni che non vedeva El, tre giorni nei quali l'unica libertà che era stato loro concessa era stata la telefonata della sera ai loro walkie-talkie, a basso volume perché il capo non sentisse, abbastanza rapide da non destare le urla della sua ira funesta.
Certo, l'ultima chiacchierata con il capo della polizia non era stata delle migliori...certo qualcuno aveva tutta l'aria di essersi legato due o tre cosine al dito...
"E diciamo che dopo l'altra serata a casa sua...beh, credo che Hopper abbia messo ben in chiaro non saremo mai migliori amici..."
"Che strano, non l'avrei mai detto..." alzò gli occhi al cielo il giovane Byers con un sussurro, incenerito sul posto dallo sguardo truce del suo migliore amico:
"Molto divertente...davvero molto, molto divertente, Will!"
"Ma è quasi Natale, per l'amor del cielo! Non può tenerla segregata in casa fino al prossimo semestre!" esclamò Max come una furia, accesa della sua innata focositá ed indignazione.
"Concedersi un po' di riposo mi può star bene, le lezioni sono finite ed El non avrà problemi a recuperare un paio di giornate perse, ma il capo non può impedirci in questo modo di vederla! Non posso pensare di partire per la California senza averle nemmeno augurato di persona buone feste!"
"Oh, provaci tu! Io contro il capo non mi ci metto!" scosse la testa ricciuta Dustin alzando le mani in segno di resa, fulminato sul posto dallo sguardo della rossa manco avesse potuto polverizzargli in un secondo l'intera chioma bionda.
"Un cuor di leone, Dustin, non c'è che dire..."
"Che c'è?! È pur sempre il capo della polizia!"
"MadMax ha ragione! Dobbiamo fare qualcosa!" scosse la testa il nerdino dalla pelle scura a quelle parole, facendo alzare un sopracciglio alla ragazza di stupore.
"Wow...Allora qualcuno ha davvero ancora le palle qui tra tutti!
"Un raid a casa sua, la rapiamo e portiamo a casa di Mike fino alla fine delle feste?"
"Ecco, lo sapevo...facevo meglio a starmene zitta..."
"Ma certo, Lucas! Così al posto che espellermi dalla sua proprietà privata potrà estendere tranquillamente il divieto a tutto il paese!"
"A me pareva una buona idea, Mike...non è il caso di prendersela così..."
"Sentite, con tutto il rispetto, voi non conoscete Hopper!" tagliò corto il ricciolino con una smorfia, alzando il viso al soffitto e chiudendo gli occhi mestamente invocando tutta la sua concertazione.
Che ogni fibra del suo corpo stesse come sul punto di esplodere "per l'astinenza da El Hopper" era qualcosa che non avrebbe mai potuto controllare, ma il terrore del viso furioso del capo della polizia era ancora in grado di far percorrere la sua schiena pallida sotto il suo maglione con un brivido, non appena richiudeva gli occhi ad ogni respiro.
Solo lui poteva essere stato così sfortunato da andare ad innamorarsi giusto giusto della figlia del capo della polizia della sua piccola cittadina.
Solo e soltanto a lui tutte le fortune...
"È stato sufficientemente chiaro sull'argomento..."
"E ti arrendi così, Mike?! Senza nemmeno lottare?!"
"Senza nemmeno rischiare di peggiorare ancora di più la situazione vorrai dire..."
"Ma se..."
"No..."
"Oppure se..."
"No!"
"Insomma, Wheeler, e che diamine! Non puoi, per piacere, per una volta, evitare di essere così..."
"...ehi, voi, mocciosetti! Mi state decisamente rovinando il clima delle feste!"
La voce familiare di un ragazzo alle loro spalle fece in tempo ad interrompere tra gli amici l'animosa discussione quella mattina, facendo voltare i nerdini di scatto in direzione di una figura alta in avvicinamento lungo quel corridoio: jeans slavati e stretti nei punti attentamente studiati, camminata incisiva e decisa da chi sa di essere il padrone del mondo e non si vergogna a ricordarlo, giacca di jeans perennemente sulle spalle al di sopra di una t-shirt tinta unita, rosso natalizio per l'occasione, abbinata ad un buffo cappellino da Babbo Natale a completare il look, accuratamente sistemato per non rovinare la capigliatura più invidiata di tutta la scuola.
Occhiali da sole dalla montatura scura sul naso a completare il tutto, aria accomodante, ammiccante, sorriso a 32 denti tirato a lucido, in modo particolare per ogni soggetto di sesso femminile in avvicinamento lungo la traiettoria del suo campo visivo: Steve Harrington non era certo un soggetto al quale si sarebbe mai potuta rimproverare un'entrata in scena priva di effetto.
"Oh, guardate un po'!" alzò un sopracciglio la rossa, una smorfia sul viso a metà strada tra il divertito ed il confuso.
"Re Steve investito da non si sapeva quale improvviso spirito del Natale ad ore 12 davanti ai nostri occhi?! È arrivato il folletto delle feste!"
"Carino questo look, Steve! Ti hanno assunto al mall come addetto alle vendite sotto le feste?!" rise Will allungando la mano verso il pom-pom del cappello dell'amico, bianco e lindo come un batuffolo di cotone.
"Me lo fai fare un giro con questo bel cappell...?"
"Giù le mani, pidocchietti! Non rovinatemi la composizione!" protestò il ragazzo scansandosi come in un buffo balletto, evitando gli attacchi dei nerdini a destra e a sinistra alla sua acconciatura.
"Giù quelle mani merdosette! Scansatevi!"
"Cos'è? Una nuova mossa per far colpo sulle ragazze?" rise Lucas insieme con Mike, tra le risate felici degli amici:
"Qualcosa del tipo: a Natale sconti speciali, avanti signorine! Un pacco regalo per due ad il prezzo di uno?"
"Buona questa, Will!"
"Davvero divertente!"
"Mi sto scompisciando, ragazzi, davvero..." scosse la testa Steve con finto sguardo ammirato, agitando davanti agli sguardi divertiti degli amici un ventaglio di biglietti colorati verdi, bianchi e rossi.
"Volete farmi arrabbiare abbastanza, piccole pesti, da farmi pentire di aver riservato gli ultimi 5 inviti appositamente per voi?"
"Inviti?! E per cosa?!" esclamò con entusiasmo per prima la ragazzina, allungando una mano e rubando con un salto uno dei volantini, raffigurante un babbo natale stampato in bianco e nero sul foglio colorato circondato da elfe in minigonna o bikini, una bottiglia di birra in mano e una palla da discoteca nell'altra, un sorriso ammiccante e spavaldo in direzione del malcapitato invitato:
Santa-NO-Santa Christmas Party
"Beh, ma che domande...alla festa di Natale più figa di tutta Hawkins, ragazzi!"
"Una festa? Organizzata da te? Una delle tue famose feste?!" urlò Dustin con fin troppo entusiasmo, mettendosi a saltare accanto al suo personale vecchio baby sitter, rinomato organizzatore delle feste a tema più spettacolari di tutta la città, specie se sotto le feste: che il ragazzo dal ciuffo più invidiato di tutta la Hawkins High fosse in fondo al suo cuore da duro un grande amante del Natale, era un binomio che avrebbe potuto quasi fare paura...
"E davvero siamo invitati?! Davvero ci possiamo venire, Steve?!"
"Mi duole dirlo, marmocchi, ma non siete più delle caccolette della Middle: siete dei liceali fatti e finiti, cazzo!" annuì con tono solenne Steve, sorridendo soddisfatto del palese entusiasmo dei suoi piccoli nerdini: svezzatore seriale di anime pie convertite alle trasgressioni dell'alcool e delle feste mondane.
Sì, sarebbe quasi potuto essere considerato come un credito extra per l'ammissione al collage.
"Perciò...ma certo, che diamine! Siete invitati tutti!"
Max, Will, Lucas, Dustin e Mike sorrisero scambiandosi sguardi entusiasti, stringendo tra le mani più di un prezioso tesoro i loro inviti, i loro personali lascia passare per quelle feste sempre considerate "troppo da grandi per poter essere invitati" ed ora finalmente alla loro portata.
Certo la festa di Halloween aveva lasciato nel cuore degli amici un bel ricordo e ancora sulla punta della lingua un retrogusto di big bubble difficile da scordare e, a parte il finale decisamente da dimenticare, nessuno dei ragazzi poteva veder l'ora di partecipare ad un'altra festa del genere.
La musica alta, le ore spese a cantare e ballare, quel senso di libertà, di spensieratezza...e chi di loro piccoli ragazzini appena sputati fuori dalle scuole medie avrebbe mai potuto scometterlo, appena un anno prima?!
"Siete tutti invitati, ragazzi! Non fatemene pentire, vi prego!"
"Mai, amico, conta su di noi!" battè un 5 volante il nerdino dalla pelle scura, ridendo felice con un bianco sorriso smagliante sul volto, seguito a ruota dagli amici, decisamente non più nella pelle.
