19.You Need To Calm Down
And snakes and stones
never broke my bones
📼🌼
"Ma quanti sbadigli questa mattina, caro il mio paladino! Chi mai ti ha fatto perdere così tanto prezioso sonno questa notte?!"
"Forse questo dovresti dirmelo tu, principessa..."
La coda dell'occhio di Mike si mosse rapido nella sua direzione, sollevandosi da quel libro appoggiato sul primo banco dell'aula di chimica all'ultimo piano della Hawkins High, in direzione di un piccolo fiorellino dal viso stanco ma sorridente, ora ancora più genuinamente divertito, la matita ancora stretta tra le dita a sfiorare leggera la punta delle sue labbra.
Il piccolo Wheeler la vide sorridere, trattenendo un attimo il fiato, ben attento a non guardarlo in viso, mantenendo quel gioco di corrispondenze nonostante l'avesse letteralmente accanto a lei con i gomiti appoggiati sul tavolo a sfiorarsi dolcemente, con quel libro aperto a metà tra i loro banchi e condiviso, come ogni prima ora del lunedì mattina, accanto al primo fiore ormai essiccato donatole da quel paladino fuori dallo spogliatoio ormai settimane prima, usato dalla piccola come un piccolo segnalibro del suo libro di chimica.
"So damn cute"
"Signor Wheeler, anche questa volta senza libro?"
"Mi dispiace professoressa...un'altra volta..."
"Ha da sperare che la signorina Hopper non abbia da scocciarsi per questa sua inguaribile sbadataggine..."
Ma El non se ne scocciava, non ci pensava nemmeno a scocciarsi mai, se quella genuina o volontaria dimenticanza di quel distratto ricciolino gli permetteva ogni lezione di avvicinare la sua sedia alla sua, con un piccolo timido ma sincero sorriso, condividendo con lui non solo il libro per un'ora di lezione, ma anche una leggera tachicardia nel profondo del petto.
Il giorno in cui quel nerdino avesse sciaguratamente ricordato sul serio di portare a lezione il suo libro, quella ragazzina avrebbe fatto prendere fuoco a quelle pagine sul suo banco in un secondo.
Ne era più che certa.
"Forse la principessa non ha ringraziato abbastanza il suo paladino, in questo caso..." Mike seguì i movimenti delle sue dita con la matita leggera ben stretta, leggendo e quasi accarezzando con gli occhi la scritta nera sulla pagina bianca del libro, al margine del testo e di una figura in merito alla quale nessuno dei due sembrava essere intenzionato ad ascoltare nemmeno una parola di spiegazione.
"L'elettrone dell'altro elemento, meno elettronegativo, viene strappato e un legame ionico è creato in seguito alla formazione di un catione e un anione. Il legame così creato è puramente elettrostatico dovuto all'attrazione reciproca dai due ioni di carica opposta"
"...grazie, Mike" il ricciolino la vide scrivere, con occhi fissi su quel libro, come a prendere appunti, lanciando di tanto in tanto uno sguardo più in alto fin sopra il suo viso, dove i riccioli morbidi cadevano coprendo in parte le sue guance, ma non il suo sorriso.
E Mike la vide completare quella frase con un cuoricino appena abbozzato, allontanandosi dalla pagina per permettergli la lettura, facendo paralizzarsi quasi il suo respiro e perdere un battito al suo piccolo cuore:
"Ieri notte è stato...magico ♥"
"Grazie a te..." la piccola la vide allungarsi sul foglio rispondendo di sotto alla sua scritta, una scrittura così diversa dalla sua, elegante e precisa, in stampatello minuscolo, poiché, a detta di quel ricciolino, mai aveva imparato a scrivere bene in corsivo.
"Grazie a te di avermi detto di sì...un'altra volta"
E la piccola Hopper si trattenne dal rispondere quella volta che lei sempre avrebbe voluto dirgli di sì, limitandosi a sorridere di più, nascondendo le labbra dietro la mano appoggiata al suo mento, celando una gioia che certo, con i legami ionici non avrebbe potuto centrare molto e li avrebbe fatti scoprire in un secondo, ma non abbastanza perché il suo compagno di banco non potesse vederla, e sorridere insieme con lei.
Oh sì, quella notte era stata magica, semplicemente incredibile, da chiedersi quasi sul serio se fosse successo tutto per davvero, se non se la fossero solo sognata.
E il ricciolo nero che quella mattina El aveva ritrovato davanti al suo viso sul suo cuscino, rimasto impigliato sul suo polso sul braccialetto azzurro che il suo papà le aveva regalato quasi due anni prima, l'aveva fatta sorridere, con il cuore in gola, consapevole che, per una volta, riaprire gli occhi dai sogni alla realtà non sarebbe stato poi così male in fondo.
Era successo, era successo tutto per davvero, e quel fiorellino ne aveva la prova non solo per le palpebre più pesanti del solito per le ore rubate di sonno, non solo per i brividi di freddo che l'avevano fatta stringere al suo felpone la sera precedente, scordandosi di levarlo prima di andare a dormire e facendole balbettare un improvvisato "...avevo freddo sta notte!" davanti allo sguardo sospettoso del papà.
Non solo per quello, ma più di ogni altra cosa per il calore, l'immenso enorme calore che aveva sentito avvolgerle gli interi sensi quella mattina, appena messo un piede fuori dalle sue coperte sul pavimento, sentendo il pelo morbido di Mr Darsy accarezzarle la pelle in cerca di coccole.
Il calore derivante dalla consapevolezza anzi, ancora di più dalla certezza, la certezza che l'avrebbe riincontrato, di lì ad un'ora, tra quei banchi di scuola, un po' più stanco del solito esattamente come lei, ma bello come il sole come lei non aveva smesso di ammirarlo per tutto il tempo nel quale erano rimasti insieme quella notte.
E il sorriso più luminoso che mai d'amore, gioia ma sopratutto complicità che si erano scambiati quella mattina, sulla porta di quella classe all'ultimo piano con i loro zaini stretti in mano li aveva fatti arrossire, così innocentemente e adorabilmente da farli abbassare per un istante gli sguardi, non ancora in grado di reggere quel secondo di passeggero imbarazzo.
"Buongiorno..." El lo aveva sentito sussurrare, sorridendo alle sue converse bianche diventare improvvisamente un oggetto di attenzione irresistibile.
"Buongiorno!" Mike l'aveva sentita rispondere arrossendo sotto i ricci, trovando adorabile, semplicemente adorabile il suo candido imbarazzo, tanto da non riuscire proprio, proprio più trattenersi dal farlo, non più.
"Baciami, Mike.." erano state le parole che avevano cullato quel ricciolino per tutto il resto della notte, le stesse con le quali si era coricato nel suo letto, nella casa silenziosa e già crollata in un sonno profondo, benedicendo la sorella che, almeno all'apparenza, doveva essere rimasta fedele al loro accordo, le stesse che lo avevo visto finalmente crollare in un sonno profondo, sicuro più che mai di poter sognare solo cose belle quella volta.
Le stesse che lo avevo svegliato quel lunedì mattina con un sorriso così enorme e felice, così poco da lui, nel giorno tipicamente più odiato di tutta la settimana, tanto da far insospettire non poco lo sguardo sempre attento di sua madre.
"Così allegro oggi, Mike?" lo aveva apostrofato Karen Wheeler, vedendolo sorridere esageratamente al suo piatto di eggos quella mattina,
"Ti senti bene, tesoro?"
"Oh sì, si sente benissimo!" aveva sussurrato sul suo cappuccino Nancy guardandolo di sottecchi, facendolo rabbrividire e tirare un velato calcio alla sua sedia alzando su di lei occhi in grado di incenerirla sul tavolo da colazione della famiglia Wheeleer, vedendola ridere con un sorriso complice.
"Concedimi almeno di divertirmi un po', fratellino!"
E quel "Baciami, Mike.." lo aveva accompagnato per tutto il resto della mattina, nella corsa in bici lungo le strade di Hawkins insieme ai suoi amici, sotto gli occhi verdi allegri e curiosi di Will, quelli un po' più increduli di Lucas, Dustin e Max.
"Wow...qualcuno deve aver dormito bene sta notte!"
E quel "baciami" sussurrato dalle sue labbra ad un passo dalle sue, dalla sua voce così dolce, pura ma quasi supplicante in un moto di passione, quella richiesta così innocente, così timida ma anche decisa, come chi non può più riuscirci, proprio riuscire a trattenersi di più, lo aveva accompagnato fin davanti a quell'aula in cima alle scale, rendendo ogni passo più forte il battito del suo cuore ovunque, in ogni fibra del suo giovane ed impaziente corpo.
E quella parola, quella richiesta, quella supplica, era quasi una promessa più profonda di tutte le altre mai fatte, quasi la conferma che sì, sì cavolo! Lei voleva che succedesse esattamente come lui lo desiderava con tutte le sue forze.
Mike Wheeler non credeva di aver mai sentito qualcosa di così dolce e dannatamente erotico nella sua intera vita, capace di tendere come una corda le sue intere facoltà mentali residue, quelle rimaste dopo una notte di sogni dolci di coccole e carezze, alternati a quelli più caldi e roventi di quella piccola tra le sue braccia a sussurrare al suo orecchio con la sua voce fine ma così dannatamente sexy ogni supplica più o meno esplicita.
"Baciami, Mike...baciami"
"Dove, El? Dove vuoi?
"...dappertutto"
"Buongiorno!" l'aveva salutata lui di fronte alla porta di quell'aula,
"Buongiorno!" l'aveva vista arrossire lui, abbassando lo sguardo in un moto di pudore, non potendo credere a quanto dannatamente bello potesse apparire il suo viso più rosso, solo per lui.
E Mike aveva fatto un passo in avanti, senza sapere nemmeno lui cosa stesse facendo, sentendo solo che non poteva trattenersi proprio di più, non più.
"Baciami, Mike...baciami"
E Mike semplicemente decise di...agire.
