Capitolo 58

"Voi conoscerete la verità, e la verità vi renderà folli".
Aldous Huxley

Los Alamos, Nuovo Messico, 2018

La mattina seguente l'atmosfera tra di loro era di nuovo cambiata. 

Entrambi agitati, non si guardarono neanche in faccia per tutto il tragitto, breve ma sofferto. 

Più si avvicinavano alla cittadina e più l'ansia aumentava, proprio come il giorno prima. Ma questa volta non ci fu nessun litigio e nessun malessere. 

Due ore dopo aver lasciato il motel raggiunsero la loro tanto agognata destinazione. E non fu affatto facile passare accanto ai luoghi che ricordavano quella dolorosa perdita. 

Il benzinaio dove si erano fermati, con il suo piccolo negozio, il paesino, il campeggio e la stazione di polizia. 

Quest'ultima, da fuori, era proprio come l'avevano lasciata l'ultima volta, mentre alcuni negozi erano subentrati ad altri. 

In linea di massima sembrava che anche lì, come nella vita di Bridget, il tempo si fosse fermato a quindi anni prima. E fu come un pugno allo stomaco rendersi conto dell'effetto che faceva. 

L'immagine di un luogo vecchio, che un tempo era stato ma che ormai non c'era più. L'ombra di se stesso. 

Si fermarono davanti all'entrata della stazione, fissando con il naso all'insù l'insegna, indecisi se fare un passo avanti oppure no.

L'aria era calda, proprio come tempo fa, ed era una sensazione così famigliare che anch'essa riportava alla mente ricordi poco piacevoli. 

Senza neanche guardarsi, entrambi allungarono una mano verso l'altro, fino a incrociare le dita in una stretta ferrea e rassicurante.

Qualsiasi cosa li attendeva dall'altra parte di quella vecchia e polverosa porta lo avrebbe affrontato insieme, e forse proprio per questo riuscirono a trovare il coraggio.

All'interno la stazione era proprio come la ricordavano. Davvero lì il tempo non era passato, anche se si poteva vedere chiaramente l'effetto del tempo sui poliziotti. 

Non li conoscevano tutti per nome ma le loro facce erano rimaste impresse nella loro mente, indelebili come tutto il resto.

E anche Bridget e Nick furono immediatamente riconosciuti. In un paesino piccolo come quello, non ci si dimenticava facilmente di una tragedia simile.

Il primo che andò loro incontro fu Mike Ridge, un tempo giovane poliziotto ligio al dovere, ormai divenuto un vero esperto. 

Non era cambiato molto e il tempo su di lui era stato molto clemente, donandogli solo un'aura di saggezza e carisma. 

«Nick, Bridget... spero che il viaggio sia andato bene», chiese evitando appositamente ogni consueta forma di convenevole che potesse sembrare inopportuna. 

L'imbarazzo in certe situazioni era qualcosa che non si poteva cambiare, neanche dopo anni e anni di esperienza in campo. 

«Abbastanza, un po' stanchi ma comunque è andato tutto bene».

«Immagino non vogliate aspettare», aggiunse il ragazzo. 

Non poteva comprendere l'ambiguità e la contraddizione che passava per la mente dei due. Da un lato desiderosi di portare tutto a termine in poco tempo, dall'altro invece così spaventati da prendere in considerazione di attendere ancora.

Ma Nick annuì, rispondendo per entrambi.

«Bene, allora seguimi Nick... ti faremo un tampone per prelevare il DNA. Tu, Bridget, puoi restare qui ad attendere lo sceriffo».

Ciò che desiderava di più al mondo in quel momento era restare insieme a lui, convinta che da sola non sarebbe stata neanche in grado di sorreggersi, ma aveva anche perso momentaneamente l'uso della parola, così non disse nulla.

Permise alla mano di Nick di scivolare lentamente via dalla sua e fissò la sua schiena fin quando le fu possibile mentre si allontanava e spariva all'interno di una delle tante stanze. 

Rimasta al centro di occhi indiscreti, non poté non chiedersi se quelle persone la stessero compatendo per ciò che aveva passato in quegli anni.

Ormai doveva esserci abituata agli sguardi pietosi, eppure non riusciva a non rimanerne colpita, come ferita nell'animo. 

«Bridget», la voce un po' cavernosa e stanca dello sceriffo Colin la ridestò dai suoi pensieri e la distrasse dagli sguardi altrui.

Quando si voltò per osservarlo, davanti a sé aveva un uomo sicuramente provato dalla vecchiaia, dal lavoro e anche dai dispiaceri. Lo comprese subito che, come per loro, la vita non era stata clemente con lui.

Non ricordava di averlo visto così male l'ultima volta che era tornati, perciò doveva essere successo qualcosa negli ultimi anni. O forse era solo una sua impressione e in realtà era solo invecchiato. 

Comunque si lasciò avvolgere dal suo caldo abbraccio paterno, costringendosi a non crollare in un pianto disperato fin da subito e ricambiando la sua stretta come se ormai fosse lui la sua ancora. 