"L'hai detto tu stesso, re Steve! Non siamo più dei marmocchietti della Middle, giusto?"
"Ti serve una mano per la musica, Steve?" propose con occhi sognanti Will, decisamente già entrato a gamba tesa nello spirito della festa:
"Posso preparare per te delle playlist?"
"Tuo fratello mi ha già detto si occuperà lui della sezione musicale, la parte più importante della festa oserei dire, perciò è con lui che devi vedertela, Will!" rispose re Steve avvicinandosi al gruppo di ragazzini con aria complice, escludendo senza tanti complimenti la ragazza dalla chioma rossa per un secondo.
"E se fossi in voi, ragazzi, non perderei tempo con la musica o stronzate simili: alla mia festa ci sará praticamente l'intero corpo studentesco femminile della High, come dar loro torto d'altronde..." aveva continuato il ragazzo fingendosi di darsi delle arie con una mano, tra gli occhi brillanti di emozione dei ragazzini e quelli ironicamente scocciati rossa alle sue spalle:
"Guardate che vi sento!"
"...vi consiglierei perciò di aguzzare la vista e di fare attenzione: la notte è lunga e fredda ed io sono pur sempre uno solo! Chissà che non sia già lá fuori da qualche parte una piccola assistente di Babbo Natale già pronta per essere tutta scartat..."
"...e a proposito di questo: Steve, hai un invito in più?" interruppe il teatrino Max incenerendo sul posto con gli occhi Lucas e Mike tra le risate di Dustin e Will, portando una mano davanti al viso dell'amico.
"C'è un altro piccolo elfo che non potrà dire di no ad un invito ad una festa!"
"Certo! Ma chi sarebbe?" aveva chiesto Steve con sguardo confuso, passando con gli occhi da viso a viso degli amici, vedendoli voltarsi con sorrisetti complici in direzione di un alto e più impalato che mai piccolo ricciolino:
"Chi sarebbe la vostra amica misteriosa?"
"Chiedilo a Mike!" rise Dustin tirando una gomitata sul braccio all'amico, vedendo il piccolo Wheeler cambiare colore all'istante a quelle parole, un'occhiata improvvisamente più complice e soddisfatta da parte del ragazzo dell'ultimo anno di sotto i suoi spessi occhiali da sole.
"Chiedilo a lui! È lui ad aver fatto conquiste fresche fresche, Steve!"
"Ah, sarebbe così, Wheeler? Mi rendi davvero orgoglioso e felice!" Mike perse ancora più colore dietro i ricci scuri ad incorniciare il viso non più così pallido, ancora indeciso se considerarlo un reale complimento o una più palese presa per il culo:
"Ehm...grazie? Grazie, Steve!"
"In questo caso...la tua damigella è più che invitata, a patto che tu me la faccia conoscere all'inizio della serata! Non posso perdermi la prima conquista del nostro piccolo Wheellerino...ma tua sorella lo sa?! Santo Iddio, ma non avevate fino a ieri 10 anni?!"
"Dammi qua, ci penso io!" intercettò il movimento la rossa con uno scatto repentino, prendendo dalle mani del ragazzo l'invito, sporto in direzione dell'amico,
"Sarà meglio che sia io ad invitare El e parlare con il capo, non vi pare? Se ci parlassi tu, Mike, ci saremmo ufficialmente giocati ogni possibilità di successo!"
"Woah! Così bad-boy da essere già riuscito a farti odiare dai genitori della tua fanciulla, Mike! Ma mi rendi sempre più orgoglioso!" rise Steve con una pacca sulla spalla del paladino, facendo scoppiare a ridere in coro come un cuor solo gli amici, perfino Mike deciso a diventare un tutt'uno con il suo armadietto:
"Sì, ehm...ed immagino di ottenere un qualche punto extra per il fatto che il genitore in questione non è altro che il capo della polizia della città?"
"Che cosa?! Ma da quando mi sei diventato così trasgressivo, Wheeler?!"
"Non ti preoccupare, Mike, ci penso io!" il nerdino vide l'amica sorridere, lanciandogli un deciso occhiolino d'intesa in mezzo alle risate degli amici, facendo saltare il cuore del ricciolino di impazienza ed emozione: pensare che era stata la stessa Max, appena una manciata di mesi addietro, la più decisa oppositrice ad invitare El con loro a quella festa di Halloween...
wow, semplicemente WOW.
Forse le cose non erano destinate ad andare a finire così male dopotutto: in fondo, almeno la rossa, non era stata bandita ancora del tutto dalla proprietà privata della famiglia Hopper...
"Ora posso sapere, di grazia, amico, che cazzo ci facciamo ci facciamo qui?!"
Mike non credeva di essere mai stato un grande amante delle festività natalizie.
Vivere sotto lo stesso tetto di Karen Wheeler non era cosa così facile a dirsi in qualunque periodo dell'anno e della vita, per essere onesti, e che i suoi tre piccoli pargoli fossero stati votati, non per loro sciagurata decisione ma per uno scherzo malcapitato del destino, alla santità fin dalla culla, era qualcosa di risaputo ed ormai accettato da ogni membro della piccola famiglia, da due ormai rassegnati Nancy e Mike ed una ancora inconsapevole piccola Holly, ancora chiusa ed immersa in quel mondo di magia e luci delle Feste dentro il quale i due fratelli si erano ripromessi di lasciare la minore divertirsi ancora per un po'.
Tanto, ad impazzire dietro la frenesia materna, nel periodo più frenetico e turbolento dell'intero anno solare, c'erano già i due fratelli schierati da anni in battaglia, e tanto bastava.
"Mamma! Non credo sia il caso di preparare già l'albero di Natale in giardino..."
"...e nemmeno in salotto!"
"Non siamo neanche ancora arrivati ai primi di novembre!"
"Scherzi?! E se dovessimo restare gli ultimi del quartiere ad allestire le decorazioni?! Non possiamo assolutamente permetterci di essere in ritardo come i Wriskol l'anno scorso!"
"Non c'è pericolo, mamma...fidati, non c'è pericolo!"
"Mike! Mike, tesoro! Aiuteresti tuo padre sul tetto a montare la stella cometa sul comignolo del camino?"
"Mamma!!! L'altro ieri era il 31 di agosto!"
"Nancy! Cara: oggi pomeriggio sei libera per darmi una mano a preparare i biscottini allo zenzero?!"
"Mamma! Ti supplico! La scuola non è nemmeno ricominciata ed io devo finire ancora i compiti!"
"Certo che come ammazzate voi lo spirito delle feste non ci riesce nessuno, figlioli!"
E così, cresciuto tra gli eccessi e le apparenti esagerazioni, come spesso accade secondo il detto che "il troppo stroppia", il più giovane figlio di casa Wheeler era venuto sù negli anni più simile ad un piccolo incallito Grinch, piuttosto che ad un gioioso e festoso elfo di Babbo Natale.
Per lui il Natale era, sopratutto, sforzarsi di apparire, il più possibile, invisibile.
Mai disonore sarebbe potuto essere più grande per il povero cuore ferito della tenera madre Wheeler.
"Tesoro! Metteresti...?"
"No."
"Ma l'ha fatto la nonna! Ha anche il naso rosso della renna in rilievo!"
"No!!"
"Michael Theodor Wheeler! Infilati subito la tua felpa natalizia e scendi di sotto in salotto! Non intendo starti a sentire!"
E così, il pomeriggio dell'ultimo giorno di scuola prima delle attesissime vacanza natalizie, quando al suono dell'ultima campanella e all'apertura gioiosa delle porte a vetri, tra i ragazzi e le ragazze urlanti di gioia intenti ad abbracciarsi e scambiarsi gli ultimi auguri, il giovane dai riccioli neri aveva sospirato un'ultima volta, richiudendo alle sue spalle lo sportello difettoso del suo armadietto per l'ultima volta, lanciando uno sguardo pensieroso al suo ancora chiuso, come il suo fiorellino aveva preannunciato la sera precedente durante la loro consueta telefonata:
"Ancora niente, vero?"
"Papà insiste perché resti a casa anche domani mattina, Mike, ma ci vedremo domani sera!" il cuore del piccolo nerdino aveva eseguito un triplo salto mortale a quelle parole, sorridendo come un cretino da solo nella sua cameretta, gambe incrociate sul suo materasso e la testa appoggiata all'indietro sul suo cuscino, quello che per tante, troppe sere, aveva conosciuto il suo nome nei suoi sogni.
Ancora Mike non riusciva a credere che l'amica dai capelli rossi fosse riuscita a scucire al capo il permesso con così tanta semplicità.
"...forte!"
"Davvero Hopper ha detto di sì?! È fantastico!"
"Già, Max deve aver tralasciato il tuo nome per sbaglio quando papà gli ha chiesto con chi saremmo andate..." Mike aveva trattenuto a stento una risata, ascoltando la vocina così innocente della sua piccolina dall'altra parte dell'apparecchietto sonoro.
