Capitolo 46

"Il tempo non esiste, è solo una dimensione dell'anima. Il passato non esiste in quanto non è più, il futuro non esiste in quanto deve ancora essere, e il presente è solo un'istante inesistente di separazione tra passato e futuro".

Sant'Agostino.

Hayden, 2005, un anno e sette mesi dalla scomparsa di Lily.

Quando Nick tornò a casa, tardi come molte spesso succedeva, sua moglie dormiva.

Staccando dal lavoro non l'aveva trovata nell'appartamento e, non riuscendo a rimanere dentro quelle quattro mura soffocante da solo, era uscito di nuovo.

Non si era reso conto del tempo che passava e il timore che Bridget potesse accoglierlo con u a sgridata era così forte che rimase seduto in macchina svariati minuti.

Ad osservare quella dimora che ormai non sentiva più casa sua. Quel luogo che, con prepotenza, gli ricordava lei e il suo più grande rimpianto.

Desiderò che sua moglie fosse già andata a letto, visto l'ora tarda, perché non aveva né la voglia né la forza di litigare.

E, a malincuore, si ritrovò a tirare un sospiro di sollievo quando si accorse che la luce in camera da letto era spenta.

Entrò in casa facendo meno rumore possibile, muovendosi al buio come se ci fosse abituato e puntando subito alla cucina.

Con la coda dell'occhio lanciò uno sguardo alla camera da letto e, con la porta aperta, scorse la figura di Bridget sdraiata sul letto.

Improvvisamente gli era tornata la fame perciò, silenzio come meglio poteva, cercò qualcosa da mangiare.

Negli ultimi tempi anche il frigo sembrava stesse passando un periodo di depressione e i due coniugi era sempre più soliti comprare cibo da asporto.

E infatti trovò sul piano della cucina gli avanzi di una pizza. Sorrise con amarezza di fronte alla nuova e strana abitudine della moglie di lasciare il cibo e, con l'unica luce del frigorifero a condurlo, prese l'ultimo trancio di pizza e se lo portò alla bocca.

«Sei tornato», il tono piatto della sua voce lo fece saltare dallo spavento.

Come se fosse stato scoperto nell'atto di commettere un crimine, alzò gli occhi nella sua direzione e restò in silenzio per qualche istante.

Non sapeva che cosa dire, per paura di scatenare una lite che in realtà non desiderava.

In quella casa non si faceva che urlare e rimproverarsi a vicenda.

Al contrario di Nick, però, Bridget non aveva intenzione di lasciare correre, tanto che chiese: «Dove sei stato?».

«Lo sai bene dove sono stato», ribatté con poche parole, anche un po' brusco.

Ne avevo già parlato e anche in quel frangente non si trovavano d'accordo.

Sembrava essere diventata una sfida trovare qualcosa che li potesse mettere in accordo.

«E tu invece dove sei stata?», chiese ancor prima che Bridget potesse dire qualcosa e spostare tutta l'attenzione su di lui: «Quando sono tornato da lavoro non c'eri».

Aspettava una risposta, guardandola quasi con sfida. A suo avviso aveva due scelte: o rivelare tutta la verità, con il rischio di litigare, oppure mentire come stava facendo da mesi.

E Bridget puntò sulla seconda possibilità. «Sono andata a fare una passeggiata, non pretenderai che passi tutto il tempo a casa?».

«Non ti ho mai chiesto questo... Ma preferirei che tu fossi sincera con me».

Il tono lasciava intendere quanto. fosse amereggiato, ma di fronte a lui c'era un muro invalicabile.

«Non so di cosa parli», lo disse come se non le importasse. Perfino come se fosse lei quella offesa dai suoi comportamenti.

Nick non riuscì a trattenere la rabbia e la frustrazione di fronte all'ennesimo rifiuto della moglie.

«Mi credi uno stupido?», le gridò contro all'improvviso facendola saltare dallo spavento.

«Mio cugino ti ha visto spesso a Spokane», le rivelò, pensando di poterla cogliere in fallo.

Ma Bridget si chiuse ancora di più in se stessa: «Bè, tuo cugino dovrebbe farsi gli affari suoi».

«Il punto è che tu passi molto spesso a Spokane e io so il perché. Come so che fino stanno facendo i soldi che, misteriosamente, scompaiono dal conto... I miei soldi».

«È questo che ti preoccupa? I soldi?».

Non riuscivano più a capirsi, proprio come in quel momento.

Nick si sentì non solo incompreso ma anche attaccato.

«Adesso non farmi passare per lo stronzo che pensa solo al denaro... Il punto non è questo».

Bridget mise le braccia al petto, quasi a mettere ancora più distanza tra di loro.

«No, infatti il punto è che tu ti sei arreso... Che hai rinunciato a cercarla e che ormai la consideri persa per sempre».

