16."Trick or Treat, bambolina?"

leggete con calma
ne vale SEMPRE la pena⏪

📼🌼

Halloween 1985

El fiorellino Hopper si era resa conto presto che la sua idea di "festa" non avrebbe potuto essere più lontana dallo spettacolo che si stava presentando davanti ai suoi occhioni scuri e spalancati quella sera.

Con la giacca di pelle nera sulle spalle esili, almeno quella integra e salvata dai tagli, prestatale dal suo paladino per proteggerla dal freddo, la piccola Hopper era rimasta imbambolata per un minuto buono piantata sul largo marciapiede del quartiere residenziale di Loch Nora, davanti a quello che certo non era il castello dalle ampie sale e candelabri appesi al soffitto che si era immaginata, ma certo non aveva nemmeno l'aspetto di un posto così raccomandabile dove andare a cacciare il naso.

L'ampio giardino non recintato davanti alla spaziosa casa a tre piani era stato riempito fino all'orlo di macchine, motorini e bici, parcheggiate alla rinfusa senza un ben che minimo ordine o disposizione, incuranti del praticello all'inglese perfettamente curato o di qualche povero gnomo da giardino decapitato da una ruota come vittima sacrificale nella notte dei vampiri e delle streghe.

Nei pochi spazi verdi lasciati liberi del prato, bottiglie, lattine, fogli di carta mezzi sbriciolati erano stati in grado di catturare l'attenzione del fiorellino per qualche secondo di troppo: ma quella era davvero carta igienica?!

E dal canto suo, Mike nerdino Wheeler non era cresciuto in un laboratorio o in una casetta in mezzo al bosco, ma certo non poteva vantare una maggiore esperienza in quel genere di questioni.
Era grato solo di avere avuto l'intuizione di chiedere a sua madre di farli scendere dalla macchina un isolato prima, per precauzione.

"Ehm..." il giovane Wheeler alzò un sopracciglio con tono tentennante, lanciando un'occhiata di sottecchi alla ragazza in piedi immobile accanto a lui, con dipinta sul viso la sua identica sbigottita espressione.
I riccioli castani ormai completamente asciutti ricadevano leggeri sulle sue spalle protette dalla sua giacca di pelle, incorniciando dolcemente i lati del suo viso macchiato di colore bianco e nero, esattamente come il suo. La sua t-shirt nera abbastanza lunga da coprirle metà coscia sopra le calze nere e logore faceva al meglio il resto del lavoro.
Mike era sicuro che, nonostante i buchi e gli squarci, non avrebbe mai più buttato quella maglietta per nessuna ragione al mondo, per sempre impregnata dell'odore di fiori della sua pelle.

"Che dici...?" chiese Mike con un cenno della mano, come se quella fosse stata una vera domanda e non un semplice proforma, dopo essere arrivati fino a lì dall'altra parte della città .
"...entriamo?"

El non rispose, seguendo il movimento della sua mano indicante poco più avanti nel prato la casa dalle finestre tutte illuminate e dal cui interno si poteva sentire chiaramente risuonare una musica forte e ritmata con batterie e chitarre elettriche a riempire l'aria tutto intorno.
"Certo la casa deve essere in fondo molto piccola o gli invitati più di quanti la proprietaria si era immaginata..." pensò El passando con occhi preoccupati ogni parte del portico di legno davanti all'ingresso, ingombro fino a scoppiare di ragazzi e ragazze dai pazzi costumi più o meno spettrali, gonne corte o giacche di pelle, parrucche dai colori sgargianti o capelli cotonati,
"...altrimenti perché mai la porta d'ingresso è stata lasciata spalancata?"

"...El?" Mike interruppe i suoi pensieri, facendo scuotere leggermente la testa, ricercando accanto a sé la fonte di quella voce,
"Sì?" rispose lei d'istinto, senza aver capito appieno quale fosse stata la domanda, alzando lo sguardo sul ragazzo che dai suoi quasi 20 centimetri di differenza d'altezza era intento ad osservarla a metà tra il divertito ed il preoccupato.
"Tutto bene?" chiese il ricciolino facendosi più vicino, resistendo all'istinto di allungare una mano a sfiorarle il viso, ancora emozionato ed incredulo per ciò che di inaspettato era successo pochi istanti prima seduti sul materasso della sua camera da letto.
Quello che era successo, o meglio ancora, ciò che stava per succedere, ciò che sarebbe potuto succedere se...

"El...sei sicura di stare bene?"
"Sì sì...bene!" sbattè le palpebre El abbassando lo sguardo, facendo optare a Mike per la più cauta e convenzionale scelta di infilare le mani nella tasca della sua giacca.
"Sì sì, tutto a posto, solo..." Mike la sentì tentennare, con un labbro leggermente tremante ed occhi grandi nei quali poteva scorgere riflesse le luci di quella casa.
"Solo...non mi immaginavo fosse...così"

"Nemmeno io..." Mike annuì mordendosi un labbro, seguendo il suo sguardo verso l'edificio dal quale le urla di vario genere proveniente dalle finestre e porte aperte erano quasi in grado di contrastare la musica.
Deglutì, sentendo il cuore battere più forte sotto il tessuto logoro della sua camicia nera: così erano quelle le famose "feste liceali" alle quali i fighi della scuola erano sempre invitati? Quelle le serate che erano in grado di far impazzire sua sorella e mettere così in ansia sua madre? Quelle le feste alle quali, se non sei invitato sei uno sfigato, ma se partecipi se automaticamente uno che può camminare a testa alta lungo i corridoi della scuola?

Mike abbassò lo sguardo, facendo ricadere qualche ricciolo nero come i suoi vestiti sulla fronte.
In altre occasioni Wheeler-lo sfigato avrebbe certo preferito sotterrarsi da solo piuttosto che ammetterlo, ma era più che certo quella sera che quel fiorellino non avrebbe mai potuto prenderlo in giro. Anzi, era sicuro El avrebbe potuto capirlo meglio di chiunque altro.
"Non sono mai andato ad una festa, El..." la piccola lo sentì sussurrare, abbastanza forte da contrastare la musica ma abbastanza piano perché avesse tutto l'aspetto di una confessione,
"Questa è la mia prima...non so bene che cosa aspettarmi"

"Anche io non sono mai andata ad una festa, Mike..." El rispose con un piccolo sorriso, facendolo trattenere a stento a sua volta una piccola risata.
Era più che palese non l'avesse mai fatto, Mike non avrebbe avuto alcun dubbio a riguardo, ma il fatto che lei lo avesse ammesso con così tanta serietà era in grado di farlo sorridere come un cretino piantato lì dov'era su quel marciapiede.
"Nemmeno io so che cosa aspettarmi..."

"Che dici...proviamo?" chiese Mike voltandosi verso di lei, sentendo un calore nel petto in contrasto con il freddo di quella notte penetrante sulla sua pelle attraverso gli strappi di quei tessuti.
"Ci proviamo, El?"
Mike la vide distogliere lo sguardo da quella casa, voltandosi verso di lui e passando con gli occhi dal suo viso alla mano che lui le porgeva, alzata e con il palmo ben aperto, in attesa di accogliere la sua tra le sue dita.
E quando Mike la vide sorridere, sciogliendo infine la tensione, allungando la mano ed intrecciando le dita con le sue, Mike benedisse quella notte che, era più che sicuro, potesse ancora avere le carte in regola per diventare sul serio la migliore dell'anno.
"Sì, proviamoci...proviamoci, Mike!"

Mike annuì, stringendo le dita intorno alle sue e prendendo un bel respiro, sentendosi in fondo meno stupido se in qualche modo perfino la sua eterna e palese sfigaggine l'avesse in qualche modo aiutato quella sera a fare sentire il suo fiorellino un po' meno sola e preoccupata.
In fondo Mike non poteva vantare una grande lista di "esperienza di vita", ma pensare che quella ragazza ne aveva vissute ancora la metà di lui lo faceva in qualche modo sentire in fondo fortunato di averla incontrata.
"...forte!"

Percorrendo a passi incerti quello che un tempo doveva essere il vialetto di fronte alla casa, ma che quella sera era ridotto all'unico fazzoletto di terra libero tra le carrozzerie delle auto, i due si fecero strada tra i piatti e bicchieri di plastica arancio e neri sparsi per il prato, bottiglie vuote e mozziconi di sigaretta, oltre ad un discreto numero di gruppi di amici intenti a ridere e fumare o coppiette intente a dare un altro tipo di spettacolo.
El rimase a fissare incredula per qualche secondo un ragazzo ed una ragazza intenti a scambiarsi, appoggiati al cofano di un'auto poco più in là, quello che a tutti gli effetti dovesse essere un bacio, ma che aveva tutta l'aria di trattarsi dell'attacco di un vampiro al collo della povera ragazza.

"Cosa stanno facendo...?" avrebbe voluto chiedere El, sentendo senza apparente motivo le sue guance bruciare, non riuscendo a distogliere lo sguardo dalle ginocchia di quella ragazza, affioranti sotto la gonna di tulle da bambolina di porcellana, strette ed ancorate ai fianchi del ragazzo a lei di fronte intento ad assaltare il suo collo, ma preferì tacere, stringendo più forti le dita intorno a quelle di Mike ed affrettandosi a seguirlo lungo il vialetto fino agli scalini del partico.
Per Mike dall'altra parte, camminare in mezzo a quegli studenti dell'ultimo anno della Hawkins High mano nella mano con la ragazza più carina che lui avesse mai visto tra i corridoi della scuola era già paragonabile quella sera ad aver vinto il jackpot più alto della lotteria.

"Ehm...ciao! Dobbiamo...presentarci?" abbozzò Mike timidamente una volta giunto davanti all'ingresso della porta, urlando per sovrastare il rumore sempre più forte, in direzione di una gattina dal corto vestito nero e calze a rete, seduta sulle gambe di un ragazzo su una sedia posta davanti alla porta spalancata.
La spilla di cartone arancio riportante la scritta in pennarello nero "welcome bitches" fece a Mike ben sperare che quella dovesse essere la padrona di casa.
Come diavolo aveva detto che si chiamava Max?

"Presentarvi?" chiese con una risata il ragazzo seduto sulla sedia sotto la ragazza, innondandoli con una nube di fumo che aveva tutto l'aria di non avere odore tipico di sigaretta,
"E ditemi dolcezze, volete anche che vi cantiamo una canzoncina di benvenuto?"
"Dacci un taglio, Jack!" la ragazza dai capelli biondi cotonati e cerchietto con due orecchie pelose sulla testa ribattè in tono scocciato, alzandosi in piedi nei suoi tacchi alti, spostando solo in quel momento la mano di quel tipo intenta fino a quell'istante a palparle il sedere.

"Voi chi siete?" chiese la padrona di casa con un'aria interrogativa che avrebbe potuto anche apparire seria e concentrata, non fosse stato per le pupille dei suoi occhi verdi eccessivamente dilatate.
"Non vi ho mai visto qui, da chi siete stati invitati? Avete l'aria di essere un po' troppo piccoli per questo tipo di feste, non trovate?"
Mike boccheggiò, sentendo El farsi a lui più vicina alle sue spalle, stringendo più forte la sua mano e pregando che Max e gli altri potessero apparire in quel momento in loro soccorso il più rapidamente possibile.
Come li avrebbero trovati in tutta quella baraonda?

"Ehm..noi siamo amici di Maxine, Maxine Mayfield!" cominciò Mike ostentando una sicurezza che non era certo di non poter vantare quella sera.
Era la musica alta, il freddo o il calore proveniente dalla presenza di El così vicina alle sue spalle?
"È la sorella di Billy Hargrove, siamo stati invitati da lei! Ha detto che ha parlato con..."
"Billy? Quel Billy Hargrove?" esclamò il ragazzo improvvisamente attento, allungandosi sulla sedia ed alzando dal viso un paio di occhiali da sole gialli, infilandoli nella parrucca di ricci rossi e porgendo alla ragazza la sigaretta tra le dita.

"La sorella di Billy non è una merdosetta rossina del primo anno? Cristo Bethany, ora invitiamo alle feste anche le matricole?!"
"Taci" ordinò la ragazza, facendo brillare gli occhi lucidi ed aspirando un tiro di sigaretta, soffiando senza tanti complimenti in faccia ai due una nube di fumo grigio dall'intenso odore di canna.
"E quali sarebbero i vostri nomi, amici di Maxine? Non credo me lo abbiate ancora detto..."

Mike aprì la bocca per rispondere, ma la richiuse immediatamente senza fiato, facendo un passo indietro e cadendo quasi addosso alla ragazza alle sue spalle, appena in tempo per non farsi travolgere da un trenino di ragazzi e ragazze provenienti dall'interno dell'edificio e diretti di corsa verso il cortile, urlando e saltando a tempo di musica, rompendo il contatto visivo con la loro interlocutrice.
"E va bene entrare, fate come se foste a casa vostra, dolcezze!" Mike la vide alzare le braccia al cielo con aria rassegnata di sopra le teste di quella muraglia di ragazzi di fronte a loro, facendo a Mike tirare un sospiro di sollievo, muovendosi con El attraverso la porta d'ingresso della casa.