"Sicuro...che distrazione!"
"Ma sono sicura che papà immagina già ci sarai anche tu!"
"Non vedo l'ora di vederti, lo sai?"
"Anche io, Mike...mi sei mancato davvero da morire!"
"Anche tu!"
"Tu di più!"
"No tu!"
"E va bene, vedremo chi l'avrà vinta domani sera!" aveva concluso Mike sentendo il cuore e la mente più leggeri di una piuma, chiudendo gli occhi scuri e inebriandosi della sua risata cristallina direttamente al suo orecchio ed al suo cuore, cercando di ricordarsi che appena 24h non erano niente, niente se paragonate ai giorni infiniti che entrambi avevano già superato prima di rivedersi.
"E la festa deve essere davvero figa! Cioè...quelle di Steve dicono lo sono sempre!"
"Sì! Max me ne ha parlato!"
"Casa Harrington deve essere una reggia! Sarà fantastico! Anche se, certo...sarà tutto pieno di quelle stupide decorazioni di Natale..."
"Cosa avresti tu contro il Natale, Mike?!"
"Credo sia colpa di mia madre, El...non farci caso...Max ti ha detto che dopo la festa dormiremo tutti insieme da me, vero? Come tutti gli altri anni?"
"Si certo! Non mancherò!"
Ogni fibra del corpo di Mike si era drizzata sull'attenti a quelle parole, facendo perdere a quel ricciolino per un buon minuto l'uso della parola: la sfilza spropositata di immagini che si erano affollate nella sua mente in quel preciso secondo, culminante con la visione del suo bel fiorellino con indosso quel succinto costume verde rosso e bianco come le follettine delle feste dei volantini di Steve, sarebbero bastati per farlo precipitare all'inferno quella sera stessa, Mike ne era sicuro.
Così come era sicuro, suo malgrado, che niente e nessuno sarebbe riuscito a strappargli via dalla mente quella visione per le successive 24h.
"Oh! Ehm...forte! Fortissimo! Ne sono contento, El, mi rendi felice!"
"A domani, Mike!"
"A domani, El!"
"Fai bei sogni!"
"Belli, sicuro...bellissimi!" aveva sospirato Mike lasciando ricadere il suo supercomm sul letto, passando una mano lentamente lungo il suo viso e ripetendo di darsi una calmata, o a quella festa la sera successiva non ci sarebbe arrivato sicuramente vivo.
"Wow...forte! Semplicemente...fortissimo!"
Mike Wheeler aveva sempre odiato il Natale, ma per un anno, in via del tutto straordinaria, aveva quasi sperato di poter concedersi un'eccezione, ma quando allo scattare dell'ultima campanella dell'ultima ora, il paladino dai ricci neri si era incamminato lungo i corridoi affollati l'ultima volta, in mezzo agli amici in preda dall'entusiasmo e alle urla di gioia, Mike aveva creduto per un secondo di poter vedere realizzato il suo personale progetto per quel pomeriggio: una lunga, calda, rilassante, terapeutica doccia, magari con la porta del bagno ben chiusa a chiave e il bagnodoccia maschile rubato a suo padre per sentirsi, per una sera, un po' più spavaldo e sicuro.
Doveva darsi decisamente una calmata quel pomeriggio, ne aveva un gran bisogna dopo più di 5 giorni passati senza vederla: quello o l'opzione di saltarle addosso con decisamente meno garbo non appena l'avesse avuta più vicina alla festa quella sera.
"Okay, ragazzi! Io scappo! A sta ser..."
"Eccoti, Mike! Proprio te cercavo! Sei pronto? Avanti andiamo!"
Una sola voce aveva infranto i bei sogni di quel nerdino quel pomeriggio, facendolo precipitare da una nuvola di panna e d'amore al marciapiede semi ghiacciato delle rastrelliere delle bici, di fronte all'artefice della sua rovinosa caduta che ora lo guardava con sguardo divertito, palesemente compiaciuto del suo innocente stupore.
"Chi? Io?! Andiamo dove?!"
"Ma come dove, Mike?! Al mall!" lo aveva strattonato per il giubbotto Lucas, facendolo Mike boccheggiare come un pesce lesso, fulminato sul colpo come da un'improvvisa fondamentale constatazione.
"Dii un po', amico: scommetto che non avevi ancora pensato ad un ipotetico regalo di Natale da acquistare per la tua bella per questa sera...non è vero?"
"Il regalo! Cazzo!!!"
"Ci avrei messo la mano sul fuoco, Wheeler..."
"Ma porca di quella..."
E così, appena una pedalata nel freddo invernale dopo, un più imbronciato che mai piccolo Wheeler ed un più divertito che mai prima piccolo Sinclair, facevano il loro trionfale ingresso attraverso le porte a vetri dello Starcourt Mall, avvolti in men che non si dica dalla folla sgomitante intorno a loro, le luci colorate ovunque sopra le loro teste, la musichetta festiva, le canzoni...
"Facciamo solo in modo che sia rapido ed indolore, Lucas, per favore..."
"Amico mio, mi devi minimo, minimo un milione di favori!"
Mike sospirò, allungando il passo alle calcagna dell'amico, affrettandosi al suo fianco per non prenderlo di vista, in mezzo ad un gruppetto di ragazzini delle medie intenti a festeggiare l'inizio della vacanze diretti verso le sale del cinema: quanto, quanto avrebbe desiderato poter mescolarsi con loro, invece che trovarsi lì incastrato in quel mezzo pasticcio.
Un regalo di Natale?!
Ma certo! Un regalo di Natale!
Come aveva fatto a non pensarci prima?!
Dopo i primi tentativi di persuadere l'amico dalla pelle scura che non ce ne fosse sul serio bisogno, che con El non l'aveva nemmeno lontanamente accennato, che in fondo c'erano cose più importanti di uno stupido regalo e che nel loro caso potevano benissimo farne a meno, al suon di uno sconsolato "bisogna proprio insegnarti tutto!" ed un "tu non ci sai proprio fare con le ragazze, amico!", il giovane Wheeler si era fatto convincere dell'importanza di quella missione, a detta di Lucas, quasi vitale per la sua sopravvivenza personale a quelle feste.
Se Max aveva provveduto a suggerire agli amici senza troppe proteste l'outfit "giusto" da procurarsi per la festa di quella sera, non era proprio ammissibile che Mike si presentasse senza un regalo per il suo fiorellino.
Sarebbe stato, sempre a detta dell'amico, paragonabile ad ordinare in anticipo i fiori per il suo stesso funerale.
"Che diavolo ci faccio qui, dio mio..."
"Dimmi almeno che hai un'idea, Mike!" Lucas lo scosse dal suo torpore imboccando la scala mobile affollata di acquirenti con pacchetti e pacchettini, in pieno spirito consumistico americano appena a 24h dalla Vigilia di Natale: a quanto pareva almeno non erano stati gli ultimi a ridursi decisamente all'ultimo minuto.
"...un'idea?"
"Un'idea per il regalo, Mike! Una lista!" lo incalzò Lucas con sguardo interrogativo, vedendolo aprire le labbra rosse e richiuderle dopo un nanosecondo, facendo scuotere la testa all'amico nella realizzazione della suo più tenuto sospetto: quel razza di piccolo paladino imbranato non aveva nemmeno una misera idea da dove cominciare.
"Beh, io..."
"Tu sei fortunato ad avermi come amico, Mike! Fidati di me!" annuì con aria comprensiva il nerdino, incamminandosi a passo deciso in una ben nota direzione, facendo affrettare il passo al ricciolino alle sue spalle, sempre più sperso e confuso in quell'ala del mall così lontana dal cinema dove non credeva di aver mai messo piede nell'arco della sua intera esistenza.
Almeno uno dei due amici pareva sapere di preciso dove andare e che cosa fare quel pomeriggio: al piccolo Wheeler non restava che seguirlo senza protestare.
"Non hai nemmeno uno straccio di idee, Mike, dico bene? Miseria, mi chiedo cosa avresti combinato questa sera senza di me..."
"Beh, a differenza tua, amico, a quanto pare..." ansimò con il fiato corto Mike praticamente correndogli dietro lungo quel corridoio, facendo lo slaloom tra le coppiette intente a gustare una cioccolata o ai genitori per mano ad i figli a tirare le sottane delle mamme per l'ennesimo acquisto, il ditino puntato contro una qualche vetrina luminosa.
"A quanto pare almeno tu sai bene dove stiamo correndo, Lucas! Per la miseria, possiamo rallentare, per favore?!"
"Sicuro! Io mi sono fatto furbo ed ho giocato d'anticipo quest'anno, amico! Mi hai preso forse per un pivellino?!" sorrise Lucas lanciando un'occhiata alle sue spalle con aria risoluta, facendosi maledire mentalmente da Mike l'ennesima volta per averlo convinto a farsi trascinare fino a lì.
E lui che avrebbe voluto soltanto farsi una sana, lunga e rilassate doccia quel pomeriggio...