"Buongiorno..." El spalancó gli occhi quella mattina sentendolo ripetere quel suo saluto, rialzando la testa e ritrovandolo a sé più vicino, il suo viso ad un passo dalla sua fronte, dai suoi ricci, dove un istante sentì partire mille e forse più brividi lungo le sue braccia fino giù per la sua schiena, dal punto dove lui, con voce profonda e fiato caldo proseguì il suo saluto, dopo averle lasciato un profondo, caldo e dolce bacio tra i suoi ricci sulla nuca,
"Buongiorno, fiorellino"
Il paladino vide la sua principessa sorridere, non sapendo come proseguire la silenziosa conversazione, limitandosi a ripassare con la matita i contorni di quel cuoricino con le lunghe ciglia a sbattere leggere intorno ai suoi occhioni, le labbra rosse torturate dolcemente tra i denti come chi ha una miriade di pensieri dentro da non riuscire a mettere in fila, sotto gli occhi di un piccolo nerdino adorante, ora completamente girato verso di lei più che verso la lavagna, al diavolo la paura di essere beccato, tanto niente e nessuno sarebbe mai riuscito a fargli distogliere il suo sguardo innamorato dalle sue labbra così dannatamente invitanti.
"Sei così bella, così bella El quando fai così..."
"Uno ione Na+ risulta circondato e attratto da 6 ioni Cl− e viceversa, in una struttura detta cristallina. Anioni e cationi infatti si dispongono alternativamente in un reticolo cubico."
"Chissà se sta ascoltando la lezione..." la piccola Hopper si chiese alzando lentamente lo sguardo verso di lui, seguendo il contorno delle sue braccia, del suo maglione di maglia larga blu scuro a strisce verdi sulle sue spalle, risalendo con lentezza quasi misurata la pelle chiara del suo collo fino al profilo sfilato della sua mandibola sporgente, circondata dai ricci morbidi che, damn!, la piccola non poteva aspettare di riavere immediatamente sotto le sue dita.
Lo sguardo di quel ricciolino era finalmente rivolto verso la lavagna, davanti alla quale la professoressa Green era intenta a tentare di inculcare nelle teste assonnate dei suoi allievi i principi base di un legame ionico e covalente.
Ed El non era mai stata più felice di non seguire una sola parola di quella lezione.
La pelle di neve di Mike, quella mattina, sarebbe stata in grado di catturare l'attenzione di quella ragazzina più di qualsiasi lezione di chimica.
Il profilo del suo viso, fine e magro con gli zigomi più sporgenti, a disegnare ombre naturali sulle sue guance, rendendolo così maturo, in contrasto con la dolcezza di quei puntini a regalargli un ultimo barlume di aspetto infantile, il profilo del suo naso, delle sue labbra quasi del tutto guarite, solo più in parte gonfie lungo il lato inferiore, non di meno così terribilmente belle, e poi la sua pelle, la sua pelle liscia, così liscia...ma come diavolo si poteva avere una pelle così dannatamente liscia?
"Anche se la molecola di NaCl esiste allo stato gassoso, allo stato solido, non esiste una molecola ionica."
"Sei così carino, Mike..."
"Fatto generale valido per tutti i composti ionici"
"Troppo, troppo...troppo carino, Mike!"
"Signorina Hopper?"
La voce della professoressa irruppe all'orecchio di El come una doccia d'acqua fredda quella mattina, facendo sussultare la piccola sbattendo le lunghe ciglia e distogliendo infine lo sguardo dal viso di quel ragazzo, rialzandolo sopra di sé su quel banco in prima fila, verso la fonte di quel richiamo di rimprovero, fino a ritrovare la figura della professoressa a braccia incrociate sopra la giacca del suo tailleur grigio intenta a fissarla con sguardo severo.
"Vuole continuare lei la lezione, signorina?"
"Mi scusi, professoressa..." abbassò lo sguardo El mortificata, stringendo le dita sulla sua matita e vedendo Mike prontamente allungarsi sul suo libro, a scoprire con finta noncuranza le loro scritte lasciate a bordo delle pagine.
"Io...credo di essermi distratta"
"Lo credo bene!" continuò la docente, alzando un sopracciglio,
"Lo credo se pensa di leggere i principi del legame ionico direttamente sulla faccia del signorino Wheeler seduto accanto a lei!"
Le risatine provenienti dai lati delle aule alle sue spalle fecero prendere fuoco le guance della piccolina, più imbarazzata che mai e desiderosa solo di sparire in quel preciso istante fino al centro della terra.
Ma nulla fu più imbarazzante del fallo di risollevare gli occhi per un solo secondo accanto a sé, ritrovando quelli di quel ricciolino a fissarla divertito, con un palese sorriso soddisfatto e stupito ad illuminare il suo viso compiaciuto.
"Shit!"
"Mi scusi professoressa...non succederà più..." si affrettó a balbettare El con voce piccola piccola, riabbassando lo sguardo sul suo libro, immacolato a differenza della sua faccia certo più simile al colore di un pomodoro in quel momento.
"Lo spero!" sospirò sopra le loro teste la professoressa, allontanandosi a lenti passi da quel banco verso il centro dell'aula.
"Il primo compito sarà la prossima settimana ragazzi, non ho bisogno di ripetervi che sarà su tutto il programma svolto fino a questo momento! Cercate perciò di restare concentrati e prestare attenzione...tutti quanti"
"Distratta alla lezione, signorina Hopper?" El ancora in preda alle fiamme sulle sue guance lo vide riprendere a scrivere trattenendosi dal ridere, facendole avvertire ancora più bollente la pelle dell'intero viso.
"È così poco da lei, signorina...chissà che brutta compagnia la sta portando sulla cattiva strada!"
"Brutte, bruttissime compagnie!" fu il turno di El di rispondere prontamente, stando al gioco ma lanciando di tanto in tanto uno sguardo in direzione della professoressa, intenta a scrivere con il gesso di spalle alla lavagna.
"La stessa che mi ha fatto scappare di casa nel bel mezzo della notte!"
"Quella è stata una tua idea!" El lo vide rispondere scuotendo la testa, con viso più che mai divertito e occhi fissi sul libro.
"Potresti essere tu la brutta compagnia per me, El!"
"Ma che peccato...dovresti starmi lontano allora..." la piccola Hopper rispose prontamente, facendosi assalire solo un secondo più tardi da un'innocente paura: e se...e se davvero...e se davvero lo volesse fare il nerdino seduto accanto a lei?
Se davvero volesse mai...allontanarsi da lei?
"Sì, forse dovrei..." Mike la sentì deglutire, trattenendo una risata, scorgendo con la coda dell'occhio il suo viso rabbuiarsi in un secondo.
Adorabile, assolutamente adorabile.
El trattenere il fiato, vedendo i suoi occhi correre veloci di fronte a sé, da sopra il viso fino alla figura della professoressa ancora di spalle di fronte alla lavagna, fino al suo viso, sentendolo spostarsi più velocemente di quanto lei potesse accorgersene per reagire, avvertendo le sue labbra schiudersi d'istinto e il suo battito bloccarsi, sentendo la sua voce bassa come un sussurro accanto al suo orecchio tra i suoi ricci:
"Forse dovrei...ma non sarei mai in grado di farlo, El"
El deglutì, questa volta più sonoramente, sentendolo allontanarsi da lei tanto velocemente quanto si era avvicinato, tornando al suo posto appena in tempo per vedere la docente voltarsi di nuovo verso la classe di studenti:
"Allora, qualche domanda?"
"Come si fa a continuare a respirare?" avrebbe voluto alzare la mano e chiedere quel fiorellino seduta al primo banco, ma si limitò ad appoggiare il mento sulla sua mano nascondendo un più profondo sorriso, fotocopia di quello del ricciolino accanto a sé, chiedendosi perché quelle lezioni di chimica erano in grado di farle venire il fiatone più delle ore di ginnastica.
O forse il perché già lo conosceva, aveva lo stesso nome di Mike short for Michael Wheeler.
"Ci vieni al cinema domani sera?" la piccola tentò di riprendere fiato silenziosamente, vedendo il ragazzo voltare pagina ma continuando a scrivere, i ricci neri ricaduti sulle ciglia a nascondere uno sguardo che non sarebbe servito un indovino ad immaginare speranzoso e più fiducioso che mai.
"Ti prego..." avrebbe voluto aggiungere il piccolo Wheeler ma, trattenuta la matita sospesa per un istante, trovò più saggio e meno disperato optare per qualcosa di diverso:
"Il film credo ti potrebbe piacere!"
"Che film?" scrisse la piccola con un sorriso, ignorando il fatto che mai era stata al cinema nella sua intera vita.
Sapeva bene che cos'era un cinema, aveva visto tante volte nei film coppie di innamorati andarci insieme, facendosi persuasa dell'idea che, almeno secondo quelle commedie romantiche, più che per vedere i film quelle sale poco illuminate dovessero servire come scuse per baciarsi ai primi appuntamenti.
E a quel pensiero la piccola non poté fare a meno di sentire il suo stomaco fare un salto carpiato all'indietro, unito a quello strappo profondo sotto l'ombelico ormai diventato il suo migliore amico.
Ma che bellissima, bellissima idea...
"Star Wars, il ritorno dello Jedi! È il terzo della trilogia, Dustin non vede l'ora di vederlo, ne sta parlando da mesi ormai..." Mike rispose prontamente di sotto la sua domanda, cogliendo un piccolo e solo in parte nascosto sospiro di delusione, alla vista del nome dell'amico, tanto simpatico quanto di troppo nei piani iniziali della piccola.
"Ah...al cinema tutti insieme intendeva dire?"
"Io Lucas Dustin e Will ci andremo di sicuro..." si affrettò a chiarire il giovane Wheeler, non potendo immaginare l'ira funesta degli amici che si sarebbe sicuramente abbattuta su di lui se avesse provato anche solo ad osare dare loro buca per quell'uscita.
Avevano visto il primo film insieme al cinema nel '77, quando con i piedini nemmeno arrivano ancora a toccare il pavimento sotto le poltrone, e anche se ora che le loro gambe lunghe non gli permettevano di trovare una posizione comoda su quegli stessi sedili, niente era cambiato, immutabile e sacro.
Così come i poster appesi fieramente sopra il letto di Lucas, le spade laser giocattolo dai colori sgargianti regalate dagli amici per il decimo compleanno di Dustin e conservate gelosamente nell'armadio dei giochi, i disegni di esplosioni, navicelle e galassie lungo le pareti della camera di Will e i suoi modellini del Millennium Falcon e della Morte Nera sul comodino accanto al letto di Mike.
Star Wars era qualcosa da guardare in prima visione insieme sul grande schermo, non c'era scusa che mai avrebbe potuto reggere.
"...vieni con noi, El?"
"Devo chiedere a papà..."
"O puoi sempre saltare giù dalla finestra..."
"Molto divertente, Mike.." il nerdino la vide scuotere la testa con un sorriso, facendole pregare in cuor suo dicesse di sì.
