Capitolo 36
"Non si dovrebbe pensare di 'perdere' qualcosa. Se lo si pensa, lo si è perso già".
Daniel Glattauer
Los Alamos, New Mexico, 2003
Quella fu la notte più brutta di tutta la loro vita.
Il motel che la polizia aveva trovato per loro era piccolo e appartato, fuori dal paese, ma Bridget non prestò molta attenzione ai particolari.
Cercarono entrambi di dormire ma gli fu impossibile.
Come potevano chiudere occhio se non sapevano neanche dove fosse la figlia? Se stava bene oppure no.
Perciò alla fine rinunciarono al sonno e quando si resero conto che entrambi erano svegli, decisero di farsi compagnia.
Non parlarono molto, ma rimasero sdraiati a letto con la televisione accesa, anche se nessuno dei due la stava osservando veramente.
Aspettarono l'alba, con le orecchie sempre attente ad ogni minimo suono, sperando di sentire quello del telefono.
Ma il giorno giunse senza nuove notizie. E quando bussarono alla porta, entrambi saltarono.
Sapevano che lo sceriffo sarebbe passato da loro, per passarli a prendere, ma una parte di loro si preoccupò immediatamente.
«Buongiorno», esordì l'uomo, cercando di sorridere ma senza sembrare inopportuno.
La situazione era molto tesa e tutti quelli che li circondavano lo erano ancora di più. Nessuno sapeva il giusto comportamento da usare nei confronti di due genitori disperati.
Non lo sapevano perché semplicemente non esisteva un modo giusto.
«Qualche novità?», chiese Nick, sapendo che se davvero avesse avuto notizie non avrebbe perso tempo. Ma sperare era sempre lecito.
Lo sceriffo s'incupì, scuotendo la testa, ma invece di rispondere alla sua domanda, porse loro due bicchieri di carta: «Vi ho portato del caffè, per iniziare la giornata».
Era gentile, nei suoi modi un po' bruschi, e Nick non riuscì a non sorridergli. Lui ci stava provando, stava facendo tutto ciò che era in suo potere.
«Andiamo, vi porto al campeggio».
Nessuno parlava con loro delle indagini, o quello che dicevano era solo lo stretto necessario. Forse per paura di sconvolgerli, o forse perché erano convinti che non sarebbe stati di aiuto.
Ma in macchina, mentre stavano raggiungendo il luogo dove avevano visto per l'ultima volta Lily, lo sceriffo parlò.
«Non dovete temere. So che siete spaventati e posso solo immaginare che cosa si prova a non sapere dove sia tua figlia. Anche io sono padre, e farò di tutto per ritrovare Lily».
Bridget gli credeva, non poteva farne a meno, ma sapeva che alla fine lo sceriffo poteva solo fare del suo meglio, e che non tutto dipendeva da lui.
Questo non la rassicurò per niente ma comunque si ripromise di essere positiva.
Per questo insistette: «Fateci partecipare alle ricerche», non avrebbe passato un altro giorno senza fare nulla mentre Lily era persa chissà dove.
E lo sceriffo dovette intuire la sua determinazione mentre la guardava dallo specchietto retrovisore.
«Non credo che sia...», provò a dire lui, con poca convinzione, ma subito fu interrotto da Bridget: «Lei ha detto di essere padre. Se ne starebbe in disparte se uno dei suoi figli fosse in pericolo?».
Colin non poteva metterle, non mentre lei lo fissava intensamente, perciò non gli restò che arrendersi.
«E va bene, ma farete quello che dico io», gli concesse sospirando.
A Bridget bastò. Lei voleva solo rendersi utile e non restare con le mani in mano.
Perché le ore passavano ancora più lentamente quando le si passano senza far nulla.
Quando giunsero sul posto, il sole già picchiava forte sulla terra battuta. Ed erano tutti lì.
Poliziotti del posto, agenti dell'FBI, unità cinofila e molti volontari.
Avevano allestito una tenda, semiaperta, dalla quale era possibile vedere montate delle scrivanie con computer dall'aria sofisticata e di alta tecnologia.
Tutto ciò che usavano per trovare Lily era ben accetto.
Non appena li vide, Gerdener si rivolse allo sceriffo: «E loro che ci fanno qui?», come la maggior parte di loro, non volevano coinvolgere la famiglia.
Ma Colin lo prese da parte e abbassò la voce mentre gli parlava.
I due genitori non poterono sentire cosa si dissero ma quando l'uomo tornò sembrava abbastanza soddisfatto.
Tenendo le mani sulla cintura, in una posizione tipica di miglior film polizieschi, lo sceriffo diede loro le direttive.