Non dissero nulla di particolare, non ce ne era bisogna. 

«Vieni, andiamo nel mio ufficio», le consigliò, guardandosi intorno e alludendo alla possibilità di una privacy che lì non potevano avere.

Bridget lo seguì volentieri, ringraziandolo con un sorriso tirato e un sospiro di sollievo. Anche se riuscì a rilassarsi un poco solo quando furono da soli.

C'era un'enorme vetrata che divideva l'ufficio dal resto della stazione, perciò si poteva dire che fosse veramente intimo e riservato, eppure a Bridget bastò per darle l'illusione che nessuno la stesse più osservando. 

Notò, con poco interesse, che alla parete lo sceriffo aveva affisso nuovo foto e nuove riconoscenze in ambito lavorativo ma non disse nulla. Invece chiese: «Ho notato che non porta più la fede».

Non fece alcuna domanda, era esplicita nelle sue parole. Ma gli diede la possibilità di scegliere se rispondere oppure no. Se aprirsi oppure no.

«Possiamo dire che tragedie che non coinvolgono direttamente spesso hanno effetti anche su altre persone... Non trovi?».

Non era una vera e propria risposta, ma per qualche strana ragione Bridget intuì che si stesse riferendo alla scomparsa di Lily e al fatto che quella perdita aveva sconvolto anche le vite di chi in realtà non l'aveva mai conosciuta. 

Quante cose non sarebbero successe se lei fosse ancora al loro fianco?

«Mi dispiace», furono le uniche parole che riuscì a pronunciare Bridget, ma lo sceriffo le scacciò delicatamente con un gesto della mano: «Figurati, sono cose che succedono».

Lo sceriffo non era mai riuscito veramente a superare quel caso irrisolto. Lo aveva tormentato, quasi come fosse sua figlia, perché la vedeva anche come una sua perdita. Come una sua sconfitta. 

Troppo spesso si era ritrovato a pensare a quella bambina dai capelli biondi e dal sorriso genuino e troppo spesso non era riuscito a dormire per questo motivo. 

Il tormento e l'ossessione lo avevano portato ad allontanarsi pian piano da tutte le persone che lo amavano. Proprio come Nick e Bridget. 

Non riuscirono a continuare una possibile conversazione su come avesse passato quegli ultimi anni perché pochi istanti dopo la porta si aprì e Nick e Mike entrarono. Quest'ultimo in mano aveva una cartellina gialla che posò sulla scrivania dello sceriffo prima di andarsi a posizionare in piedi dietro di lui. 

Nick si sedette accanto a Bridget ed entrambi riuscirono a percepire il momento di tensione che aleggiava tra loro. 

Ci fu un momento di silenzio in cui lei avrebbe solo voluto urlare ed incitare, anche a malo modo, qualcuno a parlare pur di riempire quel vuoto. 

E poi lo sceriffo parlò: «Come ben sapete, vi abbiamo chiamato per il ritrovamento dei resti di un corpo. Già dai primi accertamenti il medico legale ha potuto appurare che si tratta di una bambina femmina di età compresa tre i cinque e gli otto anni».

Cercava di darsi un tono professionale, di parlare come gli era sempre stato insegnato nell'accademia e come la sua esperienza gli imponeva.

Ma ormai si sentiva così coinvolto da quella faccenda, che quasi gli mancò la voce. Forse anche a causa degli occhi di Bridget, diventati lucidi non appena aveva aperto bocca. 

Lo sceriffo fu costretto a farsi forza mentre tirava fuori dalla cartellina una foto segnaletica e la poneva sotto gli occhi dei due genitori.

«Riconoscete quest'uomo?».

La foto ritraeva un individuo, intorno ai quarantanni o poco meno, dai capelli biondi, unti e spettinati, con una folta barba e l'aria di chi era stato beccato dopo essersi fatto di droga. 

Nick scosse subito la testa mentre Bridget rimase ad osservare la foto per qualche secondo di troppo. 

C'era qualcosa in quello sguardo che le aveva messo i brividi. Una sensazione che aveva già avuto ma non riusciva a ricorda dove.

«Dovete tenere presente che quindi anni fa era giovane», lo sceriffo non poteva dare loro alcun tipo d'informazione, per non alterare la loro percezione, anche se avrebbe tanto voluto aiutarli.

E mentre Nick continuava a negare con la testa, più passava il tempo e più Bridget era convinta che lo avesse già visto. 

All'improvviso, senza che nessuno le facesse pressione, i ricordi vennero a galla. Violenti. 

«E' il ragazzo del negozio alla pompa di benzina».

La certezza delle sue parole ruppe ogni dubbio e ogni speranza. Anche se nessuno aveva ancora detto ciò che stavano aspettando, a Nick bastò quello per capire. 

E anche in Bridget, pian piano, la verità si stava insinuando. 

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