Erano belle le esplosioni, belli combattimenti, bella la trama e la storia che da sempre era in grado di tenerlo con il fiato sospeso fin da bambino, con gli occhioni grandi spalancati di meravigliosa di fronte allo schermo.
Ma ancora, ancora più bella in quel momento gli appariva l'idea di poter avere la ragazza più bella del mondo seduta accanto a lui in quella sala semibuia del cinema, a condividere un cesto di pop corn sfiorando per finta distrazione la sua mano con la sua e chissà, forse addirittura una lattina di Coca-Cola in due.
E chissà, magari avrebbe davvero potuto in quell'occasione soddisfare la sua così disperata richiesta?
"Baciami, Mike...baciami"
Che quel piccolo tradimento nei confronti del suo film preferito significasse che stava definitivamente, irrimediabilmente crescendo, se ormai lo elettrizzava di più l'idea di portare un braccio sulla spalla di una ragazza nel buio, piuttosto che esultare con i suoi amici nerd della conquista della navicella base militare dei nemici dei ribelli?
"...e Max?" Mike si stupì di vederla scrivere con tratto quasi esitante, e viso improvvisamente più serio.
"Viene anche lei al cinema con voi?"
"Beh, sì, credo di sì..." rispose Mike corrugando la fronte, non riuscendo a comprendere perché quell'eventualità rappresentasse un problema.
Chissene importava in sincerità dei suoi amici, l'importante non era stare insieme con lei?
"Non lo so, Mike..." il nerdino perse il suo sorriso, vedendola scrivere timidamente, sentendo il suo cuore di paladino valoroso punto nell'orgoglio.
"Non credo che sarebbe contenta se ci fossi anche io...forse è meglio che io non ci sia..."
"Sciocchezze!!!" rispose Mike a caratteri cubitali, talmente grandi che per il resto fu costretto a cambiare facciata.
"Non esiste che tu non venga solo perché credi che Max non ti voglia con noi, El! È una puttanata, un'emerita puttanata!"
"Max non è mai contenta quando vi raggiungo davanti agli armadietti o in mensa per pranzo..." El rispose sconsolata, non potendo far sentire Mike in colpa per quanto fossero innegabilmente vere quelle parole.
Damn!
"...lei alza sempre gli occhi al cielo quando mi vede"
"Sciocchezze, El...e alla festa?" Mike tentò scrivendo veloce, ricordando chiaramente tra i ricordi un po' confusi l'immagine delle figure delle due ragazze intente a ballare vicine ridendo come due matte, davanti agli occhi stupiti suoi e del suo amico dalla pelle cioccolato.
"Wow..."
"Solo perché avevamo bevuto quel liquido rosso, Mike..." il piccolo Wheeler dovette ammettere, senza osare replicare.
"Non credo sia una buona idea che venga anch'io al cinema...ma grazie lo stesso di avermi invitato!"
"No El, non lo accetto! Non lo accetto nella maniera più assoluta!" El lo vide continuare, riempiendo un altro foglio, trattenendo una risata ed immaginando già quanto si sarebbe divertita a rileggere tutti quei messaggi tra di loro sul suo libro, al momento di studiare la lezione.
Magari perfino insieme con lui...
"Non esiste che tu non venga al cinema con noi solo perché credi che a Max non faccia piacere...non ha senso!"
"Io non lo credo..." El prese un profondo respiro, sperando il suo vicino di banco non insistesse di più,
"...io ne sono certa!"
Era già abbastanza umiliante così fingere ogni volta di non accorgersene, fingere di non vedere: fingere ogni volta di non rimanere profondamente impotente e mortificata di fronte alle occhiate sprezzanti di quella ragazza dai capelli rossi alla quale la piccola ancora non riusciva a capire quale sgarro avesse mai potuto fare nella vita.
La piccola Hopper era certa quella ragazza non fosse in fondo una persona cattiva, non per la sua profonda convinzione che tutti nel mondo fossero buone persone in fondo, ma anche perché lei l'aveva visto, l'aveva visto davanti ai suoi occhi quella sera!
El si ricordava bene di come tutti i suoi amici si erano schierati come un sol uomo davanti a Troy e ai suoi amici bulli per aiutarla.
Tutti, perfino Max, ma la piccola non aveva voluto farsi troppe illusioni.
L'aveva sentita commentare a bassa voce, ma non abbastanza perché lei non potesse sentirla, che la festa non sarebbe mai finita in quel modo se Mike non avesse insistito per invitarla, arrabbiata e scocciata per qualcosa di molto importante, a quanto alla piccola sembrava di aver capito, che lei e Lucas erano stati costretti ad interrompere da qualche parte nella casa per correre in suo soccorso.
Ed El non c'era rimasta solamente male, ad El per poco non era venuto da piangere di nuovo quella sera, nella sua mente già tremendamente in colpa per il brutto guaio fatto passare ai suoi amici solo e soltanto per colpa sua.
Sì, niente di tutto quello sarebbe successo se Mike non l'avesse mai invitata, se lei non avesse detto di sì...se lei a quella festa non ci fosse mai nemmeno andata.
"È meglio che io non ci venga, Mike...fidati di me!"
"Non se ne parla!" ribattè immediatamente Mike con aria decisa, continuando a scrivere senza lasciarle il tempo per replicare.
"Sono io che ti sto invitando, tu hai tutto il diritto di venire! Chissene frega di cosa pensa Max, chissene frega, cazzo!" Mike rialzò in un secondo gli occhi su di lei, incrociando i suoi spalancati, proprio sullo scadere dell'ora di lezione, in mezzo al suono acuto della campanella.
E Mike ed El rimasero a fissarsi per secondi interminabili, sguardi seri e fissi, occhi negli occhi.
"Non le permetterò di impedirti di venire con noi, El, se davvero ti può far piacere..." El lo vide parlare piano, senza staccare gli occhi dai suoi, e fu quasi strano risentire la sua viva voce, dopo aver passato un'intera ora ad immaginarla solo, attraverso le scritte sul suo libro.
Alla piccola venne da sorridere di gioia, non avrebbe saputo dire nemmeno lei il perché.
Forse perché in fondo lui aveva ragione, perché mai avrebbe dovuto rinunciare a quell'occasione per stare con lui solo per paura, per paura della reazione di quella ragazza, proprio lei che per tutta la vita aveva affrontato molto, molto di peggio, con persone ben più cattive e ben più spietate di fronte alle quali aveva ormai imparato a diventare coraggiosa?
E nessuna lingua biforcuta o tortura più cattiva mai era riuscita a spezzare le sue ossa.
"E se proprio dovesse protestare se la vedrà con me!"
"Okay..." Mike la vide annuire, sorridendo timidamente, illuminando il suo viso con una luce bella, calda, di gioia, di fiducia e d'amore.
"...accetto"
"Forte!" Mike sorrise richiudendo il libro sotto di sé, alzandosi in piedi dal banco in mezzo agli altri studenti in procinto di abbandonare l'aula per l'intervallo, aspettando che lei riponesse il libro nello zaino e prendendola per mano lungo il corridoio, in direzione dei loro armadietti e dei loro amici.
"Andiamo..."
E quella piccola principessa non poté fare a meno di sorridere, stringendo più forte le sue dita lungo quel corridoio, sentendo il suo petto innondato di calore e commozione: quel piccolo paladino si sarebbe davvero per sempre proposto di difenderla da ogni drago, mostro o lupo cattivo che avrebbero mai potuto incontrare lungo il loro cammino.
*
"Il più grande di tutti i tempi, parola mia!"
"Sì, certo, come no..."
"L'avevi detto anche per tutti gli altri film della trilogia..."
"L'impero colpisce ancora doveva essere il film del secolo, e invece..."
"...invece Una nuova speranza resta sempre il migliore!"
"Non c'è storia, amico: i primi film sono sempre i migliori, è come una legge matematica!"
"Come il primo, amore..."
"Così romantico, stalker..."
"Vi prego, non fatemi vomitare..."
Due piccoli nerdini risero, facendosi strada lungo il corridoio dal pavimento rosso ancora semi sgombero dalla folla di studenti liceali pronti al cambio d'ora, il braccio di uno sulle spalle dell'altra come d'abitudine in mezzo ai due migliori amici, ignorando gli scherni di uno e le finte espressioni di disgusto dell'altro.
E per uno degli elementi del party quella mattina c'era davvero poco da scherzare: quella era diventata una questione di onore bella e buona.
"Vi dico che ne sono certo! Al 100%, cazzo! Il ritorno dello Jedi sarà il nostro preferito di sempre! Fidatevi del sottoscritto!"
"E perché mai nei dovresti essere così sicuro, amico?"
"Già! Che cosa dovrebbe avere di così speciale?"
"Ma voi avete idea di quanto hanno finanziato questo film? Ne avete una ben che minima idea?!"
"Perché, tu sì?"
"Quasi 2 milioni e mezzo di dollari!"
"Impossibile!"
"Non ci credo!"
"Vi dico che è così! È tutto vero, cazzo!"
"E tu come faresti a saperlo?!"
"Informazioni top-secret da parte di informatori specializzati nell'ambito della cinematografia di alta scala, parola mia!"
"...in parole povere?"
"Mio zio Marcus...garantito!"
"...ma tuo zio non era l'addetto alla distribuzione dei pop-corn al vecchio Cinema su Lexinton Road?"
Un nerdino dai ricci chiari ad di sotto di un cappello dalla visiera rossa e bianca alzò gli occhi azzurri al cielo con aria spazientita ed in parte rassegnata, in mezzo alle risate di derisione e tutt'altro che cordiali degli amici intorno ai loro metallici armadietti.
La campanella aveva tintinnato energica già da qualche minuto e già il corridoio di faceva fitto di studenti e studentesse ancora con i palmi ben aperti a proteggere uno sbadiglio, nel caotico ed assonnato lunedì mattina alla Hawkins High, appena le 9 del mattino nel primo cambio d'ora.
Decisamente troppo presto per stare a discutere di qualsivoglia cosa, ma non abbastanza per non farsi coinvolgere in una disputa all'ultimo sangue.
L'importante non era mai stato avere ragione, ma risultare il più convincente.
"Credeteci o no, io dico che sarà epico, ragazzi..."
"Se lo dici, Dusti-Bon..." scosse la testa divertito il nerdino dalla pelle scura, facendo cigolare tristemente lo sportello metallico del suo armadietto accanto a quella della rossa, più taciturna del solito a causa del mal di gola guadagnato nell'appena trascorso weekend e con una pesante sciarpa di lana avvolta attorno al collo.