«L'FBI continuerà a perlustrare la zona, con l'unità cinofila e alcuni dei miei uomini... Noi, con i volontari, invece, ci occuperemo di stampare volantini e piazzarli in ogni angolo del paese e delle zone limitrofe».
L'idea di allontanarsi dal posto dove lei era scomparsa non piaceva molto né a Bridget né a Nick.
«Credete sia utile?», chiese lui, riferendosi al volantinaggio.
«Ogni cosa può essere utile», gli fece notare lo sceriffo: «Questo è un paese piccolo, se qualcuno ha visto qualcosa...», lasciò la frase a metà.
Bridget non sapeva se l'uomo stava solo cercando di tenerli lontano quanto bastava, o se davvero credeva che potesse essere utile.
In realtà non le importava molto. Voleva solo fare qualcosa, occupare la mente e credere di essere di aiuto. Perché in caso contrario sarebbe impazzita.
Perciò tornarono alla centrale con lo sceriffo. Stamparono una delle foto più recenti di Lily. Una bellissima foto in cui indossava un vestito azzurro e un cerchietto.
Sorrideva, spensierata, felice e serena. Una giornata soleggiata, estiva, proprio come quella che stavano affrontando.
Quanto avrebbe dato per poter tornare a quel giorno.
Crearono dei volantini, con tutte le informazioni generali sulla bambina, come era vestita e il suo aspetto. Ne prepararono così tanti che sulla scrivania della segretaria si erano create tre colonne alte di fogli.
Ne sparsero in mano a tutti volontari e i poliziotti e si divisero in gruppi da cinque, ad ognuno la propria zona.
A Bridget e a Nick, assegnati al gruppo dove c'era anche la moglie dello sceriffo, una certa Maura, spettò il centro del paese.
Alcuni volontari si spinsero perfino oltre il confine della contea, pensando che forse qualcuno l'avesse presa e portata via.
Passarono tutta la giornata ad affiggere quei volantini su ogni albero, vetrina o palo disponibile, come se fosse la cosa più importante, una questione di vita o di morte.
Chi non partecipava e li osservava, si fermava spesso a guardare l'annuncio che portavano con sé. Bridget cercava di evitare i loro sguardi di preoccupazione e compassione, perché sapeva che ne poteva fare a meno.
Per tutto il tempo non pensò minimamente al peggio. Il suo unico scopo era continuare ad attaccare volantini, con la convinzione che qualcuno prima o poi si sarebbe fatto avanti.
Quando il buio iniziò a calare, lei avrebbe voluto continuare il suo lavoro, perché l'idea di chiudersi in una stanza di motel senza fare nulla non le piaceva.
Voleva continuare ad andare avanti nelle ricerche, senza mai fermarsi.
«Dobbiamo tornare alla stazione... L'FBI ha trovato qualcosa», li convinse lo sceriffo, senza però rivelare alcun dettaglio sulla scoperta.
La parte più positiva di Bridget pensò subito che avessero ritrovato Lily. Ma poi si rese conto che non era possibile. Perché se fosse stata una bella notizia Colin non avrebbe esitato a rivelargliela, alleviando le loro pene.
Per questo, per tutto il tragitto, entrambi si chiesero che cosa avrebbero trovato al loro rientro. E mentre Nick sperava semplicemente che tutto finisse, Bridget si augurava che potesse essere uno spiraglio di speranza.
Ma quando giunsero a destinazione ad aspettarli c'era solo un lembo di tessuto strappato, all'interno di un di quei sacchetti per le prove che lei aveva visto nei fil polizieschi.
Un tessuto rosa, un semplice pezzo di tesso rosa.
«Lo hanno trovato i cani, a qualche miglia di distanza dal campeggio», rivelò Gardener, senza però lasciar trapelare alcuna emozione o supposizione.
Bridget prese in mano il sacchetto e lo osservò bene, con Nick al suo fianco.
«E' il suo pigiama», affermò lui proprio nell'istante in cui la voce di Bridget l'abbandonò.
Non si accorse neanche che aveva iniziato a piangere, perché non emise alcun suono. Ma sentì qualcosa di bagnato scenderle lungo le guance.
Nick le circondò le spalle con un braccio, stringendola ancora di più a sé e, sconfitto, ammise: «E' il momento di chiamare i nostri genitori».
Neanche sapevano veramente per quale motivo avevano deciso di rimandare quella conversazione. Forse perché era più semplice. Forse perché sapevano che sarebbe stato terribile. O semplicemente perché avvisare i nonni equivale ad ammettere che la situazione era grave. Più grave di quanto speravano.
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