"Io avevo già le idee chiare da settimane, a differenza tua: non mi sono certo ridotto all'ultimo minuto come te!"
"Beh, se è così...che diavolo ci facciamo qui?!" protestò Mike con un ultimo sbuffo ed alzando gli occhi al cielo nel momento decisamente meno opportuno, ritrovandosi in un istante contro la schiena dell'amico, improvvisamente fermo nel mezzo del corridoio davanti ad una sconosciuta vetrina decorata a fiocchi neri e rosa.
"Ritiro pacchi!"
"Ritiro pacchi?!" esclamò Mike perplesso vedendolo annuire con un sorriso mai stato più orgoglioso, invitandolo a voltarsi lentamente di fronte a quella vetrina, dove una scritta maiuscola a caratteri fini, apparentemente sconosciuta ma tutt'un tratto più nota e precisa, fece prendere fuoco le orecchie del nerdino di sotto la chioma di ricci neri ribelli: Victoria's Secret.
"Che cosa?!" esclamò Mike con un tono acuto e decisamente poco congruo al corridoio affollato di acquirenti, fortunosamente troppo presi dalla corsa all'ultimo acquisto per prestare attenzione alla sua esclamazione così poco discreta.
"Che cosa...che cosa ci facciamo qui, amico?"
"Ritiriamo il pacchetto pronto per Max, semplice!" risorse Lucas con un sorriso, come fosse stata la risposta più naturale nel mondo, facendo Mike pentire immediatamente di aver anche solo formulato la richiesta.
"Qui...qui dentro?!" tentò un'ultima volta il ricciolino pregando in cuor suo di essersi sbagliato, ma vedendo mestamente l'amico fare spallucce ai suoi stessi occhi fuori dalle orbite, precedendolo a passo deciso, entrando trionfalmente in mezzo alle vetrine dove manichini di plastica bianca e longilinee figure erano intenti ad esibire con poco pudore completini rosso acceso dagli eleganti pizzi e bordini, appena sufficienti a ricoprire microscopici frammenti di pelle plastificata.
"Okay, non sono certo di volerti seguire lì dentro, Lucas..."
"Ma quanto sei infantile!" sbuffò Lucas tirandolo per la manica della giacca peggio che un bambino, le guance paonazze ed una rapida occhiata intorno a ad assicurarsi nessun viso noto di qualche amico di famiglia comparisse improvvisamente nei paraggi: il suo amico doveva essere decisamente impazzito.
"Ci metterò un secondo, non puoi mica stare fermo ed aspettarmi lì! Piuttosto, invece, perché non ti dai un'occhiata intorno lì dentro?!" il piccolo cuore di Mike perse un colpo a quelle parole, deglutendo rumorosamente e tentando di mascherare in tutti i modi la sua emozione, una parte del suo corpo ben nota ad urlare che "Sì! Sì per la miseria! Quella era forse davvero l'idea migliore di tutta la sua vita!"
"Chissà, magari anche tu troveresti qualcosa di adatto alla tua principessa!"
"Non intendo regalare ad El per Natale un, un...uno di quei cosi!" scosse la testa il giovane Wheeler convinto di poter fare concorrenza in rossore ad un peperone, vedendo l'amico sospirare rassegnato, scuotendo la testa come un papà di fronte al più discolo dei figli.
"E va bene, come ti pare...ma non venirti poi a lamentare con me, Mike, se passerai l'intero anno a piangere in bianco!" Mike lo vide affermare deciso, facendogli aggrottare la fronte tutt'a un tratto più attento e confuso.
"Che..che intendi, dire?"
"Devo proprio insegnarti tutto, eh Wheeler?" sospirò Lucas con un sorriso di compassione, portandogli una mano sulla spalla con fare da maestro, come apprestandosi a rivelare ad un eletto un'assoluta verità di fede.
"Se si regala alla propria ragazza un intimo rosso da indossare a Capodanno, non è nient'altro che un buon augurio, un auspicio...una promessa o, se preferisci, un velato invito a sperare di poterglielo in qualche modo...togliere entro la fine dell'anno successivo! Ti si è accesa qualche lampadina ora?"
"Questa è la cosa più stupida che io abbia mai sentit...!!" avrebbe voluto strillare Mike a quelle parole con quanto fiato aveva in gola, ma l'amico precedette la sua protesta aggiungendo ancora, bloccandolo con un mano davanti al viso e occhi sicuri di chi è ben certo di quanto appena detto.
"E...sì, è sicuro! Quasi una regola non scritta, un calcolo matematico ed una legge scientifica! E la ragazza lo sa, eccome se lo sa!" strizzò l'occhio Lucas di fronte al ricciolino senza parole, tentando come obbiettivo minimo di continuare a respirare in modo appropriato.
Era...era davvero così?
Quello che stava dicendo Lucas era vero...aveva ragione?
"...o almeno: questo è quanto ho letto sul Cosmopolitan di mia madre!"
"E tu vorresti regalare a Max un di quei cosi rossi come...invito?" iniziò Mike senza cuore di concludere quel pensiero, vedendo l'amico con aria soddisfatta già annuire, espressione complice e sguardo luminoso.
"Esatto, Mike! Vedo che cominci a capire! Intimo rosso a Capodanno..."
"Ma che classe, amico, davvero!"
"Eddai, Mike! Ma come fai il moralista! Non credere di poter venire a fare la morale a me!" Mike sentì l'amico ridere in tono canzonatorio, ringraziando il cielo almeno l'amico avesse chiamato solo lui con sé in quel pomeriggio di shopping a luci rosse: Dustin e Will, certo, non li avrebbero mai più lasciati in pace per molto meno!
"Ho visto come la guardi, Mike! Per non parlare di come la stringevi l'altra sera sulla pista!" Mike si sentì ancora più prendere fuoco a quelle parole, non potendo però frenare un impercettibile brivido lungo la colonna a quel ricordo, a quella sera così felice tramutata immediatamente in orrore nella sua memoria...
"No, no, no! Ti prego...no!"
"Avevo come l'impressione che se io e Will non vi avessimo interrotto quella sera avremmo tutti assistito ad una scena decisamente vietata ai minori!"
"Puoi finirla, per favore?!" sbuffò Mike tentando di non mostrarsi così in imbarazzo per le parole dell'amico, al contrario suo così decisamente rilassato, quasi divertito di tutta quella insolita discussione.
"Perché? Non l'avete ancora fatto?" chiese Lucas con tutta l'innocenza di questo modo, facendo boccheggiare Mike come improvvisamente privato dell'uso della parola, limitandosi a scuotere la testa abbassando lo sguardo fino alle converse bianche ai suoi piedi.
"...no...direi di no"
"No?! Niente di niente, Mike?!"
"...no?"
"Cioè, fammi capire, devo avere capito male" Mike vide Lucas aprire gli occhi più stupito, facendosi più vicino ed abbassando il volume della voce:
"Sei entrato una notte in camera sua dalla sua finestra di nascosto da Hopper, sei rimasto a dormire con lei e vorresti dirmi che con El non è successo mai, mai niente?!"
"Stava male, Lucas! Ma che cazzo avrei dovuto fare?!" ribattè Mike paonazzo e senza fiato in gola, scuotendo i ricci dalla fronte, tornando con la memoria a quella notte e a quei baci decisamente un po' sopra le righe sulla pelle morbida del suo collo: era forse stata quella la prima volta nella quale aveva trattenuto se stesso dal chiedere di più, dall'osare di più, dallo spingersi oltre rispetto al consentito, rispetto al concordato o seminato.
Ma...rispetto a cosa, in fondo?
Lui ed El non ne avevano mai nemmeno parlato!
Forse aveva ragione Lucas, non avevano motivo di esistere tutti quegli inutili taboo...
Anzi, forse, per la prima volta in quell'occasione, Mike non credeva di essere mai stato più felice di poterne parlare a cuore aperto con qualcuno...
"E invece...tu e Max...voi?"
"No, non ancora, ma diciamo che ci siamo arrivati parecchio, parecchio vicini..." Mike si pentì immediatamente di quella domanda, chiudendo gli occhi per poter cancellare il più velocemente possibile dalla sua mente quell'immagine inopportuna di due dei suoi migliori amici mentre..
"E questo è l'anno buono, Mike! Deve esserlo! Questo, amico mio, è il miglior regalo di Natale che io potessi mai farmi venire in mente di farle, parola mia!"
"Se ne sei convinto tu..." sospirò Mike riprendendo lentamente fiato, vedendo l'amico annuire spavaldo con aria da padrone, provando per la prima volta in vita sua quasi una punta di invidia, che non fosse per un punteggio decisamente più alto del suo all'Arcade al loro gioco preferito.
"Ma, scusa...Max non sarà da suo padre in California per le vacanze natalizie?"