Si vedeva che non riusciva ad accettarlo, che non comprendeva la strada che Nick stava percorrendo.

E non c'erano parole che potessero convincerla. Nonostante lui ci avesse provato.

«Pensi che sia facile per me?», le ringhiò contro, stanco di passare per il marito che se ne fregava.

«Credi che sia facile lasciarsi tutto alle spalle? Lei è nostra figlia e il dolore della sua perdita non svanirà mai... Ma Derek dice che abbiamo bisogno di andare avanti, che non possiamo vivere per sempre nella perdita».

Bridget alzò gli occhi al cielo, iniziando a scuotere la testa già alle prime sue parole.

«Ancora con questo Derek? Io non voglio sentire certi discorsi».

«E invece ti farebbe bene sentirli... Come ci farebbe bene parlare con un professionista».

Non era la prima volta che Nick cercava di affrontare la questione "psicologi", ma ogni volta sua moglie si chiudeva in se stessa, come una cozza all'interno del suo guscio.

Tanto che si voltò perfino per evitare di guardarlo: «Vacci tu dallo psicologo, se pensi che possa aiutarti».

Glielo aveva quasi sputato, come se pensasse che fosse una cosa ridicola. Ma Nick non si lasciò condizionare dal suo tono di voce.

«Certo, vi andrò da solo... D'altronde anche tu vai da sola dall'investigatore nonostante ti avessi detto che non volevo coinvolgerlo».

Calò immediatamente il silenzio nella stanza. La luce fioca del frigorifero proiettava ombre inquietanti sui volti furiosi di entrambi.

In quel momento sembravano ancora più lontani del solito, nonostante solo pochi passi li dividevano.

Fu lei a interrompere quel momento, con un tono carico di risentimento e odio che Nick non si era aspettato.

«Io voglio ritrovarla, io farò qualsiasi cosa che per trovarla. Se tu vuoi andare avanti e dimenticarti di avere avuto una figlia, non so neanche più chi sei».

Le sue parole fecero così tanto male che a Nick mancò il respiro.

Non si sentiva di biasimarla perché pensava ciò, ma gli dispiaceva che non fosse riuscito a trasmetterle il suo punto di vista.

Avrebbe potuto continuare ad urlare, facendole notare tutto ciò che invece aveva fatto lei di sbagliato.

Ma vedendola in lacrime e tremante, come se fosse stata lei quella ferita dalla sue parole, lo fece desistere dal suo primo intento.

Con voce rassegnata le disse soltanto: «Quell'uomo ti sta solo rubando i soldi, Bri. Quando lo capirai probabilmente ti avrà già deluso così tante volte che non saprai poi riconoscere la differenza tra verità e menzogne».

Non si rese immediatamente conto che le sue parole avrebbero potuto ferirla anche di più di ciò che voleva dirle all'inizio.

Ma capì dal modo in cui lei la fissava che non aveva la forza di accettarle. Che non era pronta e che probabilmente mai lo sarebbe stata.

Voleva andarle incontro, come spesso faceva, ma era stanco.

Affranto, si appoggiò allo sgabello e fissò il pavimento, un po' oscurato dal buio.

«Non rinuncerò mai, devi fartene una ragione», la sentì dire.

Fu come se avesse detto che non aveva più possibilità di riavere indietro quel rapporto che tanto sognava.

Come se avesse detto che tutti i suoi sforzi sarebbero stati vani.

«Bene», affermò ringhiando tra i denti: «Spreca tutti i soldi che vuoi inseguendo bugie... Purché non mi si dica che sono uno stronzo spilorcio».

Chiuse la porta del frigorifero con una tale foga che l'elettrodomestico tremò un po'. A quel punto non c'era più nessuno fonte di luce, e nessuno contatto visivo.

Nick le passò accanto, senza sfiorarla neanche per sbaglio.

Una parte ricondita di lui, quella di cui ai vergognava come un ladro, avrebbe aggiungere qualcosa che sapeva avrebbe rotto per sempre il loro legame.

Tre singole parole, sputate in faccia con sincerità che sarebbero diventate molto pericolose.

Ma decise di rimanere in silenzio perché nonostante fosse stanco di lottare per quell'amore, era ancora convinto che si potesse risolvere.

In camera da letto prese il suo cuscino e tornò qualche istante dopo. Bridget era ancora lì, in piedi e con il volto rivolto nella direzione in cui lui era qualche istante prima.

Senza dire una parola, Nick lanciò il cuscino sul divano e si sdraiò. I suoi gesti bastavano più di mille parole.

Con la testa rivolta verso la finestra, Nick non poteva guardarla ma le sentì muoversi e tornare in camera da letto.

Non aveva replicato alla sua scelta, ma ciò per Nick fu solo un bene.

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