Gli sguardi d'apprensione rivolti alla ragazza erano in grado di farla arrossire di emozione o sbuffare d'impazienza a minuti alterni, non ci sarebbe stato molto da stupirsi:
"Così galante, stalker..."
"Oh, ma finiscila! Erano solo due linee di febbre, sei peggio di mia madre!"
"Dov'è Mike?" chiese Will tutt'un tratto, sbattendo la porta del suo armadietto e guardandosi intorno lungo il corridoio, cercando nella folla un cespuglio di ricci corvini, da sempre segno distintivo del suo migliore amico.
"È in ritardo...dovevamo scegliere l'orario di proiezione per domani!"
"Già, dov'è Mike?!" esclamò a ruota Dustin, annuendo con foga e volgendo anch'egli lo sguardo altro, ignorando la coppietta di amici appena destati dall'incanto dei rispettivi occhioni innamorati.
"Lui mi darebbe ragione sul film, più che sicuro!"
"Già, perché Mike è da sempre un credulone..."
"Taci, Sinclair!"
"Ma dove diamine è finito? È suonata già da un pezzo!"
"Si sarà perso in una provetta nel laboratorio di chimica?"
"Vi dico io dov'è..." scosse la testa la rossa, con la sua voce rauca e solo lievemente più cupa, incrociando le braccia sul petto e seguendo lo sguardo dei migliori amici, verso le scale dirette all'ultimo piano, dalla parte opposta del corridoio.
"Starà progettando un altro modo per mandare in fumo i nostri piani e guastare la serata"
"Quanto puoi essere stronza, MadMax, in una volta sola?" alzò gli occhi verdi al cielo il piccolo Byers, voltandosi verso l'amica già pronta con aria di sfida.
"E con questo cosa vorresti dire?"
"Cosa vorrei dire?! Mi sembra più che chiaro!" esclamò la rossa allargando le braccia, indicando con cenni del capo i lividi solo leggermente meno scuri degli amici, ancora ben evidenti ai lati dei loro visi.
"Provate a dirmi che quello che è successo non si sarebbe potuto evitare a quella festa se Mike non avesse, beh..."
Dustin alzò un sopracciglio con aria stupita per un attimo, solo per un attimo, davanti alla ragazza intenta a decidere con quanta cattiveria gettarsi sull'ultimo affondo della sua filippica: Max che si tratteneva dallo sparare una cattiveria gratuita?
Quasi incredibile!
Di certo quelle due linee di febbre le avevano dato alla testa più di quanto credeva.
"Insomma...mi avete capito, dai!"
"Se intendi incolpare El per tutto il casino che è successo sei fuori strada..." scosse la testa Will con sguardo serio, incrociando le braccia sulla sua camicia a quadretti aperta su una tshirt degli Eagles.
"Come puoi dare la colpa a lei per quello che è successo con Troy, come se se la fosse andata a cercare lei! Ma andiamo, è ridicolo!"
"El non aveva fatto proprio niente, è Troy che ha fatto lo stronzo..." intervenne tentennante Lucas alle sue spalle per amore della verità, immediatamente incenerito dallo sguardo della ragazza sul posto:
"E tu come faresti a saperlo, stalker, se fino a pochi minuti prima eri di sopra con me a fare..."
"Vi prego, vi prego basta, mi sento male!" si tappò le orecchie Will, chiudendo gli occhi e tentando di scacciare dalla mente i due migliori amici intenti a fondere tra loro le rispettive facce o a emettere quei rumorosi versi proveniente dallq stanza del fratellone ogni qual volta la sorella di Mike restava a dormire a casa Byers per una notte.
Bello crescere sì, la voglia di scoprire il mondo intorno anche, ma no...non se l'oggetto di discussione doveva comprendere una delle coppiette dei suoi migliori amici.
"In ogni caso..." scosse più energicamente i capelli rossi sulla fronte la ragazza, portando le mani davanti a sé come ad invocare concertazione, davanti agli occhi stupiti dei suoi migliori amici:
"...colpa o non colpa, in ogni caso quella stramba è una mina vagante e nessuno mi è stato a sentire quando sarebbe stato il momento giusto di farlo! Ci è servita una festa dalla quale saremo probabilmente banditi per la vita per farvi capire quanto è pericoloso starle vicino!"
"Oh! Questa è la MadMax che conosco!" esclamò ironico il nerdino dagli occhi azzurri, portandosi vicino all'amica con un sorriso di compassione,
"Temevo che la febbre avesse annullato per sempre la tua innata stronzaggine! Ora finalmente sono più sereno!"
"Taci, Dusti-Bon!" incrociò le braccia sotto al seno la ragazza, non smossa di un pelo da quella poco velata presa in giro, incenerendo il giovane Byers intento a nascondere dietro una mano una mezza risata.
"Il fatto che voi ancora la difendiate mi fa dubitare del vostro quoziente intellettivo inferiore alla media!"
"Io dico che ti devi dare una calmata..." scosse la testa con un ultimo sorriso Will, nascondendo il viso dentro la scatolina metallica del suo armadietto,
"El è a posto ed è sempre stata gentile con te, a differenza tua..." Max non poté trattenere una smorfia a quelle parole, in mezzo ai cenni di assenso di Dustin e a quelli più timidi ma decisi del ragazzo alle sue spalle.
Non c'era già più molto da discutere, molto più di farli ragionare: quella stramba ragazzina dagli imbarazzanti vestitini a fiori aveva già fatto ai suoi migliori amici un lavaggio del cervello completo.
"Fossi in te eviterei di sprecare tempo con queste stronzate e lo impiegherei invece per..."
"Certo! Facciamoci portare giù a picco con lei!" lasciò cadere le braccia lungo ai fianchi la rossa, non potendo restare più a lungo in silenzio in quel corridoio.
"Come se non fossimo già abbastanza presi di mira da Troy e i suoi amichetti d'altronde..."
"Troy e gli altri ci avrebbero preso di mira con o senza di lei..." commentò rassegnato Dustin, tirando fuori i libri dallo zaino e riponendoli nel suo armadietto.
"Se non ci fosse stata El con noi ad Halloween avrebbero certo trovato un'altra occasione per darci fastidio, parola mia! E poi...a me El sta simpatica!"
"Già, anche a me!" la voce di Will proveniente dell'armadietto assentì, facendo alzare più in alto gli occhi della rossa fino al soffitto.
"E tu che ne dici, stalker?" Lucas la vide voltarsi con aria si sfida alle sue spalle, facendolo pregare che il suo armadietto potesse trasformarsi in un portale interdimensionale.
"Ehm..." balbettò il ragazzo vedendo la rossa alzare un sopracciglio con aria minacciosa, tentando di trovare una risposta convincente che non gli facesse infrangere quella sacrosanta promessa alla base dell'esistenza del party stesso dalla notte dei tempi:
"Friends don't lie".
"Allora?"
"Beh...è stato figo cosa ha fatto la scorsa sessione contro quell'idra a sette teste con quel tiro da 20..."
"Non posso crederci!" sbuffò Max con tono rassegnato ma neanche minimamente arreso, facendo chiudere con forza lo sportello del suo armadietto e facendolo sbattere di riflesso quelli degli amici tutt'intorno.
"Eh va bene, continuiamo pure a far finta che non sia successo niente! Continuiamo pure a farglielo fare!" gli occhi dei 3 nerdini si mossero contemporaneamente verso l'amica, mosso un passo indietro lungo il corridoio, rossa in viso di rabbia ormai quanto i suoi capelli raccolti in una disordinata coda sulla nuca.
Raramente la seppur da sempre focosa MadMax si era mostrata così caparbiamente incazzata contro qualcosa.
O meglio, contro qualcuno.
"Continuiamo a permetterle di rovinarci anche il resto dell'anno, forse perfino dell'intero liceo! Continuiamo ad accettare che lei ormai sia entrata a pieno titolo nel gruppo, introfulandosi senza un invito scritto e limitandosi a fare gli occhi dolci a quel idiota di Mike che ancora non ha capito che è solo una sua stupida tecnica per catturare la sua attenzione!" la ragazza continuò senza esitare, ignorando lo sguardo truce di Will, più che espliciti su quali sarebbero stati i suoi possibili commenti sull'argomento.
No, MadMax non aveva ancora finito.
"Continuiamo pure a farglielo fare, coraggio!" Max proseguì con un cenno di esortazione, gli occhi azzurri spalancati fuori dalle orbite come nemmeno il suo ranger dalla pelle scura si ricordava di averla vista così furente verso qualcuno, qualcuno almeno di diverso da lui.
"Continuiamo a permetterle di mandare a picco anche quel poco di dignità accumulato davanti ai nostri compagni liceali in questi ultimi due mesi!"
"Dignità? Quale dignità?!" scoppiò a ridere Dustin senza potersi trattenere, come se quell'ultima fosse stata davvero una grande battuta.
"E da quando noi nerdini possiamo vantarci di avere una dignità?!"
"E va bene, continuate a non ascoltarmi, fate pure!" scosse la testa rassegnata la rossa, alzando le braccia in segno di resa, con occhi di fuoco, davanti a quelli preoccupati del nerdino dalla pelle color cioccolato.
"Eddai Max, si faceva per scherzare..."
"No no prego, fate come se non avessi detto nulla..." il party la vide sospirare, con occhi improvvisamente lucidi e tristi senza un'apparente ragione, nascondendo il viso dagli sguardi puntandolo altrove.
E a quella vista, perfino il sorriso di Dustin si spense dal suo viso e gli occhi di Will si fecero improvvisamente attenti, drizzate le antenne in testa.
"Max, ti senti...?"
"Continuate, continuate!" scosse la testa Max prendendo un profondo respiro, così agitata o triste da far apparire il suo viso come sul punto di scoppiare a piangere da un momento all'altro, senza un'apparente ragione.
"Max, ma che...?" fece un passo di avanti Lucas con sguardo preoccupato, ma la ragazza lo bloccò con mano decisa, come ad intimarlo di non avvicinarsi, di non volerlo vicino a sé un passo di più.
"Continuate a non darmi retta ma vi avverto non mi troverete più qui...non mi troverete più qui quando lei avrà preso definitivamente il mio posto all'interno di questo gruppo. Non mi troverete più qui a sentirvi dire quanto lei sia fantastica e di quanto sia più gentile e probabilmente meno stronza di me! Non sarò qui a farmi convincere da voi di quanto lei sia perfetta, mentre io..."