"Ehm...grazie! Bella...bella casa!"
"Ma se bevete troppo e vi sentite male voi non mi avete mai visto, chiaro sfigati?" la sentirono ancora urlare sopra le grida, risedendosi comodamente sulle gambe del ragazzo e infilandogli il mozzicone tra le labbra.
"Già, se proprio dovete divertirvi, prendete uno di quei preservativo nel cesto all'ingresso!" Mike perse un colpo al cuore sentendo il ragazzo aggiungere con una risata, ormai con un piede nel salotto e pregando che El non chiedesse di spiegarle a cosa mai dovesse servire un preservativo.
"Quelli sono gratis, legali e vi fanno comunque volare!"

"Razza di idioti..." Mike sentì la piccola commentare, una volta giunti dentro l'ampio salotto della casa, più affollato forse del giardino, facendolo sorridere annuendo concorde e ringraziando il Cielo dello scampato pericolo.
Almeno adesso erano dentro.

"Credo che per prima cosa dovremmo cercare i ragazzi!" Mike si avvicinò per urlarle nelle orecchie, avvicinando il viso ai suoi ricci e non perdendo occasione per non respirare una ventata di fiori direttamente dai suoi capelli.
Mike era quasi certo che quella sarebbe stata la sua personale droga preferita tra tutte quelle che avrebbero potuto mai offrirgli di provare quella sera.

"Tu li vedi da qualche parte?"
"No!" scosse la testa El alzandosi sulle punte per sovrastare le teste nella sala piena di ragazzi intenti a ballare scuotendo i fianchi, alzare le braccia a tempo di musica, ridere, fumare o pomiciare contro ogni superficie congrua della stanza.
Volse lo sguardo tutt'attorno il fiorellino, cercando un volto noto tra i tanti ma non ritrovando che sconosciuti intorno a loro, nei loro costumi da zucca, vampiro, imperatore romano e bambina di Shining, all'apparenza più grandi e certo più a loro agio di loro in quel tipo di ambiente.

Al fondo del salone, al confine con la cucina, El sentì un brivido percorrerle le gambe alla vista di Troy e dei suoi amici, intenti a ridere sguaiatamente intorno a un trio di ragazze tra le quali la piccola riconobbe la chioma nera di Lucy.
In suo body di pizzo nero sgambato sulle calze color giallo limone lasciava certo poco spazio all'immaginazione, e El si trovò ad avvampare di calore per lei, non riuscendo a capire come mai non stesse protestando per la mano del ragazzo così noncurantemente appoggiata sulla sua natica a giocherellare con il bordo elastico del suo body proprio sulla linea delle sue chiappe.
Perché mai Lucy non stava urlando a Troy di allontanare immediatamente la mano da quella posizione?

El deglutì, avvertendo una fitta allo stomaco a quel ricordo, sentendosi farsi strada nella sua mente le parole di quella ragazza mora, mentre la spintonava con forza contro lo sportello di ferro del suo armadietto:
"I ragazzi come Troy vogliono le ragazze come me, quelle che sanno di cosa i ragazzi come lui hanno bisogno, mentre tu..."

"El, forse dovremmo provare a cercarli lagg..."
"Mike! El!" Mike sentì richiamarli una voce finalmente familiare alle loro spalle, voltandosi ancora con la mano di El ben ancorata alla sua, mai più felice di ritrovare davanti ai suoi occhi quelli verdi e sorridenti del suo migliore amico.
"Eccovi, finalmente! Ma dove eravate finiti?"
"Abbiamo avuto problemi con la sicurezza all'ingresso!" rise Mike vedendo Will farsi più vicino, rivolgendo occhiate sorridenti a lui ed El nel mezzo della sala.
"Sicurezza all'ingresso? Mike, ma hai già bevuto per caso?!" El lo vide ridere aprendo le braccia al cielo ed urlando con quanto fiato aveva in gola il suo entusiasmo, facendola quasi sobbalzare e stringendo il braccio di Mike con l'altra mano.
"Ad ogni buon conto, ora siete dentro: inizia la festa!"

"Io sono appena arrivato, Byers! Tu piuttosto quanti bicchieri hai già buttato giù?" rise Mike osservandolo con aria divertita, vedendo il solito sorriso entusiasta del suo migliore amico più grande ed esagerato che mai.
"E sopratutto, dove sono gli altri?"
"Ragazzi! Finalmente siete arrivati!" li raggiunse l'eco della voce di Dustin alle sue spalle, facendo Mike tossire per la fin troppo vigorosa pacca sulla spalla che gli rifilò l'amico in segno di saluto, facendolo suo mal grado separare infine dalla mano di El.
"Cazzo Dustin, fai più piano, Cristo santo!"
"Perdonami mingherlino, qui la festa non aspettava che voi per decollare" annunciò entusiasta il ragazzo ricciolo dagli occhi azzurri, mostrando con un gesto plateale della mano la sala affollata e piena di musica intorno a loro.

"Benvenuta ai nostri modesti festeggiamenti, my lady!" Dustin si rivolse poi verso di El, prendendole la mano e portandola alle labbra in un baciamano che fece alzare a Mike gli occhi al cielo, come ogni altra volta.
"E complimenti per il suo costume!"
"Come hai diavolo hai fatto, Wheeler?!" la voce di Max raggiunse il teatrino, facendo voltare Mike di scatto verso la rossa dalla pelle pallida sotto lo strato di cera e occhi spalancati di stupore.
"Che?!"
"Come hai fatto a farglielo...così bene?!" chiese Max con occhi stupiti, indicando con un dito il viso di El perfettamente truccato, davanti agli occhi confusi della piccola Hopper.

"Oh, ehm..." iniziò Mike prendendo fuoco fino alla punta delle orecchie, ripensando al momento di intimità e dolcezza appena vissuto con quella ragazza durante la "makeup session" in camera sua, chiedendosi per un istante se anche lei avesse provato in cuor suo le sue stesse medesime emozioni.
"Ho fatto semplicemente come avevi fatto tu, solo..." Mike abbozzò un sorriso, ricordandosi in un istante che l'ultima volta che aveva visto i suoi amici gli aveva gentilmente invitati ad uscire da casa sua ed andarsene a fanculo.
Per fortuna il clima di festa, la musica alta e qualche bicchiere di troppo avevano fatto già dimenticare a tutto il party dell'accaduto.

"...solo, sicuramente tu l'avresti fatto meglio!"
"Sicuro! Nessuno può fare qualcosa meglio di me!" il piccolo Wheeler si stupì di veder concludere l'amica, con un sorriso stampato in viso così grande ed esagerato che per un momento Mike si chiese seriamente quanto diamine i suoi amici avessero già approfittato dell'angolo bibite e buffet.
Forse in fondo farli andare prima alla festa per calmare i bollenti spiriti non era stata un'idea così pessima, non voluta e inaspettata, ma di certo efficace.
Con la coda dell'occhio Mike si assicurò che anche El stesse bene, non troppo spaventata dall'esagerata espansività dei suoi amici, chiedendosi per un istante se il suo fiorellino mai potesse sapere quali erano gli effetti dell'alchool, ma quando ritrovò di fronte a sé il viso della piccola aperto nel più spontaneo e divertito dei sorrisi, il giovane Wheeler si disse solo di smetterla di farsi mille preoccupazioni inutili e di iniziare a lasciarsi andare sul serio e divertirsi.
In fondo erano lì per quello scopo, non era vero?

"Ma quello che conta è che ora siamo tutti vestiti e pronti per andare a divertirci!"
"Mike, cazzo, devi provare questo!" fece un passo avanti Lucas rimasto in silenzio fino a quel momento, sporgendo all'amico un bicchiere di plastica nera tenuto in bilico insieme ad altri due tra le dita.
"Che cos'è?" chiese Mike con aria scettica, avvicinando al viso il bicchiere contenente un liquido scuro dall'aria sospetta e il forte odore di ciliegia.
"Ma che roba è?"
"È fuoco!" esclamò Will fiondandosi su uno dei bicchieri e brindando al volo con quello di Dustin, prima di portarlo alle labbra buttandone giù in un solo sorso l'intero contenuto sotto gli occhi basiti del giovane Wheeler.

"È fuoco, puro fuoco!" fece eco Max con una risata, portando la testa indietro e facendo ricadere sulle spalle i suoi capelli rossi sciolti in modo casuale dallo chignon sulla nuca.
"Dovresti provarlo Wheeler! Dai, togliti quell'espressione da pesce fuor d'acqua dalla faccia!"
"Se lo dite voi..." mormorò Mike poco convinto, portando il bicchiere alle labbra la fermandosi prima di assaggiarne il primo sorso:
"Ragazzi, ma siete proprio sicuri che..."

"Oh, ma sta zitto e bevi, Mike!" esclamò Will afferrando il bicchiere e portandolo verso l'alto, facendo ingurgitare al ricciolino il liquido e versandone una parte considerevole lungo i lati delle sue guance fin lungo il suo collo.
"Cazzo!" Mike tossì senza fiato, abbassando il bicchiere e fulminando Will al suo fianco, troppo intendo a ridere della scena con il resto del party.
"Questa me la paghi, Will!"
"Allora, com'è?" chiese Lucas con sguardo complice, vedendo Mike ripulire i rigagnoli di liquido rosso agli angoli della sua bocca con il palmo della mano.
"Com'è? Sembra di bere un merdoso big bubble!" rispose con una smorfia il ricciolino, osservando il contenuto del suo bicchiere mezzo vuoto.
"E poi cosa sarebbe questo "puro fuoco"?"

"Non ne abbiamo idea ma vedi come inizia a salire se ti fai un altro giro!" esclamò Max con tono entusiasta, portando un braccio sulle spalle di Lucas e l'altro sulle spalle di Dustin mettendosi a saltellare, con un urlo liberatorio capace di far contemporaneamente saltare e scoppiare a ridere El sul posto.
Certo la piccola non aveva mai visto quella rossa sempre burbera e scontrosa con lei così euforica.
"Forza, venite in pista, adoro questa canzone!" esclamò la ragazza tirando gli amici per le braccia fino al centro della sala improvvisata pista da ballo, dove molti ragazzi già saltavano scuotendo i fianchi sulle note di "Gloria".

Mike si voltò verso El, rimasta immobile e silenziosa ad osservare la scena fino a quel momento, vedendola ridere divertita in direzione degli amici in lontananza, facendosi strada tra i ragazzi appollaiati sui divani e quelli intenti ad urlare sulla voce di Laura Branigan.
"Vuoi...vuoi assaggiare?" chiese Mike timidamente, sporgendole il bicchiere con un sorriso sghembo.
"Non fa in fondo così schifo, te lo assicuro..." aggiunse il corvino, vedendola tentennare con il bicchiere stretto tra le mani, sollevando gli occhi su di lui ed i suoi riccioli impigliati nelle ciglia.

El si fermò un secondo ad osservarlo, isolandosi dal frastuono e dalla musica alta intorno a loro, dentro la bolla nella quale si rifugiavano ogni volta insieme, ogni volta che il loro sguardi entravano in collisione, mozzando i rispettivi respiri.
Ed El si stupì di quanto potesse essere bello il suo viso, anche sotto quel buffo strato di cera bianca, quanto luminoso fosse il suo sorriso, quasi a sovrastare le luci colorate sparate sul soffitto, quanto profondi e neri i suoi occhi, contornati dallo scuro del suo trucco.
Come poteva El sentirsi già ubriaca ancor prima di aver avvicinato quel bicchiere alle sue labbra?

E Mike, da parte sua, non doveva nemmeno chiedersi come fosse possibile che lei apparisse così bella, perché già sapeva che il suo fiorellino lo era sempre, in ogni occasione, non importava dove e come. Non vi era mai stata occasione nel quale Mike non avesse perso il fiato rimirando il suo bellissimo viso.
"Sei sempre così bella, così bella, El..."

"Sì, prova quella roba, El! È davvero buona, fidati!" interruppe l'idillio Will, facendo volgere lo sguardo della piccola come colta sul vivo di un sogno mezzo aperto ed imprecare il ricciolino tra i denti.
El guardò titubante Will, poi Mike, poi il bicchiere, poi di nuovo Will, prima di tirare infine un lungo sospiro, chiudendo gli occhi e portando il bicchiere alle labbra.
"Perfino papà ti perdonerà per aver infranto la promessa della non stupidità per una notte" si ripeté buttando indietro la testa e lasciando che il liquido fresco scorresse sulle sue papille dritto in gola, scaldandole il petto nonostante la freschezza del gusto.
"Stupidi teenager per una notte"...quale era poi il problema?

"Wow! È brava la nostra El!" Will esclamò battendo le mani sotto gli occhi stralunati del piccolo Mike, vedendo El rialzare la testa con aria soddisfatta e un sorriso di vittoria sul viso, facendo un mezzo inchino a quell'applauso e lasciando cadere il bicchiere ormai vuoto a terra, in mezzo agli altri ammonticchiati in un angolo.
"Allora, com'era? Che mi dici?" chiese Will avvicinandosi a lei, ignorando il suo migliore amico rimasto imbambolato come un cretino di fronte a quella ragazza che aveva tracannato metà di quel bicchiere con così tanta facilità.
Mike era ancora indeciso se esserne preoccupato o positivamente impressionato.

"Ti dico..." iniziò El con un'espressione furba, incrociando lo sguardo di Mike con un'aria velatamente ammiccante ma capace già solo così di far sciogliere le gambe del giovane Wheeler come burro al sole.
"...dico che mi piace! Mi piace un sacco! Posso averne un altro?"