"Sicuro! Ma, ovunque sarà, basta che lo abbia indosso e sarà come una silenziosa promessa!" strizzò l'occhio con fare complice il nerdino dalla pelle scura, muovendo un passo all'indietro in direzione del negozio, l'aria di uno che non ha più tempo da perdere in simili ragionamenti.
"Io vado, Mike, aspettami pure qui se vuoi! Mia sorella sotto mie istruzioni ha già messo da parte tutto, non mi resta che ritirare il tutto e il gioco è fatto! Decidi tu che fare, Wheeler, a te la scelta! Fossi in te smetterei di farmi le seghe sotto la doccia da solo e mi deciderei a cogliere finalmente quel tuo piccolo fiore!"
"Grazie del consiglio del cazzo, amico..." scosse la testa il giovane Wheeler vedendolo sparire all'interno del negozio, seguendolo con gli occhi per un secondo ma distogliendo immediatamente lo sguardo, sentendosi in colpa anche solo per averlo tenuto fisso su quei tessuti per un secondo di troppo.
No, quella trovata non faceva decisamente al caso suo.
Mike non aveva sentito mai nulla di tutta quella roba, né credeva di essere, in cuor suo, poi così intenzionato ad approfondire la questione: Lucas e Max erano una coppia ufficiale già da un anno prima, dai tempi dello Snowball, mentre lui ed El si erano appena promessi quell'insieme, non si potevano nemmeno paragonare le due cose!
Forse i suoi amici erano diversi da loro, si conoscevano certo più a fondo e molto di più: non poteva essere una gara o una corsa ad arrivare per prima a qualche stupido traguardo...e quale sarebbe stato il premio al fondo quella corsa, poi?
Poter dire "ce l'ho fatta"?
Anch'io faccio parte di quella schiera di ragazzi che hanno "colto il loro primo fiore"?
No, decisamente tutto quel discorso, per Mike, non poteva decisamente avere valore.
Questo Mike pensava quel pomeriggio, immobile ed impacciato di fronte alle vetrine di quel negozio di intimo per signore, indeciso nel fuoco dei suoi 15 anni da che parte muoversi, da che parte agire.
In fondo, porca puttana, la sua principessa era così bella, Mike ci avrebbe potuto scommettere...era senza dubbio bella, bella tutta e per intero.
E se Lucas avesse avuto ragione, se fosse stato lui invece a prendere la giusta iniziativa?
Senza fretta, senza costruzioni, come aveva intimato loro un tempo Steve, semplicemente...con un regalo come quello di Lucas, tale da lasciarla senza parole?
Questo Mike pensava, lanciando occhiate sperse tutt'intorno, fin quando il suo sguardo sperduto non ebbe intercettato un altro negozio dalle vetrine lucide addobbate a festa, appena all'incrocio di quel lungo corridoio.
Una cornice di piccoli vasi, grandi e piccoli fiori di ogni colore e dimensione, rossi come le stelle di Natale, gialli come i girasoli, bianchi, rosa e viola come mille orchidee dai variopinti colori.
Mike sorrise a quella visione, sentendo il suo cuore fremere nel suo giovane petto, ma non più di imbarazzo, non più di puro fuoco, solo della più semplice forma di tenerezza ed emozione.
Forse sì, era quella l'idea più adatta a lui, quella la più giusta, quella la migliore!
In fondo, non lo pensava da sempre quel ricciolino dai capelli neri? I momenti più memorabili e meravigliosi non si realizzavano forse quando meno ce li si sarebbe mai aspettati?
*
"Tu non hai davvero idea di quanto mi sei mancata, cazzo!"
El non avrebbe mai potuto immaginare nella sua intera vita di sentirsi dare un benvenuto di quel tipo, in un pomeriggio alle porte della più luminosa delle feste dell'intero anno, percorso battendo i denti ed i piedi di corsa nel freddo il vialetto fino ad un porticato così insolito, in una parte di città che la piccola non credeva di aver mai percorso prima dall'ora, richiusa dietro di sé la portiera dell'auto della polizia con lo zaino pronto per la notte sulle spalle e le ultime raccomandazioni del suo papà adottivo ancora a ronzarle nelle orecchie.
"Buona serata papà! Grazie!"
"Ti ho dato fiducia, kiddo! Non farmene pentire!"
"A domani mattina!"
"Non prendere freddo, non sforzarsi troppo e sopratutto quando sei stanca chiedi gentilmente agli altri di tornare a cas..."
"El! Finalmente sei arrivata! Entra dentro, si gela di freddo qui fuori, cosa aspetti?!"
El non si sarebbe mai aspettata in tutta la sua vita un'accoglienza simile, più calorosa e genuina di quella ricevuta quella sera del 23 dicembre sul ciglio della porta al termine di quel vialetto, quando, senza avere avuto nemmeno il tempo di rispondere "ciao" a sua volta, una chioma di capelli biondi ancora profumati di shampoo e balsamo ancora umidi, l'avevano avvolta in un abbraccio così forte e carico di entusiasmo, scaldandole in un secondo istintivamente il cuore.
El non si sarebbe mai immaginata un'accoglienza simile, specie da parte di quella sua coetanea in particolare, da parte di quella ragazzina che fino a un mese prima non sarebbe mai e poi mai sognata di poter arrivare a chiamare "sua amica".
Eppure, quella sera, dopo la settimana più lunga e noiosa di quella sua nuova parte della sua vita, dopo l'ennesimo pomeriggio passato in quelle mura di cemento dove no, nemmeno la febbre e le preghiere del capo della polizia avevano ottenuto per lei in quei pomeriggi un piccolo sconto di pena, El non si era mai sentita più felice di ritrovare la sua prima ed unica amica al di là di quella massa di lunghi capelli rosso fuoco, ora stretta forte forte a sé.
Quanto gli fossero mancati i suoi amici in quei giorni lontana da scuola era stato qualcosa decisamente inenarrabile, quanto gli fosse mancato in particolare il suo nerdino sarebbe stato, sul serio, qualcosa di davvero indicibile, ma quanto, sorprendentemente, avesse avvertito la mancanza anche di quella sua amica, così in difficoltà a lasciarla andare da quell'abbraccio stretto sulla soglia della sua casa quella sera, era qualcosa che la piccola Hopper non avrebbe potuto aspettarsi nemmeno dopo cento anni di vita.
Eppure, se El ora era lì, ancora in piedi e decisamente più in forma e riposata, finalmente libera di uscire per una sera, di rivedere i suoi amici, di rivedere finalmente il suo nerdino, di andare con loro alla sua prima festa di Natale, era tutto merito di quella ragazzina dai capelli rossi che ora la stava trascinando per una mano con entusiasmo attraverso il suo salotto in direzione della sua camera da letto, al numero 85 di Cherry Road.
In fondo era stata lei che, appena 24h addietro, aveva sfidato la sorte o, peggio, il capo della polizia, bussando direttamente alla porta di legno della sua casetta nel bosco per consegnarle dell'invito, per parlare di persona con il suo papà adottivo, per convincerlo che, in fondo, El avesse sul serio un gran bisogno di una bella festa, di una bella serata tra amiche.
Il fatto che poi, più che da sole, le due ragazze sarebbero state raggiunte a quella festa da non meno di quattro ragazzini dai profili ben noti, era qualcosa di così risaputo che il capo Hopper non aveva neppure osato chiederne conferma a parole.
Una festa natalizia a casa degli Harrington?
Sì, quella era decisamente la peggiore idea dell'anno, per non dire del secolo...
"Io credo che non sia..."
"Capo, con tutto il rispetto, credo che non possa impedire a me e ad El di augurarci buon Natale come si deve, prima della mia partenza per la California!" aveva annuito Max alzando un sopracciglio rosso fino all'attaccatura della chioma color fuoco.
"Se mi consente di farglielo notare, signore, è lei che non ha permesso ad El di uscire per quasi tutta la settimana!"
E lo sceriffo Hopper non aveva potuto fare altro che sospirare a sua volta ed infine annuire, passando in rassegna gli occhioni scuri e supplichevoli della sua bambina così come quelli verdi e decisi della sua più cara amica.
Perché si sentiva improvvisamente lui quello con le spalle al muro?
"E va bene, kiddo, una sera...una sera soltanto!"
"Grazie, papà! Grazie!! Sei sempre il migliore!"
"Perché sento già che mi pentirò...?"
"Entra pure, non abbiamo molto tempo!" cominciò la rossa richiudendo la porta della camera alle sue spalle quella sera, muovendosi di scatto e leggera di fronte agli occhi di quel fiorellino ancora un po' confuso e sperduto, vedendola avvicinarsi alle ante di un grande armadio alto quasi quanto al suo, estraendone due grucce con entusiasmo e voltandosi con un sorriso immenso in direzione dell'amica:
"Questo o questo, El? Decidi tu!"
"Questo o...quello?" esclamò El stupita vedendo Max sorridere con aria complice, agitando per le grucce due vestiti di paiettes e sberluccichini: un abito corto e stretto molto sopra al ginocchio ed un paio di pantaloni lunghi a zampa di elefante con giacca coordinata, identica stampa a righe geometriche blu, dorate e rosse.