"Ehi, ragazzi!"
La voce dell'ultimo nerdino dai ricci neri raggiunse le orecchie amici al di sopra del brusio di quel corridoio, facendo voltare le teste chi più rapidamente chi più lentamente verso due figure in avvicinamento attraverso la folla, sorridenti e per mano insieme.
Come sempre.
Max si affrettò ad abbassare di più la testa a terra, Lucas a farsi a lei accanto allontanato prontamente da una sua mano, mentre Will e Dustin fecero di tutto per sfoderare il loro più convincente sorriso, davanti agli occhi solo leggermente interdetti di Mike ed El ora di fronte a loro.
"Oh, buongiorno ragazzi!" esclamò Dustin allargando le braccia con fin troppo entusiasmo, facendo sorridere di più la piccolina, assolutamente ignara di quale potesse essere il motivo di tutta quella agitazione.
"Passato un piacevole weekend, my lady?"
"Senza dubbio un'ottima domenica sera.." Mike sentì il suo migliore amico commentare con sguardo furbetto, avvertendo la punta delle orecchie in un secondo avvampare, troppo intento ad incenerire Will con gli occhi per accorgersi di quanto quel fiorellino fosse arrossita in viso esattamente allo stesso modo, accanto a lui.
"Cavolo Will, ti meriti decisamente una bella lezione..."
"...indimenticabile, senza dubbio!"
"Wow wow wow!" esclamò Dustin con occhi curiosi, davanti a quelli più imbarazzati che mai dei due amici, facendo meditare ad El di sparire, aprendo una breccia nel muro.
"Qualcuno qui a qualcosa da raccontare?"
"Ehm...di cosa stavate parlando?!" tentò di sviare le domande il piccolo Mike, lanciando uno sguardo più in là alla coppia di amici poco distanti, coinvolti in un'animosa ma silenziosa conversazione.
"Confermato il cinema per domani sera?"
"Assolutamente!" esclamò Dustin annuendo felice, non perdendo occasione per ripartire alla carica con la sua opera di persuasione.
"Finalmente qualcuno entusiasta quanto me! Bravo Wheeler, sapevo tu non mi avresti deluso! Questo film sarà epico, parola mia! Sarai dei nostri, vero?"
"Contaci!" il ricciolino annuì, battendo un cinque volante al palmo dell'amico, già in attesa ancor prima che rispondesse a quella domanda.
La piccola avvertì un brivido caldo percorrerle la spina dorsale a quella domanda, sentendo la mano del suo paladino stringersi più forte alla sua ed intuendo già quale potesse essere la successiva affermazione.
"Anzi, contateci entrambi!" El lo sentì continuare, voltandosi verso di lei con un sorriso, non potendo trattenersi dal ricambiare a sua volta, seppur con una punta mal celata di preoccupazione.
Lo sguardo di quella bambina non poté non portarsi immediatamente su di lei, sulla ragazza dai capelli rossi al di là delle spalle dell'amico senza denti di fronte a lei, due passi più indietro, intenta a fissarla con la stessa intensità con la quale si potrebbe fissare una macchia decisamente molto fastidiosa a rovinare un bel vestito bianco.
Ed El si sentì trapassare da quello sguardo, quasi da perderne il respiro, tanto da ignorare il ragazzo al fianco della rossa con la mano sulla sua spalla, come a chiederle di fermarla, quasi a gridarle "non lo fare".
La piccola deglutì, sentendo i battiti del cuore accelerare davanti allo sguardo carico di odio di quella ragazza, non potendo credere che i suoi sospetti fossero stati più che fondati: che fine avevano fatto le risate, i sorrisi complici, le battute scambiate con quella nerdina dai capelli rossi lo scorso venerdì sera, ballando sotto le note di quella musica allegra in un attimo di gioia che per quel fiorellino aveva rappresentato quasi l'inizio di una nuova speranza?
El strinse le labbra, così come le dita intorno alla mano di Mike, quasi fino a sentirne il dolore: no, niente era cambiato, tutto era tornato esattamente come prima.
E oltre che delusione, El, sentì in un secondo risalire dal suo petto anche un profondo senso di oppressione, o forse meglio di ingiustizia, quasi di...furore?
Non era giusto, non se lo meritava, che aveva mai fatto per meritarselo?
Perché mai quella ragazza doveva continuare a comportarsi così con lei?!
"Contateci entrambi!" la voce lontana di Mike fu appena percepita dalle orecchie di El, quasi provenienti da troppo lontano per essere degne di nota, concentrata e calamitata solo su di lei, sugli occhi azzurri di quella ragazza, occhi negli occhi.
Era forse quella la prima volta che quel fiorellino riusciva a reggere così intensamente lo sguardo di quella rossa, seppur di odio contro il suo di confusione, seppur di rabbia contro il suo di tacita attesa?
Ma per la prima volta, in quel corridoio, El si sentì come scattare una molla dentro di sé, alimentata dalla mano di quel suo ragazzo ben stretta nella sua.
Se Mike era dalla sua parte, perché mai una ragazzina come quella avrebbe dovuto farle paura?
"Io ed El ci saremo!"
"...e te pareva..." la piccola Hopper sentì le guance avvampare a quelle parole, appena sussurrate dalla ragazza di fronte a sé ma non abbastanza per non essere udita proprio da lei, da lei che la stava fissando.
E non era imbarazzo quella volta, no, quella volta era rabbia pura, era senso di ingiustizia.
Ed quel fiorellino ne aveva sempre conosciute troppe di ingiustizie per poter restare zitta quella volta, quella volta o mai più.
"Adesso basta"
"E te pareva che potessimo fare qualcosa senza avere la stramba sempre presente in mezzo a noi..."
"Adesso basta!" El sentì una voce lontana ma vicina raggiungere le sue orecchie, un timbro di voce così chiaro, così noto, così a lei vicino e molto, molto familiare.
Gli sguardi dei suoi amici improvvisamente su di lei con gli occhi spalancati di stupore fecero il resto, non fecero che confermare la sua teoria.
No, non era stato Will a parlare, e nemmeno Dustin, non Lucas e nemmeno il suo piccolo paladino a difenderla quella volta, in piedi al suo fianco con la mano ancora ben stretta alla sua.
No, quella volta era stata lei stessa a parlare con la sua viva voce.
Quella volta nessuno l'avrebbe difesa.
Quella volta El aveva trovato il coraggio di difendersi da sola.
"Adesso basta, adesso basta, Max" gli occhi del giovane Wheeler si aprirono ancora di più abbassandosi accanto a lui su quella ragazzina, sulla ragazzina dai riccioli chiari tremanti di rabbia e non potendo credere, non potendo credere al tono calmo ma decisamente deciso appena uscito dalle sue labbra in direzione di quella sua amica dai capelli rossi, in direzione della ragazza che ora reggeva lo sguardo del suo fiorellino con aria di sfida, minimamente intimorita dal suo tono deciso.
"Wow..." riuscì solo a pensare il ricciolino, stringendo più forte la presa per darle forza, la stessa di cui già sapeva El non ne aveva realmente bisogno.
Un piccolo sorriso soddisfatto si allungò sul suo viso, prontamente nascosto dietro una mano sulle sue labbra.
Quella bambina poteva apparire dolce come un fiore ma potente come un uragano se necessario, coraggiosa come poche altre persone, come la sera prima davanti al lupo, senza averne timore.
E Mike credeva di non poter sentire più innamorato, follemente innamorato di lei.
"...forte!"
"Scusami, stai parlando con me?" El respirò a fondo, senza distogliere gli occhi dai suoi, da quelli azzurri della ragazza la quale, mossa un passo in avanti ora le si faceva di fronte con aria di sfida, davanti agli sguardi dei loro amici increduli a fissarle in silenzio, cercando di capire se, come e quando intervenire.
Non era quello il momento di avere paura, non era quello il momento di tirarsi indietro.
Max non era un lupo cattivo, la piccola non lo avrebbe mai potuto pensarlo nemmeno per un secondo.
Voleva solo capire, capire perché con lei fosse così difficile.
Perché proprio lei si ostinasse a non essere gentile con lei che avrebbe solo voluto esserle amica.
"Sì, parlo con te" Max la sentì continuare, con tono calmo e sguardo fisso, palesemente ignorando gli sguardi di sufficienza a lei rivolti nella sua direzione.
"Ah, quindi le palle di parlare le hai anche tu, stramba?"
"Sì, parlo con te perché l'hai rifatto..." El sentì il cuore a mille nel petto e le parole uscire da sé, quasi non potesse controllarle, quasi come se innestato il pilota automatico ora non fosse stato più necessario per lei pensare, solo agire, solo buttare fuori tutto le parole conservate dentro e sul punto di marcire come un fiore appassito.
E la piccola ne avrebbe avute di cose da dire e, finalmente, aveva trovato il coraggio di farlo.
"...perché un'altra volta stai facendo la stronza, Max, stai facendo un'altra volta la stronza con me"
"...scusami?!"
Gli occhi dei due nerdini accanto a quelle ragazze si incrociarono sopra le teste degli amici in un secondo, in una singola occhiata di tensione capace di parlare senza bisogno di parole.
Quello non era decisamente un buon inizio di discussione.
"Okay, okay, adesso facciamo tutti un bel respiro e ci calmiamo..." iniziò Lucas con un passo in avanti verso la sua ragazza, trattenendola con dolcezza ma decisione, di fronte all'amico dai ricci neri intento a fare lo stesso accanto alla piccola vicino a sé.
"Diamoci tutti una bella calmata, che ne dite?"
"Credo di non aver bene compreso, ti andrebbe di ripeterlo?!" ignorò le proteste del suo ragazzo la rossa, muovendo un passo in avanti con occhi di fuoco, di fronte ad El che senza muovere un passo all'indietro ancora la fissava, senza dire una parola.
"Credo di aver capito male, ma mi hai forse dato della stronza, carina?"
"Sì, della stronza" ripeté El senza sbattere ciglio, avvertendo la supplica silenziosa del suo paladino, vicino alle sue spalle.
"Ti prego, El, calmati, non è il caso di..."
"Stronza perché lo sei, lo sei, Max..." El vide gli occhi della ragazza di fronte a sé prendere più fuoco, in parte colpiti, in parte stupiti, decisamente furenti ed incazzati.
Forse la piccola non aveva mai ripetuto quella parola così tante volte di fila nella sua intera vita, ma le sembrava più che appropriata in quel momento per la sua interlocutrice.