"Quanti ne vuoi, cazzo!" esclamò Will entusiasta, battendo un cinque al volo e rivolgendosi al suo migliore amico con aria complice, abbassando la voce,
"100 punti alla tua ragazza, Mike! I miei complimenti!"
"El non è la mia ragazza.." avrebbe voluto protestare il ricciolino, ma fu troppo intento ad assaporare quelle piacevoli parole ed il formicolio che provocarono al centro del suo petto per osare replicare a quell'errata affermazione.
"La sua ragazza...wow...magari, chi lo poteva mai sapere...forte!"

"Hai visto mia sorella?" chiese Mike per sciogliere l'imbarazzo, alzando la testa ricciuta e muovendola in giro, lungo la sala illuminata dalle luci colorate e puntate sul soffitto, riflettenti le paiette brillanti di qualche costume da Charleston.
"Nancy? E dove può essere se non avvinghiata a mio fratello?" gli tiró una fraterna gomitata Will, con un cenno del capo in direzione di una delle tante coppiette strette ed abbracciate contro uno degli angoli della sala.

Mike si pentì immediatamente di aver posto quella domanda, sentendo le sue guance prendere fuoco in un secondo alla vista del finto boa di struzzo rosso di sua sorella stretto intorno al collo di Jonathan Byers, i loro visi talmente vicini che più che baciarsi parevano stare tentando una nuova tecnica di fusione dei corpi.
"Dio mio, che schifo.."
"Già, ridimmelo a fine serata, Mike!" ribattè Will con un occhiolino ed un cenno del capo verso la piccola Hopper intenta ad osservare ad occhi spalancati i due ragazzi, facendo avvampare il povero Mike ancora di più, prendendo nota mentale di uccidere il suo amico alla prima occasione.

"Ma adesso mi sono rotto di fare il guardone! Vi aspetto in pista, ragazzi!"
"Scusali loro...non sanno mai essere discreti..." deglutì Mike vedendo El osservare i due ragazzi intenti a baciarsi con così poca vergogna con particolare attenzione, sentendosi in dovere di giustificare qualcosa che, ad essere onesti, pareva non essere un problema per nessuno in quella sala fuorché che per lui.
"Pare che il fratello di Will le stia mangiando la faccia!" Mike spalancò gli occhi vedendola ridere, non potendo credere alle sue orecchie, sentendosi più stupido che mai in quel momento.

"Ehm...sì" abbozzò Mike improvvisamente a corto d'aria, vedendola ridere di più del suo evidente imbarazzo.
"Già...sono disgustosi"
"No, io li trovo carini!" sorrise El con uno sguardo innocente, capace di mandare in pappa il cervello di Mike, ancor prima di aver elaborato quella sua affermazione.
"Ehm...davvero?"
"Già, e pare gli stia piacendo un mondo! Sembra divertente!" esclamò ancora El con entusiasmo, dando voce ai suoi pensieri attraverso la sua lingua lasciata a briglia sciolta per una sera.
Cavolo come le piaceva quella leggera sensazione di euforia e quel crescente calore proveniente nel suo stomaco.
Doveva assolutamente provare un altro di quei bicchieri di liquido misterioso.

"Già, sembra di sì..." Mike si arrese a sua volta a sorridere, vedendola alzare lo sguardo alla ricerca del buffet delle bibite, rimanendo immobile ancora qualche secondo in sua contemplazione.
"Già...e vorresti mica provarci anche tu con me, El?"

"Forza ragazzi, muovetevi, venite a ballare!" li richiamò in pista Max agitando le braccia, mentre le note cambiavano ed una voce maschile prendeva il sopravvento sulla sala, facendo saltare il party sulle note di "Take on me".
"Andiamo?" chiese Mike con un sorriso ed El annuì entusiasta, prendendolo per mano e seguendolo nel mezzo della sala.

Oh sì.
Quella sera a quel fiorellino andava solo di dirgli di .

*

El scoprì ben presto quella sera che ballare era qualcosa che non solo le piaceva molto, ma le riusciva anche con una sorprendente facilità.
E che il tutto non faceva che migliorare ogni volta un po' di più, dopo aver buttato giù in gola l'ennesimo bicchiere di quel liquido rosso scuro.

"Okay questo è l'ultimo basta, lo giuro!" Dustin scosse per la terza volta la testa, ripetendo la stessa frase di 5 minuti prima, ma tracannando comunque all'unisono con tutti i suoi amici un altro bicchiere senza battere ciglio.
"L'hai detto già per l'ultimo bicchiere!"
"E per quello prima ancora!" esclamarono uno dopo l'altro Mike e Lucas, ridendo come cretini insieme al resto del gruppo.
"No, lo prometto, questo è davvero l'ultimo!" boccheggiò il ricciolino portando una mano sul petto e liberando un considerevole rutto, con l'effetto di far ridere i suoi amici ancora di più.
"Cazzo, tra poco quello a prendere fuoco sarò davvero io!"

"Puro fuoco!" urlò felice Max con entusiasmo, alzando il bicchiere in aria con fare celebrativo e reggendosi alla spalla del suo ragazzo accanto a lei, traballando pericolosamente.
"Alla nostra prima festa da liceali, ragazzi!"
"Alla nostra prima festa!"
"Buon Natale!"
"No ragazzi, seriamente, fatemi bere ancora un sorso di quella roba e giuro che..."
"Meno chiacchiere e butta giù tutto, Dusti-Bon!"

Mike "odio le feste" Wheeler, dal suo canto, non credeva di essersi mai divertito tanto in tutta la sua vita.

Assunta la profonda consapevolezza che nessuno dei partecipanti a quella festa avrebbe avuto né la voglia né l'interesse di mettersi a commentare o prendere in giro una ad una le sue mosse, sullo slancio della libertà e spensieratezza donatagli da quella consapevolezza e da una buona dose di bicchiere di plastica vuoti intorno a lui, il nerdino dai ricci neri aveva deciso già da un'ora buona semplicemente...di lasciarsi andare e divertirsi.
E l'effetto non avrebbe potuto essere dei più riusciti.

Mike rise insieme ad i suoi amici, voltandosi verso di El al suo fianco, vedendola ricambiare il suo sorriso con il bicchiere ancora tra le labbra, bevendone l'ultimo sorso e ruotando in una piroetta su se stessa a tempo di musica.
Il giovane Wheeler non credeva di non averla mai vista così incredibilmente a suo agio se non lì sulla pista da ballo.

"Oddio questo pezzo! Questo non me lo posso perdere, no signori!" esclamò Max tirando Lucas e Will per le braccia, lontani dal buffet delle bibite e in mezzo alla folla sull'ampio tappeto improvvisato a pista.
"L'hai detto delle ultime tre canzoni, MadMax!"
"Beh, sono tutte magnifiche, stalker!"
"Aspettate! Ma questi sono i Queen!" esclamò entusiasta Will, cercando con lo sguardo gli occhi del suo migliore amico in segno di consenso.

Mike ci mise nemmeno un secondo a riconoscere la melodia, la batteria, la chitarra, ma sopratutto la voce, quella che sì, avrebbe riconosciuto anche tra un milione.
Sorrise il piccolo Wheeler, annuendo felice all'amico e vedendo la ragazza di fronte a lui sorridere a sua volta felice, ancora di più.
Quella canzone, se avesse potuto, Mike avrebbe voluto averla scritta apposta per lei quella notte.

I was born to love you
With every single beat of my heart
Yes, I was born to take care of you,
Every single day...of my life!

"I Queen!!" Mike la vide esclamare saltando felice di fronte al suo viso, facendosi così vicina che per poco non sbattè con la fronte contro suo mento.
"Sì, sono i Queen!" ribattè Mike riflettendo il suo medesimo entusiasmo, non avrebbe saputo se più commosso per l'entusiasmo di quel fiorellino nei confronti della sua band preferita o se per quanto era dolce il suo respiro così vicino, mixando l'odore di ciliegia di quel liquido rosso al suo consueto odore di fiori.

E Mike la prese per mano, seguendo uno schema già costruito tra di loro, allontanandola con un braccio per voi avvicinarla di più a sé, vedendola sorridere, ridere ed agitare i fianchi in mezzo agli amici sulle note di quelle canzoni scritte apposta per loro.

You are the one for me
I am the man for you
You we're made for me
You're my ecstasy
If I was given every opportunity
I'd kill for your love

"Ti amo Freddie!!" urlò Will allargando le braccia nel mezzo della sala, facendo scoppiare a ridere il resto del party e partire un applauso generale tra i presenti sulla pista.
Come prima festa da liceali, i ragazzi non se la stavano cavando poi così male.
Abbandonato da tempo il basso profilo per non attirare l'attenzione, ed aiutati dai bicchieri che presto tutti i nerdini si erano stancati di contare, El non aveva mai sentito girare la sua testa così piacevolmente come in quel momento.

Non si stava nemmeno più chiedendo che ore fossero o quanto tempo fosse passato da quando era lì, ne si ricordava più di cercare di tanto in tanto con lo sguardo le calze giallo fluo di Lucy e delle sue amiche, con la paura di ritrovarsele alle spalle da un momento all'altro.
El, quella sera, non si sentiva nemmeno più stanca, nemmeno più triste, non sentiva più niente.
Sentiva solo che non voleva fermarsi, non voleva più smettere di ballare.
E per quanto la stanza continuasse a girare vorticosamente intorno alla sua testa facendola ridere come una cretina, lo sguardo di El non poteva che rimanere fisso in un punto preciso.
Sul limpido, felice e fottutamente meraviglioso sorriso del nerdino che ritrovava di fronte dopo ogni giro su se stessa.

So take a chance with me
Let me romance with you
I'm caught in a dream
And my dream's come true
So hard to believe
This is happening to me
An amazing feeling
Comin' through -

"Ti piace questa canzone?" Mike la tirò a sé urlando nelle sue orecchie, prendendo un bel respiro e facendo scorta di profumo di fiori e di amore tra i suoi ricci.
"Un sacco!" El rispose, saltando davanti a lui come un grillo, fianco a fianco alla rossa intenta a ballare con le braccia aperte intorno a sé.
"È forte! Anzi, è tuuuubulare!" Mike la vide ridere insieme a Max, stupita di sentire uscire dalla sue labbra quella buffa espressione.
"Ti prego non farti sentire da Dustin a dire quella parola!"
"E perché?"
"Tu non farlo e basta, fidati di me!"
"...okay!"

Mike e Lucas si lanciarono uno sguardo di sorpresa e mezza incredulità a quella scena, vedendo le sue ragazze guardarsi all'unisono con uno sguardo carico di complicità, prima di scoppiare a ridere all'unisono di una risata spontanea e per nulla sobria.
"Wow..." si lasciò sfuggire Lucas, affiancando l'amico e restando con lui in contemplazione, vedendo le due ragazze ora ballare schiena contro schiena, muovendo i fianchi e ridendo come avessero potuto non fare altro per tutto il resto della vita.
"Non possiamo farle bere così tutti i giorni, Mike?"
"Non credo potrebbe funzionare, amico!" rise Mike scuotendo la testa, ma restando in un secondo incantato nel vedere la sua principessa muovere sinuosamente il bacino, facendo scorrere le sue mani seguendo la linea dei suoi fianchi fino ai suoi ricci, raccogliendoli tra le dita e facendoli ricadere sulle spalle, con un sorriso così bello e così incredibilmente seducente che Mike si chiese se quella del suo amico fosse poi una così cattiva idea in fondo.
"O forse, invece...perché no?"

"Ti sta colando un po' saliva, bavoso!" Max lo apostrofò facendosi a lui più vicina, facendogli perdere un battito ed arrossire immediatamente, vedendola ridere con aria divertita, prima di fiondarsi sulle labbra dell'amico gettandogli le braccia al collo.
Mike scosse la testa, fulminandola con lo sguardo, ma sentendosi subito tirare da una mano impaziente e decisa.
"Dai, Mike! Vieni qui!" Mike la sentì richiamarlo, facendosi a lui più vicina e vedendola ridere senza accennare a fermare la sua coinvolgente danza.

I was born to love you
With every single beat of my heart
Yes, I was born to take care of you, honey
Every single day of my life

E Mike credeva di non essere mai stato così consapevole di essersi innamorato cotto di lei come quella sera su quella improvvisata pista da ballo, in mezzo a decine e decine di altri ragazzi come loro intenti a saltare e a cantare, nell'aria intrisa di fumo di sigaretta e musica, con il calore dato dall'alchool e dai loro movimenti a scaldare le guance sciogliendo il trucco bianco sui loro visi, continuando a sorridere di tutti i loro meravigliosi sorrisi, sentendola stringere le sue mani tra le sue continuando a saltare agitando i fianchi e a ridere, ridere e ridere.
Mike Wheeler non credeva di essere mai stato così vicino a toccare con mano il paradiso.

E in quando ad El, El voleva solo averlo più vicino.
Quello non era certo il ballo di gala che si era immaginata, ma non avrebbe potuto importarle di meno. Anzi, in cuor suo quasi benediceva quel ritardo che non le aveva consentito di tornare a casa per indossare il suo bel vestito, capendo solo allora quanto sarebbe stato fuori luogo in quel contesto, felice invece del suo costume improvvisato ma identico a quello di Mike e dei suoi amici, in grado di farla sentire quella sera bella ed a suo agio come non si era mai sentita.