"Intendi dire...per te...e per me, Max?"
"E per chi sennò?!" esclamò la rossa trattenendosi dallo scoppiare a ridere a quell'espressione così, improvvisando su due piedi una piroetta e portandosi di fronte allo specchio della sua camera da letto, appena di fronte al letto sopra al quale troneggiava un immenso poster a colori di una spiaggia assolata ampia come tutta la parete.
La piccola Hopper catapultata da una parte all'altra di quelle pareti per seguire la frenetica amica intenta a saltare da una parte all'altra come un grillo non aveva fatto neppure in tempo a lanciare uno sguardo tutt'intorno.
"Dovremo avere la stessa taglia, non è vero?" proseguì Max con tono deciso, reggendo le due grucce di fronte a sé e avvicinandone una per volta alla sua figura, attraverso l'immagine riflessa nello specchio.
"Perciò dovrebbero andare entrambi bene...decidi tu! Per me sono entrambi bellissimi, non avrei proprio saputo scegliere da sola!"
"Max, ma...l'hai preso per me?" chiese El stupita vedendo la rossa voltarsi lentamente nella sua direzione, come se proprio non fosse nelle sue possibilità il riuscire a comprendere tutto quello stupore da parte dell'amica.
"Per te? Certo! Per me e per te! Per questa sera! Per la festa!" annuì Max con un grande sorriso, vedendo la piccola Hopper sorridere appena senza altre parole per poter ringraziare, solo commossa ed ancora stupida, di certo emozionata.
Sul serio quella ragazza aveva...cioè, per davvero, per lei? Per lei sola?
"Sai, Steve si è raccomandato solo di una cosa per sta sera: di brillare! Il tema sella festa sono le luci e le decorazioni di Natale e vista la pessima organizzazione di Mike per Halloween...scusami se sono schietta, ma non ho potuto che prendere in mano io stessa la situazione questa volta!" El sentì la rossa commentare con tono lamentoso ma risoluto di chi la sapeva già da tempo molto, molto lunga, facendo ad El scappare una piccola risata e ringraziare il cielo che, almeno in quella occasione, nessun indumento nero dovesse venire sacrificato e sbucherellato per il loro costume da zombie.
Quei vestiti ricoperti di piccoli brillantini erano belli, belli davvero, davvero magnifici!
El non credeva di aver mai visto niente di simile nella sua intera vita.
"E devi vedere cosa sono riuscita a trovare per i ragazzi! Vedrai, ho dato loro precise istruzioni: non devono fare altro che seguirle!"
"Max, ma io...io non so cosa dire!" sorrise El ammirata e felice, scuotendo i ricci dal viso e portando le mani sul petto, sentendo già lungo le gambe sottili salire veloce l'adrenalina.
"Sono bellissimi ma...ma non dovevi preoccuparti per me! Domani mattina papà può ridarti tutto, posso pagarti uno dei due vestiti!"
"Scherzi, vero? Non se ne parla proprio!" esclamò Max indignata senza voler sentire ragioni, avvicinandosi all'amica e tirandola per la mano fin davanti allo specchio, di modo che la superficie riflettente potesse racchiudere entrambe le due sottili figure l'una vicina all'altra.
E ad El venne da sorridere accanto a quella ragazza dai capelli rossi e gli occhi verdi e luminosi, sentendosi felice e improvvisamente leggera pur senza un'apparente ragione.
Allora era questo quello che voleva dire avere un'amica?
Come nei romanzi dove ogni protagonista che si rispetti poteva contare sul supporto fidato di una buona e leale complice femminile?
"Considerarlo il mio regalo di Natale, El!"
"Ma io non ho niente per te, Max!"
"Sciocchezze!" sorrise la rossa portandosi verso di lei con aria un po' timida, abbassando lo sguardo e le grucce dalle sue mani fino ai piedi.
"Io credo che un regalo tu me l'abbia già fatto, El, vedi...io non credevo che sarei mai stata così vicina a qualcuno della mia età...che non fosse uno dei ragazzi, si intende!" El rimase in silenzio ad accogliere con un sorriso quella sua piccola confessione, vedendola sussurrare a filo di voce, in quel momento di grande imbarazzo ma di pura e semplice sincerità.
Certo, sicuramente quel fiorellino non era la sola in quel momento in quella cameretta ad essere completamente inesperta per quanto riguardava relazioni di amicizia.
"Io...io non credevo di aver bisogno di un'amica, El...voglio dire: queste cose dello scambiarsi i vestiti, Dio mio...non era proprio roba mia!" alzò gli occhi al cielo con tono quasi melodrammatico Max facendola scoppiare a ridere, ridendo di loro stesse e del loro imbarazzo insieme, visibilmente commosse ma troppo timide per ammetterlo, così come per abbracciarsi ancora un'altra volta strette strette, mettendo fine a quegli inutili giri di parole.
"Non era nemmeno roba mia, Max! Non ho mai scambiato i vestiti con un'amica!" la rossa si trattenne mordendosi la lingua dal proferire commento sui suoi vestitini a fiorellini, grata segretamente che, almeno in quella occasione, fosse stata lei a decidere le opzioni.
"Però sembra divertente!"
"Divertente, esatto!" sorrisero all'unisono le due amiche, ammirando il proprio riflesso così simile ma così diverso attraverso quello specchio per secondi e secondi di silenzio, finché non fu la piccola Hopper la prima a rompere quel momento di silenzio tra di loro:
"Questo...questo qua...ho scelto!"
"Agli ordini, my lady!" rise Max lanciandole una gruccia al volo imitando la voce dell'amico senza denti con un mezzo inchino, facendo El scoppiare a ridere ancora di più.
"Provalo! Sono sicura che ti starà da Dio! Cavolo, El, Mike sarà senza parole questa sera! E finalmente oserei dire! Finalmente, cazzo!" il cuoricino di quel fiorellino spiccò il volo a quelle parole, sentendo un vuoto all'altezza dello stomaco già solo a quel nome, non potendo trattenersi dal sorridere, come se lo avesse avuto davvero già lì di fronte.
"Dici...dici davvero, Max?"
"È tutta la settimana che borbotta come una vecchia teiera! Avresti dovuto sentirlo, El! Era un continuo! Mi manca El! Ma quanto torna El?! El! El! Ma quanto manca a rivedere El!"
Max vide l'amica arrossire a quelle parole, abbassando gli occhioni grandi ai suoi piedi con un piccolo sorriso soddisfatto sulle labbra più rosse: oh sì, perfino la piccola Maxine si ricordava quella così precisa e piacevole sensazione...
"Questa sera, perlomeno, gli faremo chiudere quel forno per una volta, e per una buonissima ragione!" El sentì la rossa concludere con un'occhiata veloce all'orologio, sancendo definitivamente la fine delle chiacchiere e l'inizio della trasformazione: non c'era più un singolo minuto da perdere quella sera.
"Forza, diamoci una mossa! Il tempo vola! Vedrai, El, starai benissimo! Saremo perfette, assolutamente perfette!"
*
"Non mi sono mai sentito così tanto ridicolo in tutta la mia vita..."
"Sembriamo l'albero di Natale di mia madre in giardino...anzi! Quell'albero ha più dignità di tutti noi messi insieme, poco ma sicuro!"
"Ma la finite, ragazzi! Non vi si può sentire! Sempre a brontolare, per la miseria! Ma dove è finito il vostro spirito delle Feste?!"
"Penso si sia suicidato insieme al mio orgoglio poco fa dritto in piscina..."
"Dov'è finita MadMax? Devo dirgliene quattro! Giuro che è l'ultima volta che mi faccio convincere a conciarmi così!"
"Non è ancora arrivata...ed El neppure..."
"Respira, amico, o ti verrà un infarto prima del dovuto! Non vuoi sopravvivere abbastanza per vedere la tua principessa nel suo succinto vestito di paiettes rosse?"
"Dacci decisamente un taglio, Lucas..."
C'era sempre stato un motivo per cui le feste organizzate nella villa degli Harrington erano da sempre state le più chiacchierate ed attese di tutto l'esercito di liceali della Hawkins High: e ai nerdini, sprovvisti di una grande esperienza di party modaioli ma dotati di un acuto spirito di osservazione, non erano bastati più di cinque minuti per capirne la ragione.
Quella festa, quella sera, aveva racchiuso nel suo insieme tutto quello che un liceale medio avrebbe potuto mai desiderare di avere a disposizione: una nottata di assoluta baldoria al limiti della sobrietà, o per meglio dire, dell'intera umana decenza da condividere con compagni, amici, sconosciuti o chiunque capitasse nei paraggi.
Tanto l'importante, pareva non smettere per l'intera notte di bere e di ballare.
Qualsiasi adolescente avrebbe potuto mettere la firma per salire a bordo della crociera del divertimento targata "Steve Harrington & friends" pronta a mollar gli ormeggi.
