Let Me Go
Era come precipitare in un abisso. Anzi, era un abisso.
Quando precipiti puoi fare tante cose, e no, non prendere il thè come Alice nel Paese della droga.
Tu urli, gridi, ti agiti, e nel peggiore dei casi preghi.
Mentre cadi nell'abisso, sei sicuro che non soffrirai più di tanto. L'unica cosa che fa male è la consapevolezza di essersi buttati e/o essere semplicamete scivolati. Però, almeno, la consapevolezza dura poco, solo il tempo di cadere.
Di solito ci avviciniamo all'abisso soltanto per vedere se riusciremmo a trovare un'uscita o magari una speranza di via di fuga.
A quel punto non sai se devi lasciarti andare, o se vuoi lasciarti andare, ma in ogni caso lo fai, ti lasci andare. Fai tutto ciò senza la consapevolezza di quello che stai per compiere.
La morte è l'unica cosa bella che ti può accadere.
Una volta morti non si soffre più. Si smette di piangere, di urlare e di pregare una qualsiasi divinità che mai ti salverà.
O almeno è quello che si vuole credere.
L'auto convinzione serve a questo, no?
Una volta morti si smette di vivere, si perde tanto. Anche chi crede che non ha niente perde. Perde più di quanto crede.
I ricordi dei bei momenti passati, l'amicizia, il primo bacio, la prima cotta, la prima vittoria, la prima sconfitta, tutto.
Per Brendon la sensazione era quella e i pensieri erano sempre gli stessi. Non voleva morire, non a 24 anni. Ne aveva passate tante. E non voleva abbandonare tutto così all'improvviso, ma, a quanto pare, il destino aveva deciso per lui. E non ci sarebbe stato nessuno a fermarlo.
Le parole del suo amico risuonavano nelle sue orecchie.
Erano confuse, lui era confuso.
Mentre si lasciava andare piano piano alle tenebre, sentiva le lacrime del suo amico cadere sulle sue guance.
Lui sorrise quanto potè.
L'amico teneva la testa di Brendon poggiata sulle sue gambe. Piangeva, piangeva tanto.
Continuava a ripetere che sarebbe finita presto, sarebbe sopravvissuto, sarebbero andati avanti e che l'ambulanza sarebbe arrivata presto, gli ripeteva quanto fosse stato stupido a non essersi accorto di quanto soffrisse, di quanto tutto pesasse.
Brendon lo sussurrò piano, però non lo sussurrò abbastanza piano per non farsi capire da Ryan.
"lasciami andare"
Ryan scosse la testa "ti amo troppo per lasciarti andare"
Brendon raccolse le sue ultime energie e poi sussurrò ancora "se mi ami lasciami andare".
Ryan stava ancora piangendo quando le pillole ebbero effetto e Brendon si lasciò cadere nell'abbisso.
Ma come ho detto prima, una volta caduti, non c'è più ritorno. E Brendon, probabilmente, ne era più che consapevole.
Ryan lo stringeva a se mentre gli accarezzava i capelli. Negava. Continuava a negare l'evidenza.
Brendon non poteva morire.
Non era morto.
Non voleva che morisse.
Brendon, stava finalmente cadendo nell'abisso che tanto aspettava di esplorare. Però continuava a cadere. Cadeva e cadeva. Sembrava che quella caduta in realtà fosse infinita.
Poi realizzò.
La consapevolezza di quello che ha fatto sarà eterna.
Una volta caduti nell'abisso, lo si sarà consapevoli per l'eternità perché si continuerà a cadere, cadere e ancora cadere.
Non c'è un finché,
Non esiste una fine,
Ma solo il per sempre.
N/A:
Perdonate eventuali errori
nei tempi o simili,
l'avrò riletto decine di volte
e boh, non so perchè l'ho pubblicata
puro caso, forse.
Volevo solamente dire che questa OS
è ispirata al mio attuale stato mentale
e ai miei attuali pensieri
ee niente.
Chi ha letto questa
storia prima sa che avevo scritto
"me ne sono uscita a caso."
ma la verità non era quella,
e niente, questo
Spero di non aver fatto più errori
del
dovuto ><
.•*bye*•.
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