E quella bella canzone non faceva che rendere l'atmosfera ancora più magica e frizzante in quel salotto, dove quella musica, quella inirriconoscibile voce gli facevano tornare alla mente dolci e piacevoli ricordi:
"Dedicata ad un fiorellino, il più bello di tutti"
"Oh, Mike..."

Mike credette di aver fatto un passo falso e di essere caduto dentro un sogno, quando ad occhi spalancati ed un sorriso stupito veloce come i suoi battiti a farsi strada sul suo viso, il nerdino dai ricci incasinati sentì il suo fiorellino allungare le braccia verso il suo viso, aggrappandosi al suo collo con un balzo e non potendo fare altro che stringere le braccio intorno alla sua schiena per reggere il suo peso.
"....wow?!"

"Sono così felice tu mi abbia invitato a questa festa, Mike!" la sentì sussurrare al suo orecchio in mezzo ai suoi ricci, una voce dolce e leggermente impastata, tale da chiedergli se El stesse comprendendo davvero cosa stesse facendo.
Ma al giovane Wheeler non andava proprio di fare il sottile quella sera.
"Grazie di avermi portato qui, mi sto divertendo un mondo!"

"Grazie a te di essere venuta qui!" rispose Mike incredulo, con un sorriso, reggendo la sua leggera figura ad dieci centimetri dal pavimento, aggrappata al suo collo e sorretta dalle sue braccia strette intorno alla t-shirt strappata sulla schiena.
Il ricciolino poté scorgere chiaramente un pollice alzato da parte dei suoi migliori amici dall'altra parte della pista, e alzò gli occhi al cielo divertito, prima di chiuderli ed affrontarli ancora di più sulla sua spalla tra i suoi ricci, cercando di imprimere nella sua memoria ogni più piccolo ricordo o sensazione.

"Grazie a te di avermi detto di sì!"
"Io ti diró sempre di sì, Mike!" il piccolo Wheeler sentì il suo cuore perdere un battito a quella risposta, pregando che El non se ne fosse accorta, stretta a lui petto contro petto, cuore a cuore, così vicini che Mike poteva sentire tutto, tutto di lei, quel tutto in grado di accendere in lui le più svariate sfumature di fantasie.
Ed al suo orecchio poté chiaramente avvertire lo strofinio del suo naso contro il suo orecchio, prima di sentirle sussurrare un'ultima frase in grado di mandare a puttane le sue poche facoltà mentali residue.
"Ti dirò sempre di sì, Mike, perché...perché voglio per sempre essere il tuo fiorellino"

"...cazzo"

Born - to love you
Born - to love you

Mike si chiese seriamente se non fosse ancora sdraiato nel suo letto quella mattina, con tutta la giornata ancora da vivere e da cominciare, domandandosi se non stava ancora sognando, perché quello non doveva che essere un bel sogno, non poteva essere così bello da far tremare così le sue gambe ed essere perfino reale!
Che qualcuno gli tirasse un pizzicotto, per l'amor del cielo! Quel sogno non poteva essere più perfetto così!

Born - to love you
Born - to love you

"Sarai sempre mio fiorellino..." Mike la strinse di più a sé, sentendola fare altrettanto con le braccia intorno ai suoi ricci, potendo giurare di averla sentita sorridere anche così, abbracciati sotto la musica sempre più ritmata del finale.
E Mike Wheeler non avrebbe potuto trovare altre parole da dirle se non quelle di quella bella canzone.

"...I was born to love you, El"

Ed immediatamente la musica cambiò.

Mike sentì El lasciare andare lentamente il nodo delle sue braccia intorno al suo collo, trovandosi costretto, di mala voglia, a lasciare anche lui la presa sulla sua schiena per farla discendere a terra.
El abbassò lo sguardo con aria imbarazzata, come ad essersi accorta solo in quel momento di essere stata abbracciata a quel ragazzo per tutto quel tempo.
La testa le girava un po' di meno, ma il calore dentro al petto non era mutato, anzi il cuore sembrava non essere ancora deciso a rallentare la sua corsa, seppure fosse strano, dopo secondi e secondi stretti abbracciati, sentir nel petto un solo battito e non più anche il suo premuto forte contro le sue costole.

La piccola Hopper deglutì, sentendo lo sguardo di quel ricciolino su di sé, ma non ancora pronta a rialzare il suo sguardo su di lui, volgendolo invece invece intorno a loro, dove già l'atmosfera della sala era cambiata ed i gruppi casinisti di amici facevano spazio a coppiette intente ad accalcarsi per il primo lento della serata.
El arrossì, vedendo intorno a lei ragazzi e ragazze farsi più vicini, tenendosi abbracciati o già intenti a baciarsi come si fosse trattata della cosa più naturale del mondo.
E la piccola, improvvisamente, si sentì impallidire.
Dove era finita tutta la sua intraprendenza di pochi istanti prima?
Forse aveva seriamente bisogno di rimediare un altro bicchiere da riempire...

"El..vuoi ballare anche questa?" sentì la voce di Mike richiamarla dolcemente a sé, ed El si decise a rialzare infine lo sguardo su di lui, ritrovando ad aspettarla due occhi grandi e profondi, improvvisamente attenti ad ogni suo più piccolo movimento.
La piccola deglutì, lanciando un ultimo sguardo intorno: quella musica era diversa da quelle messe in precedenza quella sera, più lenta, meno ritmata ma ugualmente intesa.
I suoi coetanei non erano più intenti a ballare scuotendo le braccia al cielo o a cantare a squarciagola, anzi tutti si erano fermati come per magia, come per rispetto verso quella canzone d'amore così bella da poter essere condivisa solo con una persona speciale.

A few stolen moments is all that we share
You've got your family and they need you there
Though I've tried to resist being last on your list
But no other man's gonna do
So I'm saving all my love for you

"Io non so...non so come si fa" sussurrò piano la piccola, guardandosi persa a destra e sinistra, fino a tornare agli occhi di quel nerdino, calmi e sicuri ad accoglierla in un porto sicuro.
"Io non so come si balla questa, Mike..."
"Non è niente di difficile, vedi?" sorrise Mike indicando con la testa la coppia di amici poco lontano, dove Max già ondeggiava lentamente con il viso appoggiato al petto di Lucas, intento a stringerla a sé disegnando linee con le mani sui suoi fianchi e lungo la sua schiena.
El si morse il labbro, provando un'inaspettata ed inattesa punta di invidia a pungerle il petto in quel momento.
Come avrebbe voluto fosse tutto un po' più semplice, come pochi istanti prima su quella medesima pista. Perché invece ora il suo cuore sembrava galoppare ancora più forte di prima?

"Vuoi provare?" si sentì richiamare nuovamente da quel ragazzino, vedendolo sporgere le mani aperte di fronte a sé con occhi in attesa, pazienti, senza fretta. Ed El, come ogni altra volta, posando le mani nelle sue, si sentì di camminare per la prima volta nella sua vita per una via sconosciuta ma di cui non aveva paura.
"Sì.." Mike la vide annuire con un piccolo sorriso, posando delicatamente le mani nelle sue e riaprendo gli occhi nei suoi, grandi, belli, meravigliosi, di una purezza così innocente e reale che sembravano poter gridare:
"Ho paura sì, ma con te ne ho sempre un po' di meno, Mike"

It's not very easy living all alone
My friends try and tell me find a man of my own
But each time I try I just break down and cry
'Cause I'd rather be home feeling blue
So I'm saving all my love for you

Mike strinse le sue mani di più, facendole scorrere tra le sue dita e portandole lentamente più in alto e più in alto ancora, fino ad appoggiarle dolcemente sulle sue spalle, tenendo lo sguardo fisso suoi suoi occhi tutto il tempo, come a cogliere ogni suo possibile dubbio o incertezza.
Ma gli occhi di lei erano calmi, aperti e sereni nei suoi senza esitazioni, mentre, lasciate andare le sue mani sulle sue spalle, quelle di Mike già tornavano già indietro, indugiando per un istante vicino ai suoi fianchi.

"...posso?" El lo sentì sussurrare con un altro sorriso sghembo ma timido, vedendolo osservarla di sottecchi tra i ricci neri ricaduti tra le sue ciglia, con l'espressione di chi ha tutta l'aria di conoscere già la risposta.
"Sì..." il cuore del paladino attese comunque di sentirle sussurrare quel permesso, appoggiando infine i suoi palmi nella curva stretta del suo bacino e tirandola dolcemente a sé, facendole fare un passo in avanti più vicina.
Ed El sollevò lo sguardo su di lui, così alto sopra di lei da doversi sforzare per guardarlo negli occhi così da vicino, ma abbastanza da poter appoggiare la sua guancia comodamente sul suo petto, sentendo immediatamente il battito confortante del suo cuore contro il suo orecchio.

E tutto il resto del mondo era lontano.
E loro, in quel momento erano solo pura poesia.

I've got to get ready just a few minutes more
Gonna get that old feeling when you walk through that door
'Cause tonight is the night for feeling alright
We'll be making love the whole night through

La sala ruotava intorno a quei due ragazzini abbracciati, ma quella volta il "puro fuoco" non c'entrava un bel niente.
Mike respirava, ma respirava l'odore di lei, perché l'ossigeno non era mai stato così sopravvalutato, quando poteva, abbassando appena il mento, respirare direttamente tra i suoi riccioli di fiori.
E il cuore di El batteva, ma a ritmo con il suo, a ritmo con quello di Mike pulsante direttamente contro il suo viso.
E mai musica era stata più bella, mai profumo più dolce, mai momento più perfetto di quello che aveva riunito due cuori spersi e mai più distanti a condividere il loro primo lento, della serata e dell'intera vita, lì abbracciati su quella bizzarra pista da ballo.

Le dita di El già avevano preso la strada tra i ricci di Mike sulla nuca, senza chiedere un permesso che quel ragazzo avrebbe di sicuro dato, e quelle di Mike ricopiavano quei ghirigori, ma direttamente sui fianchi di lei, stretti tra le sue mani così dolcemente che per un attimo la mente ed il corpo di Mike si scordó addirittura di notare quanto fossero pericolosamente vicini.
Quel momento sarebbe stato troppo perfetto per essere interrotto da qualsiasi più colorito pensiero.
A meno che, chiaramente, lei non ne desse a sua volta più che espressiva allusione.

"Guardate un po' che spettacolo, ragazzi!" Lucas si fece più vicino, ancora con Max tra le sue braccia, indicando con un cenno della testa poco più in là, un piccolo bardo tramutato in un principe azzurro per una sera, abbracciato ad una graziosa ballerina con tutù rosa e braccia piene di crepe dipinte di nero, intenta a riposare il suo mento sua sua spalla.
Lucas fischiò nella sua direzione, immediatamente ripreso da una gomitata di Max direttamente sulle sue costole, e Dustin alzò la testa verso di loro, vedendoli ridere e fare il tifo con i pollici alzati in segno di approvazione, ringraziandoli con un sorriso ed un dito medio ben evidente, seguito da una risata divertita della ragazza tra le sue braccia, per nulla scocciata dell'interruzione.

"Siete degli idioti!" la rossa apostrofò entrambi gli amici, vedendoli ridere con sguardi d'intesa, volgendosi infine verso El con aria rassegnata:
"Che ci vuoi fare...sono di un'altra specie, poverini!"

El sorrise, chiedendosi che strano significato avesse quell'espressione, concludendo che se Mike rappresentava una specie, come quella dei cani o dei suoi amati gatti, o ancora meglio dei fiori, certo Mike rimaneva sempre e comunque la sua specie preferita.
Tornò con lo sguardo al suo paladino, la piccolina maga-principessa, sentendolo stringerla un po' più forte a sé ed intensificando di riflesso la sua stretta intorno alle sue spalle.
Gli occhi di Mike vicino al suo viso erano grandi, luminosi, le sue ciglia nere nascoste nel nero del trucco, ma quando battevano anche il cuore della piccola si sentiva vivo, vivo e sicuro che per tutta la sua vita, come per tutto l'arco di quella serata, mai avrebbe voluto separarsi dalle sue braccia.

So I'm saving all my love
Yeah, I'm saving all my lovin'
Yes, I'm saving all my love for you
For you

E mentre la musica stava per finire, Mike abbassò il viso lentamente sul suo, facendo riposare la sua fronte contro la sua, chiudendo gli occhi come per catturare per un ultimo istante quell'emozione, non ancora pronto a lasciarla sfumare via come la voce di Whitney Houston sulle ultime note di Saving all my Love.

E anche El chiuse gli occhi, sorridendo direttamente al suo sorriso, sulle punte delle sue converse bianche per farsi a lui più vicino, così vicino che un solo passo in più sarebbe già bastato per fare cadere entrambi in un nuovo sogno, in un nuovo primo bacio.

Ma la musica era già sfumata, e i cuori ancora in corsa nei petti giovani ed innamorati, e quando Mike riaprì gli occhi, scostandosi appena da lei per guardarla in viso, sentì che niente, niente avrebbe potuto mai mancare a quella serata per poterla decretare completamente perfetta.
Niente tranne una cosa, una soltanto.