O, almeno, qualsiasi adolescente le cui uniche passioni non consistessero invece nel consultare vecchi ed ingialliti manuali di formule magiche e punti ferita in un altro sabato sera simile a quello, in una tavernetta invece che in una reggia come quella, con indosso armature e lunghi vestiti da mago invece che jeans attillati e camicie infilate alla bella e meglio dentro i pantaloni.
"Questioni di punti di vista", Mike pensava quella sera, con le mani in tasca nei suoi jeans neri e scuri come il suo umore, lo sguardo fisso alla porta d'ingresso in attesa che apparisse al di là della soglia il suo personalissimo raggio di sole.
Già, chissà perché il ricciolino non si sentiva attratto al pari degli amici dalle luci tutt'intorno, dalla montagna di bottiglie di birra impilate a forma di albero di Natale ad ogni angolo di ogni stanza, dalle brocche di vetro contenenti liquido rosso scuro e dal forte odore di vino e cannella, dalle luci colorate ad illuminare il soggiorno adibito a pista da ballo sotto il volume alto della musica, e nemmeno la piscina riscaldata che aveva fatto letteralmente schizzare gli occhi fuori dalle orbite a tutti, dove già stuoli di liceali armati di costumi da bagno rigorosamente rossi, bianchi e verdi per l'occasione, sfidavano il gelo ed il freddo per un tuffo ed uno schizzo al suono di risatine isteriche e di musica.
Non erano nemmeno i gruppetti di ragazze dai corti vestiti candidi come la neve o provocanti con il rosso del Natale quelli a destare la sua attenzione, intenti a girare per gli ambienti spaziosi della villa sempre in branco, quasi confondendosi sotto le luci delle decorazioni, ammassamenti del gentil sesso al cui passaggio Will e Dustin proprio non era riusciti più e più volte a trattenersi dal seguire i movimenti dei fianchi con gli sguardi, le mandibole cadute a terra con un tonfo e prontamente raccolte dai due amici i cui sguardi, al contrario, proprio non riuscivano a staccarsi troppo a lungo da quella dannata porta.
"Sono in ritardo...come al solito!"
"Che ci vuoi fare, amico! Alle ragazze serve tempo per prepararsi in queste occasioni, sai come funziona! Ma qualcosa mi dice che ne varrà la pena questa volta, non temere!" sospirò Lucas con aria da intenditore, battendo un colpo sulla sua spalla con sguardo complice, facendosi più vicino e assicurandosi di non poter essere udito dai due amici poco lontani alle loro spalle.
"E riguardo quello che ci siamo detti oggi pomeriggio, Mike...ovviamente io intendevo..."
"Non ne farò parola con nessuno, amico! Non temere!" scosse la testa ricciuta Mike lanciando uno sguardo fino ai suoi piedi, sentendo l'amico sospirare al suo fianco in cerca delle giuste parole per completare il suo pensiero.
"No, non intendevo dire questo...Mike, hai ragione tu, ho sbagliato! Hai ragione tu, credo...non c'è nessuna fretta!" Mike rialzò lo sguardo su di lui a quelle parole, ritrovando i suoi occhi scuri fissi nei suoi, sorridenti, un po' imbarazzati ma sereni, facendogli scappare a sua volta un piccolo sorriso di gratitudine.
"Ehm...davvero?"
"Credo mi facesse piacere avere qualcuno con cui finalmente poter parlare di queste cose! Credimi, amico, non è stato affatto facile essere l'unico con una ragazza l'anno scorso..."
"Posso tentare di immaginare, Lucas, credimi..." sospirò Mike con un altro sorriso, vedendo l'amico annuire di rimando con aria comprensiva:
"Ma ciò nonostante...non volevo metterti fretta o convincerti a fare qualcosa di cui...voglio dire...queste cose non dovrebbero mai avere fretta! Io non volevo..."
"Di cosa confabulate voi due, ragazzi, si può sapere?!" li interruppero le proteste di Dustin e Will all'unisono, facendo bloccare i due amici a metà della loro discussione.
Un ultimo sguardo di intesa e un silenzioso grazie a fior di labbra da parte del ricciolino fu tutto quello che a quei due amici potè ancora servire per quella sera.
"Stavamo giusto commentando le vostre orribili cravatte, ragazzi!" commentò Lucas in direzione degli amici con indosso i medesimi jeans scuri e camice nere chiuse fino in cima ai bottoni, unite al tocco di classe natalizio commissionato dall'amica rossa a tutti loro per brillare quella notte: papillon rossi di paiettes e bretelle in tinta per Lucas e Mike, verdi come l'orribile cravatta a forma di abete sberluccicante per Dustin e Will.
Almeno, per una sera, il gruppo di nerdini non avrebbe proprio potuto temere di passare inosservato per una volta...
"Deliziosi, ragazzi, davvero deliziosi..."
"Tutto merito della tua dolce metà, amico! Aspetta che MadMax sia qui, so io come conciarla per le Feste!"
"In pieno spirito natalizio, Byers...non so proprio di cosa tu ti possa lamentare, sul serio!"
"Con tutte le belle ragazze dell'ultimo anno che Steve ha invitato sta sera a questa festa..basta, ora me lo tolgo, mi sento ridicolo!"
"Puoi sempre giocare la mano a tuo favore, Will! Dici...sei tu il rosso che mancava al verde del mio cuore? Che mi dici...vuoi fare insieme una corona di agrifoglio?"
"Davvero uno spasso, Lucas...uno spasso sicuro..."
"Finalmente qualcuno che ha calzato in pieno il tema, ragazzi!" esclamò all'improvviso una voce sovraeccitata alle loro spalle, facendo voltare i quattro amici verso una zuppa e fradicia figura alle loro spalle, un ragazzo dal corpo magro ma scolpito, nudo e inzuppato di acqua della piscina, con indosso solo un costume rosso tagliato a boxer, una gigantografia del viso di Babbo Natale proprio al di sopra del suo pacco regalo esposto in bella mostra.
Qualcuno aveva decisamente tutte le intenzioni di venire "scartato" quella sera, senza la minima intenzione di attendere, come da tradizione, la sera della Vigilia per lo scambio dei doni...
"Steve!"
"Eccoti finalmente!"
"Sapevo sareste venuti ragazzi, sapevo non mi avreste delusi!" strillò felice il padrone di casa battendo pacche a destra e a manca sulle spalle dei nerdini, decisamente più sù di giri del solito, nonostante appena all'inizio della serata.
I quattro amici si limitarono a ridere di gusto scambiandosi sguardi d'intesa, vedendolo complimentarsi con gruppi di ragazze a destra e sinistra per la scelta dei loro vestiti davanti ai loro occhi, salutando ed abbracciando amici e compagni di scuola di ogni età e di ogni corso, mentre la musica ritmata e carica di Hammer to Fall risuonava già dal salotto, richiamando gente fin sulla pista del salotto, sotto le luci vorticose verdi, bianche e rosse.
"Ma guardatevi, mocciosetti! Siete uno splendore!"
"Freddie!! Adoro questa canzone!"
"Ora si che inizia la festa!"
"E ti pareva..."
"Mike! Iniziamo a far vedere a questi pivellini chi è che comanda qui?"
"Sicuro, Will! You know it's time for the hammer, a hammer to...!"
"...non così in fretta, Wheeler!"
Mike si sentì bloccare sul posto da quelle parole, voltandosi lentamente di spalle nella stessa direzione di quella voce, ritrovando dietro di sé uno Steve decisamente tutto d'un tratto più lucido e decisamente più concentrato, serio e con un espressione sul viso quasi si sarebbe potuto dire incazzato.
E nonostante quel ragazzo fosse in fin dei conti praticamente nudo di fronte a lui, fu Mike quello a deglutire imbarazzato quella sera, avvicinandosi un passo dopo l'altro lentamente, quasi come uno scolaretto alla cattedra della maestra per un'interrogazione pre-esame.
"Io e te dobbiamo scambiare quattro chiacchiere prima di cominciare, Mike, ma non noi due da soli..." Mike rabbrividì davanti alla porta d'ingresso di quella casa a quelle parole, chiedendosi seriamente come facesse quel ragazzo a non avere freddo fradicio com'era a sgocciolare sul pavimento, quando pareva lui quello ad essersi gelato sul posto di colpo.
Aveva decisamente bisogno di provare una di quelle birre il prima possibile, tanto per cominciare...
"Troy!!!" il giovane Wheeler sentì Steve Harrington urlare in direzione del piano superiore, seguendo il suo sguardo fin sopra la balconata e vedendo spuntare a quel richiamo la faccia scocciata dell'ultimo ragazzo che Mike avrebbe voluto ritrovare in mezzo alla sua traiettoria quella sera.
"Iniziamo bene, decisamente bene..."
"Che vuoi, Steve?!"
"Scendi, fratellino! Voglio il tuo culo qui sotto da me tra 5 secondi!"