Non cattiva, decisamente con crudele ma decisamente così...stronza.
"...lo sei ogni volta verso di me, Max: tu sei una stronza!"
"Tu prova a ripeterlo un'altra volta e vedi come finisce male!" urlò questa volta furente la rossa, trattenuta per il braccio dal ragazzo alle sue spalle con uno strattone.
"Max, basta, non fare la ridicola!"
"El, basta, smettila di chiamarla così!" El si sentì richiamare dalla voce di Mike alle sue spalle, tirando la sua mano verso di lui, ancora stretta nella sua.
Ma El avrebbe solo voluto in quel momento che tutto il resto del mondo sparisse intorno, si dissolvesse intorno a lei, intorno a loro.
"Tu prova a chiamarmi un'alta volta così e vedi quanto posso diventare stronza con te!"
"Max...possiamo parlare?" la voce della piccola calma ma seria cozzò contro la sua, feroce ed incazzata almeno quanto il suo viso rosso.
E a quelle parole El vide gli occhi della ragazza mutare, quasi di stupore, una scintilla in più prima non presente o nascosta, ma ora presente e più chiara che mai.
Era quella forse una piccola scintilla di...paura?
"Possiamo parlare, Max...da sole?"
"Quello che puoi dirmi me lo puoi dire davanti a tutti, non è vero?" Max ribattè prontamente, allungando una mano ad indicare gli amici, rimasti intorno a loro in quel corridoio senza osare dire una parola.
"O hai paura che si accorgono che il tuo viso d'angelo è solo una copertura?"
"Max, per favore..." riprovò El senza farsi intimorire dalle sue parole, facendo attenzione a non separare per un secondo gli occhi scuri dai suoi chiari, facendo quasi attenzione a non sbattere le palpebre.
"Parliamo, ora...da sole?"
E la piccola Hopper vide quella ragazza esitare per qualche secondo, restando semplicemente a fissarsi in silenzio, immobili, in secondi di interminabile attesa sotto gli occhi dei due ragazzi alle loro spalle e dei loro amici, sconvolti almeno quanto o forse più di loro.
"Io credo..." Dustin fece un passo in avanti timidamente, immediatamente trattenuto dal braccio di Will e da una risposta secca della rossa, la decisiva.
"Taci Dustin" El sentì Max sussurrare, in direzione dell'amico, senza tuttavia separare gli occhi dai suoi, nemmeno per un secondo.
E l'espressione di indifferenza che si fece strada sul suo viso non era che uno scudo, la piccola non si fece venire il ben che minimo dubbio in quel momento.
Nient'altro che uno scudo a nascondere quando in realtà lei stessa avesse solo voglia di gettare le armi e concedere una tregua, solo troppo orgogliosa per ammetterlo.
"E va bene, parliamo" Lucas spalancò gli occhi, incrociando immediatamente quelli di Mike di fronte a sé, agitati e preoccupati almeno quanto i suoi.
"Che dici, dovremmo..."
"Non lo so amico, tu credi..."
"Finisce male, Mike, me la sento..."
"E se invece..."
"Parliamo, da sole"
El annuì, facendo un passo in avanti, distogliendo infine lo sguardo da quello della rossa e vedendola voltarsi, come a farle strada, divincolandosi con un singolo gesto dalla presa del suo ragazzo, balbettante alle sue spalle.
"Non...non sarebbe meglio...?" tentò di bloccarla Lucas un ultimo secondo, vedendole già incamminarsi lungo il corridoio alla debita distanza di sicurezza, sotto lo stesso sguardo del suo migliore amico dai ricci neri, rimasto sorpreso con il braccio steso e la mano aperta che El aveva stretto così forte fino a pochi secondi prima.
"Non sarebbe meglio se noi...?"
"Taci, stalker!" Mike sentì Max da lontano mettere a tacere l'amico, vedendo il suo fiorellino invece voltarsi, un ultimo secondo, facendo ondeggiare morbidi i ricci sulle sue spalle.
"Stai tranquillo, va tutto bene" Mike riuscì a leggere in quel suo sguardo lungo appena un secondo, prima di vederla rivoltarsi lungo quel corridoio, seguendo la schiena della ragazza rossa, verso le porte del cortile al di là del corridoio, rimanendo immobile allucinato e incapace di processare quanto appena avvenuto, sforzandosi di continuare a sbattere le palpebre di fronte a quella scena, alle schiene delle due ragazze in allontanamento insieme, lungo le pareti lontano da loro.
"Wow..." Lucas fu il primo a parlare, con lo sguardo fisso come quello degli amici su quel corridoio, incapace come loro di mettere tre parole in fila.
"...voi credete che si prenderanno per i capelli o roba simile?"
"Nah! Quelle cose non capitano solo nei film?" scosse la testa Will, con tono titubante.
"E che peccato, sarebbe così figo..." esclamò Dustin con una risata, facendo alzare gli occhi al cielo Mike, non potendo credere alle sue orecchie.
"...lotta nel fango tra ragazze, cosa ci può essere di meglio?"
Le gomitate provenienti da destra e sinistra direttamente sulle costole del povero nerdino, rispettivamente da Mike e Lucas al suo fianco lo fecero ripiegare in due, tentando inutilmente di difendersi, sotto gli occhi divertiti del giovane Byers, per nulla intenzionato a difendere l'amico, per una volta.
"Che c'è, che ho detto?!"
"Te la sei cercata questa volta, amico..."
"Ammettete anche voi che sarebbe troppo figo, cazzo!"
"Ammetto che sei un cazzo di idiota, Dustin!" scosse la testa Lucas, facendosi più vicino, portando una mano sulla spalla dell'amico dai ricci neri, con gli occhi ancora fissi su quel corridoio.
"Rilassati Mike, Max non se la mangerà viva, forse..." il paladino lo sentì sussurrare, con tono calmo solo leggermente teso, facendolo deglutire, ripensando per un secondo alla mano tesa della piccola di fronte a quel lupo, il suo passo deciso, non un accenno di paura, non ti timore...
"Sì..." Mike deglutì, ripetendosi che non si era trattato che di un caso, che l'amico non poteva che avere ragione.
In fondo, come mai quella piccolina avrebbe potuto...?
"Sì, e spero solo non sia El a mangiarsi invece viva lei..."
*
"Sentiamo, di cosa mi vorresti parlare?"
L'aria fredda e il vento sferzante di quel lunedì mattina di inizio novembre accolse le sue ragazzine sulle porte del cortile, facendo stringere le mani di entrambe intorno alle loro spalle tremanti, coperte solo da un maglione di lana beige l'una e da una felpa verde lime l'altra.
Una serie di colpi di tosse uno di seguito all'altro da parte della rossa accanto a sé fece destare lo sguardo di El su di lei, vedendo Max stringere le mani intorno alla sciarpona pesante a lana a proteggerle in collo, con lo sguardo sofferente di chi aveva appena superato un brutto raffreddore.
"Hai freddo?" la piccola Hopper le chiese timidamente, non potendo fare a meno di preoccuparsi quella ragazza prendesse ancora più freddo,
"Vuoi che rientriamo? Possiamo andare a parlare in mens..."
"Sto benissimo" la interruppe Max tenendo gli occhi bassi, rialzandoli lentamente su di lei con sguardo serio, per niente addolcita da quella sua piccola gentile attenzione.
"Coraggio, parla, non intendo arrivare in ritardo all'ora di francese per questo" El la sentì spronarla, immune alle sue innocenti gentilezza, facendola sospirare più che convinta che quella conversazione non sarebbe stata altro che inutile tempo perso.
Ma valeva comunque la pena provarci.
Quel fiorellino ne era più che certo.
"Io volevo solo..." la piccola prese un profondo respiro, stringendo più forte le mani intorno alle sue braccia per proteggersi dal freddo e mascherare al meglio la tensione, chiudendo gli occhi per un secondo e riaprendoli immediatamente nei suoi, seri e imperscrutabili, in attesa.
"Volevo solo chiederti..." la rossa la sentì mettere una parola davanti all'altra senza esitazione, senza un accenno di paura o di timore, facendo battere il suo piccolo e in fondo dolce cuore di stupore.
Quel fiorellino era più coraggioso di quanto avesse immaginato, persino lei doveva ammetterlo.
"Volevo solo chiederti perché..."
"Perché cosa?!" El la vide alzare un sopracciglio con aria strafottente, risentendo quel calore impadronirsi delle sue orecchie in un istante, ma riprendendosi di stare calma, di non agitarsi o perdere la testa.
Era lei che l'aveva invitata a parlare, che parlasse, cavolo!
"Volevo solo chiederti perché mi odi, Max"
La risata che scaturì dalle labbra della rossa a quelle parole fecero quasi fare un salto indietro a quella piccolina, in mezzo a quel cortile semi deserto con di lontano solo un paio di coraggiosi come loro a sfidare il freddo più rigido di quell'autunno.
"Odiarti? Carina, tu decisamente ti dai più importanza di quella che pensi..." Max rise acida, incrociando le braccia sul petto, la voce più rauca e ancora più cupa.
"Io non ti odio, El, e il mondo non gira intorno a te. La verità è che tu non mi fai né caldo né freddo, tutto qui!" El sentì il suo battito accelerare, stringendo più forti le dita nella trama del suo maglione.
"Calma El, calma...non pensarci minimamente di.."
"Se ti odiassi vorrebbe dire che ti sto dando già troppa importanza, mentre invece tu non ne hai e non ne avrai mai per me" continuò Max con aria dura, vedendola tentennante e gonfiando per questo il petto di orgoglio.
"Tu per me non sarai mai..."
"E invece me ne stai dando, Max, più di quanto credi" rispose calma El, sentendo nelle orecchie ripetute le parole del suo papà, in una delle molte regole della non stupidità.
"Se qualcuno non è gentile con te, tu solo fatti vedere più intelligente di lui!"
"Tu me ne dai Max quando alzi gli occhi al cielo quando mi vedi..." cominciò El guardandola fissa, vedendola impallidire, perso quel sorrisetto di derisione dal suo viso.
"Me ne dai quando ti da fastidio che io mi sieda con voi in sala mensa per pranzo, quando Lucas, Will o gli altri mi fanno i complimenti per un buon punteggio ai dadi in sessione, quando fai le smorfie quando Mike mi invita ad uscire con voi e perfino ora..." El concluse con una punta di orgoglio, sentendo l'aria fredda trafigge il tessuto di lana facendola tremare, ma non accennando ad osare frenare la sua lingua.