"Beh, noi andiamo...ad esplorare la casa" Mike si sentì richiamare da Lucas, lasciando la presa sui fianchi di El e voltandosi verso il volto dell'amico, un sorrisetto così furbo ma così dolce sul suo viso scuro, che per una volta, perfino Mike si trattenne dal pensare fosse disgustoso.
Forse, perfino Mike Wheeler stava in fondo cambiando idea su quel genere di questioni.

"A dopo ragazzi!" salutò a sua volta Max con un sorriso innamorato, stringendo più forte la mano del suo ragazzo nella sua e seguendolo facendosi strada tra la folla verso le scale occupate da un gruppo di ragazzi intenti a ridere e brindare.
Mike ed El li seguirono con lo sguardo, separatisi di un passo ma ancora con le mani strette in quelle dell'altro, senza dire una parola.
"Dov'è che vanno?" Mike la sentì chiedere con voce innocente, tornando al suo viso con occhi curiosi e incerti sulla destinazione dei loro amici.

"Oh! Ehm...loro vanno..." Mike sentì la gola seccarsi in un secondo, cercando di immaginare quale possibile espressione avrebbe potuto dipingersi sul viso di El se gli avesse semplicemente risposto a quella domanda:
"È un po' difficile da spiegare...che ne dici invece di seguirli e provare?"

Certo sarebbe stata così innocente da rispondergli di sì senza aver minimamente aver capito cosa stavano andando a salire le scale a fare.
"Beh, vedi, El...Lucas e Max...insomma, loro..."
"Mike, eccoti! Finalmente vi ho trovato!"

Mike non credeva di essere stato mai più grato di udire la voce del suo migliore amico alle sue spalle, vedendo El voltarsi verso di lui e facendo altrettanto, grato che Will lo avesse inconsapevolmente salvato da quella spinosa domanda.
"Will! Eccoti! Ti sei perso Dustin che ballava con una ragazza!" esclamò Mike con un sorriso, cercando l'amico dagli occhi azzurri con lo sguardo ma non trovandolo nei paraggi.
Sicuramente stava approfondendo la sua conoscenza con quella ballerina, lì in giro da qualche parte.

"Dustin ha ballato con una ragazza? Miseria non ci posso credere che ce l'abbia fatta! E dimmi, lo hai visto per caso baciarsi con qualcuna?" Mike alzò un sopracciglio con aria stupita, vedendo il viso di Will farsi improvvisamente serio e concentrato.
"No, ehm...non credo..." mormorò Mike passando una mano tra i ricci, non comprendendo il motivo di tutto quell'interesse.
"Perché me lo chiedi, Will? Tu piuttosto dove ti eri cacciato invece?"

"Ero in giardino a provarci con una ragazza, ci ero arrivato a tanto così, cazzo!" scosse la testa il ragazzo dagli occhi verdi con voce delusa, indicando ai due amici una distanza molto piccola tra le dita.
"Ma poi è arrivato il suo ragazzo e...nulla, me la sono filata! Io e Dustin abbiamo scommesso per questa sera, è una questione di punti! Baciare una ragazza sono 3 punti, ma una ragazza fidanzata..." Mike vide il suo migliore amico continuare, con aria da intenditore e una strizzata d'occhio contro la sua espressione incredula,
"...una ragazza fidanzata vale minino minimo 5 punti!"
"...Will!"
"Che c'è?! È matematica!"

"Non ci posso credere..." scosse la testa Mike con un sospiro, non potendo credere alle sue orecchie ma nemmeno trattenere una risata, accanto allo sguardo confuso più che mai di El.
"...sei incredibile"
"Lucas e Max dove sono?" chiese il giovane Byers allungando lo sguardo intorno a sé, ma il ricciolino scosse la testa, con un mezzo sorriso d'invidia.
"Loro sono andati, ecco...ad ammirare la tappezzeria di sopra"

"Cazzo, non posso credere che alla fine l'abbiano davvero fatto!" fu il turno di Will di scuotere la testa, con uno sguardo a metà tra il nauseato e il divertito.
"Ad ogni buon conto, fuori sul retro stanno facendo una cosa assurda! È un gioco alcolico che fa smattare! Devi fare centro con una pallina dentro i bicchieri di birra su di un tavolo da ping-pong: lo chiamano "beer-pong" e ci voglio troppo provare! Vieni con me, Mike?"
"El, vieni anche tu?"

Mike si voltò verso la ragazza, rimasta ad ascoltare fino a quel momento in silenzio la conversazione tra i due amici.
Gli occhi della piccola passarono distratti dal giovane Byers al giovane Wheeler con aria trasognata, sentendo per la prima volta in quella serata, sulle sua sottili spalle, il peso della stanchezza di quella lunga e pesante giornata.
El sentiva la testa pesante, sciolta l'adrenalina che l'aveva mantenuto su di giri fino a quel momento a ballare su quella pista; più che volentieri la piccola avrebbe invece preferito stendersi su uno dei divani di quel salotto e chiudere per un attimo gli occhi.

"No, io...preferisco andarmi a sedere e prendere fiato per un po'..." sussurrò El con un sorriso stanco, facendo un passo indietro ma vedendo gli occhi attenti di quel ragazzo seguirla, improvvisamente più preoccupati.
"Che succede, El? Ti senti male?" chiese immediatamente Mike portando una mano sul suo viso e infilandole dietro le orecchie una ciocca di ricci, un gesto così insolito ma così spontaneo in quel momento che perfino Will nascose stupito un mezzo sorrisetto compiaciuto.
"Non mi piace che resti qui da sola...preferisci che resti qui insieme a te?"
"No no, voi andate pure!" scosse la testa la piccola al suo sguardo premuroso, vedendo il ricciolino esitare un ultimo istante, per poi lasciare perdere con un sospiro.

"D'accordo ma torno tra poco, va bene? Se ti serve qualcosa sono fuori sul retro, non farti problemi a chiamare, okay?"
"Okay!" annuì El alzando la voce, mentre la musica già ripartiva, più vivace e ad alto volume di prima.
Qualche secondo da sola dopo quelle montagne russe di emozioni non le avrebbero potuto che fare bene in fondo.

"A dopo, El!"
"A dopo!" la piccola Hopper vide i due amici allontanarsi con un sorriso, guardandosi attorno alla ricerca di un divano, una sedia o una poltrona non ancora occupata da gruppetti di amiche intente a ridere sguaiatamente o a coppiette a mangiarsi la rispettiva faccia.
Sorrise la piccola in mezzo alla sala, scorgendo lo schienale del divano appena lasciato libero da due vampiri, intenti a seguire due mummie dai corti vestiti sbrindellati.

Prese posto la piccola, chiudendo gli occhi e prendendo un lungo respiro, portando la testa all'indietro e respirando lentamente.
Un leggero sentore di nausea si faceva strada lungo il suo esofago, unito ad una fitta acuta di mal di testa a farle serrare più stretti i denti, mentre il poco sonno della notte precedente, le corse di quella mattina, l'ansia e una buona dose di pianto facevano il resto, schiacciando le spalle della piccola a terra, stanca e sfinita come mai prima.

El sorrise, un po' in trance un po' nel mezzo di un bel sogno, ancora ad occhi chiusi, sentendo due braccia avvolgersi dolcemente intorno alla sua vita, stringendola di spalle appena sotto il seno, tirandola dolcemente indietro.
"...Mike?" la piccola sorrise più che certa che a nessuno se non a quel ricciolino dovessero appartenere quelle braccia forti ma gentili.
Quindi non era uscito fuori a giocare con Will?
Aveva davvero deciso di restare lì con lei?

Ma quando una voce insolita raggiunse le sue orecchie, con un tono cupo, scuro e davvero troppo, troppo malizioso, quando la sua mente ebbe mandato a memoria quella parola, quel nome, El improvvisamente spalancò gli occhi, sentendosi gelare il sangue nelle vene.

No, non poteva essere Mike.
Mike non le aveva mai parlato così.
Mike non l'aveva mai chiamata così.

"Dolcetto o scherzetto...bambolina?"

*

"Merda! È più difficile di quanto pensassi!" sbuffò il giovane Wheeler, scaraventando la pallina di plastica sul tavolo da pin-pong e vedendola rimbalzare un paio di secondi prima di cadere giù, restando a fissarla con sguardo esasperato e spostandosi dalla fila, voltandosi a guardare l'amico in attesa del suo turno.

"Non lo è Mike, è che non prendi la mira!" sentenziò Will con un sorriso trionfante, facendo sbattere la pallina dolcemente sul tavolo fino a cascare perfettamente dentro un bicchiere di plastica al di là della rete, sporgendosi ad affermarlo per portarlo infine alle labbra, bevendone il contenuto in un solo sorso.
"Sai, devi fare centro nel bicchiere, sai, quella cosa lì con l'imboccatura tonda..."
"Gne gne simpaticone" alzò gli occhi al cielo Mike con una smorfia, vedendolo seguirlo fuori dalla fila per far posto ad un altro gruppo di amici vestiti da gladiatori romani.

"Come siamo permalosi questa sera, amico! Io facevo solo per dire!" allargò le braccia il giovane Byers, tirandolo affettuosamente per un braccio.
"Se hai problemi di mira con buchi così grandi non osa immaginare come te la caverai con quelli più piccoli..."

"Sei un deficiente, Will!" lo strattonò per un braccio Mike, fingendosi offeso, ma non potendo fare a meno di scoppiare a ridere, prendendo posto vicino a lui sugli scalini della veranda.
L'aria era frizzante quella sera di fine ottobre, e forse uscire senza giacche e con i vestiti indosso logori non era stata forse l'idea più geniale della serata, ma nessuno dei due amici sembrava preoccuparsi in quel momento, scaldati dall'interno dall'alchool ancora in circolo nelle loro vene.
Certo due mamme il mattino seguente avrebbero avuto occasione di fare una bella ramanzina sul loro sicuro raffreddore.

"Facevo per scherzare, Mike!" gli tirò un'amichevole gomitata l'amico dagli occhi verdi, vedendolo abbassare lo sguardo pensoso, i gomiti appoggiati alle ginocchia e i ricci a ricadere sul viso.
"Facile scherzare di ciò che non si conosce, eh, Will?"
"E questo tono così serio, Mike?" il ricciolino lo sentì ribattere con tono scherzoso ma anche incredibilmente serio, rialzando su di lui due occhi grandi e scuri in contrasto con i suoi chiari.
Gli stessi paia di occhi grandi e pieni di sogni cresciuti negli anni insieme.

"Che succede, Mike?" Will sorrise con l'aria di chi sa perfettamente leggerti dentro come un libro aperto.
"Cosa sono questi brutti pensieri?"
"Niente, niente, Will...è solo che..." Mike prese fiato alzando lo sguardo al cielo coperto dalle nubi, in mezzo alla musica e al frastuono della festa intorno.
Era incredibile come anche in una serata caotica e incasinata come quella, due migliori amici sentissero il bisogno di isolarsi per curare le rispettive ferite.
"Non ho niente, stavo solo pensando a Lucas e Max...ovunque essi siano, lì al piano di sopra.."
"Geloso, Mike?" alzò un sopracciglio Will, immediatamente fulminato dallo sguardo dell'amico.
"No deficiente! Quello no, ma che schifo!" rispose quasi automaticamente Mike, rendendosi conto solo in quel momento di quanto il suo migliore amico avesse ragione.
E Will ebbe tutta l'intelligenza necessaria per comprendere che il suo amico aveva un gran bisogno quella sera di arrivare a quella conclusione da solo.

"In verità, beh forse un po'...forse sì" si morse il labbro Mike con un sospiro, piegando le ginocchia e portandole al petto, passando una mano tra i ricci neri, come da sempre quando cercava le giuste parole.
"È che...merda, io vorrei quasi essere come voi! Come te, Lucas...e perfino come Dustin, cazzo! Voi ci scommettete pure, capisci? Non ve ne fregava un cazzo di con chi sarebbe stato, l'importante era baciare almeno una ragazza lungo l'arco della serata e avere qualcosa da raccontare, cazzo!" sbottò Mike sentendosi improvvisamente stupido, tirando i ricci sugli occhi e scuotendo la testa con un lungo sospiro.
Will rimase ad osservarlo semplicemente, senza aggiungere una parola.

"Io non sono mai stato così! Non riesco ad essere come voi e non ho avuto la fortuna di Lucas..." continuò il suo monologo Mike, agitando le mani di fronte a sé e sentendo la voce tremare di emozione,
"Sono sempre stato l'ultimo in tutto questo genere di cose! L'ultimo a dare il primo bacio, l'ultimo a parlare di queste cose, l'unico ancora a rabbrividire alla sola idea di cosa possono star facendo quei due in quella camera in questo momento, l'ultimo perfino ad innamorarmi, cazzo!" esclamò Mike battendo una mano sul ginocchio, prendendo un ultimo respiro e concludendo quel discorso con un profondo respiro.
"E poi è arrivata lei..." Will abbassò lo sguardo sorridendo, ammirando l'amico in cerca delle giuste parole.
"Lei, Will...lei che..." chiuse gli occhi Mike, sentendo il calore dal petto diffondersi in tutto il corpo a quel pensiero, ai ricordi ancora lividi di come le era saltata al collo pochi minuti primi, così come delle loro fronti appoggiate e vicine sulle note del loro primo lento insieme.