"Che due coglioni, questa è anche casa mia!" Mike sentì il bulletto protestare con tono scocciato, seguito dalle risatine acute e giulive di un gruppo di ragazzine alle sue spalle, a sporgersi curiose dal parapetto per non perdersi la scena.
Tra di esse, ad essere onesto, Mike non credette proprio di aver riconoscere i consueti occhi azzurri ghiaccio di Lucy quella sera...
"Ma che diavolo...?!"
"Che succede, rompicoglioni?"
"Ti ruberò solo 3 minuti del tuo preziosissimo tempo, fratellino, dopo di che sarai libero di poter tornare alla tua compagnia femminile..." ribattè con una smorfia Steve, mostrando con un gesto della mano la figura allampanata del nerdino dai ricci neri a coprire in parte il suo viso, rimasto in disparte ad assistere la scena seminascosto in mezzo alla folla dell'ingresso.
"Mike...Troy, voglio qui entrambi, forza, muovetevi!"
"Io con lui non ci parlo!" ringhiò Mike incrociando le braccia sul petto con aria scocciata, vedendo il ragazzino scendere le scale fino all'ultimo scalino, lanciandogli una consueta beffarda occhiata di sfida:
"Ciao frogface...davvero un bel cravattino!"
"È un papillon, razza di deficiente!"
"Te l'ha prestato il tuo amichetto finocchio per l'occasione?"
"Stai zitto, coglione che non sei altro!"
"Bambini, bambini! Calma! Calma, per favore!" bloccó Steve il battibecco con una mano davanti al petto di cuscino dei due ragazzini, facendo richiudere immediatamente loro le labbra senza osare opporre resistenza, limitandosi solo a continuare a lanciarsi l'un l'altro glaciali sguardi in cagnesco.
Che i due ragazzini avessero ancora chiare nelle rispettive memorie le immagini dell'ultima festa passata insieme era a quanto pareva qualcosa di davvero per scontato...
"A questo mi riferivo, mocciosi: ora statemi bene a sentire, tutti e due!" proseguì il padrone di casa con un indice puntato sul petto di ciascuno, uno per volta, come un padre arrabbiato a due figli monelli, impegnati a progettare l'ennesima marachella.
"Non sono intenzionato a risolvere le vostre stronzate questa sera, mi avete capito?" il giovane Wheeler si limitò a scrutare torvo il viso del ragazzo più grande, di sotto i suoi ricci, stringendo più forte i pugni contro il tessuto delle maniche della sua camicia.
"La casa è abbastanza grande per tutti e due, mi sono spiegato? Niente scene patetiche da poppanti come l'altra volta e spero di non doverlo ripetere più!"
"Io me ne starò come sempre al mio posto.." Mike sentì le mani prudergli dal nervoso, di fronte agli occhi del bulletto intenti a lanciargli uno sguardo sornione di sfida, un sorrisetto stronzo e divertito sul viso:
"...a meno che qualcuno qui non abbia ancora voglia di andare in giro a rompere ossa ad innocenti a caso anche questa sera..."
"Avresti solo dovuto tenerti le mani dove dico io e non osare toccare le ragazze altrui, razza di un deficiente!"
"Ah, perché, Wheeler? Vuoi forse dirmi che una patetica faccia da rospo come la tua è finalmente riuscita a conquistare una ragazza?"
"Adesso ti...!"
"Ehi ehi ehi!" li richiamò all'ordine battendo i palmi delle mani in mezzo a loro Steve, decisamente difficile da prendere sul serio vestito, o meglio svestito, come si trovava in quel momento.
"Che cosa ho detto? Non vi voglio sentire! Ho di meglio da fare questa sera che stare dietro a fare da balia a due mocciosetti come voi, sono stato chiaro?!" i due ragazzini deglutirono ulteriori insulti a quelle parole, non potendo tuttavia tenere a freno due paia di occhi dai colori scuri, così intensi e penetranti che avrebbero potuto mandare in fiamme la figura opposta per spontanea combustione.
"Vi voglio costantemente a 3 metri minimo di distanza! La casa è abbastanza grande per tutti e due, sono stato sufficientemente chiaro?"
"...chiaro"
"Non ho sentito..."
"...chiaro!" ripeterono all'unisono i due ragazzi, lanciando un'ultima occhiata torva in reciproca direzione, sentendo Steve sospirare un ultimo secondo, prima di scuotere la testa muovendo le dita come ad intimarli di sparire il più velocemente possibile dalla sua vista.
"Ora andate, sparite...ballate, bevete, scopate, ubriacatevi ma fate i bravi bambini! Non vi voglio sentire..."
"Buona serata nerdino, ricordati di non prendere freddo al pancino o chi la sente mammina domani mattina?"
"Vattene a fanculo testa di cazzo che non sei altr..."
"Mike! Mike, muoviti! Che ci fai ancora lì?!" la voce di Will lo raggiunse fin ai piedi delle scale quella sera, facendo voltare il ricciolino di scatto in direzione dell'amico, in direzione della porta d'ingresso di quella villa finalmente spalancata ed aperta di fronte alle due persone finalmente giuste.
E il piccolo Wheeler, per un secondo, credette di aver perduto completamente l'uso della parola in quella occasione.
"Mike! Dove sei?! Vieni qui! Max ed El sono arrivate, Mike!"
Oh sì, decisamente sì.
Mike era lì, Mike le vedeva.
O meglio ancora, sì...Mike la vedeva.
Vedeva solo lei, solo e soltanto lei quella sera, lei e la sua visione: il suo piccolo fiorellino brillante come una stella per l'occasione, lì sulla soglia di quella porta d'ingresso ad alzare intorno a sé un nasino all'insù con aria spersa e stupida, adorabile, decisamente adorabile, così come adorabile era da sempre lei, lei tutta.
Un fiorellino vestito da stella in quella serata di luci, così luminosa che Mike per un momento credette di poterne rimanere folgorato e senza parole.
Si guardava intorno la sua piccolina, vestita della stessa fantasia dell'amica rossa in piedi accanto a lei, la stessa trama geometrica e luccicante sotto le luci, pantaloni a vita alta ampi sui polpacci e sulle caviglie ed un top nero di pizzo sotto una giacca aperta a far intravedere un sottile fazzoletto di pelle bianca sopra l'ombelico, i ricci chiari e vaporosi ancora gonfi dall'umidità esterna ed un rossetto rosso su quelle labbra così invitanti che non parevano mai essere state per quel nerdino un invito più dolce ed intenso ad essere baciate tutte.
Sì, si stava guardando intorno quel fiorellino, sperso tra la folla e gli amici, al di là delle loro teste, tutt'intorno.
Si stava guardando intorno anche lei in cerca di qualcosa, per sentirsi finalmente in pace, finalmente completa: e anche se nessuno, nemmeno Mike, avrebbe mai potuto osare dire che quella sera che la sua bellezza, la sua luce, potesse mai essere mancate di un pezzo, quel paladino ci avrebbe potuto scommettere sul serio quella sera.
La sua principessa stava cercando tra quella folla lui, solo e soltanto lui.
Ma prima di palesarsi, prima di avvicinarsi e di correrle incontro abbracciandola forte, sussarrandole all'orecchio con gioia e timore quanto enormemente fosse bella quella sera, quanto enormemente gli fosse mancata, Mike rimase fermo su quelle scale ancora una manciata di secondi quella volta, semplicemente così, ad ammirarla, ad ammirarla tutta.
La sua principessa quella sera non era solo bella, bella non era già più da tempo più sufficiente per descriverla.
El era un capolavoro, il suo.
Più che carina, molto più che bella: il suo fiorellino su quella porta d'ingresso era invece perfetta.
Perfetta, sì, esatto!
Molto più che bella, semplicemente perfetta!
Perfetta, sì, esatto, più che perfetta.
Semplicemente, fottutamente, perfetta.
"Pretty...beautiful?"
No...
"...f**kin' perfect"
📼🌼
Eccomi qua amici miei!
Buon anno nuovo e buon inizio con questo primissimo capitolo del nostro 2020!🎉
Lo so, lo so, so già cosa molti di voi stanno pensando: questo capitolo si è fatto attendere parecchio, certo più del solito, certo più di quanto avrei voluto e di quanto mi sarei aspettata...
Il perché?
Credo che molti di voi sappiano già trovare una risposta a questa domanda...queste non sono state settimane facili per me, ma non voglio parlarne qui, non qui in questo spazio solo mio che è sempre stato sinonimo di gioia e spensieratezza.
Chi mi è sempre stato vicino già lo sa, chi non ha mancato di farmi sentire il suo supporto anche in questa occasione sa già che a lui/lei appartiene un pezzetto del mio cuore❤
E a tutti gli altri consiglio di seguirmi su Instagram su @lovingonwattpad per non perdervi news, novità e molti di più.
Spero che questo sia solo il continuo di un viaggio iniziato già da tempo: passo passo, con i miei tempi, riprenderò insieme a voi a camminare, promesso.
Vi voglio bene, a tutti
Ari🌻
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