"Perfino ora che fingi che non te ne freghi nulla, mentre tu sai che ho ragione, Max..." la rossa aprì la bocca per replicare, colpita sul vivo, ma non seppe cosa rispondere e la piccola fu più veloce, facendo un passo in avanti e guardandola fissa, pregando che quell'esitazione non fosse altro che un piccolo timido silenzio di assenso.
"L'altra sera, alla festa, tu non eri così...non eri così con me..." El continuò deglutendo silenziosamente,
"Abbiamo ballato insieme e tu mi hai detto di non usare quella parola di fronte a Dustin, "tuuuubolare", te lo ricordi? Ci siamo divertite e abbiamo riso tanto, mi hai perfino aiutata davanti a Troy con gli altri e io credevo..." El abbassò gli occhi sentendo i lati degli occhi pizzicare di emozione, sentendosi quasi stupida ad averlo anche solo immaginato, non osando continuare con la fine della frase.
"Essere amiche", era questo che aveva pensato?
Era questo che si era illusa di diventare con quella ragazza che ora la guardava con aria beffarda e divertita?
El ringraziò solo di non essere arrivata fino alla fine della sua confessione.
"L'altra sera?" Max rise interrompendola, scuotendo la testa come se avesse appena detto qualcosa di decisamente esilarante di proposito.
"El, non mi ricordo praticamente nulla di quello che è successo a quella festa, se la cosa di può consolare!" El sentì il cuore perdere un battito, mentre gli occhi di facevo più lucidi, pieni di lacrime ad offuscare la figura di quella ragazza a sé di fronte.
"El no, non osare!" una vocina della sua testa la ammonì, facendola stringere le dita con forza.
No, non quella volta, non ora.
"Non ti azzardare a piangere di fronte a lei, no!"
"Ricordo solo per colpa tua io e Lucas abbiamo dovuto interromperci e precipitarci in tuo soccorso...ma non mi aspetto che tu capisca, nè me ne importa..." El agrottò la fronte a quelle parole, non riuscendo a seguire l'intero filo del suo discorso.
Era vero, già non riusciva a seguirla più.
"...interrompervi?"
"E tutto perché Mike ha insistito per invitarti a quella stupida festa...ma stupida io ad aver pensato non finisse così, con te in qualche guaio e io ed i miei amici a cercare di tirartene fuori, da brava mina vagante quale sapevo che eri fin dal primo giorno!" Max rise più forte allargando le braccia, tornando con lo sguardo a lei e occhi cattivi di fronte ai quali la piccola perse il respiro.
Decisamente sì, quella rossa sapeva giocare a quel gioco molto meglio di lei.
"Max...io..."
"Tu cosa?! Tu cosa?!" esclamò Max più forte, con voce solo più tremante contro il suo viso triste e le labbra più rosse per il freddo.
"Tu cosa vuoi ancora da me ed i miei amici, dopo esserci capitata tra capo e collo introfulandoti nel nostro gruppo senza che nessuno te ne desse il permesso?!"
"Io non volevo mettervi nei guai a quella festa..." scossa la testa El con voce piccola, quasi così piccola che fu certa di non essere stata nemmeno sentita, nella furia della sua interlocutrice.
"Io non volevo..."
"Certo che non volevi! Tu non ne volevi niente ma l'hai fatto! L'hai fatto, El, lo capisci?! E ora tutti ti adorano!" continuò la rossa ridendo tristemente, con uno sguardo improvvisamente più serio e dispiaciuto che ad El fece quasi compassione, non accorgendosi di una lacrima fina che vinte le sue barriere ora colava lentamente sulla sua guancia.
"Tutti mi..adorano?"
"Sì, tutti i ragazzi adorano te e non più me, e cosa mi potevo mai aspettare...?!" Max scosse la testa con gli occhi fissi a terra alle sue converse rosse, un sorriso triste a coprire il tremolio della sua voce.
"In fondo perché non dovrebbe essere così? Perché dovrebbero preferire me a te? A te che sei sempre così carina, così sorridente, a te che non dici mai una parola fuori posto, a te che sei sempre così gentile ed hai una buona parola per tutti!"
El rimase paralizzata di fronte a quelle parole, non potendo credere che qualcosa di più simile a complimenti che ad insulti stessero provenendo dalle labbra di quella ragazza nei suoi riguardi, e nei suoi soli.
Davvero? Davvero il problema di quella ragazza con lei era questo? Il fatto che ai suoi occhi lei fosse migliore di lei?
Davvero Max "non ho paura di niente e di nessuno" Mayfield poteva davvero sentirsi inferiore a qualcuno?
"Ti...ti da fastidio gli altri mi reputino simpatica?" chiese El iniziando a capire, fissando gli occhi sul suo viso e facendo un cauto passo in avanti, ancora uno.
"Ti da fastidio che sia amica di Dustin, Will e Lucas..." El continuò con voce esitante, colta da un improvviso dubbio.
No, non poteva, non poteva essere...ma se...?
"Ti da fastidio io piaccia a...Mike?"
"Non essere ridicola, io sto con Lucas!" scosse la testa la rossa alzando gli occhi al cielo, facendo tirare alla piccola un sospiro di sollievo sottile.
"Io sto con Lucas e non mi è mai importato di Wheeler, ma questo non cambia le cose...non mi stupisce tu piaccia a tutti, non hai assolutamente nulla che non possa piacere!"
El spalancò di più gli occhi a quelle parole scuotendo la testa, non potendo credere alle sue orecchie.
Come faceva Max ad invidiare lei, ad essere gelosa dei loro amici per lei?!
Per El che non aveva mai avuto dei veri amici, che non credeva nemmeno sarebbe riuscita a farsene uno il primo giorno di scuola?!
Di El che per la prima volta in quel cortile si stava accorgendo di quanto la gelosia non esistesse solo nelle storie d'amore come sui libri, ma anche fondo, seppur in modo diverso, nelle amicizie?
"E cavolo, non credevo avrei mai potuto ammetterlo..." scosse la testa Max con gli occhi al cielo, ridendo di se stessa davanti agli occhi di quel fiorellino, ancora più confuso ma improvvisamente colto dalla voglia di stringerla in un forte abbraccio.
"Max..."
"Cavolo, devo dirlo: piaceresti perfino a me se non fossi così occupata ad essere così dannatamente gelosa di te"
"Max!" El interruppe quelle sue parole, ormai di fronte e più vicina a lei, muovendo le mani prima di poterci riflettere sù e stringendo forte le sue, vedendola muovere di scatto il viso tornando con lo sguardo più confuso che mai di fronte a sé, non osando tuttavia allontanarsi dalla sua stretta.
"Max..." El riprese con un sussurro, pregando davvero quel tentativo non si rivelasse solo l'ennesimo, inutile buco nell'acqua.
"Io non ho mai avuto degli amici..." iniziò la piccola con un sussurro, vedendo la ragazza subito ridere, con un'ultima punta di cattiva acidità,
"Non provare a farmi pena, carina, con me non attacca..."
"No no, davvero..." scosse la testa El abbassando lo sguardo ai piedi, le mani tremanti nella sua stretta che fu questa volta Max stessa a stringere più forte, come a tranquillizzarla silenziosamente.
E fu forse solo quel gesto più inaspettato a spingere quel fiorellino a proseguire, prendendo un bel respiro e continuando a parlare, seppur con gli occhi bassi e ricci ai lati del viso.
"Io non ho mai avuto un gruppo di amici, ne qualcuno che mi invitasse ad una festa o ad uscire, e come puoi essere gelosa di me, Max, se questo per te è sempre stato così scontato mentre per me ancora non lo è?!"
Max deglutì vedendola sussurrare, non osando replicare con qualcosa di acido o scortese, stringendo solo più forte le dita nelle sue come ad invitarla a proseguire, a dirlo.
"Dillo...dillo..dillo"
"E io non so ancora come fare a comportarmi, cosa fare o cosa dire perché io non ho mai avuto...mai avuto qualcuno da considerare mio amico!"
"Nemmeno io so come fare, El..." la piccola Hopper si sorprese di sentirle dire, alzando lentamente il viso e ritrovandola lì dietro una patina liquida, occhi commossi almeno quanto i suoi, non più strafottenti ne derisori, solo timidi e perfino gentili.
"Io non so come comportarmi con te, con te che piombi nella vita mia e dei miei amici così di colpo senza lasciarmi il tempo di protestare!"
El la vide ridere non potendo non sorridere a sua volta, sentendo il suono della campanella lontana, ma per nulla intenzionate a muoversi da quel punto del cortile.
"Io e te non siamo così diverse in fondo, nemmeno io so come fare..." la piccola la vide abbassare lo sguardo, con aria cupa, una nuvola scura a coprirle il viso in un istante di paura.
"C'è un motivo per cui ho sempre cercato solo amici come i ragazzi...le ragazze sanno essere cattive e a quelle come me, beh, possono fare paura, ma io non sono stata molto diversa da loro in fondo...e io non..." Max prese un respiro lasciando andare le mani di El e portandole nelle tasche della sua felpa di scatto, come se quella confessione richiedesse più forza di quanto la sua emotività potesse concederle in quel momento.
"Tu non...?" la rincalzò El vedendola tentennare,
"Io non ho mai..." Max prese un profondo respiro, incollando i piedi sulle sue scarpe e pronunciando una parola dietro l'altra velocemente, come una pastiglia amara da buttar giù tutta d'un fiato, un rospo da sputar fuori in un unico gesto.
"Io non ho mai avuto un'amica in tutta la mia vita, El"
"Nemmeno io ho mai avuto un'amica..." El sorrise non potendo trattenersi, sentendo il suo cuore scaldarsi più a fondo di un gran calore, non più di rabbia, non più di paura, solo di una profonda commozione mista a gioia.
E la piccola mano che la rossa ritrovò davanti al suo sguardo stupito in quel cortile fece rialzare i suoi occhi azzurri di meravigliosa, stupore, emozione.
Quel fiorellino era allora davvero, davvero speciale sul serio.
"Che ne dici...ci proviamo insieme, Max?"
La ragazza dagli occhi azzurri non rispose immediatamente, restando in silenzio lo sguardo puntato sulla mano di quel fiorellino ben aperta e tesa di fronte a sé, senza aggiungere una parola, facendo dubitare alla piccola di aver fatto la scelta giusta, di non aver davvero corso troppo.