"E poi c'è lei...che mi sta facendo diventare pazzo, Will"
"E allora ti senti in dovere di correre e recuperare il tempo perso, non è vero, Mike?" il piccolo Wheeler spalancò gli occhi a quelle parole, volgendosi verso di lui e vedendolo sorridere di un grande e comprensivo sorriso.
Proprio quando credeva che nessuno lo potesse capire, Will era sempre pronto a fare centro nel posto giusto.

"Mike...El è carina, è molto, molto carina!" enfatizzò l'aggettivo Will, facendo sorridere spontaneamente l'amico dai ricci scuri,
"Ma sopratutto...El è diversa, è speciale: non è uguale alla maggior parte delle ragazze che trovi in giro...ma sopratutto, El è speciale per te!" Will proseguì vedendolo annuire, mordendosi il labbro inferiore con aria pensierosa.
E Will prese un profondo respiro, prima di concludere con un più largo sorriso sul viso.
"Non credi che con lei valga la pena aspettare? Voglio dire, che fretta puoi mai avere? Che sia per un bacio o per mille altro ancora: che fretta puoi mai avere di recuperare qualcosa che in realtà non hai mai perso?"

Mike sorrise, grato per quelle parole, alzando gli occhi sul suo migliore amico e vedendolo sorridere a sua volta, con un'affettuosa pacca sulla schiena tra le spalle larghe.
"Tempo al tempo Mike, ogni cosa al suo posto...vedrai, arriverà anche per noi sfigati primo o poi il momento di portare il colpo in buca!"

"Sempre il solito poeta, Byers..." Mike scosse la testa, alzando gli occhi al cielo,
"Diretto ma efficace, Wheeler!" rise più forte Will, alzando le mani con aria innocente.
Uno scoppio di risate femminili alla loro destra fece loro voltare lo sguardo in quella direzione, a Lucy ed alle sue amiche dai succinti body colori fluo, intende a fumare e ridere sguaiatamente di qualche assurdo pettegolezzo.
Mike si stupì di come, per una volta, Troy ed i suoi amici con fossero, come sempre, vicini a loro appresso al loro culo.

"Andiamo!" Will lo ridestò dai suoi pensieri, sporgendogli una mano che Mike afferrò immediatamente, tornando in piedi e vedendolo sorridere, di una risata esagerata e tutto fuorché sobria, ma in grado comunque di farlo stare meglio ogni volta, da 10 anni a quella parte.
"Torniamo dentro a vedere come se la cava la tua principessa"

*

El avrebbe tanto voluto mettersi ad urlare.
Avrebbe tanto voluto mettersi ad urlare con tutte le sue forze.

Nel preciso istante in cui i suoi ricci sulle orecchie furono scossi da quel sussurro, quasi impercepibile sotto la musica alta, ma capace comunque di gelarle il sangue in circolo e riempirle di brividi le gambe sotto quelle calze a maglia stracciate, El spalancò all'unisono gli occhi e la bocca per richiamare l'attenzione di qualcuno dei presenti, ignari di quanto le stava succedendo, ma non ci riuscì.
El non ci riuscì.

Perché?
Perché nell'esatto momento in cui le sue labbra si furono aperte per gridare, una mano grande e fredda, molto meno gentile di quelle precenti, si era posizionata sulla sua bocca a tappargliela con forza, senza tanti complimenti.

"Se ti metti ad urlare finisce male, bambolina" El sentì ancora sussurrare quella voce, più vicina che mai al suo orecchio tanto da farle drizzare tutti i capelli in testa.
"Che ti succede? Non mi riconosci? Voglio solo parlarti un momento, non vuoi concedermi nemmeno un minuto? Vuoi per caso dirmi che...non ti sono mancato?"

La piccola Hopper, in preda alla confusione e alla nausea più crescente per la paura, rabbrividì, se possibile, ancora di più a quelle parole.
Un "non ti sono mancato?" pronunciato da un'altra voce si fece strada nei suoi più grigi ricordi, grigi e freddi come i suoi occhi, come ghiaccio contro la pelle, come gelo contro il bocciolo di un fiore.
Ed El non seppe fare altro in quel momento se non rimanere bloccata su quel divano dalla paura.
Non le passò nemmeno per la testa l'idea di divincolarsi o cercare di fuggire, talmente quella voce era riuscita ad evocare nella sua anima la forma più pura di paura, né tantomeno di usare i suoi poteri per scaraventare quel ragazzo dall'altra parte del muro di quel salotto.

Perché?

Perché El per tutta la vita aveva avuto paura.
Paura di una voce calma e a primo acchito quasi gentile, sempre misurata, mai eccessiva, sempre sussurrata, mai urlata, proprio per questo ancora più orribile, perché capace di bloccarle le ali come un uccellino nella sua gabbia, come uno stelo che vorrebbe voluto crescere e bucare il terreno, ma lo strato di ghiaccio era sempre stato troppo spesso per riuscire a bucare il terreno.
Perché El era sempre stata così, così in balia di quella voce, in balia della voce di papà come di quella di quel ragazzo in quel momento, così suadente e cattiva che tanto, troppo, contro la sua volontà, gliela ricordava.

E come El non aveva saputo reagire per tutta la vita a quell'altra voce, non seppe reagire quella sera neppure a quella di Troy alle sue spalle.
In fondo lei cos'era? Che cosa era sempre stata?
El era sempre stata un fiore, un bocciolo pronto per schiudersi senza trovare il coraggio di farlo.
E loro?
Loro erano sempre stati i lupi cattivi.

"Ora ti alzi piano, da brava, senza fare storie bambolina, mi hai capito?" Troy le sussurrò all'orecchio, vedendola annuire deglutendo con forza, facendosi da lui alzare mettendosi in piedi, ancora con una mano sulla sua bocca ed uno sul suo fianco.
"Brava, così...senza urlare, senza protestare...non vorrai mica che qualcuno rovini il nostro primo momento da soli?" El chiuse gli occhi sentendo le lacrime correre fino ai suoi bulbi, sentendo le labbra del ragazzo scendere lente lungo il suo collo, ad un passo dalla vena pulsante impazzita contro la sua clavicola.
"E se sarai buona e silenziosa, magari sarò più dolce del solito sta sera...solo per te"

Prima che El potesse sentire la prima lacrima di paura colarle lentamente lungo la cera bianca a ricoprire la sua guancia truccata, prima ancora di realizzare cosa stesse succedendo o di iniziare a riflettere su come reagire o che cosa fare, la piccola si sentì spostare dal divano attraverso quel salotto, a lato della pista ed in mezzo alla folla di ragazzi troppo intenti a ballare e a ridere per accorgersi di quanto sbagliata fosse quella scena.
La voce alle sue spalle non si era ancora palesata, ma quel fiorellino non aveva bisogno di vedere quel ragazzo in faccia per riconoscerlo all'istante.

Quella voce, quella parola, quel nome.
Quel forte odore di colonia mescolata all'odore più acuto di alchool e fumo.
Quel ragazzo non poteva che essere quello del quale aveva richiamato l'attenzione quella mattina al termine dell'ora di letteratura, lo stesso grazie al quale era stata sbattuta contro il muro da Lucy e le sue amiche pochi giorni dopo.
"Per questa volta non ti mordo, bambolina...non ancora"

"Eccoci...finalmente soli" sussurrò infine il suo rapitore, scegliendo un angolo del salotto poco illuminato, sotto la scala diretta al piano superiore, in una piccola rientranza della parete, sufficientemente lontana dalla pista da ballo.
El sentì la mano sul suo fianco fare leva, facendola girare su sé stessa per guardare finalmente in faccia il ragazzo alle sue spalle, e nell'esatto momento in cui i suoi timori si dimostrarono fondati e un piccolo gemito di paura corse spontaneo dalla sua gola, la piccola sentì le sue spalle cozzare contro il muro dietro di lei e la stretta di quel tipo farsi più intensa sulle sue labbra.

"Shhh...bambolina, non mi deludere proprio adesso..." Troy fece brillare crudelmente due occhi neri grandi resi ancora più inquietanti da due lenti a contatto rosse.
"Sei stata brava fino ad adesso...ma ora, ora arriva il bello, dolcezza"

El credeva che il cuore le stesse per schizzare fuori dal petto.
Mosse gli occhi intorno, cercando uno spiraglio di luce o di fuga, cosa non facile mentre il ragazzo si avvicinava sempre di più al suo viso e al suo corpo, facendola aderire ancora di più al muro alle sue spalle per sfuggire al suo tocco.
El vide alcuni ragazzi poco lontano, intenti a fumare e scolare un paio di bottiglie di birra, altri poco distante a ballare, altri a baciarsi come se non ci fosse stato un domani.
C'erano troppe persone vicino per decidere di agire, qualcuno avrebbe di certo visto qualcosa di sospetto.
Non poteva usare i suoi poteri, non lì, non davanti a tutti. El lo aveva promesso.
Che cosa avrebbe fatto?
Che cosa avrebbe fatto una ragazza normale al suo posto in quella circostanza?

"Sei così timida...non hai idea di quanto la cosa mi faccia impazzire..." sussurrò Troy con occhi maliziosi, scorrendo lentamente la mano sul suo fianco, fino a scendere all'orlo della t-shirt usata come vestito.
E fu allora che la mano di El, restata ferma sulla quella del ragazzo sulle sue labbra tutto quel tempo, senza avere la forza di portarla via dalla sua bocca, si mosse di scatto, senza che lei potesse controllarlo, muovendosi sulla sua appoggiata alla sua coscia e allontanandola dalla sua gamba con uno schiaffo.

"Ah sì?" aprì gli occhi di sorpresa il ragazzo con gli occhi rossi, afferrandole il polso e bloccando contro il muro alle sue spalle.
"Allora non sei soltanto timida, bambolina, fai anche la preziosa!" El lo sentì continuare con occhi così maliziosi da farle salire il vomito dritto in gola.
"Piccola ingenua bambolina....non ti ha mai mostrato nessuno come ti puoi divertire se ti lasci andare anche solo un pochino?"
"Lasciami andare...per favore..." El sussurrò tra i denti, chiudendo gli occhi e sentendo le lacrime ofuscarle la vista, colando lente lungo le sue guance.
Non capiva più dove di trovasse, non sapeva più se era ancora a quella festa o tornata indietro nel tempo chiusa in quel laboratorio, mani e piedi legati contro un altro muro, con una benda sulle labbra e nelle orecchie ancora quel rumore.
"Piccola, piccola Eleven...ancora non hai imparato a rispettare gli ordini?"

"Mike...dove sei?" singhiozzò El direttamente dalla sua gola, sentendo il fiato di quel ragazzo più vicino al suo viso, le sue dita strette intorno al suo polso e il suo corpo sempre più contro al suo.
"Mike? Mike Wheeler?" sentì quel ragazzo esclamare con stupore, una leggera nota divertita nella sua voce.
"Ora capisco, ora capisco tutto, bambolina...me lo potevi dire prima!" El riaprì gli occhi appena in tempo per vedere un ghigno cattivo percorrere le sue labbra.
"Ora capisco perché sei così timida: Wheeler non ti deve aver toccato nemmeno con dito, dico bene?" continuò Troy facendola deglutire, scuotendo la testa per allontanare il viso dal suo, col solo effetto di ritrovarlo ancora più vicino.
"Ma non ti preoccupare, adesso ci sono io..." El lo sentì un ultimo secondo sussurrare, prima di sentire il suo respiro spostarsi verso il basso e le sue labbra sfiorare delicatamente l'incavo del suo collo.
"...ci sono io questa sera per mostrarti cosa un ragazzo può fare su una bella bambolina come te..."
"E tu lo sai cosa posso fare io invece ad uno stronzo come te?"

El, con gli occhi ancora chiusi e tutti i sensi tesi, come un cerbiatto un secondo prima di essere divorato da un lupo cattivo, non capì immediatamente cosa stesse succedendo intorno a lei o a chi appartenesse quella voce in quel momento.
Sentì solo, tutto in un secondo, la mano del ragazzo lasciare la stretta sulle sue labbra e sul suo polso, il fiato di Troy allontanarsi dal suo collo e un gemito di stupore e dolore partire spontaneo dalla sua gola.

E quando El riaprì gli occhi in un secondo, ritrovando di fronte a sé il ragazzo dai riccioli neri ed occhi grandi più incazzati che mai, le sue labbra erano libere ed il suo cuore mai più felice di poter urlare quel nome.
"Mike!" urlò la piccola Hopper con un sorriso, vedendo Troy di lato piegato con un'espressione dolorante e una mano sulla tempia, il piccolo paladino ancora con i pugni stretti e le labbra rosse e dietro di lui Dustin e Will con aria seria ed incazzata.
"El!" sorrise Mike con gli occhi lucidi, muovendo un passo in avanti e portandole le mani sul viso, ancora appoggiata contro il muro.
"Cosa ti ha fatto? Stai bene?"

"Mike!" il piccolo Wheeler sentì un'altra voce nota provenire sulle scale, voltandosi di scatto e vedendo il suo amico dalla pelle cioccolato e la rossa al suo seguito correre giù dagli scalini di corsa, attraversando la sala in un secondo e portandosi vicino a loro.
"Cosa è successo?"
"El stai bene?"
"Troy!" Mike si voltò dalla parte opposta, vedendo gli amici del ragazzo affrettarsi di corsa dalla cucina, portandosi intorno al ragazzo ancora chino con una mano sulla tempia ma occhi più incazzati e rossi di prima.
"Questa la paghi, Wheeler"
"...ma che succede?"

Approfittando del momento di confusione che seguì, mentre gran parte della folla intorno prestava finalmente attenzione a cosa stesse succedendo in quel lato della sala, accalcandosi tutt'intorno.
Mike mosse un passo indietro tirando El per un braccio, portandola con sé verso il resto del party alle sue spalle.
"Vieni El, andiamo via..."
"Ah no, non così in fretta nerdino!"

Mike sentì la stretta di El mancare tra le sue dita e la sua mano tirarlo indietro facendolo voltare di scatto alle sue spalle, dove il suo fiorellino con gli occhi pieni lacrime, agitava le braccia verso di lui, tenuta ferma dalle braccia di Troy intorno alla sua vita.
"Non così in fretta, bambolina, non ho ancora finito con te!"
"Lasciami, lasciami, ti prego!"
"Lasciala andare, verme schifoso!" urlò Will facendo un passo in avanti, affiancandosi a Mike che con i ricci ricaduti sul viso non credeva di aver mai guardato nessuno con tanto odio e disgusto in tutta la sua vita.

"Lasciala andare Troy...ora"
"Sennò che fai, piccolo Byers? Ci lanci uno dei tuoi incantesimi?" lo prese in giro uno dei due armadi amici di Troy, facendo un passo in avanti con una risata e portandosi davanti a loro con fare minaccioso.
Per quanto Mike e Will potessero vantare una discreta altezza, quei due bestioni era certo il doppio spessi rispetto a loro.
"Non so quanto vi convenga provocarci, visti quei due stecchini che voi chiamate braccia.."
"Solo dei trogloditi come voi sanno mettere tutto solo sul piano dei muscoli!" ribattè Dustin con un passo avanti, stringendo i pugni contro i fianchi.
"Si vede che non vi siete mai allontanati dalla prima elementare o non avreste problemi a contarci e scoprire che siamo in numero maggiore rispetto voi!"

"E dovremmo avere per questo paura di voi? Ma per piacere!" Will sentì il ragazzo ridere, facendo un passo in avanti non potendo più trattenersi, ma il suo migliore amico lo bloccò.
"No Will! Così facciamo il loro gioco!" lo fermò Mike guardandolo fisso, vedendo il suo migliore amico esitare ma infine annuire con un cenno della testa.

"Che cosa vuoi, Troy?" chiese Mike direttamente al ragazzo rimasto due passi indietro rispetto ai suoi amici, tenendo ancora stretta El tra le braccia con i polsi bloccati tra le sue mani.
"È palese che lei non ne vuole sapere di te, allora sul serio...cosa vorresti ottenere?"
"Oh ma bene, bene...i nerdini riuniti a gran completo!" mosse un passo in avanti il ragazzo, muovendo El con sé con gli occhi rossi ancora pieni di lacrime e di paura a dimenarsi dalla sua stretta.
"Lasciami! Lasciami andare!"

"Cos'è Troy, è un modo per umiliarci? È un modo per vendicarti di quando c ha difeso tuo fratello? Perché se è così, lei non c'entra niente, niente!" continuò Mike deglutendo e cercando di mantenere la calma in quel momento, trattenendosi davvero con tutte le sue forze dal correre a tirare un po' in faccia a quel bullo.
Suo padre glielo aveva insegnato fin da bambino: rispondere alla violenza con la violenza non aveva portato mai da nessuna parte, e Mike era troppo intelligente per non capire che in quell'occasione le avrebbe prese di senta ragione da quei bestioni.
Molto meglio era cercare di discutete, aprire un dialogo e cercare di ragionare.
Ma la posta in gioco era alta, troppo alta quella sera, e il cuore di quel paladino batteva più forte ogni secondo che la sua principessa passava tra le braccia di quel tizio.
"Perché non te la prendi solo con me?

"Vendicarmi? No no, non è roba che mi interessa...io voglio darti una lezione Wheeler, una lezione gratis!" ribattè Troy con una risata, facendo un passo avanti e spingendo El davanti a sé, bloccandole entrambi i polsi dietro la schiena con una mano.
"Dii un po', nerdino...tu l'hai mai toccata una ragazza?"

"Non deve certo impararlo da te, razza di maniaco di merda!" urlò Max alle spalle di Lucas, facendo un passo in avanti al fianco di Will.
El, anche tra le lacrime e la paura di quel momento non poté non notare lo spettacolo presente di fronte a sé: davvero tutti, tutti i suoi amici erano corsi lì in quel momento per aiutarla contro quei prepotenti?
Tutti? Perfino Max?

"Sei carina, rossa! Vuoi essere la prossima a farti un giro?" rise uno dei due ragazzi facendo un passo in avanti verso Max, ma Lucas in un attimo le fu di fronte, portando un braccio in avanti:
"Ehi, occhio come parli, pezzo di merda!"
"Calmi, calmi, nerdini! Questo linguaggio non si conviene alla vostra età, poppanti!"
"Poppante sarai tu, razza di troll senza cervello!"

"Ragazzi zitti! Basta!" urlò Mike facendoli tacere, tornando con gli occhi lentamente verso Troy, respirando a fatica con il cuore nel petto sul punto di scoppiare, di rabbia certo, di incazzatura, ma per la prima volta anche di orrore, di paura.
El no, Troy non doveva nemmeno permettersi di immaginare di toccarla.

"Troy, se la sfiori anche solo con un dito, io giuro che..."
"Sfiorarla? Come, frogface? Tipo così?" ghignò Troy guardando Mike con occhi di sfida, portando una mano sulle gambe di El e tirandole un pizzicotto in mezzo alle cosce, sotto la t-shirt nera, facendo la piccola dimenarsi più forte, con gli occhi spalancati e il resto del party a cominciare ad urlare a gran voce:
"Cazzo fai, stronzo?!"
"Mettiti le mani nel culo, pezzo di merda!"

Ma Mike, dopo un iniziale secondo di incredulità, sentì ribollire il sangue nelle vene e i suoi ricci scuri cominciare a tremare.
No, non poteva...non poteva averlo fatto davvero.
"Okay..." El lo vide sorridere, scuotendo la testa, abbassando lo sguardo un solo secondo a terra, prima di rialzarli di fronte a sé, pronto a scattare.
"...questo non lo dovevi proprio fare"

In solo istante, Dustin e Lucas furono addosso ad uno dei due ragazzi, e Will dall'altra parte cercò di fare leva sul secondo, vedendo Mike, muovere un passo in avanti in direzione di Troy nel centro, mosso all'indietro portando El con sé.
"Saluta la tua bambolina, Wheeler! Non temere te la restituirò, forse un po' strapazzata ma te la restituirò!"
"Oh no, io non credo proprio, stronzo!" El sentì una voce femminile esclamare alle sue spalle, sentendo un colpo secco verso il basso e la stretta del ragazzo allentarsi sui suoi polsi, insieme ad un gemito acuto alle sue spalle.

"Questa me la paghi, carrot, piccola puttanella!" El sentì il ragazzo protestare, piegandosi in avanti con le mani in mezzo alle sue gambe nel punto appena colpito da Max alle sue spalle.
"Voglio vedere come fai ancora il maniaco senza più coglioni, stronzo!" gridò Max afferrando El per un braccio, invitandola a correre con lei verso i loro amici.
"El, vieni! Corri!"
"Non così in fretta!"
"Ahii!"

El sentì Max gridare, sentendole lasciare la presa dal suo polso e voltandosi all'indietro verso la rossa, bloccata dal ragazzo con una mano tra i suoi capelli.
"Provaci ancora una volta e ti strappo tutti i capelli, rossa!"
"Max!"
"El, vattene, vai!"

"Max!" urlò a sua volta Lucas, dimenandosi per raggiungere la ragazza alle spalle dell'armadio che le bloccava la strada.
"Lascialo andare, razza di stronzo!"
"Già, perché non te la prendi con noi piuttosto che con le ragazze?!"

"Mike!" esclamò El cercando il suo ragazzo con lo sguardo, vedendolo dimenarsi davanti ad uno dei due bestioni con un labbro aperto e spaccato, insieme a Will con un rigagnolo di sangue scuro al lato della guancia e Dustin con le mani sul naso ed aria dolorante.
La piccola chiuse gli occhi sfinita, non potendo più resistere a quelle urla e a quelle scene impietose.

"Lucas!"
"Max!"
"El vai via, via da lì!"
"Mike.."
"Siete finiti nerdini, finiti!"

El strinse gli occhi, serrando i pugni, sentendo crescere la nausea frammista alla paura, la rabbia, l'incazzatura e infine, finalmente...la forza.
Non le importava più ci fosse gente intorno, non le importava più degli occhi indiscreti.
El non poteva più sopportare quel momento, quelle urla, quella scena.
El non poteva più sopportare i suoi amici si stessero facendo così male per lei, per colpa sua.

"Dove credi di andare, frogface?"
"Troy, lasciala andare, subito!"
"Mike!"

E tutto successo in una frazione di secondo.

Nel preciso istante in cui, evitando un ultimo cazzotto, Mike riuscì a spingere uno dei due ragazzi di lato con una gomitata, portandosi di fronte ad El e con le mani sul braccio di Troy a tirare i capelli rossi di Max tra le sue dita, Max urlò più forte chiudendo gli occhi, sentendo la stretta del ragazzo farsi un ultimo secondi più forte, prima che tutte le grida fossero sovrastate da una sola, più acuta e di dolore di tutte ed El riaprisse gli occhi lentamente, un rigagnolo di caldo sangue rosso a colarle giù dalla narice sinistra.

"Mi ha rotto il braccio, mi ha rotto il braccio!" urlò Troy con gli occhi spalancati, davanti al viso sconvolto del piccolo Wheeler, più sorpreso di lui in quel momento.
"Io...cosa?"
"Max!" urlò la piccola afferrando le braccia della rossa ancora in lacrime ed aiutandola a rialzarsi, correndo all'indietro verso gli amici, dai visi pesti e senza fiato, davanti ai due armadioni corsi immediatamente indietro verso l'amico caduto inginocchiato a terra.
"Il mio braccio! Il mio braccio!"
"Ma come cazzo è possibile?!"

"...io?!" sussurró ancora Mike con gli occhi spalancati, facendo un passo indietro e sentendo le gambe sul punto di cedere, di stupore, di incredulità, di paura.
Lui non aveva fatto niente, proprio niente!
Aveva appena sfiorato il braccio di Troy, come era possibile che potesse averlo rotto con così poca pressione?!

"El...?" si voltò indietro il paladino, cercando con lo sguardo la sua principessa, in mezzo alla folla di curiosi che si accalcavano e al vociare di domande e stupite esclamazioni.
"È stato Wheeler? Quel Wheeler?!"
"Ha davvero rotto lui il braccio a Troy?!"

"Mike?!" il piccolo Wheeler si sentì chiamare dall'alto, alzando lo sguardo e vedendo sporta dal balcone del piano superiore sua sorella con gli occhi spalancati ed espressione sconvolta.
"Mike! Stai bene?!"

"Troy!" urlarono contemporaneamente due voci dall'altra parte della stanza, correndo dalla cucina e portandosi intorno al ragazzo con il braccio retto dagli amici intorno.
"Troy? Cazzo è successo? Che avete combinato?!" corse per primo Steve, chinandosi accanto al fratello nel suo costume da Rambo.
"Troy! Amore mio, che ti hanno fatto?!" esclamò Lucy facendosi vicina, guardando il suo ragazzo con lo stesso sguardo di una madre premurosa.
"Chi è stato il bastardo a ridurti così?!"

"Non sono stato io..." avrebbe voluto scuotere la testa il piccolo Wheeler, rimasto immobile e sconvolto davanti a quella scena, senza riuscire a staccare gli occhi dal volto sofferente del ragazzo di fronte a sé.
"Andate all'inferno, all'inferno, nerdini!"

"Mike! Ce ne andiamo!" Mike si sentì scuotere da una mano decisa, ritrovando di fronte a sé due occhi verdi seri e decisi.
Solo vedendo il sangue scuro colare sul lato della guancia di Will, Mike si rese conto solo in quel momento della fitta di dolore proveniente dal suo labbro inferiore.
Passò la lingua lungo la ferita e non potè trattenere un gemito di dolore, sentendo il sapore acre del sangue invadergli la bocca fino in gola.
"Io non...non sono stato io..."

"Mike, corri! Ora!" lo scosse il suo migliore amico, vedendolo annuire come in trance, voltandosi all'indietro verso i suoi amici sporti intorno ad una piccola figura, accasciata in ginocchio in mezzo a loro, con un rigo di sangue a colare dalle sue narici macchiando di rosso il suo trucco bianco.

"El! El!" si precipitò verso di lei il ricciolino, inginocchiandosi di fronte e prendendole il viso tra le mani, tra le proteste della rossa accanto a lui:
"Mike, piano, falla respirare!"
"El, mi senti, ti prego rispondi!" urlò in lacrime Mike, vedendo il viso della piccola più pallido, non solo per il trucco, ancora più in contrasto con il rosso del suo sangue sulle labbra.
"Mike..." avrebbe voluto sussurrare la piccola, ma intorno a lei era il nero, il freddo, il vuoto.
Vedeva gli amici intorno a lei chiamarla, scuoterla, chiamare il suo nome, e avrebbe voluto dire che era tutto okay, che stava bene, che era stata lei, ma tutto quello che El sentiva era un forte mal di testa a schiacciarla al suolo e fitte multiple a premerle le tempie in una morsa.