Forse quella ragazza non sarebbe stata mai tipo da smancerie e coccole tra amiche sul lettone, di certo non era l'amica con la quale farsi le trecce a vicenda e chiacchierare di ragazzi per tutta la notte, fino a cadere addormentate sul cuscino con la faccia ancora da struccare.
Certo El non poteva avere idea di che cosa volesse dire "avere un'amica" e certo nei film tutte quelle cose le erano sempre apparse magnifiche ma fin troppo esagerate, ma quando la piccola Hopper ebbe visto quella chioma rossa legata in coda disordinata finalmente annuire, unita ad un sorriso così grande sul volto di quella ragazza che El non credeva di averne mai visti, il suo piccolo cuore si sciolse, facendola finalmente tornare a respirare come una buona boccata d'ossigeno, non potendo con prestare immediatamente attenzione a quanto fosse più luminoso il viso di quella ragazza ora aperto in un curva all'insù.
"Sei.. sei così carina quando sorridi!" El avrebbe voluto aggiungere, ma preferì solo annuire a sua volta, stringendo la mano di quella ragazza raggiunta la sua di fronte a sé.
Forse ci voleva solo un po' di tempo, un po' di pazienza e di comprensione, ma le cose non sarebbero potute che funzionare, ne era sicura.
In fondo, quelle due ragazze non erano altro che due cuori dispersi, soli: non poi così lontani in fondo, non era vero?
"Io credo..." Max sorride, incrociando gli occhi azzurri nei suoi scuri, nuova scintilla di speranza e complicità, per quello che forse era destinato ad essere nient'altro che l'inizio di una nuova storia, di una nuova avventura:
"Io credo che si possa fare, El"
El annuì a sua volta, tirando sù con il naso, portando contemporaneamente a lei una mano sotto gli occhi, a strofinar via in un semplice gesto il mascara colato insieme alle lacrime sotto le ciglia.
"Merda, non dire ai ragazzi che ho pianto, o mi prenderebbero in giro a vita..." Max scoppiò a ridere, alzando gli occhi al cielo, seguita a ruota dalla piccola, le dita ora nere di mascara colato.
"Promesso!"
"Allora..." El la sentì continuare con una punta di complicità, facendosi più vicina, senza accennare a diminuire le dimensioni di quel grande sorriso sul suo viso:
"Sei dei nostri domani sera per il cinema?"
"Sì, credo proprio di sì!" El annuì sentendosi felice, felice come credeva non si sarebbe mai potuta sentire, non di fronte a quella ragazza che per la prima volta vedeva sorridere almeno.
Forse seguire il suo istinto ed i suggerimenti del suo papà avevano portato frutto ancora una volta: valeva la pena essere coraggiosi nella vita, la piccola credeva di aver compreso la lezione, quel folle weekend ancora di più.
"Il film sarà davvero figo! Sono sicura sarà il migliore della trilogia!" continuò Max facendo brillare gli occhi di entusiasmo, ma facendosi immediatamente più vicina, come a condividere un grande segreto.
"Ma non dire a Dustin che te l'ho detto...credimi!"
"Certo!" El sorrise, abbassando gli occhi alle sue scarpe, accorgendosi solo in un quel momento di quanto potesse essere stupida la confessione che si apprestava a fare di forte a quella ragazza dagli occhi chiari.
Ma tanto valeva essere sinceri, fin da subito.
"Solo...io non ho visto nessuno di questi film, Max..."
"Non hai mai visto Star Wars?! E dove sei cresciuta, El?! In mezzo ad un bosco?!" esclamò ridendo la rossa senza tanti peli sulla lingua, facendo ridere di riflesso la piccola, per nascondere la vergogna.
"Ehm...qualcosa del genere..." si affrettò a rispondere per evitare altre spiacevoli domande, sentendosi gelare il sangue nelle vene a quel pensiero.
"In mezzo ad un bosco o piuttosto invero in un posto peggiore...di gran lunga peggiore..."
"Beh, allora ci penserò io!" esclamò Max con entusiasmo facendola sobbalzare, spalancando gli occhi di colpo, non comprendendo appieno la sua proposta.
"Ci pensi...tu?"
"Sì, certo! Te li faccio vedere io i film che ti mancano, El! Domani pomeriggio, dopo la scuola!" annuì con entusiasmo la rossa, facendo perdere un battito al cuore della piccola e poi un altro, ed un altro ancora.
"Domani...pomeriggio?"
"Vedrai che ti piaceranno, ne sono sicura!" El spense il suo sorriso con voce esitante, non potendo fare a meno di tremare all'idea di smorzare quel suo contagioso entusiasmo.
Ma quella piccolina non ne poteva nulla, non era mai stata sua la colpa.
"Max...domani pomeriggio non posso...mi dispiace"
"Non puoi, El? E perché mai?!"
"Non posso, ho...ho un impegno" scosse la testa tristemente El, ricordandosi della stessa reazione che aveva avuto Mike, quando non aveva saputo trovare allo stesso modo giustificazioni per la sua assenza.
Dannazione quanto poteva apparire stupida?!
"Il pomeriggio non ci sono...mai"
"Mai, El?!"
"Mai.." El scosse la testa chiudendo gli occhi e sospirando piano, già immaginando di essersi giocata al peggio la sua unica occasione.
Ma la rossa la seppe stupire per la seconda volta quella mattina, facendo scomparire in un baleno quello sguardo stranito dal viso, sostituito da uno decisamente più amicale:
"Beh...vorrà dire che ti farai trovare a casa mia quando avrai finito il tuo impegno e ti racconterò le trame in macchina verso il cinema! Che ne dici?"
"Dico che così sarebbe perfetto!" El annuì grata che non avesse insistito, senza ulteriori spiacevoli domande.
"Grazie Max!"
"Ora però conviene rientrare: scommetto 1a100 che i ragazzi credono che io ti abbia ucciso o che tu mi abbia sbattuto al muro con dei super poteri!" El rise sentendola scherzare, ignorando di aggiungere la parte in cui, se avesse voluto, per davvero avrebbe potuto sbattere quella ragazza al muro.
Ma alcuni dettagli era meglio fossero tralasciati, per il bene di tutti.
"Andiamo"
Rientrando nel corridoio ormai deserto, percorso solo da qualche studente, in ritardo come loro per la successiva lezione, quel fiorellino non poté fare a meno di rabbrividire, rallentando la sua corsa, scorgendo dall'altra parte del muro, accanto alla porta della sua aula di lezione, due figure familiari, appoggiate distrattamente ad un armadietto, in mezzo ad una piccola folla di altri studenti decisamente per nulla preoccupati di fare tardi alla successiva lezione.
Max, accanto a sé, si accorse immediatamente del suo repentino cambio di respiro, e strinse forte i pugni, seguendo il suo sguardo nella stessa direzione, occhi che avrebbero potuto incenerire quel bullo vestito con indosso la consueta gialla di pelle nera e la ragazza dai capelli neri e un grande Big-Bubble rosa tra i denti, intenta a ridere e a far scoppiare le grandi bolle, in mezzo agli amici dalle risate sguaiate.
"Non ti fermare, El, a passo deciso!" la piccola Hopper la sentì sussurrare al suo fianco, facendo a sua volta stringere i pugni, gli occhi ben puntati nella loro direzione,
"Non sei tu a doverti vergognare, ma loro!"
Ed El seguì il suo consiglio: accanto alla sua nuova amica dai capelli rosso fuoco, non si fermò lungo quel corridoio, nemmeno per un secondo.
Non si fermò quando imboccò la strada in direzione della classe, più che certa che non avrebbe potuto passare inosservata accanto a loro.
Non si fermò quando vide quei ragazzi sghignazzare, volgendo gli sguardi verso di lei, sguardi cattivi e di scherno, vuoti ma pieni di cattiveria e malizia.
Ma El non si fermò.
Continuò a camminare quella mattina, accanto alla ragazza al suo fianco a farle coraggio come mai avrebbe creduto possibile, e anzi sorrise, El davvero sorrise, o per meglio dire rise, nascondendo dietro una mano la sua risata, nel secondo nel quale, con un piccolo cenno del capo, la gomma rosa di Lucy dalle sue labbra ebbe iniziato a crescere in maniera così esagerata fuori dal suo controllo, facendo quell'oca giuliva squittire di stupore come una gallina, prima di veder scoppiare quell'enorme gomma da masticare in faccia al suo ragazzo, a lei di fronte.
"Ma che cazzo?!" El sentì Troy esclamare lungo il corridoio, tra le risate degli amici, asciugando con un invisibile gesto delle dita il piccolo rigo di sangue dalla sua narice, nascondendolo allo sguardo divertito dell'amica.
"Cavolo, hai visto?! Forte!" la rossa esclamò nella sua direzione ridendo di gusto, facendo quella piccola sorridere, con un sorriso soddisfatto ed orgoglioso.
Valeva la pena essere coraggiosi, ma anche rompere ogni tanto le regole, essere stupidi, sopratutto se per un buon motivo, per rendere felici qualcuno ma anche per dare una buona lezione a qualcun'altro.
E la piccola credeva non avrebbe mai potuto essere più felice, di fronte a tutte le nuove lezioni imparate in un solo ultimo weekend.
In fondo le regole erano solo regole, nate come tali per essere infrante.
E come la sua nuova amica le avrebbe insegnato presto, "farsi da soli le proprie regole" sarebbe stato presto decisamente molto, molto più divertente.
"Già...forte!"
📼🌼
ELMAX!!!
Più Elmax per tutti😍
Ragazzi finalmente, finalmente questo capitolo che sinceramente non vedevo l'ora di scrivere, sia per la canzone assolutamente una delle mie preferite di quest'estate, sia perché quelle due...non potevano scornarsi ancora a lungo!
Max non ha mai odiato El, è sempre stata solo gelosa di lei, e come darle torto?!
El piace praticamente a tutti!
Mettendo da parte l'orgoglio e comportandosi da persone mature la situazione non poteva che essere chiarita (pur se con qualche "dolce parolina" di troppo🙈) e spero di aver reso al meglio questo piccolo scontro tra titani🤗
Chi mi conosce sa che dopo Mike e Will, El e Max sono di sicuro la mia amicizia preferita, perciò aspettatevi delle belle perché...quelle due saranno un terremoto!!!🙊🎉
.
Siete pronti per questa uscita al cinema? Io si😏
Sono consapevole che l'ultimo capitolo della trilogia di Star Wars è in realtà datato anno 1983 ma...concedetemi una licenza poetica!
A presto prestissimo!
Ari
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