Intorno a lei la folla, le urla, le voci, ma El vedeva solo il buio, sentiva solo il freddo, riconosceva solo una voce.
Quella dentro la sua testa.

"Questo non dovevi farlo, Eleven...non dovevi proprio farlo...cosa credevi? Di poterlo controllare? È più forte di te...è la tua natura, non lo puoi evitare. Tu non sei normale, Eleven, non sei come queste persone...tu sei speciale..."
"Via dalla mia testa..."
"El, mi senti! Ti prego El,svegliati!"
"Tu sei stata creata per questo, Eleven..."
"El!"
"Via dalla mia testa..."
"...tu sei stata creata per uccidere"

"...via dalla mia testa!!!!"

*

"El...mi senti?"

Quando la piccola riaprì gli occhi, dopo quello che le sembró un'eternità, davanti alle sue palpebre stanche e lentamente sollevate davanti a sé, El ritrovò intorno uno spettacolo diverso, sempre molto buio, ma molto più silenzio.
Le voci erano sparite, sia quelle intorno a lei che quelle dentro la sua testa, solo il mal di testa lancinante non era passato e ancora le stringeva come in un pugno le ossa del cranio.
Ma la prima che El avvertì, ancora prima di aver riaperto gli occhi di fronte a sé, fu un calore intorno alle sue palle ed un odore buono e familiare a riempirle le narici.
"...Mike?"

"El! Finalmente!" sentì la voce di Mike esclamare accanto a sé, sentendo il braccio intorno alle sue spalle a sorreggerle la giacca nera di pelle sulla schiena farsi più stretta, sentendo sotto il suo orecchio appoggiato contro il suo petto il suo cuore come sussultare di gioia.
"Finalmente ti sei svegliata! Come ti senti? È finita, El, è finita...sei al sicuro! Ora ce ne andiamo a casa!"

El aprì gli occhi lentamente, sbattendo le palpebre come per paura di essere folgorata dalla luce bianca del lampione ad illuminare il marciapiede intorno a loro.
La piccola si trovò seduta sull'asfalto, con le ginocchia piegate a sé e la testa appoggiata al petto del ragazzo che, accanto a lei, non sembrava accennare di un millimetro a lasciare andare quella stretta di protezione intorno alle sue spalle.
Poco più in là, seduti a gambe incrociate e con le facce peste, Dustin, Will e Max appoggiata alla cabina telefonica dietro di loro, in attesa della linea per fare una telefonata.

Le figure degli amici erano troppo lontani ed El troppo stanca per capire cosa stessero stringendo tra le mani, ma quando la piccola ebbe ripreso abbastanza conoscenza da sollevare la testa lentamente dal petto di quel ragazzo, la prima domanda che El si pose non poté che essere quella.
"Dove...dove ci troviamo, Mike?"

"A due isolati precisi dalla festa!" sentì un'altra voce familiare rispondere, facendole alzare la testa e incrociare il sorriso del nerdino dalla pelle scura in piedi di fronte a lei, reggendo sopra un occhio chiuso quella che aveva tutta l'aria di essere una lattina di birra.
"Tieni amico...tienila sù un po'!" El confusa vide Lucas sporgere un'altra lattina a Mike seduto accanto a lei, vedendolo fare un cenno con la testa in segno di gratitudine, portandosi la lattina sul labbro spaccato con una piccola smorfia di dolore.
Alla piccola si strinse immediatamente il cuore.

"Mike! Oddio ti hanno..." balbettò El mettendosi più dritta a sedere, ignorando la fitta che dalla nuca si propagò a tutta la schiena a quel brusco movimento.
"...ti hanno...ti hanno fatto questo?"
"Oh El, non è nulla! È solo un taglietto!" tentò di sorridere Mike vedendo il dito di El indicare le sue labbra, con un'immediatamente successiva smorfia di dolore per quell'imprudenza.
"Will è messo peggio, quel taglio ci metterà un secolo a guarire!" commentò Lucas, reggendo con una mano la lattina sull'occhio pesto.
"Non voglio immaginare la faccia di sua madre quando lo vedrà..."

"..già, non voglio immaginare nemmeno quella della mia..." sospirò Mike scuotendo i ricci dal viso, mettendosi a sedere più dritto e tirando via il braccio dalle spalle di El per appoggiarlo sul marciapiede dietro di sé.
"Porca puttana, forse c'era un motivo per cui mio padre mi ha sempre ricordato di valutare bene con chi prendermi a cazzotti..."

"Mike..." El sentì gli occhi riempirsi di lacrime a quella vista, di fronte all'immagine del labbro di quel ragazzo così gonfio e spaccato, in mezzo al trucco sul mento non più pallido ma colorato di rosso.
"Mike, mi...mi dispiace tanto!"
"Ehi! Mica è colpa tua, El!" Mike scosse la testa, spostandosi di fronte a lei e vedendo l'amico allontanarsi verso il resto del gruppo, lasciando quella principessa sola di fronte al suo paladino un po' ammaccato.
"Non è colpa tua, non è assolutamente colpa tua, El!"

"Invece si!" El ribattè sentendo le lacrime colarle lungo le guance, ripensando alle urla, agli insulti, alla paura ma anche allo stupore di vedere tutti i suoi amici schierati davanti a lei, pronti a difenderla.
"Invece sì, vi hanno...vi hanno fatto male per colpa mia!"
"Beh, gli amici servono anche a questo, no?" abbozzò con un sorriso ed una smorfia di dolore Mike, abbassando la lattina e portando una mano a sollevarle il mento di fronte a sé.
"Gli amici ci sono sempre quando uno del party finisce nei guai!"

"Amici..." annuì El sorridendo, pensando che, in fondo, qualcosa di nuovo l'aveva imparato quella sera, qualcosa che il suo papà non le aveva spiegato.
"Amici..." ripeté Mike con una punta di tristezza, sentendo solo in quel momento per la prima volta quanto stretta per loro fosse quella parola.
Quanto stretta per lui perlomeno...

"El..mi dispiace da morire che Troy ti abbia fatto quelle cose..." El lo sentì sussurrare con voce stanca ma ancora piena di rabbia, portando le mani sulle sue e sfregando dolcemente con i pollici i suoi polsi ancora arrossati.
"Non doveva permettersi, è solo uno schifoso! Un lurido verme pezzo di merda e..."
"Mike!" lo bloccò El con un sorriso, portando un dito sulle sue labbra a tappargli la bocca, facendo attenzione a non toccare la sua ferita.
"È tutto a posto! È finita...è tutto okay"
"No, non è tutto okay! Niente di quello che è successo è okay!" Mike scosse la testa, chiudendo gli occhi, come a cercare di contenere la sua rabbia.

"Quel bastardo non doveva permettersi di sfiorarti nemmeno un capello contro il tuo volere! Non posso credere l'abbia davvero fatto! Non riesco davvero a pensare a nessuno più vile e schifoso di..."
"Mike, davvero! Non ha più senso pensarci!" scosse la testa El, sentendo il cuore perdere un colpo al ricordi della voce di quel ragazzo al suo orecchio e le sue labbra sul suo collo, la sue stretta su suoi polsi e poi le sue mani, le sue mani sulle sue cosce tremanti.
El chiuse gli occhi, deglutendo la paura, ancora più acuta al ricordo di cosa era successo appena pochi secondi dopo.
La sua rabbia esplosa sotto gli occhi di tutti, il braccio di quel ragazzo spezzato tra le grida di dolore e gli sguardi di tutti puntati su di lui, sul suo paladino che inconsapevolmente aveva preso la colpa al posto suo.
"Me la pagherai Wheeler, figlio di puttana!"

"Mike...basta, calmati per favore..."
"Non ci riesco, non ci riesco a calmarmi, El!" scosse la testa esasperato Mike, portando le mani sugli occhi e sfregando il trucco nero, impiastricciandosi le dita.
"Non posso calmarmi se quell'idiota ti ha trattato così, allungando le mani in quel modo davanti a tutti proprio su di te! Cristo, El! Su di te! Proprio lui che è solo un pezzo di merda, mentre io ho paura a sfiorarti persino con un bac.."

El spalancò gli occhi a quella parola rimasta a metà, sospesa nel silenzio e nel buio di quella notte, sospesa tra i loro sguardi, tra le loro iridi profonde, tra i loro occhi spalancati uno di fronte all'altra di stupore.
Ad El non serviva che Mike completasse l'ultima parola per comprendere il senso di quella frase, e fu anzi lei a sbattere le palpebre stupita, tirando il fiato e guardandolo con un piccolo, luminoso sorriso.
"...con un bacio"

E Mike trattenne il respiro, sentendo le sue labbra pulsare in quel momento sul suo viso, di dolore sì, ma anche dalla maledetta voglia che aveva di premere le labbra sulle sue, da tutta la sera e da prima ancora, fanculo il dolore, fanculo quelle fitte.
Mike avrebbe sofferto anche tutte le pene dell'inferno su quel marciapiede per poter baciare il suo piccolo fiore pur con quelle labbra gonfie e sanguinanti.
"El...io..."

"Mike! Ci vengono a prendere!" lo richiamò la rossa uscendo dalla cabina, incrociando le braccia con sguardo serio e facendo voltare i due amici poco distanti su quel marciapiede.
"Viene mia madre, ci porta tutti da te!"
"Vieni anche tu, vero, El?" tornò con gli occhi a lei Mike in un secondo, accorgendosi solo in quel momento di non averglielo davvero ancora chiesto quella sera nemmeno una volta.
Gli occhi di El si fecero più interdetti.
"Dove, Mike?"
"A casa da me, nel mio basement!" spiegò Mike con occhi speranzosi, come si fosse trattata dell'ovvietà più grande del mondo.

"Si fermano tutti a dormire da me, come tutti gli anni ad Halloween...vieni anche tu, vero, El?"
"No, io..." scosse subito la testa El, non potendo non notare l'espressione di profonda delusione subito dipinta sul viso del nerdino di fronte a lei.
"No io sono stanca, voglio...voglio andare a casa mia" scosse la testa El, non sapendo se avesse appena iniziato a tremare di paura per i ricordi di quella serata o di freddo.
Non avrebbe dovuto, non avrebbe dovuto usare i suoi poteri davanti a tutte quelle persone, questo lo sapeva bene, e quel che era peggio era che il suo paladino si era preso tutta la colpa per quello che lei aveva fatto, senza che lei potesse impedirlo.
La piccola era certa che, quella sera, avrebbe fatto molta, molta fatica ad addormentarsi.

"Vorrei chiamare il mio papà e dirgli di venirmi a prendere, Mike..."
"Ti possiamo portare noi a casa tua, El!"
"No, io...voglio il mio papà..." scosse la testa El alzandosi lentamente in piedi, vedendo il ricciolino fare altrettanto, continuando a guardarla con occhi attenti e preoccupati dalla sua altezza.
"Ok...okay, allora vai a chiamarlo, aspetteremo qui finché non arriva"
"Okay..." vide El annuire con aria triste, abbassando lo sguardo e voltandosi lungo il marciapiede, raggiungendo la cabina con passi lenti ed incerti.

Il giovane Wheeler vide i suoi amici voltarsi verso di lui con sguardi interrogativi e speranzosi, ma lui scosse la testa, con aria delusa.
La lattina di birra piena era rimasta ferma sul marciapiede nel punto dove Mike l'aveva poco prima posata, e il ricciolino dagli occhi grandi non pensò al dolore ancora forte del suo labbro in quel momento, quando con un impeto di rabbia, delusione ed incazzatura, il suo piede di mosse contro quella lattina, scagliandola lontano, più forte che poté, lungo la strada immersa nel buio della notte.

Quella era davvero una "notte più bella dell'anno" da dimenticare.

📼🌼
Amiciii eccoci qua!
Spaventoso Halloween a tutti voi con 2 mesi di anticipo🙈😂
Spero che questo capitolo sia piaciuto a voi da leggere quanto a me da scrivere, perché sinceramente credo sia uno di quelli dove mi sono divertita di più!
Ho cercato di inserire un po' di tutto, da momenti divertenti e goliardici dove il party si approccia per la prima volta ai piaceri dell'alchool (prima fra tante🙊 ahah) a momenti dolci e romantici come il primo lento dei nostri cuoricini imbranati❤
Ho cercato di inserire canzoni che potessero davvero essere ascoltate dai ragazzi nel 1985, se vi va andate a sentirle🤗
Ed infine, ovviamente, un po' di dramma non poteva mancare (o non sarei io e finirei per farvi preoccupare, no?!)😇😈
Sinceramente il party intero e in particolare Mike che difende El è qualcosa che dovevo, DOVEVO inserire, spero sia stato un momento drammatico sì, ma anche coinvolgente per voi🤗
Che dire...che succede ora?
Semplicemente...il bello🙊❤
I prossimi 4/5 capitoli sono quelli che aspettavo di scrivere dall'inizio di questa storia, tutto può succedere!
Preparatevi🤗

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